Non riesco a cancellare dal mio viso il forte senso di stupore, compassione e magia che mi causò l'incontro con un autore argentino come Aira, se non volevo perdere altro tempo. In questo momento, da dietro una piccola fessura, Come diventai monaca, inalberó in me un forte senso di curiosità. Anche se ho accolto questa opera con superficialità, la mia anima ha reagito nell'immediato, colpendo il mio cuore repentinamente, che si lanciò addosso come se stesse gridando vendetta con la sua dolcissima voce infantile.
Naturalmente il colpo fu inaspettato, e quasi imperterrita mi sono incagliata tra le sue pagine con un colpo secco. Laggiù, in sospeso, fra una dimensione e un'altra, avvolta nel fitto polverone della spettacolare ascesa di questo scrittore.Titolo: Come diventai monaca
Autore: César Aira
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 16€
N°di pagine: 107
Trama: Madre, padre e figlia si sono appena trasferiti in città.
Il padre prende per mano la bambina e la porta a mangiare il gelato, una
delizia mai provata prima. Fra tutti i gusti e colori, la bambina, emozionata,
sceglie la fragola. Il gelato però è disgustoso. Il padre insiste, sempre più
arrabbiato, ma alla fine lo assaggia anche lui: effettivamente, è avariato. I
due tornano sul luogo del misfatto e, preso da un raptus, il padre uccide il
gelataio affogandolo nel gelato alla fragola. Dopo un periodo in ospedale a
causa dell'intossocazione, la bambina comincia la scuola in ritardo rispetto ai
compagni. Non sa leggere non sa scrivere e trova rifugio nella sua prodigiosa
fantasia, popolata di radio che prendono vita, nane che fanno miracoli,
dentiere rubate per il carnevale, cieli che si tingono di rosa. Mescolando il
ricordo all'immaginazione crea mondi sensibili e delicati, poetici e
meravigliosi. A partire dalla narrazione di sé: una narrazione tutta sua.
Finché, così come è cominciato, il racconto si chiude col gelato alla fragola,
protagonista di un'atroce vendetta.
La recensione:
L'essere umano
tende ad attribuire un senso all'esperienza mediante la continuità; le cose che
succedono si spiegano in virtù di ciò che è successo prima.
Qui potrei
astenermi nel parlarvi di questa storia, che per lunghezza e genere,
effettivamente, finisce brevemente e inaspettatamente. Ma questa non è la
storia di come io l'ho interpretata. Ne di chi la interpreterà. Questa è la
storia dell'autore il cui intervento è stato tanto necessario quanto superfluo,
poiché non ha avuto bisogno di molte parole per raccontarsi. Possiamo
raccontarla noi stessi, come ogni lettore interroga il proprio animo. Ma è
sempre una storia incompleta, parziale, frutto della propria immaginazione
perché, da brava navigante, sono naufragata su un'isola deserta appena ha
emesso il primo vagito, collocata mediante un'identità tutta mia, con l'unica
compagnia di una ragazzina dislessica, raffigurata come un mito. Lontana anni
luce dalla modernità e dalla realtà, senza forma senza importanza, piccolo
granello di un'entità maligna e peccaminosa.
Ma Come
diventai monaca fu generata per far parte del cuore di ogni lettore o
lettrice decida di imbarcarsi in questa avventura, affinché la sua esistenza
possa intrecciarsi con quella di altre anime, disposte a giudicare i suoi atti
faccia a faccia. Per cui se uno soltanto si lascia influenzare dal titolo,
dalla cover sgargiante e allettante, potrà accettare la storia che l'autore si porta
dentro. Altrimenti, pochi istanti prima di volgergli le spalle, non potrà
accettare il concetto di vita che questo romanzo espugna così bene.
In una cappa di
sofferenza e dispiacere, feci il mio ingresso nel soleggiato isolotto di
Rosario. La protagonista, alterego del suo autore, non era attrezzato a subire
gli effetti devastanti della vita, che pian piano diffusero e conferirono al
tutto una luce tremula e smorta che invitava alla compassione. Il gelato a
questo proposito occupa un posto particolare nelle viscere di questo opprimente
imbuto, genitori incomprensibili e poco attenti, per impregnarsi di toni
drammatici, quasi tragici, che esplicano un particolare interesse al ruolo che
svolge il Fato. Quanto potere esso abbia sulla vita di ogni individuo, mentre
il resto del mondo prende posto, con la testa reclinata, nel misero angolino a
cui sono destinati. Tali luoghi sono spiragli di luce che inducono a
comprendere quanto sia importante amare, ma, in particolare, quanta forza ci
voglia per attraversare la trasparenza, qualcosa che ha a che fare con la
felicità e che ha vasti richiami all'esteriorità e all'apparenza. Non a caso
l'autore attribuisce una certa importanza al color rosa e ai segreti che si
celano nell'assaporare un gelato. Successivamente, comprendere dove si è
capitati e per quale motivo, catapultata in una realtà parallela che ha del
surrealismo, affetta da un lieve ma irrimediabile impulso di conoscere
l'inconoscibile.
Il titolo che
riporta la copertina lascia adito a diversi dubbi e perplessità; sembrava
piuttosto chiaro che in questo romanzo ci fossero delle monache. Eppure non ci
sono voluti enormi e giganteschi paroloni per comprendere come di monache non
ce ne sarà nemmeno la parvenza e che il titolo è solo un pretesto per fuorviare.
Ebbene si, poiché quello che si avrà fra le mani è qualcosa di apparentemente
grosso ma piccolo che trascende ogni cosa e che mette in gioco le nostre
conoscenze, il nostro modo di approcciarsi col mondo, sufficiente a comprendere
la condizione di disagio della protagonista. Un piccolo gioiellino che va al di
là del semplice gesto di gustare un gelato, poiché il suo significato
intrinseco conduce verso una specie di delirio.
César Airia è stato
quel folle pittore che ha inventato un grande motivo inspiegabilmente
fantasioso, proveniente da un frammento della sua vita precedente, che ha
sprigionato una certa melodia in cui inevitabilmente ci si smarrisce.
Riconoscersi e rintanarsi nel proprio cantuccio personale, con il progetto che
avrebbe costato ore o una manciata di minuti, è qualcosa che giustifica i mezzi
e che ti fanno sentire compreso. In questo modo penso l'autore abbia messo a
fuoco i suoi obiettivi mediante una certa arrendevolezza di una vita infelice,
drammatica, talvolta incomprensibile talvolta imperscrutabile che, pian pianino
acquisterà una sua importanza.
Come diventai
monaca lo si può definire come quella imperscrutabile faccenda che
ha a che fare con la fantasia, l'immaginazione, intriso di spontaneità,
ingenuità, purezza, proiettato in una dimensione piuttosto ristretta in cui si
perde facilmente il proprio IO. Derivato dal nulla poiché formatosi dal niente,
stimolante di silenzi interiori che cercano un vero e proprio affetto.
Valutazione
d’inchiostro: 4
la cover mi piace un sacco, sembra ideale per la stagione. Però dalle tue parole non sembra il libro adatto a me. Adoro però leggerti, sempre e comunque
RispondiEliminaGrazie mille, Chiara 😊❤️ a me, come puoi vedere, è piaciuto davvero molto. Particolare il significato che celano queste pagine 😊😊
EliminaNon ho ancora avuto modo di leggerlo, ma ho sentito parlare bene dell'autore e della particolarità dei suoi libri e questo sembra particolarmente originale.
RispondiEliminaLo è! Presto infatti mi piacerebbe recuperare Il pittore fulminato 😊😊
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