sabato, febbraio 22, 2020

Gocce d'inchiostro: Il ballo e Come le mosche d'autunno - Irène Némirovsky

In una manciata di minuti mi sono trovata davanti a due racconti brevi che fanno parte della produzione letteraria nèmirovskiana, che sfogliando le sue pagine mi accorgo che hanno urtato la mia sensibilità. Penso che ogni romanzo di questa autrice contenga messaggi criptati, un barlume di verità che potrebbe cambiare le cose. Ma poi, ripensandoci, comprendo come non si tratti nient’altro che di semplici coincidenze: ciò che l’autrice ritrae nei suoi romanzi sono frammenti di un'anima romantica, semplice ma perennemente tormentata. E meditando su questa cosa, il mio amore per Irène Nèmirovskij con gli anni è cresciuto a dismisura. Decidendo così di cibarmi di qualunque sua opera scritta e pubblicata. Potrà sembrare azzardato ma è così che mi sono imbattuta, ancora una volta, in questa splendida avventura che fornisce diversi indizi su ciò che più mi piace.
Il ballo e Come le mosche in autunno, quest’oggi con una recensione condensata in un unico post, sono piccoli indizi di segreti che sono sempre alla ricerca di un disegno. Così onesti, forse fin troppo pur di creare delle illusioni, e che ci rende consapevole come quanto è accaduto è qualcosa che non si potrà dimenticare.


Titolo: Il ballo
Autore: Irène Nèmirovskij
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 83
Trama: La quattordicenne Antoinette decide di gettare nella Senna tutti gli inviti che la madre, volgare e arcigna parvenue, ha stilato per il ballo destinato a segnare il suo ingresso nella brillante società parigina. E’ una vendetta, che la ragazza consuma nei confronti della madre.







Titolo: Come le mosche d’autunno
Autore: Irène Nèmirovskij
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 99
Trama: E’ lei, Tat’jana Ivanovna, la vecchia nutrice, a preparare i bagagli di Jurij e di Kirill, i ragazzi che partono per la guerra; ed è lei a tracciare il segno della croce sopra la slitta che li porterà via nella notte gelata. Sarà ancora lei a rimanere di guardia alla grande tenuta dei Karin allorchè la famiglia dovrà, come tantiu, rifugiarsi a Odessa e ad accogliere Jurij quando tornerà, sfinito, braccato. Né si perderà d’animo, la vecchia nutrice, quando dovrà camminare tre mesi per raggiungere i padroni e consegnare loro i diamanti che ha cucito a uno a uno nell’orlo della gonna. Grazie a quelli potranno pagarsi il viaggio fino a Marsiglia, e proseguire poi per Parigi. Nel piccolo appartamento buio che hanno preso in affitto Tat’jana vede i Karin girare in tondo, dalla mattina alla sera, come fanno le mosche in autunno. Lei, che è stata testimone del loro splendore, che li ha visti crescere, che li ha curati e amati per due generazioni con fedeltà inesausta, li vedrà adesso vendere le posate, i pizzi, perfino le icone che hanno portato con sé. Sembra che nessuno di loro voglia ricordare ciò che è stato; solo lei. Tat’jana Ivanovna, ricorda: così una notte, quella della vigilia di Natale, mentre tutti sono fuori a festeggiare, si avvia da sola, avvolta nel suo scialle, verso la Senna.
La recensione:
Man mano che il mio percorso con la Nèmirovskij prosegue, senza guardarmi alle spalle, il mio inclinamento interiore, il mio amore nei suoi riguardi si tramuta in ossessione, possessione, straziante e irrazionale fonte d’ispirazione. Un bellissimo modello da seguire. Ma queste parole non esplicano perfettamente come mi sento, ogni qualvolta mi imbatto fra le sue pagine. Perché la Nèmirovskij non fa nemmeno un accenno a cosa scrisse. Che piacere leggerla! Cominciano sempre così le mie recensioni, e anche questa non fa eccezione. Sembrerebbe un caso importante, serio, devo dire la verità: ne sento la mancanza. In sua compagnia si che sto bene: apro un suo libro, mi ci immergo a capofitto e via, fra innumerevoli lotte del cuore umano. Passo del tempo con personaggi immaginari che, dopo una manciata di minuti, divengono persone in carne e ossa, e mi rannicchio nel mio cantuccio segreto.
Come il resto dei suoi romanzi, anche questi due racconti o romanzi brevi proseguono su quello stesso tono intimistico, provato e sentimentale che sfiora certi oggetti d’angoscia e tormentosi della vita di ognuno di noi. Che ci si senta traditi dall’individui che ci sovrastano o vulnerabili è alquanto frustante, e quando finisco di leggere è vuoto, non c’è nient’altro che semplici momenti di tensione. Sono sola, è vero. La lettura è un hobby, una passione solitaria, a cui non ci si può rivolgere a nessuno in particolare. Eppure, gli innumerevoli momenti di sconforto, autocommiserazione, ma anche di gioia di felicità distorta che scalda il cuore, alla fine, mi fanno riemergere dalle tenebre: perché ho un temperamento solido, intaccabile, meno tetro di quel che sembra, sebbene in certi momenti abbia pensato che il mondo sia uno schifo, e per quale motivo noi povere creature siamo state così sfortunate? La vita però mi ha permesso di comprendere come bisogna ridere, persino nei momenti in cui non c’è nulla di divertente, e che bisogna vedere il lato positivo nelle cose. Questo è uno dei maggiori aspetti del mio carattere che si conforma perfettamente a quello della Nèmirovskij: disperata, certo, ma non brutale. Che si tratti di fede o speranza, dopotutto il male non viene per nuocere. E che inevitabilmente ti fanno crescere, ti inducono ad interrogarti e darti delle risposte.
Ispirata da certi approcci, o, ancor più, certi aspetti biografici, l’autrice scopre di aver trovato finalmente il coraggio di estrarre il male che imperversava nel suo animo mediante la scrittura. E quando prendeva in mano una penna e la faceva danzare su un piccolo taccuino, il mondo si immobilizzava. Un processo di scrittura bellissimo, che ho da sempre immaginato in questo modo, e che fra me e me dona forza e coraggio.
Romanzi dopo romanzi mi sento in armonia con l’autrice, oggi ancor meglio di prima. In altri termini, la situazione banalissima di divorare questi due brevi romanzi mi conferì una certa libertà. Una certa soddisfazione personale, che a invischiarmi non fu tanto il coinvolgimento emotivo ma l’anima che vi è racchiusa in ognuno di loro: perché la mia sembra avvicinarsi sempre più a qualcosa di forte e indefinito che esplica persino una certa parvenza di vita indipendente. I romanzi nèmirovskijani sono infatti opere indipendenti ma sentimentali, romantici e seducenti che non concedono momenti audaci o maggior momenti di trionfo in cui il genio esercita un certo potere sul bello, sull’esteticità. Piuttosto uscire camminando, percorrendo un sentiero completamente diverso da quello prefissato che conferisce una certa libertà, una libertà che a me francamente riempie sempre di gioia. Felice di essere viva come non mai.
Questa volta la mia permanenza nel mondo dell’autrice è stata alquanto breve, ma inorgoglita nell’aver contemplato monumenti individuali che frantumano pezzettini dell’anima di chi legge. Molto belli entrambi, ma diversisssimi per alcune tematiche, ennesima prova in cui vi è rappresentato l’individuo come vittima prostata ad implorare perdono o ad ottenere libertà. Che spicca da bassorilievi talvolta grotteschi, da cui è davvero impossibile non potersi sentire coinvolti, fremente da certi pensieri pregni di dignità umana.
Valutazione d’inchiostro: 4 +

6 commenti:

  1. Ho letto solo Il ballo, che avevo adorato. :)

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    1. Anche Come le mosche d'autunno devo dire si è rivelata una gran bella lettura ;)

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  2. Non ho letto niente di quest'autrice, ottima recensione, grazie

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    1. Grazie mille a te! Spero allora la leggerai il prima possibile 😊😊

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  3. Il ballo è stato il testo con cui mi sono approcciata alla scrittura della Nèmirovskiy, e non potrei essere più contenta di averlo fatto!

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    1. Anche io 😊😊 amo la Nemirowski, e pian pianino sto recuperamdo tutti i suoi romanzi 😊😊📖☺️

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