giovedì, febbraio 28, 2019

Gocce d'inchiostro: Quando cadrà la pioggia tornerò - Takuji Ichikawa

Finora ho avuto molte occasioni di restare sola, in silenzio, in compagnia di amici d'inchiostro di lunga data che tuttavia non avevo mai accolto nel mio cantuccio personale. Questa nuova inazione mi ha procurato un certo entusiasmo; le mie letture procedono piuttosto bene, il numero prefissato a inizio di ogni mese cresce a dismisura, e sebbene non mi trovo con nulla di concreto per le mani, c'è però in tutto questo una sorta di magia che mi fa distinguere una lettura da quella seguente. Tracciare una linea di confine fra ciò che è stato bello o brutto, occupandomi totalmente e unicamente del mio mondo interiore, della cui esistenza sono cosciente, ma come se fosse un'entità ignota, lontana, remota e pertanto inavvicinabile sino a qualche settimana fa.
Dunque, muovendomi spedita verso i miei obiettivi, studiandone ogni minimo particolare, valutando i pro e i contro, ancora una volta ho goduto di questo rapporto col mondo << di là >>, per cui ai miei inutili tormenti non chiedevo nient'altro che di lasciarmi in pace. E, con questa pace interiore, stagliata sin dalle prime ore del mattino, la lettura di questo romanzo ha dichiarato una sua importanza nel cosmo, così perfetto a se stesso, non facendo altro che indugiare al suo cospetto e vivere di lui.
Titolo: Quando cadrà la pioggia tornerò
Autore: Takuji Ichikawa
Casa editrice: Tea
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 265
Trama: Takumi e Yuji, un giovane padre e il suo bambino, sono rimasti soli: la dolce Mio, moglie e madre, è morta a soli ventotto anni per una malattia tanto fulminea quanto inspiegabile. Ma prima di andarsene per sempre Mio ha fatto una promessa: Quando cadrà la pioggia tornerà. E inspiegabilmente, ad appena un anno dalla sua morte, con l'arrivo della stagione delle pioggie, una creatura identica a lei con il suo viso e i suoi occhi, ricompare al loro fianco. Un fantasma, pensa sbalordito Takumi. Ma questa nuova Mio è fatta di carne e sangue, anche se non ha memoria di nulla; così Takumi, pazzo di gioia per quell'assurda, insperata seconda possibilità, decide di raccontarle tutta la loro storia: come si sono incontrati, come è nato il loro amore, come hanno finito per sposarsi… e mentre Takumi racconta, rinnova l'incanto dell'incontro, il magico gemellaggio di due anime, la tragedia della separazione. E il miracolo della ricomparsa di Mio, la sua profezia, un mistero che Mio scioglierà in un finale capace di piegare il nostro cuore e demolire le nostre incertezze.

martedì, febbraio 26, 2019

Gocce d'inchiostro: Con in bocca il sapore del mondo - Fabio Stassi

Questo periodo di crescente oscurità coincise con il ridursi delle pagine di un breve trattato, un breve epistolario della vita di grandi illustri, poeti o scrittori, che, pian piano, mi hanno esaurito letteralmente l'anima. Perché a un certo punto ho capito che, quando decisi di leggere il romanzo di Stassi, più leggevo, più presto sarebbe scoccata la scintilla in cui non avrei più potuto tirarmi indietro. Le parole erano state scelte con cura; catturarono il pensiero astratto su mucchi di fogli e pagine bianche, combattendo per esprimersi con la massima economia e chiarezza. Mi sono rammaricata che questo mio viaggio con Fabio Stassi sia stato così fugace: addirittura, ho concepito l'idea di scrivere all'autore e congratularmi per questo magnifico piccolo gioiellino. Perché ormai le nobili gesta di uomini giganti come Umberto Saba, Dino Campana, Eugenio Montale, e ancora Alda Marini o Pier Paolo Pasolini non ne resta altro che un dolce ricordo. Ponti verso altri luoghi che mi hanno tuttavia condotto nell'isolotto abbandonato delle loro vita, e adesso che lo ho attraversato non posso non conservarne il bellissimo ricordo.



Titolo: Con in bocca il sapore del mondo
Autore: Fabio Stassi
Casa editrice: Minimum Fax
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 160
Trama: L?ultima spiaggia di via Veneto e un uomo con il cappotto in ogni stagione (Vincenzo Cardarelli). Un concerto di passerrotti sul davanzale e un baritono mancato ( Eugenio Montale). Lo scalo di un treno alla foce di un fiume e un accordatore di parole (Salvatore Quasimodo). Il salotto borghese di una casa in collina e una collezionista di farfalle (Guido Gozzano). Un mercoledì delle ceneri e un vecchio capitano in esilio (Gabriele D'Annunzio). Il baraccone di un tiro a segno e l'uomo dei boschi (Dino Campana). Il retrobottegha di una libreria antiquaria e un figlio del vento (Umberto Saba). Una raccolta di francobolli e un funambolo solitario e malinconico (Aldo Palazzeschi). Un concerto di bossa nova e un bambino di ottant'anni che aveva la voce di Omero (Giuseppe Ungaretti). L'invettiva contro la luna e una donna che pagava i caffè con dei versi (Alda Merini), Fabio Stassi rende omaggio al Novecento e alla grande dimenticata del panorama letterario nazionale, la poesia, con una coraggiosa avventura mimetica e fantasiosa. Rimpatria nel mondo questi dieci autori, li fotografa in un gesto, li fa parlare in prima persona, dopo la morte e oltre la morte, da quel punto sospeso dello spazio e del tempo in cui sopravvive la voce di ogni poeta. Ne viene fuori un racconto in presa diretta della loro vita, di quello che pensavano della scrittura, delle idiosincrasie, ossessioni, desideri, dolori, allegrie. Dieci monologhi appassionati e coinvolgenti, una dichiarazione d'amore.

domenica, febbraio 24, 2019

Gocce d'inchiostro: Pastorale americana - Philip Roth

Ripenso ancora alla storia, mentre riporto queste poche righe e rammento le vivide immagini che scorrono ancora come lampi fra i miei occhi. La storia di Pastorale americana non è qualcosa di semplice, qualcosa che tutti potrebbero o non potrebbero capire. Piuttosto è qualcosa che ha a che fare con frammenti di storia in cui si combatte per la giustizia, per le atrocità, le innumerevoli convinzioni o pregiudizi così refrattari alla riflessione da rendere tentativi di evasione più difficile di quel che sembra. Si parla di uomini provvisti di un energia illimitata; uomini pronti ad accoglierti e allo stesso tempo a voltarti le spalle; uomini pronti ad andare avanti, nonostante tutto.
Ed è proprio in questa membrana che mi sono nascosta dietro una cortina di false apprenze, speranze, quando di speranze e realtà ce né ben poco. Non si può essere incrinati nemmeno dal pensiero. Sarebbe come ottenere qualcosa di mistico, e in un certo senso è ciò che accade fra le sue pagine.
Quello di Roth è un romanzo intriso di crudeltà, si spaccia per essere un trattato di vita quando in realtà è esso stesso catturato dal suo passato nel presente, mentre apparentemente si esce dal mondo del tempo, in segreto, puntando però verso il suo nocciolo.

Titolo: Pastorale americana
Autore: Philip Roth
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 425
Trama: Seymour Levov è alto, biondo e atletico. Malgrado sia di origine ebraica al liceo lo chiamano "Lo Svedese". Negli anni '50 sposa miss New Jersey, avviandosi ad una vita di lavoro nella fabbrica del padre. Nella sua splendida villa cresce Merry, la figlia cagionevole e balbuziente. Finchè arriva il giorno in cui le contraddizioni del paese raggiungono la soglia del suo rifugio, devastandola. La guerra del Vietnam è al culmine. Merry sta terminando la scuola e ha l'obiettivo di "portare la guerra in casa". Letteralmente.

venerdì, febbraio 22, 2019

Gocce d'inchiostro: Heather, più di tutto - Matthew Weiner

In principio c'era il fatto che desideravo leggere un romanzo breve. Più tardi sono giunti Heather, Robert detto Bobby, e dopo ancora rivelazioni sconcertanti che tengono sulle spine sin dal primo atto, intrise di amarezza e crudeltà. Ma così sono anche certi romanzi per ragazzi, sebbene il romanzo di Weiner non lo si può definire propriamente per ragazzi; lui che da sceneggiatore sa cosa vuole dire prendere la vita di petto. E' così che Weiner si presenta nel mio piccolo santuario magico: il luogo è sempre l'America, il tempo è presente, e nell'uno ne l'altro cambieranno mai. Ma ciò che capita in questo racconto accade nel momento in cui meno ce l'aspettiamo. Non intimorisce sin dall'inizio, lo fa di soppiatto, finchè non si giunge al finale, ed è così che Heather, più di tutto si aggiuidica una piccola nomina in questo piccolo blog J

Titolo: Heather, più di tutto
Autore: Matthew Weiner
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 113
Trama: Heather è bella, giovane, luminosa. Heather è la stella che attira ogni sguardo. La perfezione che scioglie ogni dolore. Heather è il sole attorno cui ruotano le vite dei suoi genitori, i Breakstone. Bobby invece vive in fondo a un universo privo di luce: un'esistenza randagia e violenta lontanissima da quella agiata di Heather e dei suoi. L'incontro di mondi così lontani costringerà ognuno di loro a porsi le domande fondamentali: cosa sei pronto a perdere per ottenere ciò che desideri? Cosa sei disposto a fare per proteggere ciò che ami? La vita della famiglia Breakstone ruota tutta intorno a Heather, la loro unica figlia: bella, dolce, piena di compassione per gli altri, sensibile e seducente. Agli occhi dei genitori, Heather possiede la compiuta perfezione di un orizzonte che tutto abbraccia, oggetto di un amore così assoluto che sembra in grado di redimere le loro esistenze di successo eppur mediocri: un matrimonio per caso e rassegnazione, un lavoro prestigioso ma non come quello degli amici, un appartamento grande ma non come quello dei vicini. Ma Heather è unica, è solo loro. La vita di una famiglia come tante, che come tante è sospinta in avanti dall'abitudine e dalle norme sociali, attraverso le rarefatte e ansiose alte sfere. In basso invece, così in basso che sembra distante interi universi, c'è Bobby, un grumo di fallimenti e errori: quelli della madre drogata che l'ha messo al mondo nell'indifferenza; quelli della società che non sa offrirgli nessuna prospettiva che non passi per la violenza; quelli di Bobby stesso, che l'hanno condotto in carcere. Bobby e i Breacstone sono due atomi lontanissimi e diversi, apparentemente destinati a non incontrarsi mai: eppure il loro incontro sarà tanto imprevedibile quanto spiazzante, destinato a ribaltare qualsiasi aspettativa del lettore.

mercoledì, febbraio 20, 2019

Gocce d'inchiostro: Sonno - Murakami Haruki

Non riesco mai ad essere indifferente all'attenzione che desta in me un autore del calibro come Murakami Haruki, e ogniqualvolta si presenta l'occasione di leggere qualcosa di suo non ci penso due volte a farlo. A differenza di tutte le altre sue opere, la storia di cui mi piacerebbe condividere con voi quest'oggi non combina niente di così speciale, magnetico o attraente da collocarlo nella classifica dei "più belli"; non si tratta di una lettura malvagia, ma ho letto parecchi romazi di questo autore e di Sonno posso esprimermi semplicemente esattamente per quello che è. Una lettura leggera, che si divora in qualche ora, in cui tuttavia l'autore resta saldamente ancorato al mondo dell'assurdo, che fa da sfondo in gran parte della sua bibliografia, e tutto sommato sapevo di potermi fidare perché il mio giudizio nei suoi riguardi è imparziale e capace di risolvere qualunque malessere dell'anima.
In quest'uomo c'è sempre qualcosa di estremamente affascinante che desidero sempre averlo vicino, come se si potesse vivere nella sua sfera e farsi sfiorare dal suo essere. Anche questa volta è stato qui, a mia disposizione, e contemporaneamente accessibile a ogni mio desiderio o scopo. Ho avvertito come in lui c'è un nucleo segreto che non potrò mai penetrare, un misterioso centro recondito. Ed imitarlo, o ancor meglio, interpretarlo, è anche un modo per essere partecipi a questo mistero, sebbene io sia consapevole di non conoscerlo mai fino in fondo.

Titolo: Sonno
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 77
Trama: Una donna, all'improvviso, smette di dormire. Non c'è una causa precisa, ma la vita che ha condotto fino a quel momento comincia a cambiare. La cena da preparare, le vasche in piscina, gli scambi di battute col marito dentista, la spesa al mattino. Giornate che si susseguono senza scossoni, nella rassicurante opacità di una vita normale, cautamente felice. Una notte, però, la donna si sveglia di soprassalto, incapace di muoversi. C'è un uomo nascosto nell'ombra, un vecchio che si avvicina al suo letto e le versa dell'acqua ai piedi. Un'immagine vivida, che si dissolverà alle prime luci dell'alba, senza lasciare traccia ma portandosi via il sonno. All'inizio, cercherà di non dare peso alla cosa: passerà le notti sul divano a bere brandy e a leggere "Anna Karenina", ogni tanto si alzerà per osservare il marito addormentato o per ascoltare il respiro regolare di suo figlio, oppure uscirà di casa e vagherà per la città deserta in macchina. Ma, ben presto, la stanchezza si trasformerà in una sensazione sconosciuta e lontana, mentre il buio la trasporterà verso un piano superiore del sentimento. Lentamente, muterà anche la sua percezion della realtà, il suo attaccamento al mondo. E' come se l'assenza di sonno la portasse alle soglie di un altro universo, fatto di presenze silenziose e sfuggenti. Finchè, dopo una decina di giorni di veglia, strane ombre inizieranno ad apparire ai margini del suo campo visivo, ombre che - col tempo - cominceranno ad assumere contorni umani.

lunedì, febbraio 18, 2019

Gocce d'inchiostro: Un romanzo russo - Emmanuel Carrère

Il mio umore migliora nettamente quando, dopo aver vissuto sulla mia pelle un'esperienza straordinariamente intensa come quella vissuta quest'estate con il romanzo russo Limonov, entrando nel cerchio personale dell'autore, trovo qualcosa che mi appartiene. Può essere dovuto da una cosa soltanto, mi dico sempre; letture come quella dei romanzi di Emmanuel Carrère, aprono mondi, anfratti, porte invisibili ma insormontabili in cui ci si sente prigionieri, protagonisti di un dramma il cui copione è triste e immutabile, in cui storie di follia, gelo, insoddisfazione inevitabilmente ti stringono nella loro morsa.
Un trattato biografico che oscilla continuamente sulla visione ambivalente di un uomo affascinante e coraggioso è Un romanzo russo, aperto a tutti e al mondo, il cui autore si cimentò nell'arte dello scrivere mediante pensate intellegerime e straordinarie.
Il tutto però scritto in maniera a dir poco sconcertante; non mi riferisco solo al modo per com'è stato raccontato, ma è qualcosa che ha a che fare col suo essere. Con la sua anima distorta, malvagia, perversa, schietta che ha accarezzato l'idea che quella di Carrère sia un anima divorata da meschinità, da atrocità, impulsi violenti del cuore, possessore di mostri del passato di cui ancora non riesce a liberarsi, in cui lo stesso autore non si è preoccupato di non infondere le proprie idee, di mettere a nudo la propria anima, evitando nettamente che tali racconti potessero risalire a lui.
La storia di Un romanzo russo è senza dubbio la storia realistica dello stesso autore sicuramente non adatta a tutti, in cui si ha l'impressione di vivere in un luogo lontano anni luce, immersi in un atmosfera onirica in cui si perdono le tracce. Affiorato dal nulla, da congetture sensate e insensate  o reliquie perdute, una storia di cui io ho tuttavia amato proprio per la sua natura destabilizzante, travolgente, irritante nell' essere scomodo, inadatto, incompreso agli occhi di molti.

Titolo: Un romanzo russo
Autore: Emmanuel Carrère
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 19 €
N° di pagine: 288
Trama: "Hai creduto che l'amore di Sophie, la lingua russa, le ricerche sulla mia vita e sulla mia morte ti avrebbero liberato, ti avrebbero permesso di chiudere i conti con un passato che non è il tuo ma che si ripete in te in modo ancora più implacabile proprio perché non ti appartiene. Ma l'amore ti ha mentito, ancora non riesci a parlare russo correttamente e quello che in me era irrimediabilmente infetto continua a infettare anche voi, e vi sta uccidendo l'uno dopo l'altro. Per amore non c'è bisogno di saltare dalla finestra, ci sono quelli come te che muoiono restando vivi. Per te non c'è liberazione. Ovunque tu vada, qualunque cosa tu faccia, ti aspettano l'orrore e la follia."

Un giorno, però, dopo aver concluso la stesura dell' Avversario, alla follia e all'orrore decide di sfuggire. Trova un nuovo amore e accetta di realizzare un reportage su un prigioniero di guerra ungherese dimenticato per più di cinquant'anni in un ospedale psichiatrico russo. Arriva così in una cittadina a ottocento chilometri da Mosca, dove tornerà poi una seconda volta, ad aspettare, quasi in agguato, che accada qualcosa. Qualcosa accadrà; un delitto atroce. La follia e l'orrore l'hanno dunque << riagguantato >>. Anche nella vita amorosa: un racconto erotico scritto per gioco, per << fare irruzione nel reale >>, precipita lui e la sua compagna in un incubo destinato a devastare le loro vite e il loro amore. Nel frattempo, il viaggio in Russia ha messo fatalmente in gioco le sue origini e il suo rapporto con la lingua della madre - e così Carrère comincia a indagare su quello che, non solo implicitamente, gli << è stato proibito raccontare >>; la storia del nonno materno, il quale, dopo un'esistenza segnata dal fallimento e dalle umiliazioni, è scomparso nell'autunno del 1944, ucciso probabilmente per aver collaborato con l'occupante. << E' il segreto di una madre, il fantasma che ossessiona la nostra famiglia >>. Per esorcizzare quel fantasma lo scrittore compie << un oscuro percorso nell'inconscio di due generazioni >>, che lo porterà alla resa dei conti con un retaggio << di paura e di vergogna >> e al tempo stesso alla riconciliazione con l'incombente genitrice - e marcherà la disfatta ( sia pur soltanto provvisoria ) di quel nemico ghignante, crudele e mostruoso che da sempre lo assedia.

venerdì, febbraio 15, 2019

Gocce d'inchiostro: Il signore delle mosche - William Golding

Generalmente le storie che decido di vivere sulla mia pelle, senza criteri di pregiudizio o di scelta, mostrano simpatia per un particolare tipo di lettori e antipatia per un altro gruppo, spingendo spesso e volentieri queste due fazioni a non poter rifiutarsi di non patteggiare l'uno contro l'altro, se non sotto lo sguardo attento dei loro autori, rovesciando poco gentilmente le spettative di coloro che avevano giudicato quella storia sotto una buona luce.
E' per me massima di vita insistere nel leggere e concludere una storia, anche quando so che il nostro scambio di informazioni può o meno essere breve, per troncare questa parziale antipatia, se non nel momento in cui si decide di abbandonare ogni cosa prima di giungere all'epilogo.
Le mie aspirazioni letterarie, così come la vita in generale, spesso e non poche volte mi inducono a vivere sulla pelle esperienze il cui sapore brucia ancora ai miei occhi, spesso e volentieri in netto contrasto con le mie teorie di vita.
Come molti altri lettori, ben presto la lettura de Il signore delle mosche doveva certamente approdare tra gli scaffali della mia strapiena libreria, mostrando tuttavia la faccia di una medaglia che mi ha indotto ad andare incontro alle mie esigenze.
Questo lungo e insensato preambolo solo per dire, che del romanzo di Golding serberò un ricordo ma non piacevole come credevo. La storia di questi ragazzi dispersi, per molti versi piuttosto simile ai Bambini sperduti di Peter Pan, si è mossa lungo una strada tutta sua che ha accentuato le mie preferenze e catalogando questa lettura in una tipologia di romanzi che io disgraziatamente non amo.
Queste, così come la recensione qui sotto, alcune delle motivazioni che mi hanno indotta a non promuovere il romanzo col massimo dei voti, sebbene la scrittura è molto bella e articolata, i messaggi svariati e colmi di significato, i pensieri oscuri che spingono a prendere consapevolezza di quanto possa essere talvolta spietato l'essere umano, ma di cui io non ho colto propriamente il suo essere emozionante e avvincente. Ricevuta forse con troppa sollecitudine, confidando che la sua presenza sarebbe stata parte delle mie aspirazioni letterarie.

Titolo: Il signore delle mosche
Autore: William Golding
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 282
Trama: Le emozioni in questo romanzo ci sono tutte. Poi ci sono coraggio, dolore e piacere. La protagonista è l''ombra. L'ombra da cui ognuno di noi cerca di fuggire, ma che poi ci prende. Ma cosa fare quando la tua parte nascosta finisce dentro il corpo della persona che ami? Forse, non resta che mollare le cime del pontile e salpare verso la follia. E qual è la follia? Quella di ritrovarsi all'Inferno senza aver peccato? Oppure affidarsi a un sistema non strutturato per la presa in cura, che si affida alla tecnica, che non approfondisce e non si pone domande?

mercoledì, febbraio 13, 2019

Gocce d'inchiostro: Il garzone del boia - Simone Censi

In una manciata di ore di un pomeriggio estremamente monotono e tedioso, ho trascorso il mio tempo a disposizione in compagnia di un giovane uomo che, in un testo scarno ma ricco di contenuti, mi narrò della sua strabiliante avventura, del suo essere garzone, del suo desiderio da sempre innato di scribacchiare su vecchie pergamene o pezzi di carta sprazzi di vita comune, lontana, che, quando si sentiva di cattivo umore, diceva, avrebbe sempre acquietato quell'inspiegabile frustazione che annientava il suo spirito.
Man mano che mi inoltravo fra queste pagine, ho constatato come l'hobby della scrittura fosse divenuto un vero e proprio bisogno che, col suo amico fidato Mastro Titta, formarono nell'insieme una simpatica comitiva. Sebbene il suo sia un mestiere terribile, irritante, misero, più proseguiva il mio soggiorno e meno avevo da obiettare sulla sua disgraziata storia, piacendomi sempre più di dividere con lui questa sua storia.
Infatti, è con grande sorpresa e un certo entusiasmo che ho così accolto l'inaspettata offerta di Simone. Il garzone convenzionale della sua immaginazione, personificato dalle gesta penose ma anche crudeli di un uomo comune, assunse forma e sostanza dopo qualche paginetta. Ed, marionetta personificata in un epoca che non è più la nostra, è l'emblema letterario di quella figura influenzata da una visone diametralmente opposta alla nostra, le cui idee, i cui modi sono così retrogadi ma fedeli all'epoca narrata.

Titolo: Il garzone del boia
Autore: Simone Censi
Casa editrice: Edison Publishing
Prezzo ebook: 3, 99 €
N° di pagine: 177
Trama: Ambientato nell'Italia dell'Ottocento, "Il garzone del boia" è la storia romanzata del più celebre esecutore di sentenze capitali dello Stato Pontificio, Giovanni Battista Bugatti detto Mastro Titta, raccontata dal suo aiutante, comprato per pochi soldi dalla famiglia di origine per farne il proprio garzone. Una visione assai diversa, a volte in contrasto con quella del proprio Maestro che vede il mestiere del boia come una vocazione, mentre per il buon garzone è solamente una scelta obbligata dalla quale fuggire alla prima occasione. Gli eventi si susseguono fra le esecuzioni di assassini e le storie vissute dai protagonisti o raccontate dal popolino sotto la forca, il Maestro cresce il proprio aiutante iniziandolo anche alla lettura e alla scrittura, così che il romanzo presenta una doppia stesura-
Una prima, in corsivo, fatta dall'aiutante alle prime armi, con un linguaggio spesso forte e colorito e una seconda riscrittura, quando oramai avanti con l'età su consiglio del suo analista, riprende in mano questa storia per fuggire dai fantasmi che ancora lo perseguitano.

lunedì, febbraio 11, 2019

Gocce d'inchiostro: Il mio nome è Venus Black - Heather Lloyd

Come molte altre lettrici, ho individuato in questa storia qualcosa che ha mostrato una sua originalità. Devo ammettere che le mie preferenze, da qualche tempo a questa parte, non vertono più su questo genere di letture, ma dato che la curiosità e l'interesse che io servavo a questo romanzo non era indifferente alle altre lettture a cui mi sono approcciata con gli anni, sono andata incontro alle mie esigenze letterarie e mi sono abbandonata, con una certa dedizione, a una lettura davvero sorprendente. Tuttavia, sapendo di Venus poco e niente, ho preso quelle giuste distanze che, alla fine, mi hanno fatto giudicare lei e questa lettura discretamente, preferendo tuttavia romanzi di tutt'altro spessore. A Venus Black, tuttavia ho riservato una certa particolare sollecitudine, facendo della sua presenza una parte integrante delle mie aspirazioni.






Titolo: Il mio nome è Venus Black
Autore: Heather Lloyd
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Prezzo: 17, 90 €
N° di pagine: 343
Trama: Everett, Stato di Washington, 1980, Venus Black è una brillante ragazzina di tredici anni che vuole diventare la prima donna americana ad andare nello spazio. Ha ottimi voti a scuola, capelli ricci e nerissimi e due grandi amori: l'astronomia e il suo fratellino austistico Leo. Una fredda sera di febbraio, la vita di Venus però viene sconvolta: la ragazza si macchia di un crimine gravissimo che segna per sempre il suo destino e quello della sua famiglia. Venus, in attesa di processo, viene rinchiusa in un carcere minorile, ma rifiuta di difendersi, di spiegare, si limita a gridare tutta la sua rabbia contro sua madre Inez. Nel frattempo, Leo sparisce nel  nulla e Venus crede sia colpa sua, ma dalla prigione non può far niente per cercarlo. Sei anni dopo, la ragazza esce dal riformatorio di Echo Glen; l'adolescenza è ormai perduta, le restano soltanto i suoi inconfondibili capelli ricci, una valigia di vecchi vestiti, un'identità falsa e la determinazione di scappare dal suo passato. Senza più alcun contatto con la madre, né notizie del fratello, decide di ricominciare da zero a Seattle, sempre tenendosi ai margini, diffidente e solitaria. Tuttavia nuovi incontri sfiorano l'orbita di Venus, un'amicizia, e forse perfino un amore. Ma riaffiorano anche le antiche ferite, che, nonostante la forte volontà della ragazza di dimenticarle, rimangono ancora aperte. Venus non potrà mai trovare un futuro finchè non farà i conti col suo passato, con se stessa e con la verità che più la tormenta: che cosa ne è stato di Leo?

venerdì, febbraio 08, 2019

Gocce d'inchiostro: L'uomo che credeva di non avere più tempo - Guillaume Musso

A onor del vero, il mio comportamento nei riguardi di questa lettura è stato alquanto ambiguo. Oh, non poteva essere così orribile rileggere un romanzo che avevo già letto 6 anni fa! Ne sono consapevole, ed è stato infatti così che ho deciso di abbracciare la decisione di leggere nuovamente L'uomo che credeva di non avere più tempo e che ha giustificato questa lettura fervida ed emozionante.
Non sono fuori di senno, ma scrivere che questa lettura mi ha lasciata destabilizzata, sconvolta, sconcertata, con i sensi ancora fuori controllo è cosa da poco. In un certo senso, sapevo a cosa andavo incontro, ma le frasi che sono state adoperate dall'autore non furono altro che parole condensate in periodi semplici, spontanee che rivelano una certa profondità e un certo gioco di emozioni o sentimenti.
Lasciandomi scivolare dal flusso impetuoso, improvviso degli eventi, mi sono ritagliata un posticino tutto mio nascondendomi dietro una carezza di false apparenze, sotto le mentite spoglie di un'identità che impersonifica qualcosa o qualcuno che tuttavia non coincide con la nostra anima. Scoprendo pezzi di cielo in cui brilla una stella solitaria, ci si affanna continuamente a lottare per vivere, affinchè l'individuo possa scoprire realmente se stesso.

Titolo: L'uomo che credeva di non avere più tempo
Autore: Guillaume Musso
Casa editrice: Bur
Prezzo: 9,90 €
N° di pagine: 372
Trama: Nathan Del Amico è uno degli avvocati più brillanti di New York. Eppure il suo successo non lo ripara dalla solitudine, da un vuoto affettivo che lo lacera e da un dolore che lo rende triste e sconfitto. Sua moglie lo ha lasciato portando con se la piccola Bonnie, la figlia che Nathan adora e che ormai riesce a vedere così di rado. Un giorno uno sconosciuto si presenta nel suo ufficio; è Garrett Goodrich, un famoso medico che sostiene di saper riconoscere le persone prossime alla morte. A poco a poco Nathan si convince che quell'uomo è lì per lui, ed è costretto a riconsiderare tutta la sua vita come al rallentatore, a ridiscutere tutte le sue scelte, a riscoprire emozioni, persone e sentimenti ai quali aveva voltato le spalle.

domenica, febbraio 03, 2019

Romanzi su misura: Gennaio


I toni cangianti che hanno assunto le letture dei romanzi che ho affrontato questo primo mese dell'anno sono stati diversi, innumerevoli, alcuni belli, alcuni brutti, sebbene le gradazioni d'ombra sono state più o meno le stesse. Nella luce morente di un sole pallido di fine gennaio, contemplo quelle che non sono altro letture in cui mi sono vista sempre pronta, bramosa, curiosa. Poiché è così spesso, e non sempre per caso, fra le migliori letture da annoverare in questi trentuno giorni occupano un posto speciale alcuni romanzi. Rivelazioni belle e sorprendenti in cui non ho avuto nessun obbligo, mi sono sentita confortata e solidale con i personaggi, invasa da innumerevoli sensazioni che sembravano esibirsi come una dignitosa grandezza spirituale.
Dotate di un certo fascino che pian piano mi hanno indotto ad avanzare in un ombra confusa, singolare, luminosa che sembrava possedere una specie di fosforescenza. Puri spiriti, anime incorporee ma dotate di vita propria, condensate in un miliardo di frasi, simboli o parole, che mi hanno stuzzicata, sollecitata, incuriosita a proseguire questo viaggio fin quando esso non sarebbe cessato.


Sfide letterarie
Si discosta, anche se di poco, da quell'aura lucente che sprigiona magia, avventura, amicizia in cui i segreti celati dal tempo, nuove e sconcertanti rivelazioni, prese di posizioni o individualità, esigono una crudele vendetta in cambio di qualcosa, e trascina però in un emozionante odissea di cui questo terzo volume è un guazzabuglio di fatti, cose o persone folli.
Valutazione d'inchiostro: 4






venerdì, febbraio 01, 2019

Gocce d'inchiostro: Cartoline dalla terra di nessuno - Aidan Chambers

La lettura di questo romanzo è stata il respiro e l'anima di Cartoline dalla terra di nessuno, che mi avviluppò come una fotosfera, mi illuminò facendomi dimenticare pene passate, tenendo gli occhi aperti che insistentemente vagavano da un posto a un altro: i dubbi, i malumori, gli affanni, i dispiaceri. Sapevo che questo sarebbe stato un periodaccio, fuori dal mio piccolo cerchio di luce, tuttavia alcun segno divino o impedimento mi indusse ad allontanarmi da questa lettura, in affamata e ardente curiosità. Il piacere della lettura spesso cela un chè di inspiegabile, ma bello in cui cammino nella luce consapevole delle ombre che mi stanno attorno. Potrebbero retrocedere o spintonarmi, un po' l'una un po' l'altra, ogni giorno.
Una sera di fine gennaio mi vide restare barricata in casa, sebbene gli impegni vari mi costrinsero a comportarmi diversamente. E, in tutto questo, la voce carezzevole dell'autore, che levandosi improvvisamente dal nulla quasi mi sorprese del suo temperamento dolce, tenero, quasi ingenuo e della natura semplice della storia. Ritenedo che alla base di tutto ci siano i sentimenti, motivi molto più validi che sopraffanno ogni cosa.



Titolo: Cartoline dalla terra di nessuno
Autore: Aidan Chambers
Casa editrice: Bur
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 471
Trama: Jacob, diciassettenne inglese, parte per Amsterdam al posto della nonna, bloccata a casa da una gamba rotta. Scopo del viaggio: partecipare alla commemorazione della battaglia di Arnhem, combattuta dal nonno cinquant'anni prima. Ma la cerimonia diventa il pretesto per la scoperta di una nuova vita, che affonda le sue radici in un passato sconosciuto. In una Amsterdam divisa fra tradizioni senza tempo e modernità, Jacob scoprirà che cosa significa amare. In ogni senso.
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