martedì, agosto 31, 2021

Romanzi su misura: Agosto

Con l’inizio delle vacanze estive mi ero imposta, a parte quella consueta, una lunga sessione di letture che solitamente intraprendo in questo periodo: amo leggere romanzi che hanno un certo spessore, storie che valicano confini di straordinaria bellezza, non perdere tempo appresso a qualcosa che so alla fine potrebbe rivelarsi inutile. A poco a poco, in questo ottavo mese dell’anno, fra regali di compleanno e sorprese, sono approdati fra gli scaffali delle mie librerie alcune storie, già conosciute e non, ancora inaccessibili perché non proiettate dalla luce del faro del momento. Ma ciò non mi ha mai scoraggiato. Sono dell’idea che ogni romanzo sia in attesa del suo momento. E questo mese di Agosto mi ha visto impegnata in romanzi che languivano sullo scaffale da un sacco di tempo, e che ancora non riesco a credere di aver letto e vissuto nel giro di una manciata di settimane. Vado a visitare un luogo, mi affascina talmente tanto che vi soggiorno fin quando non vedo dinanzi ai miei occhi districarsi il nodo di una matassa di segreti e misteri. La bellezza di certe storie è celata proprio da questa aura di mistero e magia. E ciò che ne scaturì in seguito fu davvero impressionante. Del resto, non è questa la bellezza che trascende la parola scritta?


Romanzi su misura in digitale:

Non è possibile sconfiggere qualcosa, se poi esso ci si rivolta contro continuamente. Il tutto avvolto in una patina di nebbia, che ho tentato di diradare inutilmente in un chiaro/ scuro che si era addensato sopra di me e colorò il mio cerchio personale di scuro. Nessuno potrà eguagliare la scrittura di Stephen King, nessuno potrà eguagliare il suo inarrestabile talento, nessuno più ammirevole di un autore di questo calibro che mi hanno indotto a riflettere su quanto domina il bene ma anche il male in ogni individuo.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

domenica, agosto 29, 2021

Gocce d'inchiostro: Yoga - Emmanuel Carrère

Di Emmanuel Carrère ho letto quasi tutto e da qualche tempo a questa parte la sua è divenuta una presenza costante: quest’anno fa nuovamente la sua comparsa con un saggio, un diario, un memoir, che ricostruisca la memoria delle sue azioni, delle sue esperienze non volendo distruggere niente e nessuno se non se stesso. I suoi romanzi sono squarci di vita, specchi in cui negli anni mi è parso spontaneo riflettermi, specie nel silenzio delle mie riflessioni, qualunque sia il tema trattato, qualunque parola o azione perpetuerà nel tempo. Carrère lo fotografa mentalmente e poi lo riporta in un foglio bianco intrappolato in una finestra virtuale, e a forza di seminare pezzi sparsi qua e là rimette assieme un mosaico di vita che sono ancora impressi nella mia memoria con chiarezza e nitidezza. Li redige in quelli che diventano poi dei bellissimi romanzi, quasi sempre trascinata da una corrente di sensazioni altalenanti che anche io faccio fatica a tenermi dentro. Ho letto questo piccolo saggio in una manciata di ore, divorata da una curiosità disarmante, potente. Alberga in ognuno di noi diverse versioni, l’anima è assediata da diverse nozioni di esistenza e lo stesso autore si servì dell’arte della meditazione per trovare traccia di se, traccia della sua esistenza. Ogni parola, frase, gesto sono gocce di sangue che a mio avviso perpetueranno a lungo, che mediante il passaparola diverranno un buon prodotto mediatico. Forse un buon modo per essere ricordato ai posteri, ma palazzo d’oro e d’argento che lentamente è sorto all'incrocio del sentiero della vita.

Titolo: Yoga
Autore: Emmanuel Carrère
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 312
Trama: Una vita che è la sua, questa volta; trascorsa, in gran parte, a combattere contro “la volpe che gli divora le viscere” – quello che Baudelaire chiamava lo spleen. La vita che Emmanuel Carrère racconta, questa volta, è proprio la sua: trascorsa, in gran parte, a combattere contro quella che gli antichi chiamavano melanconia. C’è stato un momento in cui lo scrittore credeva di aver sconfitto i suoi demoni, di aver raggiunto << uno stato di meraviglia e serenità >>; allora ha deciso di buttare giù un libretto << arguto e accattivante >> sulle discipline che pratica da anni: lo yoga, la meditazione, il tai chi. Solo che quei demoni erano ancora in agguato, e quando meno se l’aspettava gli sono piombati addosso: e non sono bastati i farmaci, ci sono volute quattordici sedute di elettroshock per farlo uscire da quello che era stato diagnosticato come << disturbo bipolare di tipo II >>. Questo non è dunque il libretto << arguto e accattivante >> sullo yoga che Carrère intendeva offrirci: è molto di più. Vi si parla, certo, di che cos’è lo yoga e di come lo si pratica, e di un seminario di meditazione Vipassana che non era consentito abbandonare, e che eli abbandona senza esitazioni dopo aver appreso la morte di un amico nell’attentato a << Charlie Hebdo >>, ma anche di una relazione erotica intensissima e dei mesi terribili trascorsi al Sainte – Anne, l’ospedale psichiatrico di Parigi; del sorriso di Martha Argerich mentre suona la polacca Eroica di Chopin e di un soggiorno a Leros insieme ad alcuni ragazzi fuggiti dall’Afghanistan, di un’americana la cui sorella schizofrenica è scomparsa nel nulla e di come lui abbia smesso di battere a macchina con un solo dito – per finire, del suo lento ritorno alla vita, alla scrittura, all’amore.

venerdì, agosto 27, 2021

Gocce d'inchiostro: Bucaneve calpestato e Erea - Khrystyna Gryshko

Le mie letture divengono sempre più fitte ed interessanti in mezzo a una bella strada di propositi e progetti di svariato tipo da cui ogni tanto non mi premuro a scorgere degli imprevisti, che il più delle volte si rivelano delle belle sorprese. Una giovane scrittrice, una mia coetanea, mi accolse nel suo mondo dall’umorismo un po’ nero con nient’altro che l’umile offerta di dedicargli qualche momento del mio tempo, sedendo nella mia poltrona preferita, aprire il Kobo ed immergermi nella tela di una trama che avrebbe avuto di che sorprendermi. Di lei e dei suoi romanzi non ne sapevo assolutamente niente, ma Erea e Bucaneve calpestato spiegarono una strada che in passato ho intrapreso pochissime volte, uniti da un filo sottile di coincidenze, elementi in cui l’amore, l’amicizia, il desiderio di tornare dalla persona cara, sono alcuni di quelli espedienti che alimentano il loro seme. Scrivo seme perché nonostante scritti bene e di forte impatto, nei romanzi di Khrystyna non ho visto ancora quella che si può definire uno stile padroneggiabile, spontaneo ma dimostrano una ricca preparazione della sua autrice in tale ambito. L’uomo è un individuo essenzialmente comprensivo, un essere finito in un’esistenza infinita che completamente bianco e vuoto come uno spazio è compensato dall’incredibile vivacità del destino. Checchè esso sia favorevole o sfavorevole è un altro paio di maniche, ma è grazie a esso che sorvolai i cieli di una città sconosciuta, un mondo bellissimo e magnifico che pendettero sulla mia testa come una fiaccola nella notte.


Titolo: Bucaneve calpestato
Autore: Khrystyna Gryshko
Casa editrice: PubMe
Prezzo ebook: 2, 99 €
N° di pagine: 385
Trama: La guerra, il rapimento, un’infanzia rubata. Questo è ciò che accade a Mariah ed ai ragazzi della sua città. Privati di tutto, anche della facoltà di odiare i loro rapitori. Questi infatti sono i loro stessi connazionali; tutti loro si ritroveranno uniti nella guerra contro la Russia. Nonostante la morte sia sempre presente la vita pretende di esistere e rivendica i sentimenti che la nutrono: amore e amicizia. Mariah non dimenticherà mai ciò che ha vissuto, ed è per questo che in età adulta deciderà di raccontare al mondo le atrocità della guerra di Cecenia.

mercoledì, agosto 25, 2021

Slanci del cuore: romanzi vissuti più volte

Di romanzi belli, indimenticabili, durante il mio percorso di lettrice, ce ne sono stati a gran misura. Quando una storia, un opera è scritta, raccontata così bene e dalla quale trapelano sensazioni, emozioni impossibili da tenersi dentro, qualcosa dentro di me va automaticamente al suo posto, e confidare che qualcosa di simile possa eguagliare o addirittura superare tale magnificenza è davvero impossibile. Ho letto romanzi che fanno parte di me, letti e vissuti un mucchio di volte, nient’altro che semplici storie con un guazzabuglio di tematiche da cui alla fine si impara sempre qualcosa. Quali furono questi romanzi? Semplice! Quelli letti più volte. E quali libri ho letto più volte? Beh, lascerò che siate voi a dirmi se concordate o meno con me con l’idea che certe letture bisogna leggerle o viverle più volte. Nessuna motivazione particolare, solo una scia di benessere così soffocante come un profumo.

Primo fra tutti, come non citare un avventura amorosa di due anime dannate, contrite, legate da un amore indissolubile - fino a quando esaleranno il loro ultimo respiro, per poter così finalmente farli fuggire nell'unico luogo dove né il cielo né l'inferno potranno mai trovarli - che precipita irrimediabilmente, scena dopo scena, in una catena di catastrofi?!?



Titolo: Cime tempestose
Autore: Emily Bronte
Editore: Feltrinelli
N° di pagine: 428
Prezzo: € 9, 50
Trama: “Per Heathcliff e Catherine la gioia più grande è fuggire nella brughiera e restarci tutto il giorno. Sono spiriti liberi, selvaggi, ribelli. A loro non importa delle convenzioni sociali, di cosa pensano gli altri nel vedere insieme lui, semplice stalliere, e lei, ragazza di buona famiglia. Si piacciono, si amano. Almeno fino a quando non entra in scena Edgar: bello, ricco e raffinato. È così che il cuore di Catherine si spacca: da un lato la passione divorante per Heathcliff, sua anima gemella; dall'altro l'attrazione per Edgar e le lusinghe di una vita aristocratica. Una storia senza tempo, il racconto di un amore tormentato e di un legame fortissimo, indistruttibile, così potente da sconfiggere la morte.”

lunedì, agosto 23, 2021

Gocce d'inchiostro: Storia di una passione. Lettere 1932 - 1953 - Anaïs Nin e Henry Miller

Non ho mai nascosto il mio amore per un’autrice del calibro come Anais Nin, né ho mai provato disgusto o diniego per la vasta gamma di temi che sono affrontati. Talvolta non esattamente accoglienti, talvolta irruenti, quasi volgari, ma nell’insieme tengono su un forte meccanismo di attrazione, ammirazione che oramai coltivo da più di cinque anni. La Nin ha un’anima forte, contrastata, seducente ma in cui si cela un chè di oscuro, per niente puro o innocente, ma solo un tratto di quella che fu la verve della sua prosa.
Ed è stato così anche nell’approcciarmi a questa corrispondenza fitta, unanime attestazioni di realtà in cui si vive e condivide il sogno del suo splendido amore fra lei e il suo amato Henry Miller. Queste conversazioni infatti non tengono in serbo alcunchè di relativamente importante ma simboleggiano quella scintilla di vita che albergò nella stessa Nin, da cui si rifugiò per sfuggire alle ingiustizie del tempo, ignorando ciò che effettivamente fu. Artista, essere umano, personalità o autoritratto che nell’insieme rese felice gli altri, mi rese felice imbarcarmi in questo ennesimo splendido viaggio, mediante parole che sono state colte dalla corrente del tempo, generano tristezza, suscitano emozioni contrastanti.
Fu così, che con grande emozione, dopo qualche mese che languiva sullo scaffale della mia libreria, che ho accolto questa ennesima bellissima opera con una vana forma di inquietudine nel cuore, come sempre dinanzi a un mistero di cui non si conosce la provenienza, che poi a posteriori si riconosce come si tratti di una confessione sussurrata dalla soglia morale delle loro conoscenze. Queste due anime, dallo spirito affine, finirono per contagiarmi così tanto che mi fecero perdere il senso del tempo. Ogni cosa è assolutamente buona, una stupenda sinfonia così eccitante di vita, in cui domina la sensazione di dover andare da qualche parte, raggiungere una certa chiarezza, una cognizione che è stata pulita e ripulita senza alcun residuo. Tanta musica, tanto lirismo, tanto denaro, tante concezioni sulla distinzione fra sessi, miscelato mediante un forte senso di catarsi in cui la paura della morte è qualcosa che ci indirizza a percorrere quella giusta strada.

Titolo: Storia di una passione. Lettere 1932 - 1953
Autore: Anaïs Nin e Henry Miller
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 544
Trama: Un dialogo tra due scrittori che mette a nudo, oltre ogni pudore, un rapporto sentimentale che si rivela ben più carnale e terreno di quanto ci si potesse immaginare. L’incontro tra Anais Nin e Henry Miller non è un semplice incontro culturale, basato solo su affinità intellettuali: << Storia di una passione >> racconta dichiarazioni d’amore, ricatti, gelosie e tenerezze nel resoconto di un’appassionante amicizia che rimase intatta per tutta la vita tra due scrittori profondamente innamorati della parola.

sabato, agosto 21, 2021

Gocce d'inchiostro: La casa del tempo sospeso - Mariam Petrosian

Chi mi conosce sa che romanzi che hanno un chè di ipnotico dalla copertina subiscono un processo di analisi nel valutare se, al di là delle belle figure, dei colori o addirittura lo stesso titolo, possa accadere qualcosa che vada oltre le mie previsioni. Una ragione in più per accrescere il mio interesse nei riguardi di un opera. Talvolta rido di me stessa per aver messo su una certa dose di buonsenso, ho come un certo intuito nel comprendere se un romanzo faccia o meno al caso mio. L’esperienza, gli anni di letture intense e spasmodiche mi hanno messo in piedi, hanno designato un percorso che oramai intraprendo ad occhi chiusi. Una situazione analoga accadde con La casa del tempo sospeso, che prima di entrarci, prima di accogliermi, ha fatto una folgorante carriera nel mondo letterario, diventando rivelante poi anche per me. E questo fattore fu l’espediente a indirizzarmi fra le sue pagine, ad ospitarmi per più tempo di quel che credevo. Questa favola moderna, onirica, quasi trascendentale non credo però sia quel tipo di esperienza che rifarei. C’è qualcosa di misterioso e di malinconico in cui gli inquilini di questo posto sono bambini la cui vita è stata disgraziatamente segnata da anomalie e malformazioni varie, e da cui sembra non esserci alcuna via di scampo. Questa Casa sembra l’unica << amica >>, l’unico luogo che li faccia sentire normali. Addentrarsi nella storia non è stato semplice. Dietro una facciata grigia e vecchia, questa storia sopravvive e perpetua nel tempo per i tanti messaggi disseminati, che mi hanno raccolta, accolta come non credevo. Racconta storie comuni che possiedono un chè di magico, parte invisibile di una vita adulta e bellissima attraverso cui ci si strugge dal desiderio di scendere o non muoversi dal posto.

Titolo: La casa del tempo sospeso
Autore: Mariam Petrosjan
Casa editrice: Sonzogno
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 879
Trama: Nella periferia di una città qualunque, una Casa si staglia tra le altre, ordinria e un po’ inquietante. È un istituto dove, per qualche tempo, si raccolgono ragazzi disabili, dall’infanzia all’adolescenza. Ma dal momento in cui varcano quella soglia, tutto cambia. La realtà cessa di esistere e viene rimpiazzata da un altro mondo con regole, leggi e riti spesso crudeli e oscuri. I nuovi eroi – Fumatore, Tabaqui, Lord, Sfinge, Cieco e gli altri – si conoscono e si dividono in gruppi, ingaggiano epiche battaglie nei luoghi a un tempo sconfinati e ristretti della Casa: il Solaio, la Foresta, il Tetto diventano gli scenari di una guerra di desideri, di speranze e di immaginazione, dove la posta in gioco è scegliere se tornare al mondo esterno o rimanere, sospesi per sempre in una realtà fantastica. Nella Casa tutto è possibile: l’amore, l’odio e la morte; la perdita, il dolore e la gioia; nella Casa i ragazzi sono liberi, il tempo si ferma e si dilata smisuratamente. Alla fine, perduta l’infanzia, essi si troveranno di fronte alla prova più difficile: credere alla promessa dell’età adulta e lasciare la Casa o rinunciarvi e rifiutarsi di crescere.

giovedì, agosto 19, 2021

Gocce d'inchiostro: American Gods - Neil Gaiman

 Proseguendo il mio percorso letterario del mese, viaggiando da un posto a un altro, da un luogo ad un altro, avevo visto il dietro di una macchina vecchia ma ancora scintillante parcheggiata nel bel mezzo di una strada di campagna che nell’insieme richiamava l’’America e i primi anni del 900. La macchina in effetti era stata disposta al centro di questa strada perché il suo guidatore, un certo Shadow, era appena stato congedato dal lunghissimo periodo in carcere, e fermo lì, immerso nei suoi pensieri, speranzoso che quello che sarebbe giunto sarebbe stato un oasi di pace, di ordine, di pulizie, a dispetto di ciò che la vita gli aveva riservato sino a quel momento. È un contrasto che non gode propriamente con l’idea dell’autore di ritrarre un America dominata dalle tenebre e dal sudiciume, lontana dal tempo e dallo spazio, dove regna la penombra e il buio. Shadow infatti, dovrà fare presto i conti con la realtà. Scabrosa e terrificante. E il suo autore ci induce a seguirlo, consapevole che si trattava di un viaggio di cui non sapevo da come ne sarei uscita. Questo viaggio l’ho intrapreso a metà di questo mese caldo e intenso, ma ciò da cui ho ricavato è stato un forte senso di smarrimento, perplessità, schiacciata dal peso di una realtà soffoconte e dal quale è impossibile uscirne. Ci si affanna a comprendere la netta dicotomia fra uomo e superuomo, in cui l’essere umano si crede supremo e infinito, sedendo al confine delle nostre capacità intellettive nel momento in cui baluginano idee o qualcosa che ha a che fare con la transizione. Il reale cozza dunque col fantastico, cosa avrei dunque dovuto aspettarmi da tutto ciò? Sicuramente non una storia tendenzialmente scarna di emozioni, sentimenti che anelano ad essere evidenziati, ma ricco di dettagli talvolta inutili che non lasciano spazio alle battaglie interiori del protagonista. Shadow, infatti, a tal proposito mi è sembrato inavvicinabile, e la sua storia quell’isola magica di cui io disgraziatamente ho visto poco di questa magia. Non quindi il miglior romanzo fantasy che mi sarei aspettata di leggere, ma un opera che scandaglia i limiti del possibile di cui Shadow è colui che avrebbe dovuto ristabilire gli elementi. Scoprendo se stesso e il mondo circostante.


Titolo: American Gods
Autore: Neil Gaiman
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 28, 50 €
N° di pagine: 523
Trama: Dopo tre anni di prigione Shadow sta per tornare in libertà quando viene a sapere della morte misteriosa della moglie e del suo migliore amico. Sull’aereo che lo riporta a casa l’uomo riceve una proposta di lavoro da un tipo piuttosto enigmatico, Mister Wednesday; Shadow accetta, ma gli servirà ancora qualche tempo per scoprire chi sia in realtà il suo capo, chi siano i suoi compagni d’affari e chi i suoi concorrenti.

martedì, agosto 17, 2021

Nella baia delle parole: romanzi scacciapensieri da ombrellone

Le mie ferie, una parte ad essere precisa, sono già state vissute esattamente come desideravo. Tanto relax ma soprattutto tante letture. In questa settimana di ferie, di cui agosto mi vedrà nuovamente partecipe, fra la spiaggia dorata e bucente, nei lidi in legno vicino alla battigia, vedevo gente con libri in mano, completamente immersa. Quasi sempre ho potuto scorgere il titolo del compagno di carta e inchiostro che li aveva scelti, ma soprattutto si trattassero di letture leggere, disinibite, prive di impegno. Le classiche letture da spiaggia. E così, una settimana in spiaggia, con un certo andamento letterario, mi ha indotto a concepire come anche per me, durante gli anni, ci sono state letture da spiaggia, che tuttavia non ho letto durante il periodo estivo bensì in svariati momenti della mia vita. Nel mentre ripongo queste poche righe, constato come a me non piacciono le letture semplice. Forse un tempo, quando ero un’adolescente ingenua. Ma non adesso. Non più, perlomeno. E rievocare certi momenti, certe letture, mi fa sorridere, hanno acceso una scintilla che credevo aver affievolito completamente, certa che non ne avrei mai più parlato. Ma ecco che il solo fatto che io ne parli mi sorprende. Del resto, non è un tipo di magia che funziona sempre questa?!?



Ho visto in Zerocalcare qualcosa di speciale, e spedita in zone remote della sua coscienza ha emesso una sentenza da cui ne sono uscita incuriosita. Inorgoglita ad aver ascoltato la voce della mia coscienza, ancora una volta.


Titolo: Dimentica il mio nome
Autore: Zerocalcare
Casa editrice: Bao
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 235
Trama: Quando l’ultimo pezzo della sua infanzia se ne va, Zerocalcare scopre cose sulla propria famiglia che non aveva mai neanche lontanamente sospettato. Diviso tra il rassicurante torpore dell’innocenza giovanile e l’incapacità di sfuggire al controllo sempre più opprimente della società, dovrà capire da dove viene veramente, prima di rendersi conto di dove sta andando. A metà tra fatti realmente accaduti e invenzione.

domenica, agosto 15, 2021

Gocce d'inchiostro: Tra la notte e il cuore - Julie Kibler

I miei tentativi di rispettare l’ennesima gigantesca TBR, al momento, hanno confluito in ottimi risultati. Sto seguendo e rispettando un percorso letterario, che mi avrebbe condotto chissà dove. Così, senza alcuna inibizione. E anche mentre ripongo queste poche righe penso che così riesco a essere più preparata. Nel senso, che capitano talvolta momenti in cui mi trovo a vagare come un anima in pena. Estrapolata da questa lista, questo romanzo, che riposa silenziosamente fra i miei scaffali da qualche anno, fu quella rilettura che desideravo compiere qualche anno fa. La sua autrice mi aveva come donato la mano. Io non avrei dovuto fare nient’altro che stringerla. E quanti ricordi ha suscitato tutto ciò. Ho rivisto la me sedicenne e curiosa che amava rifugiarsi in questa tipologia di storie, che non dava peso se fra le sue pagine avrei rivisto l’ennesimo amore trash. Distogliendomi dalla noia di lasciare l’isola solitaria in cui ogni tanto mi trovavo e da cui ho sempre tratto una certa forza. Rivivendo la bellezza di certi ricordi proprio così come sono.

Titolo: Tra la notte e il cuore
Autore: Julia Kibler
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 9, 90 €
N° di pagine: 362
Trama: E’ mattina presto, e Miss Isabelle si ferma per un attimo sulla soglia di casa ad ammirare la luce dell’alba che colora di rosa i tetti della cittadina di Arlington, Texas. Come ogni lunedì sta aspettando Dorrie, la sua giovane parrucchiera, che per lei è diventata come una figlia. Da dieci anni è la sua cliente speciale, da dieci anni la sua richiesta è sempre la stessa: domare la sua vaporosa chioma in ordinati riccioli argentati. Ma non questo lunedì. Oggi Miss Isabelle sa che la sua vita fatta di piccoli riti e abitudini sta per essere rivoluzionata. Il passato è tornato a tormentarle l’anima e niente potrà più essere come prima. Con tutta la forza d’animo che riesce a raccogliere dopo novant’anni di vita, Miss Isabelle presenta la sua richiesta d’aiuto a Dorrie. Ed è una richiesta sconvolgente. Un lunghissimo viaggio in macchina verso Cincinnati, e bisogna partire subito. Senza spiegazioni. Dorrie esita, ma le basta uno sguardo negli occhi della vecchietta per capire che non può rifiutare. Mentre l’orizzonte inghiotte l’asfalto e il rosso del tramonto si dissolve in un cielo buio senza stelle, Miss Isabelle stringe tra le mani un antico ditale d’argento e sente il proprio cuore riaccendersi, come una notte di settant’anni prima, nel 1939. la notte in cui. Mentre l’odio e la violenza dilagavano come un’epidemia, due occhi gentili avevano illuminato l’oscurità come un fulmine.

venerdì, agosto 13, 2021

Gocce d'inchiostro: Pian della tortilla - John Steinbeck

Quando un autore o autrice istiga la mia curiosità, alimenta quel piacere intenso di sorvolare quei confini inestricabili ma bellissimi della letteratura, in poco tempo può trasformarsi in qualcosa di straordinario. Recentemente, nei miei salotti letterari e nel mio blog, ho ospitato un uomo che, senza chiedere niente di particolarmente importante, né niente di straordinario, fece della sua passione un lavoro che lo condussero a valicare i confini di terre straordinarie ma violate. John Steinbeck, quanto sostenne in più di una sua intervista, non aveva un metodo particolare o preciso. Era semplicemente uno << psichiatra >> di quella fetta di società che era costretta a sentire quasi in trance, anche per contatto, quel male del secolo che gravava sulle loro coscienze come fardelli troppo pesanti. Io stessa ho avvertito il mio essere e continuare ad esserci per pura curiosità, che non ho riscontrato alcun problema per comprendere certe cose. Non ho motivo di non credere che ciò che leggo non sia esclusivamente romanzato. Forse i personaggi, alcuni luoghi ma non gli eventi. Io non ne dubito.
La vita presto o tardi ci concede anche piccoli attimi di felicità. Pian della tortilla, nonostante lontanissimo da Furore o La valle dellEden, è un romanzo picaresco che è dotato di una sottike comicità, che proietta chi legge in uno scenario straordinariamente bello ma distante a cui ci si affida aggrappandosi a qualunque assetto comunicativo e sociale. È ovvio che l’esordio di un autore genera sempre qualche dibattito, ma in Steinbeck era già presente quella dote innata che scalciava per fuoriuscire. Il tempo presto gli avrebbe suggerito altre cose da fare, altri capolavori da scrivere, di cui pian piano la mia libreria si arricchirà esponenzialmente.

Titolo: Pian della tortilla
Autore: John Steinbeck
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 263
Trama: << Pian della Tortilla >> è il quartiere di Monterey in cui vivono i paisanos, un luogo dove sopravvivere è il fine primario. Discendenti dei primi californiani, formano una colonia di gente povera ma felice, di perdigiorno amorali ma intimamente inconscienti nelle cui vene si intreccia sngue messicano, indio e spagnolo. Tra questi vive Danny, che ha ereditato due case e vive con sette paisanos cui ha concesso il diritto di dimorare nelle sue proprietà. Le giornate passano tra bevute e corteggiamenti, truffe ed espedienti, mentre il lavoro viene considerato l’ultima risorsa per procurarsi i mezzi di sussistenza.

mercoledì, agosto 11, 2021

Magici eventi: happy birthday to me

Il compleanno è sempre stato per me un giorno importante e speciale. Trascorrono i giorni senza che nemmeno me ne accorga, e quando raggiungo i fatidici trecentosessantacinque giorni, mi rendo conto di come il tempo passa. Passa per tutti. Quest’oggi decreta i miei ventinove anni di vita, giostra di sogni, speranze, carta e parole talvolta rovesciato da eventi o situazioni che mi sorprendono positivamente per la loro natura irruenta e frenetica. Tutto questo per dire, che amo il mio compleanno e tutto ciò che ne consegue. Amo la vicinanza di parenti, amici che hanno uno specifico legame. Amo ricevere libri e parlarne spropositamente e con passione. E, per essere in tema, in questo giorno così speciale, l'inaspettata e gradevolissima sorpresa di undici libri,  undici nuovi amici di carta che non vedo l'ora di leggere, in cui vi è molto di più di un semplice coinvolgimento, c’è la vita: quella passata e quella futura. 

La ragazza di un tempo e quella di adesso. Si, perché, nel mentre festeggio il compleanno mi piace credere si trattino di storie che col tempo realizzeranno una sorta di profezia lasciata per i posteri nel tempo. O almeno così mi piace pensare, quando penso cos’è per me la felicità. In un giorno di festa come questo mi piace rispecchiare la grandezza di certi folli slanci del cuore che nel tempo vivrò abbondantemente, e che non credo mi stancherò mai di vivere, giorno dopo giorno, di cui non smetterò mai di parlare o parlarne. Una profezia? Può darsi. 

🌺🌺🌺🌺🌺

Titolo: Forte come l’onda è il mio amore
Autore: Francesco Zingoni
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 607
Trama: “ Buttato sulla sabbia, accecato dal fulgore di un paradiso perduto, le palpebre incollate dal sale. Riapro gli occhi. La mia mente è vuota: nessun ricordo, nessuna parola. Una tabula rasa. Non posso formulare un pensiero. Non so più distinguere i miei sentimenti, dare ordine alle mie percezioni. Qualcosa che non conosco ha annientato la mia vita. È un sogno a salvarmi: il viso luminoso di una donna. Impossibile per me riconoscerla, o ricordare il suo nome. Ma quel sorriso mi riscuote dall’oblio, diventa l’unica ragione per sopravvivere e fuggire. A guidarmi è un libro, trascinato sulla spiaggia dalla mareggiata di un tifone. Tra le sue pagine distrutte si è salvata solo una misteriosa poesia. E sembra parlare di me. Attraverserò il mondo per sapere chi sei. Vestirò nuove identità per ritrovarti. Cavalcherò un’onda paurosa per scoprire cosa nasconde il suo cono d’ombra: il nostro ultimo segreto, cancellato dall’amnesia. E alla fine sapremo solo una cosa, la più grande. Forte come quest’onda che nessuno può cavalcare fino in fondo.

lunedì, agosto 09, 2021

Gocce d'inchiostro: Mucchio d'ossa - Stephen King

 Non ci sarebbe niente da dire ma l’essere qui mi procurò immediatamente un’esperienza di lettura talmente bella e incredibile che non credevo possibile. Alla fine mi sono trovata a sdraiarmi sulla mia poltrona preferita, aprire il kobo, e leggere un breve trafiletto di quello che sarebbe stato il mio compagno di viaggio per qualche giorno. Anche queste sono esperienze: quel momento in cui è l’autore a chiamarti è praticamente identico a quando si ha la predisposizione ad approcciarsi, moderna e avventuroso, con una certa dose di carattere, zeppo di ricordi o momenti estrapolati dal tempo. La cultura del re dell’horror non ha mai cessato di esistere, anche se io lo sto scoprendo a poco a poco, come sul finire dell’anno accadde con La meta oscura e ora con Mucchio d’ossa.
Nei giorni che seguirono ho dedicato gran parte del mio tempo a Stephen King, e il tema su cui si poggia o ruota mi frulla ancora per la testa: quanto effettivamente conosciamo la persona che amiamo, fino a quando non esalerà l’ultimo respiro? Michael, il protagonista, dovrà tenere conto di queste conversazioni. La scrittura però ci aiuta a catapultarci e a catapultarlo in un sogno. Essere scollegati, susseguirsi di eventi devastanti dal nostro IO. Un clamore nei confronti della vita quasi essa stessa sembra prendersi gioco di noi. Il quadro che se ne ottiene è stato abbastanza spettacolare, straordinario. Incuriosita dall’innumerevoli intenti del protagonista di rafforzare la sua identità quasi come stesse per far uscire il genio dalla lampada di Aladino. Una volta libero, crebbe assieme a noi non corrispondendo necessariamente a quella che avrei voluto maggiormente ma estremamente concreto all’idea iniziale propinati nelle prime battiture. Alla fine non ci resta che scostare il velo delle incertezze, scovare quella giusta strada che ci rende liberi, influenzata da una cultura che sino a qualche tempo fa non avrei mai creduto fosse mia, strumento per comprendere il mondo e chi ci circonda.

Titolo: Mucchio d’ossa
Autore: Stephen King
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Prezzo: 12, 90 €
N° di pagine: 624
Trama: Mike Noonan – quarant’anni, autore di best – seller – è un privilegiato: un discreto successo, un buon conto in banca, la consapevolezza di sentirsi arrivato; tutte cose che ovviamente non hanno alcun senso se l’unica persona a cui tieni un giorno esce di casa e non ritorna più, folgorata per strada dalla morte. Quattro anni dopo è uno scrittore finito, afflitto da un’esistenza vuota. È alla resa dei conti ma è anche angosciato dalla sensazione che “qualcos’altro”, oltre a lui, non sappia rassegnarsi all’ineluttabile di un’esistenza troncata, qualcosa che si fa strada nella sua mente insinuando dubbi tormentosi, procurando incubi che travalicano i limiti del reale…

sabato, agosto 07, 2021

Gocce d'inchiostro: Uomini e topi e La perla - John Steinbeck

Non è questo forse il senso della potenza di una scrittura diretta, netta, ruspante, tagliente come quella di John Steinbeck che ha tanto determinato questo mio ennesimo incontro con l’autore? Un uomo comune una volta mi sussurrò all’orecchio una storia che ebbe dell’incredibile, quasi una profezia di ciò che sarebbe stato. E per non evitare questa sensazione, l’anno scorso accolsi nel mio cantuccio personale Furore. Solo così compresi come John Steinbeck era un altro di quegli autori che intinse nel mio animo una melodia, sprigionò una canzone realistica di cui avverto ancora la sua provenienza, impossibile da non prendere sul serio e cercarne di evitarne. Se non avessi dato retta al mio cuore non sarebbe successo nulla; non mi troverei quest’oggi a parlarvi di due racconti o romanzi minori, come qualsivoglia dire, in cui il destino fu ineluttabile e le vicende narrate parte di un tutto che è a dir poco meraviglioso, strepitoso, sbalorditivo. Cosa chiedere di più? Uomini e topi mi ha permesso di accedere a quello che altri uomini di loro scelta non farebbero accadere, in cui l’innocenza è l’elemento principale. Quasi insopportabile volontà di andare avanti fa da matrice a certi eventi in cui è fortissima la dicotomia fra uomo intelligente e uomo rozzo e povero in canna. La perla, invece, quella favola che ha avuto su di me la cadenza di una cantilena, una lirica che così antico sembra provenire dal passato. Entrambi hanno avuto un incedere accorato, istintivo, selvaggio, che richiamano la vita in generale, le operazioni del benessere di una comunità, ma soprattutto al mito e alla felicità a cui si aspira non avendo nient’altro che un lembo di terra, che avrebbe conciso al benessere economico. Il destino, così ineluttabile e il mio starci dentro oramai certo. Perché smorzare questi effetti?

 

Titolo: Uomini e topi
Autore: John Steinbeck
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 139
Trama: George Milton si occupa da sempre con ferma dolcezza di Lennie Small, un gigante con il cuore e la mente di un bambino. Il loro progetto, mentre vagano di ranch in ranch, è trovare un posto tutto per loro a Hill Country, odve la terra costa poco: un posto piccolo, giusto qualche acro da coltivare, e poi qualche pollo, maiali, conigli. Ma le loro speranze, come “ i migliori progetti predisposti da uomini e topi” ( è un verso di Burns), sono destinate a sbriciolarsi.

giovedì, agosto 05, 2021

Le TBR: richiami dell'anima 4°

Giungo a inizio mese che le letture che attendono e languiscono sullo scaffale da tempo immemore si depositano nell’insieme fra priorità e progetti vari: mi ritrovo a voler leggere molti più romanzi che io stessa riesca a leggere. Una lettrice meticolosa, ambiziosa, curiosa come me approfitta della breve sosta degli ultimi giorni del mese per tirare le somme e realizzare bilanci. Non bilancio le mie letture solo a fine anno, ma a fine mese come tradizione letteraria che niente e nessuno mi ha mai tolto sino ad ora. E in questi bilanci compaiono quasi sempre pile e pile di romanzi, che redarguiscono la mia avanzata lenta in percorsi o luoghi inesplorati. Non è che non sia capace di seguire certi progetti, solo che talvolta dò maggiore ascolto a ciò che mi sussurrano l’emozioni. Allora perché quest’ennesimo post di cosa leggerò ad Agosto? 

Semplice! Mi anticipa quei momenti in cui, devastata o destabilizzata dall’ennesima splendida lettura, cammino a tentoni verso una nuova meta. In questo modo so dove arrivare, recuperando tempo, concedendo opportunità a chi attende pazientemente da tempo immemore. Tutto questo per dire, che alla fine, il bello delle TBR non sta nell’intestardirsi a rispettarle, quanto nel piacere stesso di farle. Ed io qui ne sono una grande estimatrice, anche dell’imprevedibilità della vita!

🌺🌺🌺🌺🌺  

Titolo: Il segreto di Lady Audley
Autori: Mary Elizabeth Braddon
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 19 €
N° di pagine: 480
Trama: Al talento nel tenere avvinto il lettore univa una sensibilità tutta femminile e una coscienza sociale attraverso cui sono filtrate le vicende dei suoi scritti, Sir Michael Audley, vedovo da anni, sposa la giovane e bellissima Lucy Graham, un’istitutrice dall’oscuro passato i cui capricci scatenano la gelosia di Alicia, la figlia di primo letto poco più che adolescente. Un giorno Robert Audley, lo sfaccendato nipote, avvocato a tempo perso, porta con sé in visita George Talboys, un caro amico appena tornato dall’Australi e prostrato da una recente vedovanza – o almeno così sembra -, che d’un tratto scompare misteriosamente. Facendo i conti con le menzogne, l’inganno, e anche un tentato omicidio nei suoi confronti, sarà proprio Robert, le cui doti di tenacia e intelligenza erano state finora celate da un carattere indolente, a intraprendere un’indagine dai risvolti inattesi che condurrà allo scioccante e imprevedibile colpo di scena finale. 

martedì, agosto 03, 2021

Gocce d'inchiostro: Estate - Edith Wharton

Leggere pian pianino la raccolta completa di un autore o autrice che in una manciata di giorni diviene il tuo << preferito >> è un’esperienza a dir poco straordinaria. Non lascio mai perdere un progetto, un obiettivo, quando lo inizio. E questo si che è un modo per conoscere, valicare quei confini che mi sono ancora sconosciuti e che istillano nient’altro che quelle basi su cui si poggia la letteratura classica. Ho sempre pensato, che chi ebbe la fortuna di conoscere in vita Edith Warthon si sarà sentito intimorito, quasi a disagio, nel nutrire un timore quasi reverenziale nei riguardi di una donna bella, ma algida e anche un po’ schizzinosa, che anche alcuni importanti personaggi, come Fitzgeralfd, andavano a chiedergli consiglio. Discretamente, s’intende. Nessuno potè mai sfondare quella corazza imperscrutabile e invalicabile. Persino chi la conosceva da anni. Allora si lessero i suoi romanzi, le sue opere, i suoi diari per comprenderla appieno. Scavando nella terra proprio dove lei mise piede e portarci dietro tutto ciò che lei vi trovò. Per quanto mi riguarda, ho constatato questa esperienza mistica esattamente come fecero in passato altri autori, tentando di manovrare quei meccanismi che inizialmente mi sono sembrati criptici. Non nego che all’inizio L’età dell’innocenza sortì qualche effetto negativo, nel senso che proprio lo stile, il modo per cui è stato scritto non mise a posto qualcosa nel mio animo ma al contrario rovesciarono completamente. In seguito scoprì che tutto ciò mi piaceva, e finì per amarlo. Estate, a dispetto de L’età dell’innocenza, mi indusse a pensare di essermi immersa in un paesino sfavillante, quasi lontano dal tempo, che battuto dall’incuria del tempo, era abbandonato all’occhio attento dei più esperti conferendo quasi una parvenza di malinconica meraviglia che tuttavia grava sulle nostre coscienze come correnti effervescenti di colori e suoni.
Questa storia ha spiccato tra le sdolcinatezze di una ragazza paziente ma insoddisfatta cui, se in un primo momento ho creduto fosse intollerabile, in un secondo ha planato nel mio cuore con una certa tenerezza. I suoi innumerevoli tentativi di viaggiare, fuggire avrebbe equivalso a volgere le spalle a tutte le curiosità meschine. Cosa fare, quando da ciò dipende la sua salute e la sua sicurezza?


Titolo: Estate
Autore: Edith Wharton
Casa editrice: Elliot
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 185
Trama: La giovane Charity trascorre una vita noiosa a North Dormer, nel New England. Arrivata in città dalla “Montagna”, dove viveva in misere condizioni in una comunità di reietti, era stata adottata da bambina dall’avvocato Royall, ora rimasto vedovo. Un giorno nella biblioteca in cui lavora appare l’affascinante architetto Lucius Harney, il quale mostra subito un interesse particolare per la ragazza. Il patrigno, che ha già fatto delle avances a Charity chiedendole di sposarlo, fiuta una complicità tra i due e cerca di ostacolarli. Nonostante i suoi tentativi, Charity e Lucius diventano amanti ma, con la fine dell’estate, anche quell’amore si avvia verso l’autunno, portando con sé le conseguenze della scandalosa relazione.

domenica, agosto 01, 2021

Romanzi su misura: Luglio

Da giugno a luglio i giorni non sono poi così tanti, ma di letture ce ne sono sempre tante. E questo settimo mese dell’anno mi condusse in svariati luoghi, su città luminose, sfavillanti, saghe famigliari o storie passionali che mi hanno tenuta incastrata in un gioco di echi, rumori e suoni. Amo la letteratura perché mi fa sentire viva, amo la letteratura perché nella monotonia del giorno mi induce a trovare qualcosa dentro al mio animo, che lega me e l’autore o l’opera, custodendola poi nel mio cuore. Perseverando nei meandri della mia memoria.
Ed ecco che, come ogni mese, ecco la lista di quei romanzi che mi hanno accompagnata in questo infuocato mese. Patita del classico e della buona letteratura, molte sono state quelle opere soddisfacenti che mi hanno tenuta lontana, preda di sensazioni altalenanti, entrata in un cerchio, in un gioco di parole, lettere e suoni da cui non ne uscirò tanto facilmente.


Romanzi su misura in carta e inchiostro:


  Pervaso da una strana magia che mi ha permesso di accettare la storia che Dumas si portava dentro, ha reso il tutto come una serie di opportunità in cui la libertà individuale e di pensiero sono i capostipiti dell'intero romanzo. Fra forme e colori che hanno avuto una loro collazione, nitido e luminoso come la luce accecante del sole. Un opera bellissima, sorprendente, zeppa di rivelazioni toccanti, su cui predomina la forza intellettuale, la volontà di scovare un'opportunità per rinascere, e magari risorgere.

Valutazione d’inchiostro: 5






You can replace this text by going to "Layout" and then "Page Elements" section. Edit " About "
 

Sogni d'inchiostro Template by Ipietoon Cute Blog Design and Bukit Gambang