venerdì, aprile 29, 2022

Gocce d'inchiostro: Pollyanna - Eleanor Porter

Delle straordinarie avventure di Pollyanna ne seppi l’esistenza quando ero molto piccola, una bambina di appena cinque anni, che si stava affacciando al mondo dei libri e della buona letteratura con nient’altro che un bagaglio di curiosità. Da questa lettura ne sarebbero sortite altre. Libri di favole, Geromino Stilton, fin al tanto amato Harry Potter, oltre alla mia naturale inclinazione di diventare una maghetta come Nina de La bambina della Sesta Luna. Quanti ricordi, quante emozioni! Tanti pezzettini indissolubili della mia anima che rispettano un loro perché, una loro importanza, nonostante l’età adulta mi abbia distaccata completamente da questo mondo. Perché allora scrivo questo? Semplice, perché l’altro giorno, nel riorganizzare le mie strapiene librerie, mi sono imbattuta in un classico per ragazzi di cui francamente non ricordavo più nemmeno di possedere. Come altri romanzi letti in passato, anche questo romanzo minacciava di trascinarmi fra le soglie di una storia classica di cui la stessa Pollyanna è emblema di forza, crescita, spirito. E nonostante il target a cui è indirizzato, credo sia quel genere di lettura che in un certo senso non smetterà mai di esistere. E questo è uno degli assetti primordiali della sua essenza.


Titolo: Pollyanna
Autore: Eleanor Porter
Casa editrice: Gallucci
Prezzo: 12, 50 €
N° di pagine: 224
Trama: Fin da piccola Pollyanna ha imparato da suo padre ad affrontare gli ostacoli col sorriso sulle labbra e a non scoraggiarsi mai. A undici anni va a vivere dall'austera zia Polly e grazie al suo carattere solare mette in subbuglio la tranquilla vita del paese. Tutti gli abitanti, zia Polly compresa, si lasceranno coinvolgere dal suo "gioco della contentezza", che consiste nel trovare sempre, in qualsiasi circostanza, un motivo di cui rallegrarsi.

mercoledì, aprile 27, 2022

Marchi indelebili: romanzi classici per principianti

Ci sono i libri. E poi ci sono quei libri che, belli, lasciano segni del loro passaggio. A volte ti annichiliscono per la loro suprema essenza. Mi sono sempre considerata una lettrice forte, e di romanzi nella mia carriera ne ho già letto un discreto numero. Fra delusioni e innamoramenti vari, ho potuto così anche io ritagliarmi una fetta di vita di cui la stessa lettura ne conferisce un ampio respiro. Col tempo ho compreso, che valicando ogni cielo celeste i classici fossero l’approdo maggiore. Quel luogo in cui la mia anima avrebbe scintillato fra le avverse stelle. Brillato squisitamente senza che io me ne rendessi conto. Magia? Forse. Io la definisco più come una sorta di attinenza. Il mio è il mondo classico e antico, ma anche moderno e usuale. Per mia sorella è quello dello shopping e del make up. Per mia mamma quello dell’arte culinaria e della Settimana Enigmistica. Piccoli agglomerati in cui ci sentiamo vivi. Noi stessi. E, in questi piccoli spazi, confesso che ci sono stati quelle partiture d’arrivo che hanno emesso una certa importanza. Senza questi romanzi, che adesso vi presenterò, non sarei la lettrice che sono adesso. Curiosa, ambiziosa, orgogliosa e testarda. 

Una giovane neofita che non riesce a non vedere al di là del suo naso. A progettare tutto e niente settimane prima, a non saper dire si ad un romanzo appena << sfornato >>.
            Questi dunque quei romanzi, quei primi classici, in cui ho potuto muovermi agilmente in questo splendido mondo. Ognuno di loro mi ha impartito una lezione, seppur talvolta non sapevo di averne bisogno. E siccome di libri non se ne parla mai abbastanza, perché non parlare di classici non avanzati per giovani milizie non ancora assuefatte da questo splendido mondo?

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Primissimo romanzo che mi fu regalato quando ero piccolissima. Incomprensibile e distante, all’epoca, accessibile e godibilissimo ai primi albori dell’adolescenza. Ricordo che feci come mie le avventure della testarda Pollyanna, il suo desiderio impellente di farsi strada nel cuore dell’algida zia, un corredo di situazioni ed eventi che forniscono perfettamente un epoca che non è più nostra.

Titolo: Pollyanna
Autore: Eleanor Porter
Casa editrice: Gallucci
Prezzo: 12, 50 €
N° di pagine: 224
Trama: Fin da piccola Pollyanna ha imparato da suo padre ad affrontare gli ostacoli col sorriso sulle labbra e a non scoraggiarsi mai. A undici anni va a vivere dall'austera zia Polly e grazie al suo carattere solare mette in subbuglio la tranquilla vita del paese. Tutti gli abitanti, zia Polly compresa, si lasceranno coinvolgere dal suo "gioco della contentezza", che consiste nel trovare sempre, in qualsiasi circostanza, un motivo di cui rallegrarsi.


lunedì, aprile 25, 2022

Gocce d'inchiostro: Wicked lovely e Ink exchange - Melissa Marr

Vivo una realtà parallela in cui non ricordo di come sia arrivata. Mi guardo attorno. Seduta sull'asfalto deserto di una città sconosciuta, cerco di concentrare la mia mente su una ragazzina che proprio ora mi viene incontro. Sembra sia comparsa dal nulla, sembra camminare su questa landa deserta come un anima priva di vita. Eppure sarà proprio la sua storia, la sua figura esile ad entrarmi in testa e per qualche giorno restare qui: "Ogni cosa ha un suo perché. E c'è un motivo per cui io mi trovo qui".
Poi una voce sconosciuta, proveniente chissà da dove, mi sorprende come un acquazzone estivo. L'occasione è buona per chiedere aiuto, per comprendere cosa mi abbia indotto qui e soprattutto chi, in compagnia di questa ragazzina, che non ha cessato per un istante di fissarmi. I miei dubbi si amplificano. In tutti i viaggi temporali lanciati sulla sabbia del tempo la procedura è sempre la stessa: una magia che sconvolge ogni cosa. Ragazzi e ragazze che si muovono sullo sfondo come diapositive di un film …. macché! Questa volta si tratta della storia di Leslie, sedicenne, che ho preso a cuore e che alla fine mi ha ricambiato. Perché, mentre la mia coscienza si fa largo fra banchi di nebbia, polvere e resina, ricordo cosa mi indusse a trovarmi qui, a divorare questi primi due volumi: l'ennesima sfida indetta su Facebook, che ogni mese mi costringe a redigere una lista delle letture più importanti che dovrebbero affiancarmi in questo 2022. Per non parlare di un insano e profondo senso di curiosità, e che devo sempre dosare con una certa cura altrimenti diventa fastidiosa e irritante. E' uno dei migliori espedienti che mi induce a sperimentare letture di questo genere. Talvolta splendide sorprese, talvolta cocenti delusioni: Wicked lovely e Ink Exchange che li si può collocare fra qualcosa che ha a che fare con la normalità e non. Qualcosa che non costa chissà quanto del nostro tempo, ma nemmeno lo semplifica a un beneficio per la nostra anima. Venduta alle sorti di abili lettori di anime che ignorano di saper abilmente giocare con i sentimenti degli esseri umani e rendono le loro opere disegni imprescindibili in cui resta saldamente ancorata una parte della nostra anima.

Titolo: Wicked lovely
Autore: Melissa Marr
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 335
Trama: Aislinn vive con la nonna in una cittadina della provincia americana. La sua vita assomiglia a quella di milioni di ragazze, se non fosse che ha il potere di vedere le fate. Fate malvagie che infestano la città, creature pagane, maliziose e lascive che si presentano in bande a fare dispetti, divertendosi alle spalle degli umani. Aislinn ha imparato a proteggersi da loro facendo finta di non vedere, seguendo i consigli della nonna: non guardare le fate invisibili, non rivolgere loro la parola e non attirare mai la loro attenzione. Ma quando alcuni esseri fatati cominciano a seguirla da vicino, le regole diventano impossibili da rispettare e lei confessa il segreto alla persona più cara che ha: Seth, diciotto anni, piercing e il vagone di un treno abbandonato come casa, un ragazzo verso cui prova sentimenti che vanno al di là dell'amicizia. Il loro legame sarà messo a dura prova da Keenan, Re dell'Estate e guida del Regno Fatato, che vede in Aislinn la destinata a diventare la compagna della sua vita. Per lei diventa sempre più difficile allontanarlo, resistere alla sua bellezza abbagliante, ignorare quella strana e calda alchimia che la scuote in ogni parte. Il cuore di Aislinn è diviso: dovrà fare la sua scelta, in un conflitto tra amore eterno e amore terreno.

sabato, aprile 23, 2022

Nel giardino della letteratura: La primavera nei libri 2°

Mi è sempre piaciuto attribuire ai libri qualcosa, quantomeno nel modo in cui mi piace vederli in un ottica che va al di là delle semplici parole, e dato che la primavera è forse finalmente giunta, nel riporre queste poche righe mi lascio letteralmente alle spalle giornate fredde e uggiose per proiettarmi nel cuore delle stesse parole, nella loro essenza, guardandoli però sotto una prospettiva diversa dal solito. Alla fine i libri sono e restano sempre delle semplice risme di carta in cui sono riversate parole, ma cui mi basta aprirne uno per respirarne la magia che mi piace tanto, cui credo di esserne completamente assuefatta. Ci si sveglia poi da questo mondo idilliaco, ma il mio amore per la letteratura resta intatto. Più che altro i miei post, le mie recensioni perpetuano questa magia, troppo poco a dire il vero per raccoglierne anche la minima parte, ma amo farlo e mi trovo sempre qui.
Da questa profonda riflessione nasce questo ennesimo post, che in un certo senso compone un piccolo mosaico che alacremente mi impegno a curare e costruire, giorno dopo giorno. Affinchè il semplice leggere diventa qualcosa di più potente, gioendo in mia compagnia in questa semplice ma folle avventura.


Primo romanzo che vi consiglio è di un autrice tedesca che lega me e le sue opere da un filo sottile, indivisibile, che gira quasi sempre su storie di donne forti, apparentemente fragili, repliche di altre opere omonime di cui io non mi stanco mai. 


 

Titolo: La donna delle rose
Autore: Charlotte Link
Casa editrice: Tea
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 542
Trama: In preda a una profonda crisi personale e professionale, la giovane berlinese Franca Palmer decide di rifugiarsi nell'isola di Guernsey, nel canale della Manica. Qui trova alloggio presso un'antica villa a Le Variouf, dove l'anziana inglese Beatrice Shaye si prende cura di uno splendido roseto. Con lei vive Helene Feldmann, una tedesca trasferitasi sull'isola con il marito ufficiale al tempo dell'occupazione tedesca durante la Seconda guerra mondiale. Ben presto Franca si accorge che la sua presenza ha un effetto dirompente sul rapporto fra Beatrice e Helene, un rapporto che in realtà nasconde odi e rivalità, mai sopiti risalenti agli anni della guerra.

giovedì, aprile 21, 2022

Gocce d'inchiostro: La città spezzata - Leonardo Palmisano

Odio l’entusiasmo che riservo a letture che disgraziatamente, per un motivo e per un altro, non sortiscono l’effetto meritato. Ma ho anche il cuore tenero, e non sono d’accordo nell’approccio di romanzi che, in un modo o nell’altro, mi deludono. Alla fine, però, finisco sempre per tornare in luoghi che all’inizio avrei ignorato impunemente, e che straordinariamente si rivelano esattamente come credevo. E prima di incontrarci, io e l’autore camminavamo su strade completamente differenti, con anni e anni di differenza alle spalle. Letto dopo qualche anno della sua pubblicazione, lettura che non  mi ha entusiasmato come desideravo, fastidioso, ma che come un dolce richiamo ha attirato la mia attenzione, il romanzo di cui vi parlo oggi è una continua ricerca di salvare se stessi. Una favola dai toni acerbi, fin troppo spicciola che non riesce a mascherare la mancata intesa che avrebbe potuto instaurarsi fra me e l’autore. Ma, il ritmo serrato e semplice, le descrizioni ben o male fedeli ricostruiscono perfettamente l’epoca descritta ma la certa scarsa qualità letteraria, la cui voce narrante non spicca in mezzo a un marasma di voci.



Titolo: La città spezzata
Autore: Leonardo Palmisano
Casa editrice: Fandango
Prezzo: 19 €
N° di pagine: 320
Trama: Bari non è una qualsiasi città del Sud. È la sola, tra i tanti capoluoghi del meridione a non aver mai avuto un univoco centro di potere, spesso divisa fra istituzioni e forze sociali difformi e contrastanti. "La città spezzata" è un lungo racconto di quartieri e di persone con una propria indivisibile identità. L'autore, partendo dalla sua storia familiare, incontra decine di baresi, voci che ci restituiscono una immagine di una metropoli contraddittoria. Grazie agli strumenti del sociologo prima e dello scrittore poi Leonardo Palmisano scrive una struggente lettera d'amore alla sua città.

martedì, aprile 19, 2022

Nel cuore delle parole: tentazioni letterarie

 La Pasqua, con la sua splendida stagione primaverile, giornate soleggiate immerse nella natura e pomeriggi quieti e caldi che rifocillano lo spirito, si snoda in questo salotto letterario con nient’altro che qualche consiglio letterario. Di romanzi che parlano di cioccolato, hanno come fondamento l’amore per bevande fuse e liquide, disgraziatamente ne ho letto pochissimi. Così pochi da non ricordarli nemmeno. Sogni d’inchiostro non era nemmeno in vita, e dubbiosa se realizzare questo post o meno, per smorzare la routine, fra una lettura e un’altra, ho così lasciato che fosse il Fato ad imporsi con costanza e irreprensibilità. Di romanzi zuccherosi, caldi, avvolgenti come il cioccolato ne ho letto? Assolutamente si, e poiché il loro sapore brucia ancora ai bordi della mia bocca, l’aria ancora densa di sensualità, romanticismo, sentimentalismo, e ovunque un forte sentore di vissuto e di epoche passate. Prigioniera di peccati che non mi sono appartenuti completamente, ma che compongono un quadro prettamente realistico che in un certo senso lasciano un segno del loro passaggio.


Ritratto di anime inquiete dai cuori algidi e scostanti il cui amore sfocerà in qualcosa di atroce, in un vaneggiamento dei sensi nel quale la pietà, la compassione saranno quegli unici moti perpetui che una lettrice romantica come me ha dovuto sorbirsi. Così felice, così << orgogliosa >> di aver compiuto nuovamente questo passo, nonostante il mio – mi rendo conto – possa apparire come un’intento a dir poco folle, insensato, attraverso il quale ho potuto scandagliare non solo l’anima di Heatchcliff e Catherine ma anche la mia.


Titolo: Cime tempestose
Autore: Emily Brontë
Editore: Feltrinelli
N° di pagine: 428
Prezzo: € 9, 50
Trama: “Per Heathcliff e Catherine la gioia più grande è fuggire nella brughiera e restarci tutto il giorno. Sono spiriti liberi, selvaggi, ribelli. A loro non importa delle convenzioni sociali, di cosa pensano gli altri nel vedere insieme lui, semplice stalliere, e lei, ragazza di buona famiglia. Si piacciono, si amano. Almeno fino a quando non entra in scena Edgar: bello, ricco e raffinato. È così che il cuore di Catherine si spacca: da un lato la passione divorante per Heathcliff, sua anima gemella; dall'altro l'attrazione per Edgar e le lusinghe di una vita aristocratica. Una storia senza tempo, il racconto di un amore tormentato e di un legame fortissimo, indistruttibile, così potente da sconfiggere la morte.”  

domenica, aprile 17, 2022

Gocce d'inchiostro: Washington Square - Henry James

Certe letture arrivano senza nemmeno te ne accorgi. Così come questa recensione, assolutamente imprevista ma che, in un pomeriggio di metà aprile, sconvolse in un certo senso il mio universo personale. Perché? Perché procedo spedita lungo una strada che mi induca a raggiungere qualche obiettivo: in primis, smaltire la pila di arretrati che hanno esaudito e infervorato il mio spirito qualche tempo fa. Sono delle bellissime sensazioni, dei bellissimi momenti, quelli in cui ti scopri a stringere l’ennesimo romanzo. Portarlo a casa, leggerlo nel momento più adatto. E, come ogni cosa, anche per questo romanzo giunse il suo momento, accrebbe il mio amore per la letteratura classica che per forza di cose pervade il mio spirito. Soprattutto se a scriverlo è uno dei miei tanti autori preferiti. Il numero delle sue opere – alcune – già lette, ma sufficienti per comporre un quadro bellissimo e splendido. Alla fine però il cuore è quasi sempre infranto, ma intanto la mia coscienza continua a ripetere che questa è la giusta strada.




Titolo: Washington square
Autore: Henry James
Casa editrice: Newton & Compton
Prezzo: 8 €
N° di pagine: 250
Trama: È la storia di Catherine Sloper, figlia di un ricco e affermato medico di New York, che ama e crede di essere amata dall'attraente avventuriero Morris Townsend, il quale si rivelerà un cacciatore di dote. Ma è soprattutto la storia drammatica dell'inganno e dell'illusione, di cui Catherine è tragicamente vittima. Washington Square prelude al periodo culminante dell'arte di James, incentrato sul tema del denaro e su quello della rinuncia. Il denaro, infatti, mostra già in questo romanzo tutta la sua forza distruttiva e fatale, la sua capacità di corrompere l'armonia del mondo (come quella della piazza newyorkese che dà il titolo al romanzo e in cui James aveva dimorato con la famiglia), di far esplodere le qualità negative che albergano nell'uomo. Ma quest'opera è anche uno dei primi esempi - il più tangibile - del passaggio da un realismo della vita esterna a quel realismo della coscienza che è il grande contributo di James alla narrativa moderna. 

venerdì, aprile 15, 2022

Solo un'illusione: romanzi che credevo di amare ma che ho odiato

Nella mia carriera di lettrice, ci sono stati momenti in cui le strapiene librerie che compongono la mia camera fondarono una sorta di fortezza contro gli assalti ingiusti della sottoscritta. Perché scrivo questo? Perché da grande amante della letteratura, del cartaceo, di romanzi << vecchio stile >> è capitato che io percorressi inalberando espressioni di diniego e protesta contro l’anima di qualcosa o qualcuno che non fu attinente al mio spirito. La lettura del romanzo di Balzac ha sortito questa riflessione, e da essa un post che non vuol mettere contro niente e nessuno ma che appoggia ciò per cui sono una grande promulgatrice: se non compi certe esperienze non puoi sapere cosa aspettarti. Nel caso del romanzo La cugina Bette non si è rivelata quel tipo di lettura da bocciare impunemente ma nemmeno quel romanzo le cui vicende mi avvinsero al punto da farmi perdere completamente il senso del tempo, ma scontrandosi contro quegli idiomi del giusto o sbagliato appoggio la mia posizione che se non avessi abbracciato certe letture non sarei la lettrice che sono. Nel bel mezzo di tutto questo, il mondo del digitale ha funto da straordinario espediente. Quante ciofeche mi sono risparmiata! Quanti acquisti impulsivi ho scansato, contro ogni impulso, contro ogni emozione. E l’unica ragione è la mia insana diffidenza, che in certi casi si è rivelata benefattrice. Incoraggiata ad aderire e soddisfare quell’insana curiosità che spesso mi contraddistingue, quindi nel corso degli anni non ho mai perso tempo ad abbracciare opere che, a lettura terminata, avrei relegato in una stanza remota della mia coscienza. E senza perdermi ulteriormente in chiacchiere, ecco quei romanzi che in un certo senso mi hanno salvata…. Mi hanno indotto a scansare l’acquisto compulsivo! Dato che il mio spirito predilige le storie classiche, quelle intrappolate in anime romantiche e sensibili, senza dubbio quelle in cui sguazzo impunemente. E anche se alla fine sembra del tempo perso, non ho mai creduto fosse così. Non il massimo dell’esperienze letterarie vissute, ma ammenda a trarre tesoro da ciò che talvolta la vita ci riserva.


Prima delusione letteraria, in ordine cronologico, è sicuramente quella del romanzo di Jennieke Cohen. Una lettura che nel suo piccolo ha funto da piacevole distrazione agli assalti incauti e bruschi della vita, ma per nulla incline all’idea di classico che attribuisco solitamente a questo tipo di letture in cui l’angoscia persiste anche quando nessun segno di essa è visibile a occhio nudo. 


Titolo: Un’alleanza pericolosa
Autore: Jennieke Cohen
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 456
Trama: Lady Victoria Aston ha tutto ciò che potrebbe desiderare: una sorella maggiore felicemente sposata, il futuro della proprietà di famiglia assicurato, e la possibilità di perdere tempo gironzolando nei campi attorno a casa. Ma basta una notte per sconvolgere definitivamente la sua vita comoda e idilliaca. Suo cognato si rivela infatti un terribile mascalzone e adesso tocca a lei trovare un marito, o la sua famiglia perderà tutto. Armata solo di quello che ha imparato dai romanzi di Jane Austen, Vicky fa il suo debutto in società: ma nemmeno le parole della scrittrice sono in grado di aiutarla a capire se il meraviglioso e astuto signor Carmichael sia in realtà una canaglia; se il suo ex migliore amico, il bellissimo Tom Sherborne, sia più interessato alla sua dote o al suo cuore; né sono in grado di aiutarla a liberarsi delle attenzioni del lezioso signor Silby. Soprattutto, nei libri di Vicky non c'è nulla riguardo gli strani incidenti che iniziano a capitare attorno a lei. E che potrebbero non farla arrivare viva al giorno delle nozze.

mercoledì, aprile 13, 2022

Un atlante storico della cultura contadina

Se penso alla primavera immagino storie ambientate in un momento imprecisato, ma il cui luogo di ritrovo o di coesione sono zone giallognole, verdastre in cui spesso incontro personaggi o figure che non pensano a cosa potrebbero fare o cosa possa accadere in futuro, quanto a formalità legislative spesso proiettate in situazione famigliari da cui non è possibile trarre vantaggio. La letteratura inglese, specie quella classica, è un idioma fondamentale di questo tipo di letteratura i cui testi sono perlopiù proiettati in radure soleggiate e verdeggianti, nel cuore di cottage rurali e luminosi e se non amassi così tanto i classici non credo ora sarei qui, seduta dinanzi alla scrivania, a riporre queste poche righe. Ed ecco che entrano in scena quei romanzi che considero letture pertinenti al sogno a occhi aperti di lettori desiderosi di essere proiettati nelle campagne inglesi, che moderni o no, antichi o attuali, spingono ad osservare il tutto con gli occhi dello stesso poeta che coglie aspetti visibili anche ad occhi poco attenti e cauti.


Primo romanzo che vi consiglio, un giallo all’inglese proiettato in una Londra giallastra e seducente. Una storia che altri non è che la vera testimonianza di fatti realmente accaduti, e in cui noi mortali arriviamo a conoscere il nostro vero destino; semplicemente ne veniamo investiti. Un tentativo per scovare la verità, fuggendo da se stessi. Un opera che ho accolto con un certo entusiasmo e che, medesimamente, ho slegato diligentemente i fili di una matassa contorta e quasi inestricabile, che mi ha resa prigioniera di marionette macchiate da crimini e omicidi violenti, esemplari della razza umana che hanno già provato tutto ciò che c'è da provare. 

Titolo: Il segreto di Lady Audley
Autore: Mary Elizabeth Braddon
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 480
Trama:Sir Michael Audley, vedovo da anni, sposa la giovane e bellissima Lucy Graham, un’istitutrice dall’oscuro passato i cui capricci scatenano la gelosia di Alicia, la figlia di primo letto poco più che adolescente. Un giorno Robert Audley, lo sfaccendato nipote, avvocato a tempo perso, porta con sé in visita George Talboys, un caro amico appena tornato dall’Australia e prostrato da una recente vedovanza – o almeno così sembra -, che d’un tratto scompare misteriosamente. Facendo i conti con le menzogne, l’inganno, e anche un tentato omicidio nei suoi confronti, sarà proprio Robert, le cui doti di tenacia e intelligenza erano state finora celate da un carattere indolente, a intraprendere un’indagine dai risvolti inattesi che condurrà alla scioccante e imprevedibile colpo di scena finale.

lunedì, aprile 11, 2022

Gocce d'inchiostro: La cugina Bette - Honore De Balzac

È stato strano leggere un classico, un romanzo della letteratura francese il cui autore fu padre di tale corrente, quando di lui e della sua produzione non avevo mai accolto niente nel mio personalissimo cantuccio personale, fin quando in una puntata di Una mamma per amica Rory Gilmore lo cita e rivela il suo interesse. Non entusiasmo, ma come questo autore francese fosse presente nel programma di letteratura a cui avrebbe dovuto sottoporsi mediante esame. Da grande amante della letteratura ma soprattutto delle vicende delle Gilmor’s gilrs, questo romanzo non poteva assolutamente mancare fra i miei scaffali, e consapevole di come l’autore fosse uno dei soggetti di studio cui presto o tardi avrei dovuto approcciarmi, fu però un po' destabilizzante constatare poi come l’approccio fra me e l’autore non fu esattamente dei migliori e la cosa più brutta fu si trattava di un classico, di letteratura classica, nonché ritratto di una vita passata, lontana che è il prodotto di un perpetuo combattimento per le convenzioni, una furiosa gelosia, una felicità così tanto agognata quanto sperata, intrappolato in un limbo inconsistente e privo di vita. Apparentemente grazioso, nella furiosa gioia delle generazioni di cui l’autore ebbe il dono di tracciarne un segno sulla sabbia del tempo, offrendo nient’altro che un moto di riconoscenza, uno squarcio sull’arte, frutto di gesti petulanti e seri.

Titolo: La cugina Bette
Autore: Honore De Balzac
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 464
Trama: Nella mitologia realista di Balzac, La cugina Bette rappresenta la «parente povera, oltraggiata e che vivendo nell'intimità di tre o quattro famiglie, cerca di vendicarsi di tutte le sue sofferenze». Solo che Lisbeth Fischer, familiarmente Bette, non è né cacciata né maltrattata dai suoi ricchi parenti, bensì aiutata e amorevolmente accolta dalla cugina Adeline e da tutta la famiglia Hulot. Ma l'oltraggio, in lei, è anteriore a qualsiasi offesa, vera o presunta: povera, per nulla avvenente, ma anche intelligente e risoluta, riversa su chi la ama tutto il suo rancore verso il mondo. Ossessionata dal confronto con la bellezza e la ricchezza della cugina, dietro le sembianze di umile e dolce zitella coltiva un feroce desiderio di rivalsa e intesse trame di inganno e distruzione, succube di un odio che si trasforma in lucida follia. Pochi romanzi balzachiani, sono, come questo, foschi e inquietanti, ma nello stesso tempo anche patetici e melodrammatici.

sabato, aprile 09, 2022

Booktag: Il passato, il presente e il futuro libroso

In un banalissimo pomeriggio di inizio aprile, fui come colta da una folgorazione. Parlare di libri è una delle mie più grandi passioni, dunque per smorzare la monotonia generale, decisi di avviarmi lungo una strada che avrebbe percorso non solo il passato ma anche il futuro. Di cosa sto parlando? Ma naturalmente di un booktag divertente e carino, che ho scovato gironzolando sul web, che ho deciso di condividere con voi trapelando qualcosa che nemmeno io credevo di possedere. Che la piattezza di alcune giornate sempre uguali a se stesse svanisca è un valore tutto da constatare. Ma, chi può dirlo, cosa può riservarmi il futuro?

Passato

Quanti anni avevi quando hai iniziato a leggere?

Il mio amore per la lettura sbocciò, per caso, in un afoso pomeriggio estivo di molti anni fa. Nella lontana estate del 2000, durante una vacanza con la mia famiglia nel piccolo paesino di Rossano Calabro, all'età di otto anni m'innamorai della lettura e della mia completa venerazione ai libri grazie a un libro illustrato di favole.

giovedì, aprile 07, 2022

Gocce d'inchiostro: La casa della gioia - Edith Warthon

La mia coscienza lo sa? Lo sa perché mi trovo sempre qui, a riporre queste poche righe, come un moto perpetuo e inarrestabile? Perché dovrei saperlo, tutto sommato? Una furiosa apatia, una condizione di rabbia nei confronti del Fato, intrappolato nel limbo dello squallore, mi avvolse in un momento imprecisato ma che coincise con quello della protagonista, Lilyt, che come una piccola orchidea avvolta in un tepore artificiale, con i suoi petali delicati si incurvò senza essere disturbata. Si pose dinanzi a un assetto sociale la cui massa è costituita da individui che alenano a svariate forme di sopravvivenza, il cui successo coincide con il raggiungimento di un certo tipo di libertà che avrebbe trascinato da qualunque preoccupazione. Povertà, miseria, indecoroso. Era come vivere in una repubblica dello spirito attraverso cui la felicità sembra una forma remota e indistinta. Metafora di azioni, dinieghi che deteriorano qualcosa di per sé degradata, affetti da piaghe dello spirito che non avranno mai una cura vera e propria ma complesso enigma di un meccanismo politico, economico e sociale di cui non ci si può liberare tanto facilmente.



Titolo: La casa della gioia
Autore: Edith Warthon
Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: 14, 50 €
N° di pagine: 446
Trama: Nella New York dei primi anni del secolo scorso, Lily Bart vive tra i sontuosi ricevimenti dell'alta società, i viaggi all'estero e i soggiorni nelle residenze degli amici. Le sue uniche doti sono la bellezza e l'intelligenza, che usa per muoversi in un ambiente ipocrita di cui vuole ostinatamente far parte e nel quale spera di trovare marito. Un sentimento forte e contrastato la lega a Lawrence Selden, giovane avvocato che vive del suo lavoro: Lily sa bene che non rinuncerebbe mai agli agi tra cui è cresciuta e che è stata educata a desiderare, tuttavia non riesce a staccarsi da lui. Inorridita dalla prospettiva della povertà, tenta di conquistare il rampollo di una celebre dinastia, ospite come lei di amici comuni, ed è allora che la parabola disegnata dalla sua vita tocca il culmine per poi iniziare un'inesorabile discesa. Incapace di vivere della rendita mensile che le passa la zia, la giovane donna si indebita al tavolo da gioco e chiede in prestito una consistente somma di denaro. La sua bellezza diventa arma di ricatto per gli uomini e motivo di cieca gelosia per le donne. Nel momento più tragico della sua vita, tuttavia, Lily acquista di colpo lo spessore di una figura eroica: la rettitudine e l'integrità morale, un tempo apparentemente insospettabili, le impediscono di vendersi al miglior offerente.

martedì, aprile 05, 2022

Le TBR: richiami dell'anima 12°

Questo mese scegliere le letture che mi affiancheranno in questo nuovo mese non è stato poi così difficile. Ormai ho deciso che, sino al mio compleanno, non comprerò libri ma sarò impegnata a smaltire la pila di romanzi che attendono oramai da tanto tempo, di cui io stessa penso che sembra una mancanza di rispetto averli ignorati così impunemente. Sposare dunque questo mio obiettivo con quelli indetti dall’ennesima sfida indetta su Facebook, accumulando sogni e desideri repressi, di essere giudicata poi per le svettanti pile mensili, anche se poi, alla fine, non me ne frega proprio niente, eccomi riporre queste poche righe come antidoto di tutta una vita. … o, per meglio dire, un mese. 


Non sarà difficile immaginarsi impelagata in certe situazioni, se poi si riveleranno assurde o impressionanti questo non so ancora dirlo. Quello che so, è che sono pronta ad essere ricordata, a respirare con gli occhi di un altro, a infervorarmi per qualcuno che forse non avrò mai. Pronta a partecipare all’azione, entusiasta di poter ricominciare di nuovo da capo.

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Titolo: Le affinità alchemiche
Autore: Gaia Coltorti
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 15€
N° di pagine: 360
Trama: Giovanni ha diciotto anni, trascorsi quasi tutti a Verona, dove è nato. Una vita tranquilla, qualche amico e, ogni giorno, i lunghi allenamenti in piscina per prepararsi alle gare. Anche a casa regna la quiete: Giovanni vive solo con suo padre, notaio, in quel genere di grande appartamento abitato da due uomini che ogni donna può immaginarsi. Selvaggia ha diciotto anni, molte amiche e diversi spasimanti, vive sul mare e assapora l'estate appena iniziata quando sua madre le sconvolge la vita: si trasferiranno per ragioni di lavoro. Selvaggia cambierà scuola, dovrà ricominciare tutto da capo e lo dovrà fare a Verona, la città dove è nata e da cui proprio la mamma, tanti anni prima, l'aveva portata via, separandola dal padre e dal fratello gemello. Quando Selvaggia varca per la prima volta la soglia della nuova casa, Giovanni è rintanato in camera sua. Gli basta la voce di lei per capire che nulla sarà più come prima. Giovanni scopre quella voce come un regalo, ma al tempo stesso la riconosce, è un suono che vive da sempre dentro di lui: Selvaggia, la sorella perduta, è tornata nella sua vita, per sempre. Lei a Verona non conosce nessuno: solo Johnny - come lo ha subito ribattezzato - può farle da guida e tenerle compagnia nei tre lunghi mesi che devono trascorrere prima della ripresa scolastica. Selvaggia è bellissima, piena di fascino ma anche capricciosa fino allo sfinimento, croce e delizia per il fratello ritrovato. Presto tra i due si sprigiona un'elettricità, un magnetismo, un'affinità...

domenica, aprile 03, 2022

Gocce d'inchiostro: Villette - Charlotte Bronte

Bello, talvolta, è una parola che esprime molto poco. Forse nemmeno lontanamente di ciò che il tuo cuore, la tua anima avverte, quando deve giudicare qualcosa o qualcuno utilizzando questo aggettivo. In certi casi significa che quell’oggetto, quella cosa o persona conferì qualcosa che mi colse del tutto impreparata e che mi infervorò così tanto, da migliorare anche solo un pochino la mia vita. Non mi reputo una persona attaccata alle cose, ma da certe letture capita di non aspettarsi niente e avere molto. Villette approdò sulla mensola della mia libreria quasi due anni fa, durante l’acquisto impulsivo dell’ennesimo giro in libreria, ma il tempo e lo spazio mi indussero a rimandarne il nostro incontro a data da destinarsi. Ma ora che ho potuto studiarlo, respirare fra le sue pagine, vivere di lei dipendeva innanzitutto dalla sua protagonista,, priva di quell’immaginazione eccitata e impressionabile di altre eroine brontiane, ma desiderose di muoversi in un contesto storico, politico e sociale che disgraziatamente cadrà nella ruggine dell’oscurità, ma desiderosa di scovare quella luce più luminosa ed evanescente che avrebbe reso il suo spirito più forte e speranzoso. Il peccato, la disillusione di forme più aspre e potenti, la debolezza delle illusioni avrebbero addolcito qualcosa che era sembrato malinconico, oppressivo, deprimente. La felicità era una forma distante e lontana di sopravvivenza, ma presto o tardi risplenderà su Lucy come dono divino conferito dall’anima. Avvalorandosi di forme simboliche, immerso in uno scenario ombroso ma ricco da cui sarà possibile scovare una via di fuga.


Titolo: Villette
Autore: Charlotte Bronte
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 14, 90 €
N° di pagine: 634
Trama: Quando Lucy Snowe ottiene il posto di istitutrice in un collegio femminile in Belgio, per la prima volta la fortuna sembra sorriderle. Orfana e indigente, timida e sgraziata, per la ragazza quel trasferimento oltremanica è l'occasione per lasciarsi i grigi sobborghi inglesi alle spalle e ricominciare da zero. Ma iniziare una nuova vita non è un'impresa da poco: arrivata a Villette - città immaginaria plasmata da Charlotte Brontë sul modello di Bruxelles -, in un ambiente che le è estraneo, senza parenti né amici, Lucy ci mette del tempo a superare l'iniziale spaesamento e a prendere in mano le redini della propria esistenza. Grazie alla propria forza di carattere, la giovane riesce a guadagnarsi la stima dell'autoritaria direttrice del collegio, Madame Beck, e a entrare in confidenza con suo cugino, il professor Paul Emanuel, un uomo gentile e brillante ma poco portato per la vita mondana a causa del suo temperamento focoso. E proprio nel momento in cui tra i due sembra essere scoccala la scintilla di un'intensa e tormentata storia d'amore, irrompe; sulla scena John Bretton, affascinante amico d'inlanzia di Lucy, che costringerà la ragazza a fare i conti con i dubbi e le scelte che s'impongono a ciascuno di noi quando cerca il proprio posto nel mondo. 

venerdì, aprile 01, 2022

Romanzi su misura: Marzo

In effetti è vero che di pile svettanti e corpose i miei wraup up vantano una certa autorevolezza, ma è anche vero che alla lettura dedico quel giusto tempo per far si che sia così. Non ci penso più di tanto a scegliere un nuovo amico d’inchiostro. Non mi importa di chi si tratta, purchè ci sia. I libri da sempre arricchiscono la mia vita e sempre sarà così. Secondo molti possiedo qualche segreto purchè le mie letture siano così numerose … lo possiedo? Forse…. O forse no :D 

Semplicemente organizzo la mia settimana, durante un weekend tendenzialmente produttivo e modesto, vagando con lo sguardo sulle coste dorate di amici di cui non conosco ancora la natura. Ed è in questi momenti che cerco di fissare obiettivi, che poi mi portano a varcare soglie molto più fantastiche di quel che credevo. Ragion per cui rieccomi con l’ennesimo riepilogo mensile, capitolando ciò che è accaduto in questo terzo mese dell’anno, firmando un trattato di amore assoluto e incommensurabile che niente e nessuno potrà mai estirpare.
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 Un’opera che ho accolto nel mio cantuccio personale e che, slegandosi dalla materia di cui si è fatti ma restando prigionieri di carne e vittime ferite, ci si domanda se convivere con una realtà che presto sarebbe diventata la nostra sia l'unica soluzione. 

Valutazione d’inchiostro: 4






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