venerdì, luglio 31, 2020

Gocce d'inchiostro: Agnes Grey - Anne Bronte

Quando accolsi nel mio cantuccio personale la storia di questa giovane istitutrice, fui come travolta da un deja vu. Non è stato facile non rievocare il ricordo della dolce Jane Eyre. È stato davvero impossibile, penso mentre ripongo queste poche righe.
Dalla mia poltrona preferita, l’ho tenuta d’occhio. Ci sono state così tante vicende, si sono snodate tante situazioni che hanno svolto un ruolo predominante per il mio bagaglio culturale. Hanno arricchito il mio amore per i classici, la letteratura inglese o vittoriana, incidendo sulle tavole del mio cuore dogmi cristiani che si impegnano a difenderci da qualunque calunnia, qualunque aspetto o assetto malvagio, che hanno indotto la dolce Agnes a trincerarsi dietro squarci di vita passata, estremamente drammatica e oscura in cui l’atto di sacrificarsi per qualcosa o qualcuno coincide con la realizzazione di un tipo di libertà incotestuabile. Non c’è perversione, solo la Vita descritta in ogni forma o assetto. E Agnes Grey lo esprime pienamente, sebbene con qualche assetto stilistico simile a quello dell’opera di sua sorella, desiderando leggerla e tornarvi nuovamente fra le campagne rurali inglesi ancora una volta.


Titolo: Agnes Grey
Autore: Emily Bronte
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 9, 50 €
N° di pagine: 288
Trama: Basato in larga misura su esperienze dell’autrice, “Agnes Grey” narra la vicenda di una giovane istitutrice che lascia la casa paterna spinta, più che dalla necessità economica, dal desiderio di conoscere il mondo e di dar prova di sé: una fiura che appare di sorprendente modernità nella sua piena consapevolezza, nella implacabile lucidità e nelle penetrante ironia con cui osserva il mondo che la circonda.

mercoledì, luglio 29, 2020

Gocce d'inchiostro: Il morso della vipera - Alice Basso

 È difficile credere che  io e Alice Basso, in particolare in questo periodo, non ci siamo cercati a vicenda, ma questo è esattamente quello che sembra. Di Alice Basso e delle sue storie eccentriche ma diaboliche, lessi sino al’anno scorso, non dimenticando nemmeno per un istante ciò che avevo sentito, ciò che mi trasmisero le sue pagine. C’era una redattrice che era furba e sveglia come una volpe, così intelligente da aver avuto l’idea di spiattellare al pubblico italiano un indagine/ non indagine letteraria che la lettrice sognatrice e romantica che c’è in me ha apprezzato completamente. Io che tengo d’occhio quelle storie italiane, che nella maggior parte dei casi si tingono di giallo, e che sa che quasi sempre riscontra enormi buchi nell’acqua. Alice Basso però con la saga dedica a Vani Sarcia mi aveva messa sotto al naso il meccanismo contorto di una matassa, che ricordo non era partito eccellentemente ma mi aveva indotto a nutrire una certa curiosità, un certo interesse nei suoi riguardi. ll morso della vipera in parte è stato quello che confidavo di leggere fra le sue pagine, ma anche quel tipo di storia che non mi ha particolarmente colpito piuttosto scivolato addosso come sabbia fine. E non è che mi renda felice tutto questo, perché all’ironia, al tratto spumeggiante e invasivo della protagonista avrei preferito una buona e concreta descrizione storica, qualcosa che avesse un certo mordente e che esplicasse questo forte desiderio di trincerarsi dinanzi a solide barriere. Di gran lunga indimenticabile e bellissima la serie della Scrittrice del mistero, ma questo qui ancora rinchiusa da qualcosa di indefinito, celato che strappa non pochi dinieghi e desideri avventati. Già, avventati. Poiché io che avevo confidato in qualcosa di strabiliante, ma che in questo volume non mi ha trattenuto più di tanto.
Titolo: Il morso della vipera
Autore: Alice Basso
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 16, 90 €
N° di pagine: 302
Trama: Il suono metallico dei tasti risuona nella stanza. Seduta alla sua scrivania, Anita batte a macchina le storie della popolare rivista Saturnalia: racconti gialli americani, in cui detective dai lunghi cappotti, tra una sparatoria e l’altra, hanno sempre un bicchiere di whisky tra le mani. Nulla di più lontano dal suo mondo. Eppure le pagine di Hammett e Chandler, tradotte dall’affascinante scrittore Sebastiano Satta  Ascona, le stanno facendo scoprire il potere delle parole. Anita ha sempre diffidato dei giornali e anche dei libri, che da anni ormai non fanno che compiacere il regime. Ma queste sono storie nuove, diverse, piene di verità. Se Anita si trova ora a fare la dattilografa la colpa è solo la sua. Perché poteva accettare la proposta del suo amato fidanzato Corrado, come avrebbe fatto qualsiasi altra giovane donna del 1935, invece di pronunciare quelle parole totalmente inaspettate: ti sposo ma voglio prima lavorare. E ora si trova con quella macchina da scrivere davanti in compagnia di racconti che però così male non sono, anzi, sembra quasi che le stiano insegnando qualcosa. Forse per questo, quando un’anziana donna viene arrestata perché afferma che un eroe di guerra è in realtà un assassino, Anita è l’unica a credere. Ma come rendere giustizia a qualcuno in tempi in cui di giusto non c’è niente? Quelli non sono anni in cui dare spazio ad una visione obiettiva della realtà. Il fascimo è in piena espansione. Il cattivo non viene quasi mai sconfitto. Anita deve trovare tutto il coraggio che ha e l’intuizione che le hanno insegnato i suoi amici detective per indagare e scoprire quanto la letteratura possa fare per renderci liberi.

lunedì, luglio 27, 2020

Gocce d'inchiostro: Il malinteso e La commedia borghese - Irène Némirovsky

Ho nutrito un certo amore per Irène Nèmirovsky sin dal primo momento in cui conobbi lei e il suo splendido Suite francese. Seppur doloroso, drammatico, denso di quel tipo di malinconia che a me piace tanto, che mi colpì così tanto da desiderare nell’immediato leggere qualcos’altro di suo. Quando ti appassioni così tanto a qualcosa o qualcuno credo sia necessario alimentare questo interesse, e l’unico modo in questo caso era quello di leggere ogni opera pubblicata da questa autrice. Se fosse postuma o meno, sarebbe stato un altro paio di maniche.. Eppure, approcciarmi a lei e ai suoi romanzi, ogni qualvolta, mi rende soddisfatta, completa, compresa, poiché le storie che mi sono state raccontate si attengono ad uno schema preciso che definisce l’autrice come una poetessa francese. Perlomeno io la definisco così.
Da dove deriva questa mia devozione, francamente non lo so. Me lo sono chiesta quando la conobbi, nel mentre la conoscevo maggiormente, anche adesso che il mio percorso lentamente si conclude, sebbene ogni romanzo è un tassello diverso dall’altro. Un frammento della sua anima che una volta catturato, riversato in pagine bianche, cela dietro intere generazioni di famiglie, ebrei, donne o bambini nati o deportati nel fronte francese che è forse da qui, da questo forte slancio a voler parlare di loro, di lei, che l’ho amata, la amo così intensamente. Impossibile non volerle bene, non capirla, né frequentarla. E come dimostranza, ecco due racconti belli, brevi e profondi che si interrogano sull’irrazionalità dell’uomo, sul suo essere perennemente insoddisfatto, la rabbia associata da qualcosa che forse non tornerà mai più. Così facile sospettare le sue crudeltà, le sue sofferenze, i suoi drammi, quando per l’ennesima volta le sue parole sono arrivate dritte al mio cuore.
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Titolo: Il malinteso
Autore: Irène Nèmirovsky
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 12 E
N° di pagine: 190
Trama: “L’amore, mia cara,è un sentimento di lusso!”, questo cerca di spiegare una madre che ha molto vissuto ( e che dalla vita ha imparato una grande lezione: “Dare pochissimo e pretendere ancora meno” ) alla figlia innamorata e infelice. Ma lei, Denise, non lo capisce: quando suo marito glielo ha presentato sulla spiaggia di Hendaye, Yves le è apparso come un giovanotto elegante, raffinato, di bell’aspetto; e poiché alloggiava nel suo stesso albergo, ha creduto che fosse ricco quanto l’uomo che ha sposato, e a cui la lega un affetto tiepido e un po' annoiato. Poi il marito è stato richiamato a Londra da affari urgenti, e quelle giornate di settembre “piene e dorate” sono state come un sogno: la scoperta della reciproca attrazione, le passeggiate, le notti d’amore. Il ritorno a Parigi ha significato anche un brusco ritorno alla realtà: no, Yves non è ricco, tornato dal fronte si è reso conto di aver perduto tutto, ed è stato costretto (lui, cresciuto in un mondo in cui “c’erano ancora persone che potevano permettersi di non fare niente”) a trovare un impiego che lo avvilisce e lo mortifica.

sabato, luglio 25, 2020

Gocce d'inchiostro: I falò d'autunno - Irène Némirovsky

È difficile credere che un romanzo apparentemente semplice, appassionato, realistico ed estremamente drammatico come questo abbia tentato di cercarsi continuamente. Perdersi e poi ritrovarsi, ma è quello che sembra. C’è una storia meravigliosa dietro I falò d’autunno che non dimenticherò tanto facilmente, e che a quanto si dice è un tassello mancante dell’altrettanto magnifico I doni della vita. Quest’ultimo letto e recensito ad inizio anno, nel fervore di un periodo destabilizzante e tragico, che tuttavia sentì come mio. Fra gruppi di donne furbe e sveglie come cornacchie da aver conferito esattamente l’idea di portare sulle spalle fardelli fin troppo pesanti per le loro fragili e stanche membra, tennero nel loro grembo gruppi di uomini che si vedono annientati, schiacciati dal fragore di una delle Grandi Guerre, consapevole del macchinoso e crudele destino riservatogli. Ed è stato proprio per << causa >> loro, che intere famiglie, matrone, mogli ansiose e severe si sono viste incastrate in faccende orripilanti, sacrileghe, drammatiche, qualcuna che ha persino toccato la morte, che prima di allora mai avrebbero creduto di dover tenere conto a simili preoccupazioni. Le ho viste stringersi le une dalle altre, come una miscela compatta e disomogenea che alla fine potranno spiccare il volo.
Eppure leggere questo romanzo non è stato semplice; mi ha conferito sensazioni bellissime ma altalenanti, che tuttavia mi hanno schiacciato col loro peso in una condizione di pura e semplice impasse, che mi ha vista appollaiata sulla mia poltrona preferita curiosa e intrepida a poter vedere come i figli di carta nèmirovskiani avrebbero potuto prendere il volo. Non così lontano da non poter tornare indietro, ma nel bel mezzo di un disastro cosmico che li allontanerà definitivamente dall'annientamento.
Titolo: I falò d’autunno
Autore: Irène Nèmirovsky
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 280
Trama: Come molti altri della sua generazione, dalle atrocità della Grande Guerra il << piccolo eroe >> Bernard Jacquelain è stato trasformato in un << lupo >> avido di piaceri e di denaro, cinico e disincantato, e unicamente attratto dal mondo luccicante dei faccendieri, degli affaristi, dei politici corrotti. A niente servirà la presenza dolcissima della giovane moglie: lui ha voglia di avventure, e di quella mediocre vita piccolo borghese non sa che farsene. Ma il fuoco di molti incendi verrà a devastare i campi della sua vita: un amore sordido, una dèbacle finanziaria, un’altra guerra, un lutto atroce. Solo allora Bernard capirà che cosa vuole davvero – e saprà che da quel cumulo di ceneri può nascere una vita nuova.

giovedì, luglio 23, 2020

Gocce d'inchiostro: Il regno corrotto. Grishaverse - Leigh Bardugo

Una manciata di giorni dopo la lettura intensa di Sei di corvi, assediata dalla curiosità e dal forte desiderio di sapere, ricordando uno dei momenti cruciali del romanzo ( una battaglia che è il preludio di un destino ancora incerto, tumultuoso, increscioso, il forte senso di rivalsa nel conquistare qualcosa di apparentemente illusorio ma che non ha distrutto ne distruggerà questa determinazione ), mi sono approcciata a questo secondo volume quasi come priva di volontà. Non era la mia mente, la mia coscienza ad avermi tenuta incollata, bensì ciò che è stato scritto, è stato riversato in pagine che apparentemente non hanno ne possiedono niente di nuovo bensì un mondo intero. Bellissimo, ammaliante, seducente, che mi ha scaraventato da un posto ad un altro, da un luogo ad un altro, un posto insomma che credevo non facesse per me e invece mi ha indotta a metterci piede e a non abbandonarlo per un secondo. Fino alla fine. Fin quando il sangue che era colato dai tagli che hanno avuto nella faccia gruppi di adolescenti intrepidi e straordinari non ha stagnato completamente, mentre le ferite inferte al mio cuore hanno continuato a gocciolare e sporcare dappertutto.




Titolo: Il regno corrotto. Grishaverse.
Autore: Leigh Bardugo
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 19, 90 €
N° di pagine: 480
Trama: Kaz Brekker e la sua banda di disperati hanno appena portato a termine una missione dalla quale sembrava impossibile tornare sani e salvi. Ne avevano dubitato persino loro, a dirla proprio tutta. Ma rientrati a Ketterdam, non hanno il tempo di annoiarsi nemmeno un istante perché sono costretti a rimettere di nuovo tutto in discussione, e a giocarsi ogni cosa, vita compresa. Questa volta, però, traditi e indeboliti, dovranno prendere parte a una vera e propria guerra per le buie e tortuose strade della città contro un nemico potente, insidioso e dalle tante facce. A Ketterdam, infatti, si sono radunate vecchie e nuove conoscenze di Kaz e dei suoi, pronte a sfidare l’abilità di Manisporche e la lealtà dei compagni. Ma se i sei fuorilegge hanno una certezza è questa: dopo tutte le fughe rocambolesche, gli scampati pericoli, le sofferenze e le inevitabili batoste che hanno dovuto affrontare insieme, troveranno comunque il modo di rimanere in piedi. E forse di vincerla, in qualche modo, questa guerra, grazie alle rivoltelle di Jesper, al cervellone di Kaz, alla verve di Nina, all’abilità di Inej, al genio di Wylan e alla forza di Matthias. Una guerra che per loro significa una possibilità di vendetta e redenzione e che sarà decisiva per il destino del mondo Grisha.

martedì, luglio 21, 2020

Gocce d'inchiostro: Tess dei D'Urbeville - Thomas Hardy

Ho riscontrato sensazioni incredibilmente belle fra le pagine di Tess dei D'Urbeville, pilastro della letteratura italiana novecentesca. Tormento, turbamento, smarrimento, ma anche gioie, sogni, speranze. Abbracciando questa storia cogliendo la bellezza di ogni cosa, integrandomi con personaggi immaginari che, per una manciata di giorni, erano divenute persone, evidenziando una particolare sintonia fra la me, lettrice, e gli stessi personaggi.
Quest'oggi, quindi, la recensione di una delle opere più significative, intense e originali di tutta la letteratura inglese, nonché rappresentazione perfetta di un grande e appassionato amore. Semplice e autentico, come le tragedie antiche, tesa a gettar una luce alquanto significativa sulla realtà.







Titolo: Tess dei D'Urbeville
Autore: Thomas Hardy
Prezzo: 8; 90 €
Casa editrice: Bur Rizzoli
N° di pagine: 450
Trama: Un'indimenticabile storia d'amore e morte fiorita nella magica atmosfera della brughiera inglese, ora dolce, ora crudele. Le vicende di un'eroina purissima travolta dalle forze del male e del destino.

domenica, luglio 19, 2020

Gocce d'inchiostro: Sei di corvi - Leigh Bardugo

Il viaggio compiuto con Leigh Bardugo e il suo bellissimo Sei di corvi si svolse in un silenzio greve: silenzio da parte mia perché sopraffatta di eventi che sono stati più grandi di me. Scorribande, eventi, situazioni che attanagliano le viscere e che, fortunatamente, si è rivelato di gran lunga superiore de La nona casa, che una lettrice semplice, appassionata e romantica come me ha visto in questa saga un appiglio per sopraffare qualunque male e oscurità. Una patina opprimente di amarezza, contrarietà, nel quale il ricordo che si serba gelosamente di se stessi, un forte istinto di autoconservazione è qualcosa di straordinariamente potente.
Sei di corvi è il primo volume di una duologia che mi ha allontanata dalla routine, dalla monotonia, scaricata quasi brutalmente in un posto oscuro, bellissimo e sorprendente che emerge dall’oblio per insinuarsi nell’anima di chiunque con prepotenza ed impetuosità. Dovevo vedere con i miei occhi tutto ciò. Non volevo crederci. La Bardugo però, ammanettando qualunque forma di clichè nel panorama letterario, imbastisce il primo volume di una storia che mi ha generosamente accolta, sorretta così bene intorno alle necessità di chiunque – ottenebrati dal forte impulso di conoscenza che da un momento all’altro potrebbe assillarlo.
Titolo: Sei di corvi
Autore: Leigh Bardugo
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 17, 90 €
N° di pagine: 408
Trama: A Ketterdam, vivace centro di scambi commerciali internazionali, non c’è niente che non possa essere comprato e nessuno lo sa meglio di Kaz Brekker, cresciuto nei vicoli bui e dannati del Barile, la zona più malfamata della città, un ricettacolo di sporcizia, vizi e violenza: Kaz, detto anche Manisporche, è un ladro spietato, bugiardo e senza un grammo di coscienza che si muove con disinvoltura tra bische clandestine, traffici illeciti e bordelli, con indosso gli immancabili guanti di pelle nera e un bastone decorato con una testa di corvo. Uno che, nonostante la giovane età,  tutti hanno imparato a temere e rispettare. Un giorno Brekker viene avvicinato da uno dei più ricchi e potenti mercanti della città e gli viene offerta una ricompensa esorbitante a patto che riesca a liberare lo scienziato Bo Yul – Bayur dalla leggendaria Corte di Ghiaccio, una fortezza considerata da tutti inespugnabile. Una missione impossibile che Kaz non è in grado di affrontare da solo. Assoldati i cinque compagni di avventura – un detenuto con sete di vendetta, un tiratore scelto col vizio del gioco, uno scappato di casa con un passato da privilegiato, una spia che tutti chiamano lo “Spettro”, una ragazza dotata di poteri magici -, ladri e delinquenti con capacità fuori dal comune e così disperati da non tirarsi indietro nemmeno davanti alla possibilità concreta di non fare più ritorno a casa, Kaz è pronto a tentare l’ambizioso quanto azzardato colpo. Per riuscirci, però, lui e i suoi compagni dovranno imparare a lavorare in squadra e a fidarsi l’uno dell’altro, perché il loro potenziale può si condurli a compiere grandi cose, ma anche provocare grossi danni.

venerdì, luglio 17, 2020

Gocce d'inchiostro: Romeo e Giulietta; Re Lear - William Shakespeare

 Il mio interesse nei riguardi dei classici, in generale, di William Shakespeare, iniziò durante il primo semestre dell’anno scolastico di quinto liceo, quando ero già una studentessa ligia al dovere e allo studio che per caso si era approcciata a questo genere letterario, in una veste di pragmatismo e coraggio. Il primo approccio fu con Charlotte Bronte, e, successivamente, William Shakespeare le cui letture furono a dir poco decorose. Era dunque un mondo nuovo, inesplorato che avrebbe aumentato a dismisura il numero di letture da leggere, tutto naturalmente dovuto dalle mie scelte o preferenze personali.
E fortunatamente di opere shakesperiane la letteratura vanta un sufficiente numero che, mentre ripongo queste poche righe, mi inorgogliscono maggiormente. È più facile inerpicarsi in territori inesplorati ma conosciutissimi, senza intavolare alcuna conversazione con la mia anima semplice. Per quanto trabocchino di originalità, interesse, all’età di quasi ventotto anni sono contenta di aver già letto qualcosa di William Shakespeare, anche se molto poco ancora. Il mio obiettivo era di espandere la mia esperienza al di là dell’ambito scolastico, e il modo migliore è quello di cibarsi di ogni opera, testo scritto.

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Titolo: Romeo e Giulietta
Autore: William Shakespeare
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 8, 50 €
N° di pagine: 270
Trama: In “Romeo e Giulietta la morte è presente in vario modo fin dall’inizio. Ma è con il duello tra Mercuzio e Tebaldo che essa entra realmente in scena e avvia quella sua presa di possesso della città cui la tragedia conduce. Non solo, ma che la prima vittima sia Mercuzio. Simbolo di giovinezza e di libertà, della gioia di vivere e della stessa gioia di far teatro, è anche indicativo di chi sia l’oggetto di questo assalto della morte: non i vecchi, ma i giovani, non il declinare della vita, ma il suo sbocciare, non la stanchezza, l’aridità del cuore, ma la sua freschezza, il suo desiderio d’amore. Tebaldo uccide Mercuzio; Romeo uccide Tebaldo, finchè come sappiamo, la morte aggredisce anche Romeo e Giulietta, e la “bella Verona” celebrata all’inizio si trasforma in una tomba. Nulla di vivo resta se non i vecchi, la cui faida e il cui egoismo, non il caso, hanno ucciso i giovani. Romeo e Giulietta potranno finalmente stare insieme ms solo nella cripta, con il loro amore raggelato per l’eternità nelle statue d’oro che i carnefici eleveranno a ricordo.

mercoledì, luglio 15, 2020

Gocce d'inchiostro: Nobody - Charlotte Link

Questo 2020 si sta rivelando sotto certi aspetti un anno piuttosto grottesco, insulso, cancellabile, e sotto altri sorprendente. Avventuroso, inaspettato, drammatico ma anche di riscoperte, abbracci furtivi con vecchi amici, incontri inaspettati con figure di carta e inchiostro nel cuore della notte. Non soltanto dunque un anno drammatico che sedimenta nell’anima di chiunque per i numerosi fatti o vicende succedute, bensì che sotto la scorza dura cela un certo fascino. Naturalmente un fascino relativo alla letteratura, alla scrittura, agli autori che si sono posti dinanzi al mio cammino, che desideravo conoscere e affrontare da tempo. Nel caso di Charlotte Link, questo romanzo si è trattata di una rilettura. E fu lo stesso romanzo ad convocarmi al suo cospetto. In meno di un ora ero stata convocata nella campagna rurale dello Yorkshire, nel fascino avvolgente della piccola e ingenua Grace, con le sue avventate azioni di sotterranee solitudini, insieme alle mie lusinghe sul modus operandi di come è stata orchestrata la storia. Affascinante, misteriosa, avvincente dalla prima all’ultima pagina, che per l’ennesima volta mi ha conquistata. Impelagata nelle vicende di svariati personaggi perennemente in bilico a preoccupazioni anguste e limitate che tuttavia non si presterà ad alcuna correzione.
 Titolo: Nobody
Autore: Charlotte Link
Casa editrice: Tea 
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 522
Trama: A Scarborough, una località di mare dello Yorkshire, viene trovato il corpo di una studentessa brutalmente assassinata. Per mesi la polizia brancola nel buio alla ricerca non solo di un autore, ma anche di un movente. Fino a quando un nuovo omicidio scuote gli abitanti della cittadina. Questa volta la vittima è una donna anziana. Le modalità dell’assassino, tuttavia, sono le stesse e la poliziotta incaricata delle indagini si convince che il nesso fra gli omicidi sia da ricercare nel passato delle due famiglie. E, con l’aiuto di un diario trovato per caso, si imbatte in una vicenda accaduta più di mezzo secolo prima, quando in paese era arrivato, insieme agli sfollati da Londra durante i bombardamenti, un bambino di cinque anni apparentemente orfano, ritardato e che si era subito attaccato a una ragazzina di poco maggiore. Brian era il suo nome: questo era tutto ciò che si sapeva di lui. Da tutti era stato “battezzato” Nobody e da tutti era stato maltrattato per anni, atrocemente. Che fine abbia fatto nessuno lo sa e a Scarborough tutti hanno cercato di dimenticare questa brutta storia. Ma ognuno in cuor suo sapeva che un giorno o l’altro sarebbe saltata fuori.

lunedì, luglio 13, 2020

Gocce d'inchiostro: Amleto e Sogno di una notte di mezza estate - William Shakespeare

 Il mio bagaglio cultura annovera un discreto numero di letture shakesperiane. Non sono le letture che prediligo in assoluto, ma Shakespeare mi piace. Non è il caso che riponga righe, riempia pagine e pagine di parole per cui leggere ogniqualvolta un suo romanzo è un esperienza davvero incredibile. Indimenticabile, che a distanza di qualche tempo mi piace rivivere sulla mia pelle. Non riesco ad evitarlo. Del resto, è questa la prassi che mi vede coinvolta, quando un romanzo mi piace o mi turba particolarmente.
Ed è così che un pomeriggio di inizio luglio mi vide imbrigliata nelle maglie di due opere teatrali, due classiconi, che mantegono intatta la mia fervida idea di voler presto riservare un attenzione più scrupolosa a questo autore, con la lettura di altri suoi testi, e di esporre quella che altri non è che letteratura nel vero e proprio significato del termine. Rifulgere in una realtà che non è la nostra, ma la cui anima altisonante sovrasta le nostre fragili membra. Connetendosi ad un livello così alto e inimmaginabile, definendolo quasi come un gesto spontaneo che sono contenta di aver compiuto ancora una volta.


Titolo: Amleto
Autore: William Shakespeare
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 320
Trama: La vicenda che Shakespeare doveva mettere in scena era, senza mezzi termini, il rapporto di una mente umana con la vita, il suo problema, allora era quello di far muovere Amleto, con la sua “prodigiosa consapevolezza”, su un terreno adeguato al personaggio e alla sua ricerca. Poiché tutta la vita doveva essere messa in discussione, sottoposta all’analisi, al dubbio di un Amleto che è l’unico moderno, Shakespeare crea una struttura supremamente elastica e comprensiva, capace di abbracciare pianto e riso, ragione e follia, amore e odio; di passare da un universo domestico a un paesaggio sconfinato, da un salone di corte a un campo militare, da una fortezza a un cimitero. Sebbene guardiamo l’Amleto, vediamo come ogni esperienza umana vi venga rappresentata. Tutta la vita; e più ancora: la vira vista come immagine di se medesima, come teatro.

sabato, luglio 11, 2020

Gocce d'inchiostro: Cuore - Edmondo De Amicis

Certe letture sono necessarie, non perché pongono temi, scelte, situazioni, elementi letterari che dovrebbero far riflettere - l’amore per la patria, per la famiglia, l’istruzione, la cultura, le guerre, i disordini politici e sociali -, semplicemente perché certe letture consolidano la nostra identità. Le letture che mi hanno accompagnato in questo periodo non mi hanno conferito delusioni o perplessità, poiché consapevoli come nella maggior parte dei casi che riesco a comprendere i motivi per cui attingo a certe scelte. Autori che silenziosamente reclamano la loro attenzione da tanto tempo, la stabilità e l’interesse riservate a pagine che sono reduci di salti temporali che inebetiscono, sbalordiscono, ammaliano, che ti saltano alla gola e anelano ad avere ancor di più. I romanzi letti, questo romanzo che ho letto, come piccole e invisibili creature si sono annidate nel mio cerchio personale con la consapevolezza che tantissimi anni fa si fece leggere, addossandosi malauguramente la nozione di lacuna letteraria da colmare meglio in un tempo futuro. E per svariate ragioni, ho colmato la lacuna letteraria del romanzo di Edmondo De Amicis consapevole che questo fosse il momento giusto. Vocazione che mi ha letteralmente invaso, un pomeriggio di fine giugno, dissoluto e apparentemente indifeso ma ossessionato dal voler riporre l’amore per la patria, la famiglia, l’istruzione come capacità di resistere. Senza farsi intimidire, dal secolo rigoglioso, bellico che l’Italia visse in quel lasso di tempo, mentre minima è stata la sua presa nella vita, nella mia, che tuttavia non si è mostrata insoddisfatta, nemmeno per un istante, di questa lettura.
 Titolo: Cuore
Autore: Edmondo De Amicis
Casa editrice: Bur
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 424
Trama: “Lo schietto amor patrio vibra in quasi ogni pagina e l’amore per gli umili, per gli infelici, per coloro che sono stati diseredati dalla società o dalla natura. Nell’Italia che dopo la passione del Risorgimento viveva una vita grigia e borghese, Cuore portò una fiamma di sentimento, un’ala di poesia, un grido di speranza verso mete più alte e luminose”.

giovedì, luglio 09, 2020

Gocce d'inchiostro: Diari - Sylvia Plath

Tornare nuovamente qui, a riporre nero su bianco ciò che mi si agita dentro, dopo aver conosciuto una donna romantica e sensibile come Sylvia Plath, un giovedì di inizio luglio, spinta dalla curiosità e da una forte sete di conoscenza, assistetti e toccai ogni suo attimo, gesto di vita mediante pagine di diario che, ignara di ciò, originariamente dovevano essere aperte esclusivamente a lei e alla sua anima. Qualche giorno dopo averli letti, pagina dopo pagina, mi sorpresi a sedermi sulla mia poltrona preferita, con lo sguardo perso chissà dove, sentendo ancora la mancanza di una donna, che per gran parte del tempo è esistita solo nella mia testa e che il mio essere diffidente mi indusse a procrastinarne il nostro incontro…. Ma eccomi qui, ancora sofferente e dilaniata. Aggregata finalmente a quella cerchia di lettori accaniti alla poesia e alla Plath, un gruppo ampio di lettori che amano esplorare la letteratura novecentesca, ma soprattutto spingersi al di là dell’immaginazione. Gente che vivono con la consapevolezza che la vita è effimera, un percorso spesso accidentato di cui non se ne conoscono le sorti e l’individuo, seppur ignaro delle subdole gesta di un Fato crudele ed egoista, coglie l’attimo non rinnegando alcuna idea o prospettiva.
Sarà forse stata la patina di stranezza e mistero che circondò l’aura della scrittrice e poetessa, le sue innumerevoli esperienze dinanzi alla morte, il suo forte modo di essere una creatura socievole, aperta alla vita, ma invano, o forse la causa di fuggevoli impressioni che fecero la sua stessa coscienza guasta, imbarbicata in attimi di esasperanti sospiri, onde galleggianti di estrema tristezza, lontano – forse fin troppo – dall’idea di normalità a cui anelava così tanto. In lettere che consumano, sminuzzano la nostra anima in minuscole particelle, pieno di romanticismo, sentimentalismo, ma tanta tanta sofferenza, desiderio di ottenere qualcosa forse più grande di noi stessi, parte di un tutto straordinario, meraviglioso, indimenticabile, irrinunciabile che è rimbalzato nel mio petto come singhiozzi sincopati, riecheggiando, autovenerando, commiserando la figura di questa coraggiosa donna.

Titolo: Diari
Autore: Sylvia Plath
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 433
Ttrama: Quando si comincia a leggere questi diari si ha l’impressione di seguire le febbrili annotazioni di una bella ragazza americana che scopre l’Europa: tutto vibra, tutto sprizza energia, c’è un senso di attesa che si impone su tutto. Ma presto ci accorgiamo che le cose non stanno così. O meglio, non soltanto così. E ci immergiamo in una lettura sempre più appassionante e talvolta angosciosa: il giornale di bordo di una sensibilità acutissima, lacerata e drammatica, quella di una scrittrice che per i suoi versi e per il suo tragico destino è diventata un emblema, un vero culto, per molti lettori.

martedì, luglio 07, 2020

Danzando su carta: 18 °

Da quant’è che è entrato questo 2020, su Sogni d’inchiostro non ha più fatto presenza alcuna parvenza di distrazione o distoglimento generale. I romanzi che leggo, pur quanto notevolmente importanti e conosciuti, non potranno mai conferire quel senso di leggerezza a cui si aspira nel momento in cui parlano alla gente. C’è sempre un chè di drammatico, serio, un bello squarcio dell’anima che imperversa su di noi e sui nostri pensieri.
In che modo, dunque, allontanarsi da questo fronte, se non proponendo una bella carrellata di arrivi librosi, che in questa calura estiva è un invito allettante per chiunque. Certamente i bookhaul sono sempre ventate di aria fresca, qui, su questo piccolo angolo di Paradiso mancato. Basta semplicemente lasciarsi andare, e immaginare i motivi per cui si amano risme di carta e inchiostro, le cui pagine profumano ancora di fresco e nuovo. Quella piccola montagna luminosa, colorata, seducente e invitante che potrebbe donare uno squarcio di felicità, per tutto il tempo che si desidera?
Così, senza cincischiare oltre, un modo diverso dal solito per accogliere la stagione estiva, nuovi arrivi librosi scovati per caso nella libreria più vicina della mia città, il cui numero li rende a mio avviso più mitico di quel che sembra. Non soltanto per me, che amo la letteratura, la scrittura in generale, ma per quei lettori di passaggio che li gustano nel ricordo, fino alla fine dei loro giorni.


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Titolo: La commedia borghese
Autore: Irène Nèmirovsky
Casa editrice: Elliot
Prezzo: 8 €
N° di pagine: 176
Trama: E’ una scrittura, quella di questi racconti, puramente descrittiva, acuminata e profondamente ispirata e proiettata a quella tecnica da “ macchina da presa” cui la narrazione, secondo l’autrice, non doveva rinunciare.

domenica, luglio 05, 2020

Gocce d'inchiostro: La nona casa - Leigh Bardugo

Non ho mai voluto sfatare il mito dell’inaspettato. Ho sempre pensato che ogni romanzo abbia bisogno del suo tempo, e talvolta così inaspettati che ci attendono, lì, invisibili, silenziosi, maturando col passare degli anni, pronta a esplodere, in un milione di altre cose. Nel caso de La nona casa della oramai celeberrima Leigh Bardugo la cosa inaspettata, il lato << nascosto >> di questo romanzo disgraziatamente per me si è discostato dalla bella e avvincente lettura di Tenebre e ghiaccio in cui ogni cosa sembrava sfuggisse al mio controllo, mi incitò ad appassionarmi. Cosa mi aspettavo da questa ultima sua fatica pubblicata, certamente non lo so, ma la cosa inaspettata in tutto ciò è che confidavo che il romanzo, definito come lettura per adulti, sofisticata e colta, si sia rivelata piatta, monotona, a tratti incomprensibile … e per quale motivo per me è stato insoddisfacente? Perché sono stata “schiava” di un gioco perverso, ben studiato, ma fastidiosamente lento e poco appassionante. E poi, in uno straordinario scenario collegiale inglese, ho avuto la conferma che La nona casa mi aveva escluso completamente dal suo magico ed esoterico mondo. Tentare di integrarmi, nel momento in cui ho preso consapevolezza di ciò, mi ha costretta a giudicare definitivamente e mediocramente l’improbabilità che fosse il luogo in cui adattarmi. Ho volato attraverso una tempesta durata quattrocento pagine, in cui non ho avuto ne riscontrato alcuna soddisfazione. E per districarmi da questo torpore, svegliarmi da questa brutta sorpresa, fingo che La nona casa non sia stato scritto da Leigh Bardugo e che il mondo Grishaverse sia più intrigante di questo posto.


Titolo: La nona casa
Autore: Leigh Bardugo
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 19, 90€
N° di pagine: 420
Trama: Galaxy “Alex” Stern è la matricola più atipica di tutta Yale. Cresciuta nei sobborghi di Los Angeles con una madre hippie, abbandonata molto presto la scuola e, giovanissima, entra in un mondo fatto di fidanzati loschi e spacciatori, lavoretti senza futuro e di molto, molto peggio. A soli vent’anni, è l’unica superstite di un orribile e irrisolto omicidio multiplo. Ma è a questo punto che accade l’impensabile. Ancora costretta in un letto d’ospedale, le viene offerta una seconda possibilità: una borsa di studio a copertura totale per frequentare una delle università più prestigiose del mondo. Dov’è l’inganno? E perché proprio lei? Ancora alla ricerca di risposte, Alex arriva a New Haven con un compito ben preciso affidatole dai suoi misteriosi benefattori; monitorare le attività occulte delle società segrete che gravitano intorno a Yale. Le famose otto “tombe” senza finestre sono i luoghi dove si ritrovano ricchi e potenti, dai politici di alto rango ai grandi Wall Stree. E le loro attività occulte sono più sinistre e fuori dal comune di quanto qualunque mente, anche la più paronoica, possa immaginare. Fanno danni utilizzando la magia proibita. Resuscitano i morti. E, a volte, prendono di mira i vivi.

venerdì, luglio 03, 2020

Gocce d'inchiostro: Eterna - Victoria Alvarez

Ascoltare una storia d’amore come questa, sebbene semplice e poco conosciuta, fu uno dei migliori pretesti per allontanarmi letteralmente dalla realtà circostante. Per quanto stia vivendo un periodo decisamente no, i libri, la lettura, sono un buonissimo antidoto alla tristezza, ed Eterna della giovanissima Victoria Alvarez è un quadro raffinato e coinvolgente a cui ho riservato un entusiasmo straordinariamente eccelso. Sembrava dotato di quella magia, quel senso di smarrimento che la mia coscienza cercava, ed attingendo da una storia affascinante, seducente, dotata di una sensibilità innata e un ritmo serrato che ai miei occhi è divenuta eccezionale pur quanto effettivamente non lo è, è stata quello strumento adatto di una profondità elevata e una forza di persuasione possibile, che ha combinato infinite possibilità. Una versione moderna del romanzo gotico vittoriano, ambientato però ai tempi dei famigerati ed efferrati omicidi di Jack Lo Squartatore, che ha per me ricoperto una grande importanza, mi ha colpito per la bravura della sua autrice nel saper essere stata in grado di destreggiarsi in un mondo in cui l’amore, il rispetto, l’amicizia, i legami di sangue non lasciano adito a dubbi o perplessità.
Titolo: Eterna
Autore: Victoria Alvarez
Casa editrice: Fanucci
Prezzo: 16, 90 €
N° di pagine: 512
Trama: Londra, 1888. Annabel Lovelace è cresciuta nel cimitero di Highgate, e non conosce nulla al di fuori della sue alte mura. Abbandonata a soli quattro anni dalla madre, ha come unico affetto la cara zia Heather. Senza di lei non potrebbe affrontare il terribile zio Tom, custode del cimitero. A sei anni, dopo aver sofferto di cuore sin dal primo anno di vita, il medico di famiglia le prescrive una medicina che dovrà accompagnarla per sempre… sei gocce di digitale purpurea per mantenerla in vita, sei gocce rosse come il sangue che la strapperanno alla morte. Insieme alle preziose gocce, arriverà per Annabel una sorpresa sconvolgente, che marcherà la sua esistenza alla fine dei suoi giorni: è in grado di incredulità che Annabel sentirà che il suo cuore malato riuscirà a riempirsi di vero amore se solo potesse capire chi è quell’uomo che perseguita i suoi sogni.

mercoledì, luglio 01, 2020

Romanzi su misura: Giugno

Sapere come comportarsi all’inizio di un nuovo percorso, un nuovo progetto, un nuovo anno, un nuovo mese, non è mai così semplice come credo perché pur quanto mi impongo di leggere ciò che mi ero prefissata, passo gran parte di questi giornate in uno stato di transizione tra l’originalità e la curiosità, tra la comprensione e l’ignoranza, tra l’affettuosa confidenza e la violenta irritazione. Non stilo mai TBR semplicemente perché non riesco mai a rispettarle: è tempo perso! E diversamente da molti altri blogger, vivo le mie letture esattamente come vivo la vita: alla giornata. La mia è una predisposizione semplice, anche se apparentemente pretenziosa, ma ho sempre sentito l’esigenza di ascoltare il mio cuore, anziché il mio cervello, modo straordinario in cui l’immaginazione si scontra contro il pensiero astratto.
Ora che un altro mese è trascorso, e siamo giunti all’estate, ecco un nuovo riepilogo di letture mensili, che ho l’impressione non tolga niente ad altri post pubblicati in precedenza, ma sono un avvicendarsi di incontri o scontri che confluiscono in un quadro meraviglioso ed emozionante.

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Romanzi su misura in digitale


Paziente, asettico, neutro e pacato portatore di brutti sogni, ricordi ingialliti dal tempo, trascrizioni o revisioni confidate ad amici invisibili che avrebbero dovuto aggiustare qualcosa. Conferito con una certa importanza, ma conoscitore di realtà indivisibili e invincibili. In pagine di diario che giocherellano fra la vita e la morte, la solitudine e la compassione, pervaso da una strana immobilità, una certa inquietudine tipica di quelle scene colme di dense atmosfere di attesa. Completamente distante dalla mia orbita, esibito silenziosamente in un ambiente che mi ha ispirato solo simpatia.
Valutazione d’inchiostro: 2 e mezzo
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