mercoledì, agosto 31, 2022

Romanzi su misura: Agosto

Probabilmente, un lettore non avvezzo a leggere – un non lettore, dunque- , e che apre un romanzo una o due volte all’anno, crederebbe sia pazza. Leggo tanto, lavoro, pratico sport, svolgo le faccende domestiche nel weekend, scrivo, ma di tempo per leggere non ne manca mai. Penso al famigerato segreto che mi contraddistingue…. Qual è? Semplice! Organizzarsi. Al mattino mi alzo presto, e prima di andare al lavoro leggo almeno mezz’ora. Dopo pranzo, e prima di andare a ninna. Piccoli squarci di vita quotidiana che scandagliano quella che sono: una lettrice che non riesce a saziarsi di parole. Perché leggendo, vivendo sulla pelle altre storie, rimpiazzo il peso di un mondo talvolta opprimente, talvolta oppressivo…. Porca miseria, se ne vale la pena! Da ciò ne derivano sempre mesi di numerose e intensissime letture e, questo ottavo mese dell’anno, con l’eccezionale presenza del mio compleanno. Bè, provate a immaginare come sarebbe per un lettore un mondo senza libri. Deprimente, insoddisfacente, vuoto. E in queste forme di ampio respiro la mia anima si libra nei cieli celesti, e come ogni santissimo mese fa rapporto di ciò che ha vissuto in soli trenta giorni. E cosa c’è di più  bello nel condividere l’amore, checchè esso sia, con altre forme individuali? Abbastanza per raggiungere il Paradiso.

Romanzi su misura in carta e inchiostro:

Un romanzo che è sempre stato lì ad aspettarmi, a chiamarmi con eccessivo entusiasmo, e con il quale ho disgraziatamente voltato le spalle nel lasso di tempo che era entrato nel circolo dei romanzi ancora da leggere.
Una storia che altri non è che la vera testimonianza di fatti realmente accaduti, e in cui noi mortali arriviamo a conoscere il nostro vero destino; semplicemente ne veniamo investiti. Un tentativo per scovare la verità, fuggendo da se stessi.
Valutazione d’inchiostro: 4

lunedì, agosto 29, 2022

Gocce d'inchiostro: I sette mariti di Evelyn Hugo - Taylor Jenkins Reid

Da dove mi trovo adesso, svetta una pila gigantesca di libri conclusi: si, la pila della vergogna sta diminuendo sempre più! E sebbene quella di cui vi parlerò quest’oggi non ne faccia parte, ho desiderato abbracciare il proposito di immergermi fra le sue pagine affinchè la curiosità, i miei istinti repressi potessero essere domati. La storia della vita di una diva hollywodiana è quella che ci viene raccontata in queste pagine, e questi sette mariti cui fa cenno il titolo una cornice da cui si sarebbero valicate più strade. Dove si nascondeva il mistero, dunque? A questa domanda ho saputo rispondere solo quando avevo divorato un centinaio di pagine, la cui anima aveva molto a che fare con quei romanzi d’epoca, di stampo classico la cui autrice volle conferirci lo stato emotivo, conflittuale di una giovane donna, come tante altre, il cui unico desiderio fu quello di poter essere libera. Per la prima volta, da quant’è calcò il sipario e i riflettori, la sua voce assunse una tonalità diversa. Si incrinò a tal punto che i suoi fan l’avvertirono diversamente, quasi incrinata, tradendo un po’ d’emozione. Di emozioni disgraziatamente io ne ho avvertito ben poche; il mio coinvolgimento emotivo è stato povero, quasi scarso, poiché tutto si ridusse ad un'unica domanda: chi erano questi sette mariti? Non mantenendo quel legame che avrebbe potuto percuotere il mio spirito ma desiderosa di conoscere a fondo la verità, poggiando su aspetti tendenzialmente classici, indagine psicologica che non regge il paragone ad altri romanzi di medesimo stampo, quanto risposte a tremiti o fremiti dell’anima.


Titolo: I sette mariti di Evelyn Hugo
Autore: Taylor Jenkins Reid
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 420
Trama: Dopo anni vissuti lontano dai riflettori, la ex "divina" di Hollywood Evelyn Hugo, autentica icona della storia del cinema, è finalmente pronta a svelare la sua verità. E anche quella sui suoi sette mariti, naturalmente. Per farlo, sceglie Monique Grant, una reporter semisconosciuta. La più stupefatta è proprio Monique: perché proprio lei? E perché proprio adesso? Si dà il caso che per la giornalista non sia proprio un gran momento: dopo pochi mesi dalle nozze il marito l'ha lasciata, e a trentacinque anni la sua vita professionale sembra già arrivata a un punto morto. L'incarico di scrivere la biografia di Evelyn Hugo potrebbe essere l'occasione che aspettava per dare una svolta alla sua carriera. E così, nello splendido appartamento di Manhattan dell'attrice, Monique ascolta affascinata le parole di Evelyn: dagli esordi nella Los Angeles degli anni Cinquanta fino alla decisione di ritirarsi dalle scene trent'anni dopo, passando per i numerosi matrimoni, l'attrice rivela una storia di feroce ambizione, amicizia inattesa, e un grande amore proibito. Monique si sente sempre più vicina alla leggendaria star: a mano a mano che il racconto di Evelyn si avvicina alla conclusione, appare chiaro che le loro vite sono legate in modo drammatico e ineludibile. I sette mariti di Evelyn Hugo è un viaggio affascinante attraverso lo splendore della vecchia Hollywood e le difficoltà del nostro tempo, che mette in scena due indimenticabili figure di donne, alla scoperta di cosa significhi – e di quanto costi – la verità.
NEW YORK TRIBUNE
All'asta gli abiti di Evelyn Hugo
DI PRIYA AMRIT
2 MARZO 2017
...
La leggenda del cinema e icona degli anni Sessanta, Evelyn Hugo, ha annunciato l'intenzione di affidare a Christie's dodici dei suoi abiti più memorabili. La vendita all'asta servirà a raccogliere fondi in favore della ricerca contro il cancro al seno.
Nonostante i suoi 79 anni, la Hugo è ancora oggi l'emblema del fascino e dell'eleganza. Nota per lo stile personalissimo, sensuale e misurato al tempo stesso, ha trasformato alcuni dei suoi look più famosi in vere e proprie pietre miliari della moda e della storia di Hollywood.
Coloro che desiderano aggiudicarsi un pezzo del suo passato resteranno ammaliati non solo dagli abiti ma anche dall'atmosfera che evocano. Tra gli articoli all'asta figura l'abito verde smeraldo firmato Miranda La Conda che la Hugo indossò agli Oscar del 1959; quello in organza viola, con trasparenze in tulle e scollatura profonda, che l'attrice scelse per la prima di Anna Karenina, nel 1962, e l'abito in seta blu firmato Michael Maddax che indossava nel 1982 quando vinse l'Oscar per All for Us.
La Hugo è sopravvissuta a una generosa dose di scandali hollywoodiani, non ultimo quello dei suoi sette matrimoni, tra cui ricordiamo la lunga relazione con il produttore cinematografico Harry Cameron. I due hanno avuto una figlia, Connor Cameron, che ha senza dubbio ispirato la decisione di bandire l'asta. Si è infatti spenta lo scorso anno per un tumore al seno, poco dopo il suo quarantunesimo compleanno.
Al secolo Evelyn Elena Herrera, classe 1938, la Hugo è figlia di immigrati cubani e ha trascorso l'infanzia a Hell's Kitchen, New York. Nel 1955 era già approdata a Hollywood, si era fatta bionda ed era stata ribattezzata Evelyn Hugo. Entrò a far parte dell'élite hollywoodiana praticamente da un giorno all'altro. Rimase sotto i riflettori per oltre trent'anni prima di ritirarsi dalle scene alla fine degli anni Ottanta e sposare Robert Jamison, esperto di finanza nonché fratello maggiore di Celia St. James, l'attrice tre volte premio Oscar. Vedova del suo settimo marito, la Hugo risiede attualmente a Manhattan.
Grazie a una bellezza fuori dal comune, uno stile inarrivabile e una provocante sensualità, la Hugo è da sempre fonte di grande fascino per i cinefili di tutto il mondo. Si prevede che la vendita possa produrre un ricavato superiore ai due milioni di dollari.

sabato, agosto 27, 2022

Solo un'illusione: romanzi celebri del Booktok che non leggerò mai....o forse?!?

Da quan’tè il web funge da ponte di comunicazione per quelle anime solitarie che amano rifugiarsi fra le pagine di un romanzo, ho visto sul Bbooktok una miriade di romanzi che, mediante passaparola, sono diventati celeberrimi. Letti e straletti, amati e discussi di cui io, spontaneamente, sto alla larga, prima che la situazione peggiori ulteriormente e qualche commento entusiasta mi induca ad abbracciarne alcuni di essi nel mio cantuccio personale. Punti a favore o a sfavore? Se a mente lucida rifletto, dei romanzi di cui vi mostrerò non nutro alcun interesse. 

Certo, in cuor mio so che la vita è imprevedibile e che da un momento all’altro possa regalarmi qualche sorpresa. Potrebbero tornare così come se ne andranno. Potrei io stessa nutrire interesse, dopo tanto tempo. È un circolo vizioso che non ha e non avrà mai fine, e anche se resterà lì, ai bordi della mia anima, per il momento non credo possa accadere che io legga questi romanzi. Se voi li avete letti, e vi va di farmi sapere come la pensate, non esitate a commentare XD

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Titolo: Facciamo finta che mi ami
Autore: Elena Armas
Casa editrice: Newton & Compton
Prezzo: 9, 90€
N° di pagine: 480
Trama: La regola non era che mentire è concesso solo se può aiutare a tirarti fuori dai guai? Per molti sì, ma non per l'imbranatissima Catalina Martín. Lei è riuscita a infilarsi in un pasticcio di proporzioni incalcolabili, e invece di uscirne sembra sprofondare sempre più giù. Per darsi la zappa sui piedi le è bastato sapere che il suo ex fidanzato, Daniel, il bastardo per cui è scappata a New York dalla minuscola città spagnola dove è cresciuta, farà da testimone di nozze all'imminente matrimonio di sua sorella... accompagnato dalla stupenda nuova fidanzata. Al telefono Catalina è riuscita soltanto a dire che anche lei si presenterà con il suo bellissimo e innamoratissimo fidanzato americano. Peccato che lui... non esista! E adesso dove lo rimedia uno con cui fare colpo su parenti e amici e non vedersi umiliata davanti a tutta la sua famiglia? Le bugie sono come le ciliegie, una tira l'altra: così Catalina ha chiesto ad Aaron Blackford di fingersi il suo fidanzato in cambio di un viaggio in Spagna di tre giorni. Ma Aaron Blackford non è il collega-avversario che in ufficio la mette sempre in difficoltà e che lei detesta amabilmente? Proprio lui!
COME COMINCIA
«Ci vengo io al matrimonio con te».
Mai, neanche nei miei sogni – e, credetemi, ho una fervida immaginazione – avrei pensato di sentire quelle parole pronunciate dal proprietario di quella voce calda e morbida.
Guardai con attenzione la mia tazza di caffè, in cerca di eventuali residui di sostanze allucinogene che potessero spiegare l'accaduto. Ma niente.
Non c'era nulla. Solo quel che rimaneva del mio americano.
«Se ne hai un bisogno così disperato, ti faccio io da accompagnatore», ribadì la stessa voce profonda.
Alzai la testa, gli occhi sgranati. Ero sul punto di parlare, ma alla fine tenni la bocca chiusa.
«Rosie...», mormorai, bloccandomi subito però. «È davvero lui? Lo senti anche tu o qualcuno mi ha drogato il caffè?».
Rosie, la mia migliore amica e collega alla InTech, l'azienda di consulenza a New York dove ci eravamo conosciute e lavoravamo, annuì lentamente facendo oscillare i riccioli scuri, mentre sul viso dai lineamenti dolci si disegnava lo stupore. Abbassò la voce: «Sì, è lui ed è proprio qui». Sbirciò alle mie spalle. «Ciao, buongiorno!», lo salutò in tono allegro, per poi tornare a guardarmi in viso. «Giusto dietro di te».

giovedì, agosto 25, 2022

Gocce d'inchiostro: L'oracolo dei mondi. La distruzione - Annachiara Cairoli

Non sono mai sicura di sapere o conoscere cosa vado incontro, quando decido di abbracciare la proposta di leggere il romanzo di un autore emergente. E quand’anche, va detto che sino a qualche anno fa passavo diversi giorni a dedicare del tempo a queste << figure >> sconosciute del panorama letterario ma il solo leggerli per me suscitava parvenze di originalità. Il Caso però questa volta ha voluto che, nel mentre scorrazzavo da un salotto letterario a un altro, da una brughiera incolta a un fatiscente ed oscuro castello, non avevo minimamente considerato la possibilità che avrei potuto tastare nuovamente questo terreno. La sua autrice era una voce che avevo ascoltato all’inizio del mese di gennaio del 2021, mediante la partecipazione di un GDL, e quando mi giunse la proposta di leggere questa seconda fatica letteraria dell’autrice non ci pensai due volte. Anche se la sua lettura fu procrastinata per qualche settimana, ma priva di impegni, in concomitanza delle ferie, fui davvero contenta di tornare in un luogo, a percorrere un sentiero, quasi a passo di corsa.
Perciò indugiare più di tanto sarebbe stato inutile, allontanarmi dalla mia vita, per restarne sconcertata o basita a seconda dei casi. In una nuova travolgente avventura, accanto a gruppi di angeli e vendicatori, la mia mente scelse per me il da farsi. Ero così incuriosita da non poter permettermi di perdere questa seconda avventura. E sfruttando qualche pomeriggio all'insegna della solitudine ho potuto così sfruttare questi momenti per bearmi, ancora una volta della compagnia di Annachiara.

Titolo: L’oracolo dei mondi. La distruzione
Autore: Annachiara Cairoli
Casa editrice: Albatros
Prezzo: 19, 50 €
N° di pagine: 578
Trama: Fate, il Destino, torna per continuare a raccontare la storia del mondo, del conflitto tra Angeli, Demoni e Umani che da millenni si combatte su Gaia. Dopo la morte del precedente Prescelto, la vicenda si sposta sui Cieli in cui dimorano gli Angeli: qui, Sefira, una guerriera la cui memoria è stata cancellata, cerca di ritrovare se stessa e i propri ricordi, di scoprire perché sua madre è stata giustiziata e che fine ha fatto suo padre. È una ricerca, la sua, destinata a scontrarsi con gli Angeli al comando: la sua stessa esistenza è un pericolo per l'ordine che governa i Cieli. Chi è in realtà Sefira? Qual è il suo ruolo nella guerra che sta distruggendo l'umanità? La risposta alle sue domande non si trova nel Regno celeste, ma sulla morente Terra...

martedì, agosto 23, 2022

Una porta tra le parole: Heartstopper

Dopo una serie di settimane all’insegna del relax, del sole e delle letture, particolarmente quiete e serene, desiderai abbracciare una storia, in chiave cinematografica, di cui l’anno scorso tessi le lodi. Mi siedo alla scrivania, apro un documento Word e riverso in questa recensione particolarmente sentita, una sequela di sensazioni ed emozioni che descrivono ciò che io ho provato nel vedere il romanzo di Alice Oseman sul grande schermo. Charlie e Nick mi avevano conquistato in disegni in bianco e nero, passando gran tempo del loro tempo fra le mura scolastiche. Sarebbe stato così anche dinanzi al film? Assolutamente si. Cionostante il tempo in loro compagnia è stato parecchio breve, incuriosita e avida di sapere quale piega avrebbero preso gli eventi con una bramosia che presto divenne quasi un ossessione. Ogni sera, qualche ora prima di andare a dormire, aprivo il computer e osservavo prendere vita Charlie e Nick, assistevo alla nascita del loro splendido e dolce amore, li guardavo estasiata e intenerita di essere stata spettatrice di qualcosa di assolutamente meraviglioso. Del resto, cosa mi aspettavo? 

Alice Oseman non formula neppure l’interrogativo, ma di certo è qualcosa che è insito in lei, questo continuo parlare di adolescenti problematici e incompresi, proiettarsi in luoghi famigliari in cui le parole – apparentemente semplici ma luminose e straordinarie – riporteranno nel mondo dei vivi. E man mano ci si immerge in questo marasma straordinario di sensazioni ed effetti, il cuore prese una strada tutta sua. Straziato, irrimediabilmente intenerito. Ma questo non è nulla in confronto di ciò che avranno provato Charlie e Nick quando finalmente la risposta fu ovvia. Trattasi di una semplice cotta? Perché la Osman non fa nemmeno cenno a quanto avremmo potuto vedere. Che piacere scoprirli in tutta la loro magnifica essenza! E anche sapere che niente e nessuno avrebbe contrastato questo loro forte e irrimediabile amore. Era davvero bellissimo tutto questo. Così interessante, ammaliante, di cui ne sento ancora la mancanza ora che è tutto finito. Perché in loro compagnia sono stata bene: ho aperto una finestra virtuale dall’aria luminosa e vaporosa, e senza pensarci mi sono fiondata nell’immediato.

Seguirono così momenti in cui lo sconforto cozzò con l’anima completamente dilaniata, attimi di autocommiserazione, in cui un paio di volte ho desiderato vivere fra le sue pagine. Ma alla fine, come tante altre volte, sono riemersa dalle tenebre: perché sebbene indirizzato a un pubblico di adolescenti le storie della Osman hanno un carattere solido, forte, stabile, meno irruento di altre storie d’amore che popolano il mercato italiano e straniero, ma chi sono io per giudicare? Si osserva il tutto con gli occhi dell’amore scandagliando ogni assetto di vicende che hanno del moderno, attuale, il cui corollario di immagini si mantiene nella medesima brevità di immagini che hanno preso vita nel momento in cui i protagonisti cominciarono a parlare. Era un amore proprio che è stato condiviso con estrema dolcezza. Chi avrebbe potuto dimenticare tutto questo?

Ispirata e contagiata da questo amore così semplice ma seducente e dolce, nel riportare queste poche righe, scopro di aver trovato ciò che cercavo: uno squarcio di felicità condensato in soli otto episodi. Così brevi ma intensi. Così armonici allo stato attuale delle cose, in cui ci si accorge nell’immediato del paradosso della situazione: perché più vicina è la nostra anima allo stesso sesso, meno sembra necessario << giustificarsi >>. In altri termini, quanto più la situazione mi assorbì, tanto maggiore fu la libertà di muovermi. Invischiata in un certo coinvolgimento emotivo, in un continuo ripetersi di avvicinamento e distaccamento, per poi tacere nell’appagamento. Dapprima forse troppo audace, poi trionfante come atti di puro erotismo. Dotato di una libertà che mi ha riempito di gioia, contentezza, a un capo della vita che ho vissuto qualche tempo fa, cui mi sono concessa di osservare su una panchina bianca che odora ancora di vernice.

domenica, agosto 21, 2022

Gocce d'inchiostro: Il romanzo della foresta - Ann Radcliffe

I romanzi che compongono la pila della vergogna sono in netta descrescita…. Che soddisfazione! Non potrei essere più felice che, da quasi due anni a questa parte, continuando però ad acquistare compulsivamente, assistevo alla pila della vergogna aumentare sempre più, e questa fabbrica di parole a cui presto o tardi avrei dovuto accedere che avrebbe funto da espediente per comprendere la realtà circostante, avrebbe ospitato ancora qualche autore per qualche altro tempo.  Un piccolo agglomerato di voci della letteratura italiana e non, molti conosciuti e celeberrimi, i cui romanzi giunsero nel mio salotto virtuale grazie all’edizione RBA. Niente se non questa occasione poteva rivelarsi opportuna per conoscere e valicare celi celesti che erano ancora per me sconosciuti, e anche dopo tanto tempo l’entusiasmo che avevo riservato al momento in cui potei stringerne una copia fra le mani non cessò nemmeno quando accolsi la loro chiamata in forma di bisbigli, silenzi, interdizioni. Non avrei potuto dimenticare quel momento in cui, aperto il libro, quell’autore sconosciuto spalancò le porte del mio animo e lì stanziarono per una manciata di giorni. Fu la volta di Ann Radcliffe, che francamente non conoscevo, la cui carriera di scrittrice la indusse a scrivere innumerevoli romanzi. Il romanzo della foresta è un piccolo frammento di quella che è una lunga produzione, un canto altisonante di più voci che si rinforza di vita, maestoso, in una fluttuazione appassionata che turba i cuori di chiunque con forme sofisticate di solennità e misticismo. Nulla di non già visto, ma qualcosa che ha turbato agli occhi poiché fra forme aggraziate e posate è quasi un miraggio dinanzi alla severità di certi gesti compiuti dagli uomini, dalla sua impossibilità di poter sognare, la cui stessa scienza avrebbe misurato ogni orizzonte.

Titolo: Il romanzo della foresta
Autore: Ann Radcliffe
Casa editrice: Ellioti
Prezzo: 19, 50 €
N° di pagine: 404
Trama: Una carrozza lanciata a tutta velocità nella notte termina la sua corsa tra le rovine di un'antica abbazia nel sud della Francia, nel folto di una foresta, dove un inconsueto gruppo di fuggitivi trova finalmente riparo. Pierre e Constance De la Motte, nobili decaduti, si nascondono dalla legge e dai creditori; la giovane Adeline, la loro misteriosa protetta, si è unita ai De la Motte lungo la strada, consegnata da un manipolo di banditi. Il sollievo per il nuovo rifugio dura fino al giorno in cui il proprietario di quei boschi, l'ambiguo marchese di Montalt, mette gli occhi sulla ragazza. Tra la scoperta di sinistre reliquie del passato, incubi ossessivi e l'eco di un crimine commesso tra le mura dell'abbazia, Adeline comincerà a credere che il suo protettore sia coinvolto nei piani del marchese.

venerdì, agosto 19, 2022

Slanci del cuore: romanzi dalle brutte cover che ho amato

Per più di una volta, nella mia carriera di lettrice, certi romanzi hanno stravolto il mio universo personale, cambiando addirittura non la persona che sono ma la mia visione del mondo circostante. Avevano fatto saltare in aria le mie ipotesi sul mondo, proiettandomi così su uno spazio vuoto in cui ogni cosa sembrava diversa, e sarebbe rimasta diversa fino alla fine dei tempi, fino a quando non sarebbe subentrato qualche altro fattore e ridimensionato il tutto, vivendo nel tempo e occupando un esiguo spazio. Ci sono state letture che seppur esteticamente brutte hanno parlato così bene alla mia anima semplice ma appassionata, spazzando così la ruggine del tempo, della monotonia, felice specialmente nel momento in cui ho potuto constatarne la bellezza. Tesserne le lodi. Ed ecco che, desiderando migrare presto o tardi in questi splendidi luoghi, ci sono stati quei romanzi che si sono aggirati silenziosi tra una lettura e un’altra, una recensione e un’altra, destando l’indifferenza di chi si lascia tentare dalla bellezza anziché dalla sostanza, facendo davvero poco per porvi rimedio non avendo un progetto specifico se non condividere la mia gioia in loro compagnia.

Il libro della vita di un uomo le cui gesta hanno fatto storia, e che poi giunge irrimediabilmente alla fine, alla pagina più preziosa d'ogni cosa sacra. Ove ogni cosa si compirà e che io ho lasciati si compisse.

 

 Titolo: Limonov
Autore: Emmanuel Carrère
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 13 
N° di pagine: 356
Trama: Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: " è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio" si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato " che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale". La vita di Eduard Limonov, però, è inanzittutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. Perché Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante - a volte perfino accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. Che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di New York dopo essere stato piantato dall'amatissima moglie o si lasci invischiare nei più grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il "duro metallo di cui è fatta la sua anima", Limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo … 

mercoledì, agosto 17, 2022

Gocce d'inchiostro: La scogliera - Edith Warthon

Più che annoiarmi, questa lettura mi diede qualche difficoltà. Non riuscendo a leggere scorrevolmente questa ennesima opera di Edith Warthon, sulle prime credetti che avrei dovuto rimandare il nostro incontro a data da destinarsi. È una pazzia, me ne rendo conto, io che non mollo mai la presa. Io che cammino a testa alta, dinanzi a qualunque difficoltà, che progetta di arrivare lontano. Forse quello che sto scrivendo è incomprensibile per molti, ma è una delle tante formule segrete che subito mi aprono gli occhi. Mi mettono alla prova, ipotesi tanto semplici quanto puerili. Troppo presto per trarne conclusioni, troppo tardi per sospendere alcun giudizio.
La scogliera fu quel genere di lettura in cui la mia mente vagò da una cosa a un’altra, approdando infine alla consapevolezza che trattasi di un esperimento di ossa e pelle anziché sangue e pulsazioni. Abbracciando attitudini artistiche come coltivazione dell’anima, sorretto da forme pregiudiziali che sconvolgono nel loro lento fragore.






Titolo: La scogliera
Autore: Edith Warthon
Casa editrice: La Tartaruga
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 316
Trama: Anna Leath ha alle spalle un matrimonio arido e una rigida educazione. Dal suo mondo sono esclusi l'insolito e il passionale fino a quando rivede George Darrow, che aveva amato in gioventù. È Sophy Viner, che unisce passionalità e candore, a frapporsi all'amore tra i due. Capace di vivere la sua sensualità senza accettare le convenzioni della società in cui vive, Sophy è per Darrow sollecitante e per Anna realtà sconosciuta che spinge la sua parte repressa in superficie, roccia sommersa sulla quale sia Darrow che Anna s'incagliano. La scogliera non è infatti un'immagine visiva nel romanzo, ma metafora della passione che con la sua complessità fa barriera tra i personaggi ostacolandone il percorso. Vivere significa sperimentare il desiderio e la sua impossibilità.

lunedì, agosto 15, 2022

Una porta tra le parole: Bridgerton 2

Capitano cose, delle volte, in cui non c’è un vero e proprio perché. Ci si lascia andare al lento e sinuoso flusso della vita, si architettano momenti in cui sopravvivere diventa un’impresa gigantesca e ingestibile, e non solo l’umore, la nostra sensibilità cozza col nostro spirito, ma le si ritraduce in espressioni che inesorabilmente ti annientano. Non credo che bisognerebbe giudicare un romanzo, una storia, o addirittura un telefilm dalla sua sinossi, dalla cover, dalla locandina, bisogna piuttosto valicare questi pregiudizi e andare oltre…. e così ho fatto. La seconda stagione di una serie di costumi e principalmente classica di cui il primo << volume >> amai immensamente l’anno scorso, non mi entusiasmò né conquistò come desiderato, quanto scandagliato la struttura e lo scheletro di forme ed assetti sociali e politici che non dovevano essere così invisibili nei romanzi. Mi piace credere sia così, nonostante non ho ancora letto i romanzi. 

Solo il primo volume, che si è confermato all’altezza della trasposizione cinematografica. Ma non ho ancora spiegato il motivo per cui mi sia sentita così, perché una storia essenzialmente romantica, un romanzo rosa in chiave letteraria, non abbia sconvolto la mia vita tranquilla per infilarsi impunemente in una stanza remota della mia coscienza.
Questa è la parte più interessante. A mio parere, non mollare la presa è già un atto di coraggio, checchè la si voglia giudicare. E saggiamente ho voluto saggiare la fragranza orientale di una nuova storia d’amore che avrebbe potuto apparire parecchio simile a quella nata fra Daphne e Simon, pararsi di fronte al mondo e snocciolare menzogne e assurdità come se niente fosse? Dichiarare che questa storia sia stata bellissima e appagante, quella cioè ritratta in questa seconda serie, che qualche semplice brividino sia bastato per dare un senso a ogni cosa, che queste figure si siano mosse come persone in carne e ossa anziché semplici marionette, è davvero impossibile. Impossibile persuadere la mia anima semplice ma romantica che intuisce e scandaglia quelle opere in cui il sentore di potenziale si avverte solo dalla loro presentazione. In altre parole, fino a che punto avrei dovuto spingermi, nel riporre queste poche righe, togliendo l’eccesso e l’inutile anche quando non sarebbe stato possibile?

La risposta è ovvia, no? Ed è facilmente riscontrabile negli stessi protagonisti, così orgogliosi, inavvicinabili, a tratti insopportabili a tratti antipatici, intrappolati fra le solide mura di una cella che non lascia adito alla libertà d’azione e di pensiero. Abbracciare le convenzioni del secolo era un modo di essere da cui non ci si poteva sottrarre, nonostante le lamentele, nonostante i dinieghi e i pianti silenziosi.
Appoggiandomi allo schienale della sedia, dinanzi a un computer ronzante ma funzionante, sorrido con un certo gusto amaro e rifletto su ciò che i miei occhi color oliva hanno appena visto. La mia insoddisfazione è evidente, ma credo sia irrilevante la natura. Questa seconda serie mi è sembrata una specie di mancata felicità, una sequela rindondante di rincorse e inseguimenti, lotte di natura sociale e sentimentale che convergono poi nel mancato mistero di un’autrice che detta calunnie da una prospettiva completamente diversa. Ci sarebbe stato tanto potenziale da evidenziare, ma questa ennesima visione non me ne ha dato possibilità. Interrotta da pianti e dilemmi a mio avviso inutili, seguito da esasperamenti vari e precari sentimentalismi vari. A queste parole mi dichiaro inerme. Cosa dire di più?

Bridgertone 2 mantiene visivamente la medesima prospettiva vissuta nella serie precedente, ma grandine di suoni e rumori in continuo assembramento che non catturano chi vede quanto l’annoiano abbondantemente. Il tutto sorretto dallo scheletro di una storia d’amore che non brilla per irruenza, né infervora l’animo come un incendio. Incuriosisce ma non seduce. Proferisce un timido << ciao >>, ma non si lancia in vigorosi abbracci. Una mimica esagerata e lenta di ciò che avrebbe potuto essere, sibilo flautato che non sprizza né scintilla.

sabato, agosto 13, 2022

Gocce d'inchiostro: Stepsister - Jennifer Donnelly

A causa delle innumerevoli pile che svettavano minacciose dalle soglie delle mie strapiene librerie, ho avviato un percorso in cui lo smaltire romanzi cartacei appariva come una sfida impensabile e irraggiungibile. Sono questi propositi personali, obiettivi che, mi sono resa conto, definiscono il carattere di una persona. Da che io ricordi, sono sempre stata una ragazza testarda, ambiziosa, una combattente che non si lascia influenzare da niente e nessuno e che, fin quando non raggiunge il suo obiettivo, non si guarda indietro nemmeno per un istante. Sola, nel silenzio delle mie riflessioni, una volta presa una decisione, sono consapevole sia quella giusta, perciò quando il Caso volle che leggessi questo retelling non ci pensai due volte ad accoglierlo nel mio cantuccio personale. Inutile dire che la sua copertina fu motivo di fascino, e chinandomi a sfogliarne virtualmente le pagine ebbi la sensazione che questa storia fosse giunta al momento giusto. Incuriosita, eccitata, entusiasta, la volontà piegata ai desideri dell’autrice e dei suoi personaggi, una storia mossa da sentimenti forti e contrastanti riconducibili a forme di sopravvivenza che annichiliscono nel loro lento torpore.


Titolo: Stepsister
Autore: Jennifer Donnelly
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 468
Trama: Quando, costretta da Maman, si mozza le dita dei piedi per farle entrare nella scarpetta e aggiudicarsi il matrimonio con il principe, Isabelle viene scoperta. E al suo posto viene scelta Ella, la sorellastra buona, la perfetta Cenerentola delle fiabe. A Isabelle resta solo la vergogna più nera e l'ostilità di tutta Saint-Michel. Ma è proprio vero che il destino di una sorellastra "cattiva" è vivere ai margini e che l'unica strada possibile è quella dell'infelicità? Il marchese de la Chance non la pensa così e forse l'unica cosa che può salvare Isabelle è capire che per tutte c'è una possibilità, e che la vera bellezza è scegliere la propria strada e percorrerla senza voltarsi indietro. Questa è una fiaba oscura. È una fiaba crudele. È una fiaba da un altro tempo, un tempo in cui i lupi restavano ad aspettare le bambine nella foresta. Quel tempo è ormai passato. Ma i lupi sono ancora qui e sono due volte più scaltri. Le bestie rimangono. E la morte ancora si nasconde in una spolverata di bianco. È crudele per qualunque ragazza che smarrisca il sentiero. Più crudele ancora per una ragazza che smarrisca se stessa. Sappi che è pericoloso allontanarsi dal sentiero. E tuttavia è molto più pericoloso non farlo.

giovedì, agosto 11, 2022

Magici eventi: happy birthday to me

Questo periodo di afa e arsura coincide con un giorno per me particolarmente importante. Man mano i giorni passavano stavo esaurendo le opportunità di tornare indietro. E più ne scrivo più mi rendo conto che quello della nascita è uno degli eventi più belli che si possano mai ricordare. Allo scoccare della mezzanotte ho finito i trenta anni, e avrei dovuto cominciare a pensare a ciò che avrei dovuto dire, pur di non sembrare sciocca e ridicola. Peso le parole, le valuto, combatto per esprimermi affinchè sia chiara e corretta.
Quest’oggi è un giorno speciale perché scandaglia i miei trent’anni sul mondo, e come un ponte attraversato repentinamente, dall’anno scorso a adesso, scrivo di emozioni, di speranze, di propositi che danno un senso alle cose. Le parole non sono mai separate da me, anche se mi appartengono in senso lato, e con queste poche righe, rievoco la delicatezza di un mondo che desta sempre il mio fascino. 

Per molti qualcosa di inspiegabilmente inutile, per me scrigno di bellezze inespugnabili di cui solo il tempo potrà raccontare, la coscienza di ciò che sembrava impossibile. Una giovane donna, di piccola statura, vestita come una viaggiatrice impavida ad affrontare qualunque avventura, con la sua prosa semplice ma particolare emette un punto che ha la forma di un sorriso. Traccia un altro segno nella sabbia del tempo. Fra un miscuglio di colori che non mi hanno mai fatto perdere il sorriso; un sorriso che mi è stato offerto inevitabilmente, e a cui ho pensato di fare dono quest’oggi con un post speciale.

martedì, agosto 09, 2022

Slanci del cuore: romanzi dalle belle cover che ho detestato

Un assetto principiale dei romanzi, per chi è un lettore accanito, sono le copertine. Quanti lettori hanno acquistato un romanzo, solo dalla sua bellissima copertina? Quanti estimatori della parola scritta si trovano immischiate in situazioni in cui credono possano essere straordinarie, indimenticabili e poi si rivelano giganteschi buchi nell’acqua? Nel primo caso il fascino che si riserva a quel determinato romanzo si fonde allo stupore, alla sorpresa di constatare se certi fondamenti si rivelano concreti. Ed ecco che, quando ero adolescente, mi è capitato non poche volte di incappare in gigantesche cantonate. Attratta dalla splendida cover, incuriosita da ciò che avrebbe voluto trasmettermi, dopo una lettura fervida di una manciata di giorni che avrebbe destato persino il più coriaceo. Delusa e rattristata, consapevole di non lasciarmi più indurre a tentazioni, certe esperienze però fungono da riferimento per fare esperienza. Non disdegno niente che non possa donarmi qualche assetto, passando in rassegna i vari modi in cui la letteratura è stata buona o crudele con me. Rendendomi però conto che, se non mi fossi abbattuta in certe situazioni, non credo ora sarei qui a parlare di essi…

Un piccolo opulento gioiellino di malinconica aspirazione morale, ombre oscurate da un sole forse fin troppo gigantesco persino per loro.

Titolo: Aristotele e Dante scoprono i segreti dell’universo
Autore: Benjiamin Alir Sàenz
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 19 €
N° di pagine: 360
Trama: Dante sa nuotare. Ari no. dante è colto e sicuro di se. Ari non conosce abbastanza parole. Dante si perde pensando all’arte e alla poesia. Ari si perde pensando al fratello maggiore in carcere. Tutto farebbe pensare che un ragazzo come Dante, che ha davanti a sé la prospettiva di una vita eccezionale, sia l’ultima persona in grado di rompere il muro che Ari si è costruito attorno. Ma quando si incontrano, Dante e Ari legano subito. Condividono libri, pensieri, sogni, risate. Imparano l’uno dall’altro nuove parole e iniziano a ridisegnare i confini dei loro mondi. Soprattutto, scoprono che l’universo è un posto enorme e difficile.

domenica, agosto 07, 2022

Gocce d'inchiostro: Sorcery of thorns - Margaret Rogerson

È davvero difficile giudicare un romanzo negativamente. È un problema perché parlando di librerie magiche, grimoni, l’amore per i libri e la letteratura, di magia e stregoneria, non sarei in grado di giudicare razionalmente perché questa tipologia di storie mi ha sempre affascinata. Questo romanzo circoscrive a una tipologia di lettori, è rivolto a un pubblico ingenuo, giovane, forse fin troppo, è il motivo per cui non ho apprezzato questa storia credo derivi da questo: non rientro più nel target, che abituata a romanzi più maturi, filosofici, importanti non ho potuto fare a meno di soppesare questa storia come quel genere di romanzo che regalerei a una ragazzina di tredici anni, ancora priva di giudizio e di quella maturità utile a giudicare e soppesare il mondo, perché il suo è un semplice diletto. Un modo per divertirsi.
Dunque scartando già questa idea che il romanzo fosse rivolto a un pubblico giovane, cosa resta? Assolutamente niente! Si perché al di là dell’ingenuità di certi fattori che non hanno accresciuto il mio interesse, l’azione non si muove al di là di un Collegio fatiscente che ha vasti richiami alla bellissima Hogwarts di J K Rowling. Elizabeth, la protagonista, si innamora – o infatua? – di un ragazzo che cela un segreto insopprimibile e il suo divenire, la sua avanzata lenta in questo meccanismo folle e sgargiante dove avrebbe portato? Quella di questo romanzo è una storia che ho snobbato da quant’è che fu pubblicato in Italia, che già solo dalla copertina pompava niente di indimenticabile e straordinario. Abbracciare l’ennesima sfida indetta su facebook fu quella spinta a conciliare l’utile al dilettevole e vagliare il cielo di questo strano mondo consapevole che si sarebbe trattato di qualcosa che presto o tardi avrei dimenticato. E, disgraziatamente, ho avuto ragione…

Titolo: Sorcery of thornes
Autore: Margaret Rogerson
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 444
Trama: Trovatella allevata in una delle Grandi Biblioteche di Austermeer, è cresciuta in mezzo agli strumenti della stregoneria: grimori magici che sussurrano e sferragliano catene. Se provocati, si trasformano in mostri inquietanti di cuoio e di inchiostro. Ciò cui Elisabeth ambisce è diventare una guardiana, incaricata di proteggere il regno dalle minacce della magia. Il suo disperato tentativo di impedire l'atto di sabotaggio che libera il grimorio più pericoloso della biblioteca finisce per ritorcersi contro di lei: ritenuta coinvolta nel crimine, viene condotta nella capitale, in attesa di interrogatorio. L'unica persona su cui può fare affidamento è il suo nemico di sempre, il Magister Nathaniel Thorn, con il suo misterioso servitore; ma tutto sembra intrappolarla in una congiura secolare, che potrebbe radere al suolo non solo le Grandi Biblioteche, ma anche il mondo intero. A mano a mano che la sua alleanza con Nathaniel si rafforza, Elisabeth inizia a mettere in discussione tutto quello che le hanno insegnato sui maghi, sulle biblioteche che ama così tanto, e soprattutto su se stessa. Perché Elisabeth ha un potere che non avrebbe mai sospettato, e un destino che non avrebbe mai potuto immaginare.

venerdì, agosto 05, 2022

Le TBR: richiami dell'anima 16°

Come nel caso dei romanzi che leggo e che divoro quasi sempre con passione e costanza, l’approccio con quest’ennesime letture si basano sul mio obiettivo di smaltire la pila della vergogna ma anche di leggere sette libri in sette giorni. Perciò ci saranno, qui presenti, autori già per me celeberrimi, senza alcuna idea di chi fossero e perché abbracciarono la scrittura, suscitando in me una fervida curiosità, e nulla al di là della mia visione semplice e romantica del mondo, mi indusse a dirottare la rotta su altro. È importante, quanto la lettura di un romanzo in sé, conoscere anche in minima parte il suo autore; di questi autori ho pochissime informazioni, eppure anche adesso che ripongo queste poche righe sembra difficile pensare ai romanzi senza pensare ai loro creatori. 

Poco male se, anche questi romanzi avrebbero concluso il mio percorso e smaltito sempre più le mie letture, e che espugnavano temi importanti e particolari come il desiderio di scovare un certo tipo di libertà scissa fra la solitudine e il desiderio di comprensione. Letture che confido possano affiancarmi in questo ottavo mese dell’anno e che però mantengono intatti quei temi che furono cari agli autori, ma analizza anche le differenze fra una visione più semplice e del fanciullo e quella della realtà circostante che sebbene apparentemente distinti e distanti creano una buona forma d’intesa in un’ampia e vasta gamma di sensazioni e sentimenti di cui il lettore non potrà non sentirsi coinvolto.

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Titolo: Le foglie cadute 
Autore: Wilkie Collins 
Casa editrice: Newton & Compton 
Prezzo: 4,90 €
N°di pagine: 379
Trama: Wilkie Collins mette in scena, attraverso un intreccio sapiente e personaggi indimenticabili, le questioni sociali che affliggono l'epoca vittoriana, e lo fa superando i limiti dei generi romanzeschi che lui stesso ha contribuito a creare, ibridando il sensation novel con il poliziesco, e dando vita a un romanzo d'intrattenimento ricco di colpi di scena, drammi sociali e amorosi, contrasti politici ed economici, che tengono il lettore incollato alle intricate vicende fino al loro scioglimento. Il giovane Claude Amelius Goldenheart, a causa di una relazione con una donna più grande di lui, disapprovata dalla comunità, viene allontanato e spedito dall'Illinois alla sua terra d'origine, l'Inghilterra, a fare esperienza del Vecchio Mondo. L'incontro con Mr Farnaby, un ricco e ambiguo uomo d'affari, lo avvierà alla conoscenza della sua onestà, dalla sua profonda empatia nei confronti dei deboli e degli ultimi, dal suo atteggiamento sincero e fiducioso verso l'umanità intera. 

mercoledì, agosto 03, 2022

Gocce d'inchiostro: Bitten. La notte dei lupi - Kelley Armstrong

Se non avessi accettato la proposta di accaparrarmi di questo libro, romanzo il cui genere non popola più come una volta gli scaffali delle mie strapiene librerie, ma il cui fascino non subì alcun effetto negativo nonostante i lunghi anni trascorsi, vivere la storia di Elena e che la sua autrice si porta dentro sarebbe stato impossibile. Impensabile. Inconcepibile. Allo stesso tempo, non accettare di leggerla avrebbe equivalso a guadagnarmi la possibilità di spaziare fra i generi, non leggere sempre e solo classici che appesantiscono il tono, accrescono una certa moralità alla mia anima semplice ma fin troppo costruttiva, ma una volta entrata a far parte di questa storia uscirne è stato davvero difficilissimo, ed io francamente non me lo aspettavo. Magari, adesso che ogni cosa è volta al termine, potrei tornare a Stoneheaven, piccola cittadina dell’America a far finta che di Elena e della sua storia non sapessi assolutamente niente, ma non avrei guadagnato niente se non l’idea che questo libro non era stato ancora vissuto. Tra l’altro questo romanzo è il primo di una dulogia e non appena avrò il secondo volume lo leggerò nell’immediato, il solo pensiero di sapere come si concluderanno le vicende mi contorce le viscere. Perché non sono i personaggi della Armstrong ad essere stati condannati, ma chi ha osato avventurarsi fra le pagine di una storia straordinaria, avvincente e irrimediabilmente romantica come questa, che, come unica soluzione all’assenza del secondo, non posso che consigliarvi caldamente.

Titolo: Bitten. La notte dei lupi
Autore: Kelley Armstrong
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 463
Trama: Toronto, ai nostri tempi. Elena Michaels è una giornalista di successo, ha un ragazzo normale che la vorrebbe sposare, ama correre di notte, correre veloce come il vento. Non sono certo le strade buie o i tipi loschi a farle paura perché dalla sua ha qualcosa di straordinario. È l'unica donna licantropo al mondo. Ha abbandonato il suo clan d'appartenenza e i comfort della villa, loro quartier generale, per una vita ordinaria. Indietro non si è lasciata solo un Branco ma anche Clay, colui che l'ha tradita trasformandola in un licantropo. Sarà l'amore per l'unico uomo che davvero le abbia toccato il cuore e il forte sentimento di appartenenza ai licantropi che la ricondurranno indietro, quando il Branco avrà bisogno di lei. È giunto per Elena il momento di scegliere tra l'amore per Clay e quello per il ragazzo della porta accanto, tra la sua nuova vita, tessuta su una tela labile e pregna di bugie, e la sua natura che, come la luna chiama le maree, la sta chiamando a sé.

lunedì, agosto 01, 2022

Romanzi su misura: Luglio

Dunque è così che nel giro di qualche giorno questo settimo mese dell’anno è volato. Quest’ennesimo wraup up conta anche questa volta un numero non indifferente di romanzi, ed i miei obiettivi sempre più vicini a valicare il traguardo. Come potete immaginare, in un mese possono accadere tante cose. Questo mese mi ha tenuta salda alla realtà in cui ci sono state non poche sorprese letterarie e non, ed in una parola ecco una pila di libri letti che in un modo o nell’altro hanno lasciato un segno del loro passaggio. Perché portatori di sogni e speranze, nonché riordino di idee la cui natura ha un suo fascino.







Romanzi su misura in digitale:

Una conclusione di cui non avrei mai voluto leggere e che ha raggiunto il mio cuore frantumandolo in minuscoli pezzettini. Contagiata dal tono e da quel genere di seduzione che ha lacerato il mio animo, trascinata dall'incontrollabile strisciare del mondo.
Valutazione d’inchiostro: 5











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