venerdì, agosto 30, 2019

Gocce d'inchiostro: Cambio di rotta - Elizabeth Jane Howard

Credo di aver fatto la scelta migliore nell'approcciarmi a un autrice del calibro come Elizabeth Jane Howard. Il mio istinto non si è sbagliato nemmeno questa volta. Mi sono affacciata ad una nuova storia, lontana per qualche momento dalla famiglia Cazalet, e procedetti alle pratiche di routine. 
Arrivai in una villa fatiscente e sontuosa prendendo le giuste vicinanze e disponendo i contenuti. Una famiglia recisa da un dolore più grande di loro, una commedia realistica che non trova sfogo né mutamento, un amore nascosto e mai prolungato. 
Cambio di rotta ha tanto di quei temi che sono cari alla Howard, ma sino ad ora, nessuno dei due romanzi che ho avuto il piacere di leggere mi colpí così tanto come questo. Ciascuno di essi possiedono un ché di speciale, ma, questo..... Impossibile spiegarlo a parole. 
Eppure mediante parole mi piacerebbe parlarvene; farvi comprendere i motivi per cui questa lettura entra a far parte dei romanzi del mio cuore. In una grossa battaglia fra ragione e sentimento, senza alcuna certezza fondata di come e quando la Howard avesse emesso l'ennesima bellissima fattura. 
Titolo: Cambio di rotta
Autore: Elizabeth Jane Howard
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18,50€
N°di pagine: 430
Trama: Emmanuel e Lillian Joyce sono una coppia di mezz'età appartenente all'alta borghesia londinese ebraica e cosmopolita. Lui è un drammaturgo di successo, lei, più giovane del marito, è una donna fragile, raffinata e mondana. A mediare tra i due, il manager tuttofare Jimmy Sullivan. I Joyce conducono una vita da girovaghi: Londra e New York per il lavoro di Emmanuel, ma anche frequenti vacanze in varie località del Mediterraneo. Emmanuel tradisce Lillian con molta disinvoltura, con le giovani attrici e le segretarie che subiscono il suo camisma; complice anche l'abile lavoro di Jimmy, Lillian accetta con rassegnazione le infedeltà del marito e conduce una vita ovattata. Quando c'è bisogno di una nuova segretaria, entra in scena Alberta, una ragazza molto giovane e ingenua che proviene da una numerosa famiglia di campagna e si ritrova catapultata all'improvviso in un mondo a lei del tutto sconosciuto. Mentre i due uomini cominciano a subire il fascino semplice della ragazza e Lillian inizia a tenere che Alberta diventi la prossima amante di suo marito, l'irrequieto quartetto si trasferisce su un'isola greca, dove le dinamiche fra i quattro personaggi prenderanno una piega inaspettata...

mercoledì, agosto 28, 2019

Gocce d'inchiostro: La casa per bambini speciali di Miss Peregrine - Ransom Riggs

Per molto tempo non volli continuare la lettura di questa saga. Ma alla fine, a distanza di parecchi anni dalla lettura del primo e unico volume che possiedo nella mia libreria, ho accettato di seguire le vicende del coraggioso Jacob poiché la sua triste storia di passioni e ricordi sopiti dal tempo ha qui una sua importanza simbolica. Si spostarono immediatamente nei miei pensieri. Questa nuova esperienza, dunque, ha generato un divertimento maggiore di quanto mi ero aspettata, poichè la curiosità di Jacob è stata davvero contagiosa, dopo peripezie inaudite nei più lontani e reconditi luoghi dell'America. Vi ho fatto ritorno, e presto proseguiró sino al memorabile epilogo.






Titolo: La casa per bambini speciali di Miss Peregrine
Autore: Ransom Riggs
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 396
Trama: Quali mostri popolano gli incubi del nonno di Jacob, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi? Sono la trasfigurazione della ferocia nazista? Oppure sono qualcosa d'altro, e di tuttora presente, in grado di colpire ancora? Quando la tragedia si abbatte sulla sua famiglia, Jacob decide di attraversare l'oceano per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all'orrore della Seconda guerra mondiale. 
Soltanto in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e dei detriti di vite lontane, Jacob potrà stabilire se i ricordi del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, erano solo invenzioni buone a turbare i suoi sogni notturni. O se, invece, contenevano almeno un granello di verità, come sembra testimoniare la strana collezione di fotografie d'epoca che Abraham custodiva gelosamente. Possibile che i bambini e i ragazzi ritratti in quelle fotografie ingiallite, bizzarre e non di rado inquietanti, fossero davvero, come il nonno sosteneva, speciali, dotati di poteri straordinari, forse pericolosi? 

lunedì, agosto 26, 2019

Gocce d'inchiostro: Lamento di Portnoy - Philip Roth

Questo romanzo fu scritto in un periodo in cui la scrittura di Philip Roth non era ancora in piena maturazione e anche se io l’ho letto tardi, dopo cioè aver letto opere più mature come La macchia umana e Pastorale americana, non ho avuto ne riscontrato alcuna difficoltà ad adeguarmi alle novità degli eventi. La mia prima sensazione, che non si attenuò nemmeno quando emersi nell’afoso pomeriggio di fine agosto, fu quella di essere stata ingannata. Lamento di Portnoy sembrava uno scherzo della natura, un poema folle e sadico in cui il protagonista, nemesi dello stesso Roth, è un superuomo che dovette combattere innumerevoli battaglie, ingiustizie, egemonie pur di conquistare l’intero universo. Perlomeno, una buona parte. Philip Roth non mi ha permesso di dubitarne nemmeno un secondo. E la lettura di questo ennesimo straordinario ritratto umano ne è un meraviglioso esempio; le mie sensazioni non si attenuarono nemmeno quando vidi, con i miei stessi occhi, Alex Portnoy in “pericolo”.
Il sesso come “arma” a doppio taglio, la perversione, la cattiveria, la brutalità di certe azioni fino a renderlo ridicolo, fattori che mi ero immaginata e che in un certo senso mi aspettavo per essere usati e rivendicati.
Questo è un altro tassello che compone la produzione rothiana, ed più leggo questi ritratti brutali più mi convinco del suo strabiliante potere nell’aver rovesciato e scombussolato completamente il mio animo.
Le viscere si srotolano, si riducono in minuscoli frammenti. L’anima tartassata da infamie e ribellioni che sono un fondamento per l’anima, un modo per sfoderare alle convenzioni del secolo, al bigottismo, evasioni di massa che influenzeranno la cultura e, forse, la medesima società.

Titolo: Lamento di Portnoy
Autore: Philip Roth
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 220
Trama: Alex Portnoy ha trentatrè anni ed è commissario aggiunto della Commissione per lo sviluppo delle risorse umane del Comune di New York. Nel lavoro è abile, intransigente, stimato. Il libro riporta il monologo di Alex che, dal’analista ripercorre la sua vita per capire perché è travolto dai desideri che ripugnano alla “mia coscienza e da una coscienza che ripugna ai miei desideri”.

sabato, agosto 24, 2019

Gocce d'inchiostro: L'avversario - Emmanuel Carrère

La sensazione immediata fu quella di soffocamento. Una morsa attanagliante, strangolatrice aspettava calma, nel momento in cui mi accorsi di questo ennesimo sconcertante romanzo che come un lampo di furia si abbattè su di me e sulla mia anima. Mai prima di ora, a eccezione delle opere di questo autore, una storia fosse riuscita a non nascondere la sua crudele essenza, il suo continuo essere brutale, credendo forse un lettore ignaro e ingenuo di poterne uscire illeso, non destabilizzato, dietro innumerevoli scenate.
L’avversario, esattamente come i precedenti romanzi carrèriani, è colmo di cinismo, crudeltà, follia, e non nasconde nemmeno il tentativo di non voler guadagnarsi il perdono, la comprensione altrui, per gli imperdonabili crimini commessi. La perdita di una persona amata, ci viene sbattuta in faccia con forza, impetuosità, con un bagaglio di vite che sono rigorosamente ricoperte di menzogne e avversità. Dottrine, sprazzi di pensieri che sono esplicate dalla figura stessa dei personaggi, così imperscrutabili, magnetici, enigmatici, affetti quasi sempre da malattie incurabili che non portano alcuna vergogna. Alcuna conseguenza morale.
Alla fine, era giunta anche la mia ora. Dovevo leggere questo romanzo, e mediante un viaggio a ritroso nel tempo ho visto e osservato le vicende di questo folle omicida non facendo nient’altro che leggere. Trascinata alla deriva, col cuore frantumato in minuscoli pezzettini.
Titolo: L’avversario
Autore: Emmanuel Carrère
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 169
Trama: << Il 9 gennaio 1993 Jean Claude Romand ha ucciso la moglie, i figli e i genitori, poi ha tentato di suicidarsi, maq invano. L’inchiesta ha rivelato che non era affatto un medico come sosteneva e, cosa ancor più difficile da credere, che non era nient’altro. Da diciotto anni mentiva, e quella menzogna non nascondeva assolutamente nulla. Sul punto di essere scoperto, ha preferito sopprimere le persone di cui non sarebbe riuscito a sopportare lo sguardo. E’ stato  condannato all'ergastolo. >>

venerdì, agosto 23, 2019

Amori di carta: Edward Carey

Quando un romanzo, una saga acquista una certa consistenza, una certa importanza, il mio animo di lettrice riesce a vedere come, effettivamente, il suo autore, la sua creatrice, fossero gli artefici di un incerto e ambiguo destino. Una manciata di romanzi dopo, che siano una decina o una terzina non importa, giudico come se tali romanzi valgono o meno nell'essere ricordati, chiamati, evocati quando più mi piace, in qualunque momento della giornata, solo perché hanno lasciato una traccia del loro passaggio che non può non essere rievocato. In questo caldo e afoso mese di agosto, Edward Carey aveva insistentemente bussato alla mia porta col desiderio imprescindibile di essere evocato, citato, qui, nel mio piccolo salotto virtuale. E cristallizzandosi con la lettura del terzo volume degli Iremonger, presentarvelo adesso pareva il risultato ottenuto dopo aver bevuto avidamente i suoi libri che impressionatamente avevano emesso un battito.

Allora la cosa mi è sembrata divertente, coinvolgente, buttare giù due parole, sfoggiando un discreto bagaglio di informazioni al riguardo. 
La prosa careyana è piuttosto semplice e veloce. Affonda come una lama con stupefacente facilità, nell'anima di chi legge, obbligando noi, povere e ignare creature a proferire un acuto gemito che riverberà fra le pareti di casa nostra, fra quelle fragili delle nostre membra, aprendo una nuova finestra su un tipo di letteratura perlopiù giovanile che conferisce una certa idea sull'importanza che hanno le cose. Sul modo per cui l'individuo le conserva, soprattutto nel momento in cui le lascia andare.
E di cose perdute e poi ritrovate, di oggetti che possiedono una loro anima, sono il tema principale della saga degli Iremonger che, sebbene la semplicità del tema trattato, hanno e costituiscono una certa forza sofisticata e bella di continuare a correre pur di ottenere la libertà, evadere da un mondo sempre uguale a sé stesso. 
Senza dunque il principio fondamentale di questo concetto, non penso che sarei rimasta così ammaliata da questa piccola grande favola inglese, ambientata in una Londra ombrosa e fuligginosa, sul finire del XIX secolo. 
Quei mostri in apparenza invincibili non terrorizzano ne sono portatori di incubi o malvagità, ma la loro è una presenza costante che presto o tardi raggiungerà chiunque, tramortendo con la loro imperscrutabile presenza.
Rassegnati a doverli contrastare, Clod, la sua amata Lucy, e gli appartenenti a una famiglia dall'aspetto malaticcio, insano, spaventosamente bizzarro, cammineranno insieme verso di essi con un paio di oggetti che prima erano persone appesi come iane di un grande albero, imprigionati per sempre. 
Edward Carey ha dipinto a questo proposito una favola che profuma di vecchio, contemplando e valutando le possibilità di usare gli oggetti come unica salvezza di vita. Senza innescare o propinare ai suoi personaggi gesti eroici o disperati dal momento che non c'è la presenza di alcuna entità malvagia impossibile da contrastare. Piuttosto ideando uno spettacolo particolare, bellissimo che è andato in scena sin dal primo atto senza particolari rumori o attenzioni, nell'intimità di un cimelio di famiglia dimenticato. 

giovedì, agosto 22, 2019

Gocce d'inchiostro: Jalna - Mazo De La Roche

Solo qualche giorno fa osservavo Jalna col cuore colmo di un’indicibile speranza. Dopo che avevo conosciuto Elizabeth Jane Howard, la conoscenza de La Roche mi sembrava appropriata; avevo proseguito il percorso delle mie letture con la certezza che potesse ammaliarmi, affascinarmi, domandomi dubbiosa se alla fine il polverone che aveva scatenato fosse concreto. Perfino nel momento in cui decisi di avventurarmi nella brughiera inglese e incolta di Jalna non avevo ancora deciso, e indugiai parecchi minuti sotto la luce del portico assediata da falene e farfalle, nel tentativo di scegliere la meno disastrosa delle alternative.
I casi erano due: entrare subito, affrontando qualunque cosa il Caso mi riservasse. O offrire una spiegazione valida per cui il romanzo non si fosse rivelato attinente ai miei gusti.
Con ogni probabilità, La Roche si è confermata un’autrice alquanto valida e questo suo romanzo una certezza meravigliosamente descritta in pensieri semplici e articolati, trapelando nient’altro quelle che sono state sin da subito le sue intenzioni: realizzare dal nulla un classico che richiama costantemente il passato.
A tal proposito ho amato questo romanzo e tutti i suoi personaggi, tentata da ognuno di loro, intestardita a svelare misteri e segreti. Di tutte le sensazioni precedenti, non mi ero preparata ad amarlo così tanto! E, come ogni classico di questo nome, non posso che invitarvi caldamente alla sua lettura.

Titolo: Jalna 
Autore: Mazo De La Roche 
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 384
Trama: I Whiteoak, numerosa famiglia di origini inglesi, risiedono a Jalna, grande tenuta nell’Ontario che deve il suo nome alla città indiana dove i due capostipiti, il capitano Philip Whiteoak e la moglie Adeline, si sono conosciuti. Molto tempo è trascorso da quel fatidico primo incontro. Oggi – siamo negli anni Venti – l'indomita Adeline, ormai nonna e vedova, tiene le fila di tutta la famiglia mentre aspetta con ansia di festeggiare il suo centesimo compleanno insieme ai figli e ai nipoti: a partire dal piccolo Wakefield, scaltro come pochi, infallibile nell’escogitare trucchi per non studiare e sgraffignare fette di torta, fino al maggiore, Renny, il capofamiglia, grande seduttore che nasconde un animo sensibile. La vita a Jalna scorre tranquilla, fino a quando due nuore appena acquisite arrivano a scombussolarne gli equilibri: la giovanissima Pheasant, figlia illegittima del vicino, il cui ingresso in famiglia è accolto come un oltraggio, e la deliziosa Alayne, americana in carriera che, al contrario, con la sua grazia ammalierà tutti, specialmente gli uomini di casa.

martedì, agosto 20, 2019

Gocce d'inchiostro: Adesso - Chiara Gamberale

Queste storie  italiane che si spacciano come padroni della felicità altrui, giocano sui sogni e sulle speranze della gente, dovrebbero lasciare un segno del loro passaggio. Nella maggior parte dei casi, ti rendono vigile, attenta, comprensiva della realtà circostante, con il cuore che batte all'impazzata e imbalsamato di sudore freddo. Devo confessarvi, amici lettori, che questa volta la Gamberale non mi ha colpito particolarmente come credevo. Non voglio rinunciare all'idea che un giorno troverò il romanzo adatto a me, perché credo che Adesso non è stata la lettura perfetta per questo periodo. Perlomeno non per me. Che ha ingrandito il malessere che vige in queste pagine, un malessere che la Gamberale ha messo su carta, col suo stile spiccatamente femminile, con frasi o pensieri sparsi, come se stesse raccontandoci una sua vecchia esperienza.

 
 
 
Titolo: Adesso
Autore: Chiara Gamberale
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 216
Trama: Esiste un momento nella vita di ognuno di noi dopo il quale niente sarà più come prima: quel momento è adesso. Arriva quando ci innamoriamo, come si innamorano Lidia e Pietro. Sempre in cerca di emozioni forti lei, introverso e prigioniero del passato lui: si incontrano. Rinunciando a ogni certezza, si fermano, anche se affidarsi alla vita ha già tradito entrambi, ma chissà, forse proprio per questo, finalmente, adesso... E allora Lidia che ne farà della sua ansia di fuga? E di Lorenzo, il suo "amoreterno", a cui la lega ancora qualcosa di ostinato? Pietro come potrà accedere allo stupore, se non affronterà un trauma che, anno dopo anno, si è abituato a dimenticare?

domenica, agosto 18, 2019

Gocce d'inchiostro: L'arte segreta dei rimedi del cuore - Regina O'Melveny

Le poche ore che mi hanno tenuta incollata alle pagine di questo romanzo sono state davvero incredibilmente difficoltose, impossibili da ridurre, per quanto la scorrevolezza della storia condusse la mia anima in un luogo che non ho ancora visto ma che conosco perfettamente. Ho cercato di restare salda, tenermi in equilibrio, di pari passo a Gabriella, lasciando vagare lo sguardo su squarci di fiumi o laghi che si succedevano dietro il vetro di una finestra virtuale dall’aria luminosa e vaporosa, mentre tentavo di interpretarne l'assurda e irritante situazione nella quale bisognava rincorrere un uomo che non ha mai voluto saperne niente di sua figlia. L'amore di una figlia per un padre - in questo caso - così algido, imperscrutabile, quasi privo di fondamento che non è solito nel mio temperamento, è stato motivo di biasimo da parte mia, perché, a quanto pare, Gabriella, sino a quando non giunse una lettera in cui lui esprimeva chiaramente il suo desiderio di abbandono, ne ignorava i motivi e le necessità. E senza questa missiva non comprendo perché, al di là di tutto questo, non si sia interrogata sul suo passato. Sul suo essere tanto medico quanto donna, riproduzione di un dramma che, miscelato al mistico e al sentimentalismo, ha un ché di familiare ma inespressivo.
Avrebbe potuto essere un romanzo storico degno di questo nome, o perlomeno una replica piuttosto fedele. E sebbene la sua non è una lettura malvagia, l'esordio della O'Melveny non colpisce né per originalità né per temi trattati. Piuttosto per la descrizione di dettagli che ne esaltano non tanto il tono metaforico ma quello simbolico.
Titolo: L'arte segreta dei rimedi del cuore
Autore: Regina O'Melveny
Casa editrice: Sperling e Kupfker 
Prezzo: 18,90€
N°di pagine: 341
Trama: È l'anno 1590 e a Venezia c'è un solo medico donna, cui le signore della Serenissima si rivolgono per vincere la malinconia, placare gli attacchi d'ira, allontanare le paure: la dottoressa Gabriella Mondini, in grado di trovare le giuste combinazioni di erbe, fiori e rimedi naturali che agiscono sul corpo come sull'anima. Gabriella è la figlia del dottor Mondini, famoso scienziato che le ha trasmesso la passione assoluta per l'arte della medicina. Ma lui è lontano: partito ormai da molti anni, insegue il sogno di compilare il Libro dei Rimedi - un compendio della sapienza medica del tempo raccontando alla figlia le sue scoperte in lunghe lettere che lei legge ogni volta con la stessa trepidazione. Quando queste, però, si fanno sempre più vaghe e inquietanti, Gabriella decide di mettersi sulle tracce del padre. Comincia così un viaggio pieno di pericoli, sorprese e incontri: seguendo gli indizi contenuti nelle lettere, Gabriella si spingerà da Venezia fino alla Spagna e al Marocco, da dove è giunta l'ultima missiva; per comprendere infine l'incredibile verità che si nasconde dietro il silenzio del dottor Mondini. Imparando che la medicina nasconde ancora molti segreti per lei, e scoprendo in ogni luogo nuove erbe, nuovi rimedi e nuovi Mali da curare. Tra i quali, quello più pericoloso e impenetrabile di tutti, per cui non c'è cura che tenga: l'amore.

venerdì, agosto 16, 2019

Gocce d'inchiostro: Lombra - Edward Carey

Ho indugiato per qualche tempo prima di chiedere e spiegare i motivi per cui ho tralasciato questa lettura; ero giunta dinanzi alle soglie di Foulshman esaminando ciò che avevo intorno. Il freddo pungente, una coltre oppressiva che attanaglia nella sua morsa, il sentirsi guasti, sbagliati come quando si lascia marcire la roba nella spazzatura. Heap house e i suoi abitanti erano scomparsi; i minuti, le ore passavano velocemente e andavano a sfumare senza dare alcuna importanza. Londra era divenuta una fabbrica fuligginosa che macinava anime spezzate, derelitti speranzosi nel scovare una via d’uscita quando non c’era alcuna via d’uscita.
Lombra è il terzo capitolo di una trilogia che apparentemente non mi aveva entusiasmato, ma che, a suo dire, avrebbe conquistato milioni di lettori. Sorgendo dalle remote montagne di rifiuti e fetori, ho ripreso questo viaggio invaghita di qualcosa e qualcuno di cui non ne conoscevo l’epilogo. Ma questa è stata una lettura particolare e indimenticabile in piena regola, e nel momento in cui riconobbi il piccolo Clod, in mezzo a queste carcasse, mi diressi nella sua direzione per unirmi a loro.




Titolo: Lombra
Autore: Edward Carey
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 485
Trama: Dopo essersi lasciati alle spalle i resti ancora fumanti di Foulshman, gli Iremonger si sono dispersi per tutta Londra. Hanno bisogno di una nuova casa e sono determinati a trovarla. Strane cose cominciano ad accadere in tutta la città: persone care che spariscono nel nulla, oggetti bizzarri mai visti prima e un’inquietante oscurità che sembra voler ingoiare la luce del giorno. La Polizia ha spiegato le forze, ma saprà fronteggiare i temuti Iremonger? E quale sarà il ruolo di Clod: ribelle o figliol prodiigo? La storia della dinastia Iremonger, edificata sui rifiuti, sta per concludersi.

mercoledì, agosto 14, 2019

Gocce d'inchiostro: Tempi difficili - Charles Dickens

Vicende di questo tipo mi mettono sempre a disagio. I romanzi dickensiani, in particolare, trasmettono sensazioni particolari a cui è difficile abituarsi, forse talvolta troppo eccessive. Tempi difficili rientra e compare in un giorno per me importante, quel giorno in cui ho spento ventisette candeline, e per qualche tempo ho dimenticato cosa volesse dire tornare nella Londra buia e fuligginosa del secolo. Il romanticismo, il sentimento, qui, fra queste pagine sono soppiantati da un acuta e sana descrizione del paesaggio.
L’interesse da me manifesto spinse a portarmi avanti con una lettura che mi ha incuriosito, sin dal primo momento, facendomi notare come, una volta cominciata. difficilmente l’avrei abbandonata e salutata con un sorriso stampato sulle labbra. Piuttosto un semplice abbozzo, una linea sulle mie labbra, poichè involontariamente mi ha scaldato il cuore, mi ha riempito l’animo di un sentimento misto a gioia, dolore che, da buona devota della prosa dickensiana che sono, ho riconosciuto in queste pagine l’ennesimo ritratto umano che perpetua infinitamente nella mente di chi legge per forza e spirito.



Titolo: Tempi difficili
Autore: Charles Dickens
Casa editrice: Newton & Compton
Prezzo: 4, 90 €
N° di pagine: 279
Trama: Romanzo più rappresentativo dei poderosi cambiamenti nel modo di produrre e di lavorare che vanno sotto il nome di rivoluzione industriale, esso pone al centro di uno sfaccettato intreccio narrativo la vita di patimenti e di impotente ribellione di due operai, Stephen e Rachel non più giovanissimi. La loro vita non-vita si consuma nella simbolica Coketown, una città fittizzia dietro la quale occorre individuare però Preston, vicino Manchester, colto in un momento storico – soci8ale determinato, quello dei draammatici scioperi che vi ebbero luogo tra il 1853 e il 1854. Ma la rivoluzione industriale, di cui l’inghilterra è protagonista e punta avanzata, non si limita alle modalità di produzione: i suoi effetti investono il modo di abitare e di divertirsi, di amare e di pensare, di educare e di organizzare e articolare lo Stato.

lunedì, agosto 12, 2019

Gocce d'inchiostro: Nel paese delle ultime cose - Paul Auster

Si trattiene il respiro. Sia io, lettrice, sia le creature che popolano la piccola cittadella della coscienza dell'autore, corazza composta da manichini in carne e ossa che si fanno largo fra grumi di umanità formati dalla gente per strada. Appostata in un angolo, ho visto come Paul Auster abbia scritto l'ennesimo spettacolare ritratto umano che, mediante conversazioni dell'anima che sono state tessute mediante confidenze, segreti sussurrati dinanzi a una pagina bianca, concentrati, con i loro sogni, le loro speranze, osservavano il cielo che cominciava a tingersi di un colore grigiastro: nessuno di loro poteva sospettare alcun minimo dettaglio di invasione. Perfino Anna, disillusa, ingenua, ma combattente e coraggiosa, seguendo la voce del suo cuore, continuava ad affacciarsi dalla finestra virtuale di un mondo che lentamente si sta avviando verso lo sfacelo, in attesa che qualcuno o qualcosa recidesse una battaglia che sembra non avere fine. Permettendo così di ritornare dove stava prima. Ed è proprio qui, naturalmente, che sta il bello di questa lettura. Il non poter tornare allo stato naturale delle cose, se esse, sebbene richiamano costantemente il passato, non rivelano una certa verità. Sfidano la nostra comprensione, feriscono, sminuiscono semplicemente perché le si osserva.

Titolo: Nel paese delle ultime cose
Autore: Paul Auster
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 9,50 €
N° di pagine: 172
Trama: Immaginate un posto dove le persone (la nonna, il droghiere, il vicino di casa) e gli oggetti ( le auto, lo spazzolino, la caffetteria, la gomma da cancellare) sono a rischio di estinzione. Una mattina ti alzi e non c'è più il postino o lo schiaccianoci. E non solo il tuo, ma quello di tutti. Qualsiasi rimasuglio diventa allora l'oggetto più prezioso del mondo, soprattutto per i 'cacciatori di oggetti', persone in grado di uccidere per accaparrarsi, che si, un mozzicone di matita. 

sabato, agosto 10, 2019

Gocce d'inchiostro: Il nostro giorno - David Levithan

E così sarebbero continuate le vicende di A e Rhiannon se non fosse stato per un'opportunità che mi mise a conoscenza dell'uscita imminente di questo secondo volume. Anche in questo caso, non ho avuto niente da dire. La storia tessuta da Levithan è stata la stessa di quello precedente: una landa deserta che esalta piccoli pezzetti di anime che sono incastrati in A, protagonista indiscusso, in cui si vive, si ama, si muore mediante parole che sono state estrapolate dal nulla ma che si incastrano alla perfezione. E tutto ciò è accaduto in un weekend all'insegna del relax e del divertimento, in una dimensione in cui mi sono completamente persa, fra le braccia di un sogno romantico che mi ha cullato e viziata nel suo abbraccio.


Titolo: Il nostro giorno
Autore: David Levithan
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 18€
N° di pagine: 460
Trama: Ogni giorno un corpo diverso. Ogni giorno una vita diversa. Ogni giorno una scelta difficile. Da sempre, la vita di A è stata svegliarsi ogni giorno in un corpo diverso, costretto a vivere per quel giorno la vita di quella persona, cercando di farlo al meglio ma anche cercando in qualche modo di vivere la propria, di vita. Convinto di essere l'unico al mondo, ha sempre sentito di essere profondamente e irrimediabilmente solo. Ma si sbagliava. Ci sono altri come lui. Con Rhiannon, A ha conosciuto l'amore e l'amore ha portato una ancora più dolorosa e profonda consapevolezza della solitudine: la loro storia è finita per l'impossibilità di essere vissuta e nel momento in cui A lo ha capito, ha deciso di allontanarsi per sempre da lei. Ma ora non riesce a smettere di pensarla, al punto da essere così distratto da cominciare a lasciare traccia del suo passaggio nelle vite che prende in prestito. Anche Rhiannon lo sta cercando, perché ha creduto di poter amare un altro, ma non è così, e perché non vuole a rassegnarsi a una vita in cui A non esista.

giovedì, agosto 08, 2019

Gocce d'inchiostro: Le lettere smarrite di William Woolf - Helen Cullen

Alla fine non ho fatto nulla se non limitarmi a lasciarmi andare, con gli occhi che seguivano febbrilmente le pagine, rifugiata dietro la staccionata di una vita banale e noiosa. Non ho potuto evitare che i ricordi di questo povero disgraziato mi assalissero, sin dal primo momento che sono entrata nel suo campo visivo. Eppure mi è bastato guardarmi intorno per comprendere come il messaggio trasmesso dalla Cullen, qui, è molto significativo, ma in questa storia ha avuto poco spessore. Poca importanza. E le lettere a cui accenna il titolo lo hanno eliminato e svanito completamente, celando ogni rimasuglio di romanticismo, ogni squarcio di vita che mi inducesse a sorvegliarlo con le sembianze di una lettrice attenta ma insoddisfatta.

 Titolo: Le lettere smarrite di William Woolf
Autore: Helen Cullen
Casa editrice: Nord
Prezzo: 18€
N° di pagine: 384
Trama: C'è un ufficio, a Londra, in cui viene raccolta la posta impossibile da recapitare : buste da cui la pioggia ha cancellato l'indirizzo, o i cui destinatari non sono più rintracciabili; letterine a Babbo Natale o alla fatina dei denti. Se sono state regolarmente affrancate, hanno diritto a un'ultima occasione. Ogni giorno, i detective postali aprono le lettere smarrite, per scovare indizi che li possano aiutare a consegnarle. William Woolf svolge questo lavoro con passione da oltre dieci anni, sebbene sua moglie preferirebbe che si cercasse un impiego <<vero >>. Anzi, negli ultimi tempi, William ha l'impressione che Clare preferirebbe avere accanto un uomo diverso, uno piu intraprendente e ambizioso. Dal canto suo, William non può fare a meno di notare quanto Clare sia cambiata, dai tempi in cui si erano conosciuti all'università, uniti dalla comune passione per i libri. Non è più la ragazza timida e sensibile di cui si era innamorato. Ai suoi occhi, è diventata una fredda donna in carriera, sempre impegnata, distante. Ed è forse colpa della frattura che si è creata tra loro se William si lascia attrarre da una busta blu notte, pescata per caso dal sacco grigio della posta, su cui spiccano quattro parole: Al mio grande amore. All'interno c'è una lettera di una donna che si firma Winter, una donna in attesa di essere trovata dalla sua anima gemella. Le parole di Winter arrivano dritte al cuore di William, lo commuovono. Col passare dei giorni, si rende conto di aspettare con impazienza l'arrivo di altre buste blu notte. E viene accontentato. Possibile che fosse destinato a riceverle? Possibile che fosse destinato a riceverle? Possibile che sia proprio lui il grande amore di Winter? Per scoprirlo, William deve raccogliere gli indizi disseminati nelle lettere e trovare Winter. Deve guardarla negli occhi, per capire se è solo l'illusione di un cuore deluso o la sua occasione di essere davvero felice. E se invece fosse proprio William a essersi smarrito? E se la felicità fosse molto più vicina di quanto lui non crede?

martedì, agosto 06, 2019

Danzando su carta: 16°

Non perdo mai tempo a soppesare per qualche secondo le mie scelte, quando si tratta di libri. Non ho alcuna intenzione di redigere papiri zeppi di paroloni e frasette riguardo gli innumerevoli peccati che ogniqualvolta commetto quando entro in una libreria, sebbene nel mio volto compare ancora un'espressione dal tratto sognante che mi invade quando esco con una busta ricca di volumi; poi li porto a casa, e li fisso soddisfatta come un genitore contenta del figlio.
Comprendo perfettamente che quando si tratta di libri non riesco ad essere razionale. Da quand’è che sul blog è comparso l’ultimo bookhaul, i libri mi hanno salvato la vita attraverso l’immaginazione. Osservo e respiro fogli che si tengono attaccati l’uno con l’altro, solcati dalla calligrafia elegante e minuta di qualche autore americano, nostrano o giapponese e riconosco come, in fondo, tutto questo mi rende felice. In fondo questa storia si ripete quasi ogni mese, e fingersi dispiaciuta nell'acquisto compulsivo di tutti questi romanzi non mi sembra onesto. Perciò la rubrica Danzando su carta rinasce dalle sue ceneri, dando nuovamente vita a una nuova consapevolezza. Quella che fra me e la letteratura c’è vita, e che senza di essa nulla avrebbe più significato. 


Titolo: Lombra
Autore: Edward Carey
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 19, 90 €
N° di pagine: 485
Trama: Dopo essersi lasciati alle spalle i resti ancora fumanti di Foulsham, gli Iremonger si sono dispersi per tutta Londra. Hanno bisogno di una nuova casa e sono determinati a trovarla. Strane cose cominciano ad accadere in tutta la città; persone care che spariscono nel nulla, oggetti bizzarri mai visti prima e un’inquietante oscurità che sembra volersi ingoiare la luce del giorno. La Polizia ha spiegato le forze, ma saprà fronteggiare i temuti Iremonger? E quale sarà il ruolo di Clod; ribelle o figlio prodigo? 

domenica, agosto 04, 2019

Gocce d'inchiostro: Gilead - Marilynne Robinson

Collocando questo romanzo come una delle tante letture effettuate nel mese di luglio, comincio a percorrere a ritroso un disegno intimo, consolatorio e confortante con un semplice gesto, stringendo una matita, riempiendo fogli bianchi di lettere e parole. Ripassando e rievocando ogni prezioso momento trascorso qui, penso a quanta dolcezza si è depositata in Gilead senza che io nemmeno me ne accorgessi. Assuefandomi, lasciandomi trascinare e respirare di essa, quasi ho avvertito il piacevole e confortante calore che è la fede. Chi si affida a un Dio qualunque può vedere e osservare meglio la realtà circostante, affinché non ci si senta più soli.
La Robinson esplica perfettamente questo concetto, sorridendo ingenuamente davanti alla sorpresa che provoca in padre John certe malefatte della vita, raggiungendo qualunque angolo del nostro cuore, diretto verso la cornice di un disegno oltre il quale non c’è nient’altro che un semplice credo. Probabilmente, il più forte e potente…

Titolo: Gilead
Autore: Maryland Robinson
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 257
Trama: Il reverendo John Ames sarà morto quando suo figlio aprirà la lettera che gli sta scrivendo. Siamo nel 1956, John ha 76 anni e sente che la fine è prossima. Dieci anni prima ha incontrato l’attuale signora Ames, molto più giovane di lui. La donna aveva sofferto molto: il pastore se ne innamorò e in lui la ragazza ha trovato conforto e assistenza. Ora sembra proprio che siano felici, sotto ogni punto di vista. Il vecchio padre sente che il figlio di sei anni non potrà mai veramente conoscere la sua gente. A Gilead, Iowa, la città che non ha mai lasciato, Ames inizia così a scrivere una specie di testamento, la storia della sua famiglia. Racconta di suo nonno, un uomo impegnato nelle lotte contro la schiavitù, del padre pacifista durante la guerra di Secessione. E poi si chiede: cosa ho imparato io da tutti voi?

venerdì, agosto 02, 2019

Romanzi su misura: Luglio

Sembra che qui il tempo non scorri mai. Molto bello e sorprendente constatare che, a fine mese, devo preoccuparmi soltanto di realizzare qualche recensione o, in questo caso, stilare quello che altro non è che il recap delle letture del mese. 
Condotta dunque da una parte all’altra, mi sono così presentata contenta, soddisfatta delle letture realizzate in questo settimo mese dell’anno, e ho fatto di tutto purché credessi che in un piccolo angolo virtuale certi romanzi hanno emesso un battito. 
In ogni caso, come ogni mese del resto, eccomi qui, pronta a dedicare un piccolo spazio a i nuovi amici d’inchiostro che in un certo senso mi hanno obbligato a sostenere giornate tediose, calde, monotone. La vita mi aveva offerto uno sbocco, un’opportunità di scaricare ciò che mi ha lasciato pienamente soddisfatta e non, riconoscendo quei scenari in cui mi sono sorpresa idonea, compresa, unanime, nella quale i protagonisti non hanno fatto altro che pazientare con il loro spirito, la loro forza d’animo. 


Sfide letterarie: 
 Trattato storico, un pezzo di anima della Seconda guerra mondiale che è stato scritto con parole solenni, dure che abbagliano l’anima di chi legge con una certa cautela ma non inondano i sensi come un beneficio che esprima qualcosa che è stato visto e vissuto.
Valutazione d’inchiostro: 3
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