sabato, giugno 29, 2019

Gocce d'inchiostro: La saga dei Cazalet. Gli anni della leggerezza - Elizabeth Jane Howard

La lotta è stata tremenda: il mio cuore è stato così intensamente attratto da quello di questo romanzo, due cuori ardenti contro una sola piccola coscienza, che la mia decisione di concludere questa saga divenne sempre più forte giorno dopo giorno. Ero giunta nel cuore pulsante di queste pagine con le idee ben chiare; per nessuna ragione avrei acconsentito a un passo che avrebbe potuto causarmi amaro pentimento per la cecità dimostrata nel non avvicinarmi. Mi sono sempre più convinta che la mia coscienza aveva deciso per me a mente lucida di non poter più tirarmi indietro.
Purché questo mio splendido viaggio continui, per qualche giorno dovrò tornare distante dalla Howard e dai suoi figli di carta. Ma, poiché sento ancora la loro mancanza, vuoto per cui so ben certa che colmeró non appena acquisterò i volumi successivi, quest’oggi vi invito a leggere questa saga, amici lettori, e di perdervi anche voi nei meandri più reconditi del cuore umano. Fra  gruppi di fantocci che non si sentono mai del tutto sicuri, fuori posto, terrorizzati dalla paura di poter perdere un loro caro, con un forte senso di disagio e frustrazione che attanaglia continuamente la loro natura artificiosa e poco riconosciuta. 


Titolo: La saga dei Cazalet. Gli anni della leggerezza
Autore: Elizabeth Jane Howard
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18,50€
N° di pagine: 500
Trama: È l’estate del 1937 e la famiglia Cazalet si appresta a riunirsi nella dimora di campagna per trascorrervi le vacanze. È un mondo dalle atmosfere d’altri tempi, quello dei Cazalet, dove tutto avviene secondo rituali precisi e codici che il tempo ha reso immutabili, dove i domestici servono il tè a letto al mattino, e a cena si va in abito da sera. Ma sotto la rigida morale vittoriana, incarnata appieno dai due capostipiti affettuosamente soprannominati il Generale e la Duchessa, si avverte che qualcosa sta cominciando a cambiare.
Ed ecco svelata, come attraverso un microscopio, la verità sulle dinamiche di coppia fra i figli e le relative consorti. L’affascinante Edward si concede svariate amanti mentre la moglie Villy si lacera nel sospetto e nella noia; Hugh, che piega ancora i segni della grande guerra, forma con la moglie Sybyl una coppia perfetta, salvo il fatto che non abbiano idea l’uno dei desideri dell’altra; Rupert, pittore mancante e vedovo, si è risposato con Zoe, un’attrice bellissima e frivola che fa fatica a calarsi nei panni della madre di famiglia; infine Rachel, devota alla cura dei genitori, che non si è mai sposata per un motivo ben preciso. E poi ci sono i nipoti, descritti mirabilmente nei loro giochi, nelle loro gelosie e nei loro sogni, in modo sottile e mai condiscendente, dalle ingenuità infantili alle inquietudini adolescenziali.
Ma c’è anche il mondo di fuori, e la vita domestica dei Cazalet si intreccia inevitabilmente con la vita di un paese sull’orlo di una crisi epocale. Mentre le  vicissitudini private dei personaggi vengono messe a nudo e vicende grandi e piccole intervengono a ingarbugliare le loro esistenze, si comincia a mormorare di una minaccia che viene dal continente, e che assume sempre più spessore nelle consapevolezze dei protagonisti, fino a diventare tangibile: la seconda guerra mondiale è alle porte.

giovedì, giugno 27, 2019

Gocce d'inchiostro: Isola - Siri Ranya Hjelm Jacobsen

Qualche ora fu tutto ciò che mi concessi nella mia umile dimora e allo scadere di questo arco di tempo ricevetti il messaggio che l’autrice trasmette così bene in queste pagine collocandomi in un posto in cui l’azzurro del cielo si conformava a quello di un semplice isolotto, teso tra le terre emerse, su un filo di terra popolata da mitiche creature e fantasmi. Desiderando ardentemente che l’autrice mostrasse qualcosa in più, mostrasse la sua vera posizione, sia come autrice sia come figlia della Terra, pur quanto abbia cercato di nascondere quanta profondità ci fosse in questo suo racconto autobiografico, si servì di un semplice mucchio di carta e parole che giustificarono il suo continuo sentirsi a disagio, disadattata, lasciando così una ferita ancora scottante che non cessa di pulsare nemmeno quando giunse l’ora di separarci.
Dicendo fra me e me che Isola nasconda molto più di quel che si crede, un esiguo compenso di dispiaceri e rimembranze di una famiglia che è quasi del tutto scomparsa, l’autrice rivendica così la sua dignità parlandoci al cuore; per quanto mi riguarda non c’è voluto poi così tanto per far sì che la magia facesse il suo effetto. Io ne fui soggiogata a tal punto che ho letto questa storia considerandola come un frammento della mia, poiché il profondo sentimento con cui è stata scritta mi ha impedito di sentirmi distante dalla sua creatrice.

Titolo: Isola
Autore: Siri Ranya Hjelm Jacobsen
Casa editrice: Iperborea
Prezzo:17€
N° di pagine: 215
Trama: Dopo la morte della nonna, una giovane ragazza danese decide di tornare a Suduroy – l’isola dell’arcipelago delle Faroe da cui proviene la sua famiglia – a cercare le sue origini in una cultura che ha ereditato ma che non le appartiene e in una lingua estranea in cui << non sa neppure pronunciare il suo nome >>. L’unico legame concreto con quel mondo è il rapporto con i nonni Marita e Fritz, emigrati in Danimarca negli anni ’30,la sua immaginazione e tutti gli aneddoti che fin da piccola le hanno raccontato. È stata la vita durissima dei pescatori nel mare del Nord, <<il posto in cui l’uomo è meno benvenuto al mondo >> a far nascere in Fritz il desidero di un destino diverso, ed è l’urgente desiderio di felicità e necessità di sfuggire alla durezza della vita a guidare tutta questa grande saga famigliare che si snoda fra la Danimarca e le isole sperdute nell’Oceano Atlantico del Nord.

martedì, giugno 25, 2019

Gocce d'inchiostro: Le sette morti di Evelyn Hardcastle - Stuart Turton

La mia strada e quella di Turton passavano vicine ma distanti, con poco sentimento, poca intensa felicità sino a qualche settimana fa, ma dal momento in cui ho desiderato liquidare l'ardente desiderio di riconoscere in Le sette morti di Evelyn Hardcale il capolavoro che molti osannano, non ho potuto evitare di fare allo stesso modo e immergermi in un epoca che non è più la nostra, ma dalle predisposizioni già poco soddisfacenti.
Ebbene, per rendere questi miei dubbi fondate certezze, ho lasciato le spiagge assolate descritte magnificamente dalla Haward per scendere lungo i pendii sconnessi di una collina in cui è situata una vecchia e antica tenuta, da cui si inerpicano le vicende di questa povera vittima. Lo scenario descritto, non c’è che dire, è effettivamente magnifico. Richiama perfettamente gli antichi romanzi ottocenteschi austeniani o leviani e questo ha garantito un elemento concreto: lo scenario di cui molti lettori si sono invaghiti è stato incredibile. Ma, più in là, dopo la splendida tenuta, lo stile semplice e diretto, un giardino incolto che è stato lo scenario di un brutale assassinio, l’entusiasmo con cui ho accolto questo romanzo, dopo un centinaio di pagine, è andato ad affievolirsi. Emotivamente parlando, troppo freddo e calcolato per i miei gusti. Il fertile terreno di un’indagine scrupolosa e attenta che disgraziatamente per me si è trasformato in fango e gelo. Il fattore conseguì una trama studiata a tavolino, perfettamente artificiosa, in cui il sentimento o l’introspezione cozzano con un’aria maliziosa che l’autore innesca nello svolgimento di questa trama intricata. Se inizialmente l'avevo considerata appropriata per celare un mistero irrisolvibile, ben presto emerso come eccessivo, fariginoso, claustrofobico, quasi angosciante che non mi ha permesso di farmi sentire parte del gruppo. Parte integrante di questo teatrino, messo su da un amante dei gialli e di Agatha Christie, e che a me ha colpito in maniera alquanto diversa dalle mie supposizioni.



Titolo: Le sette morti di Evelyn Hardcastle
Autore: Stuart Turton
Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 526
Trama: Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati del tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell’alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardc. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento – la morte del giovane Thomas Hardcastle – ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d’artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell’attimo in cui esplodono nell’aria i preannunciati fuochi d’artificio Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell’acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pine fine alle crudeli sorprese della festa. L’invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell’acqua s ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l’assassino. Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite indifferente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House…

lunedì, giugno 24, 2019

Mid year check in booktag: bilancio di metà anno

A suo tempo avrei giudicato questo tag inutile e noioso, ma da quant’è che lo vedo gironzolare per il web mi sto intestardendo a voler dargli un piccolo spazio anche qui, nel mio angolino virtuale 😊
Parlando dunque di quelli che non sono altro che il pane quotidiano per ogni lettore, le mie abitudini, e lo zelo con cui mi applico ad autori di grande importanza, questo semplice e indiscreto tag ci pone davanti delle sfide che impediscono a qualunque dubbio o perplessità di aleggiare tutt’attorno. Mentre divoro un romanzo dietro l’altro, ora che è finalmente iniziata l’estate e ho un mucchio di tempo libero, così felice di poter condividere ciò che mi ha entusiasmato e cosa meno, nell’ansioso ma inutile tentativo di poter un giorno leggere tutti i libri che desidero 😊


Quali sono i romanzi che hai apprezzato maggiormente sino a ora?
Ci sono un mucchio di romanzi che, già a metà anno, compongono e prevedono un discreto numero di belle e fantastiche letture. Per citarne qualcuno, senza alcun dubbio il bellissimo romanzo di Stassi, che si è rivelato quel piccolo ma memorabile poema romantico in cui ci si sente feriti, dilaniati dalle stesse parole dell’autore, e ogni tentativo di sganciarsi da questa realtà parallela che sembra davvero impossibile. E, il drammatico Madonna col cappotto di pelliccia in cui il protagonista si aggrappa all’idea dell’amore pur di sopravvivere. Dilettante nel realizzarsi con gli altri, amico genuino e bonario.



sabato, giugno 22, 2019

Gocce d'inchiostro: Foulsham - Edward Carey

Sotto un certo punto di vista è vero; il mio approccio con i romanzi di Edward Carey non fu entusiasmante. Dal principio una storia offuscata dai fumi e i gas di scarico, imbevuta di una sorprendente aura luminosa intrisa ancora di nostalgia e drammaticità. Eppure, rileggere il primo volume a distanza di anni, se faccio un ragionamento logico, mi ha aiutato a rispettare solo una discendenza, quella degli Iremonger, così spaventosamente orribilanti, puzzolenti, tristi, senza nessuna considerazione per il mondo esterno. Ma questa notizia 6 anni fa non aveva destato minimamente la mia attenzione non immaginando quanto di straordinario ci fosse fra le sue pagine.
E straordinario è anche questo secondo volume che, assimilato in un pomeriggio, col ticchettio dell’orologio che emetteva un regolare tic tac e la casa immersa nel silenzio, non potevo immaginare quanto fosse avvincente e straordinario. Magnetico, magico, introspettivo, entusiasmante, che strizza l’occhio ai romanzi di Lemony Snicket e ai suoi Sfortunati figli Bodelaieur. 


Titolo: Foulsham
Autore: Edward Carey
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 18€
N° di pagine: 311
Trama: Foulsham, la grande discarica di Londra, è sull’orlo del collasso. Le mura che contengono i rifiuti stanno per cedere, la spazzatura straborda dall’alto per tornare nella città da cui proviene. Negli uffici della famiglia Iremonger, nonno Umbitt, accecato dalla sete di potere, ha trovato un modo per far assumere forma umana agli oggetti di tutti i giorni e, allo stesso modo, per trasformare le persone in carne e ossa in oggetti. Abbandonata nelle profondità dei cumuli, Lucy Pennant è stata portata in salvo da una creatura terrificante, Binadit Iremonger, più un animale che uomo. È disperata e decisa a ritrovare Clod. Ma, a sua insaputa, Clod è diventato una mezza sovrana d’oro ed è ‘perso’. Viene passato di mani in mano come denaro contante in giro per Foulsham, eppure lo stanno cercando tutti. Potrebbe essere lui, infatti, il pericoloso Iremonger che si pensa abbia il potere di far finire il regno di Umbitt. Nel frattempo, però, in città gli oggetti, oggetti comuni, prendono vita…

giovedì, giugno 20, 2019

Gocce d'inchiostro: Non fa niente - Margherita Oggero

Non mi aspettavo certamente alcun tipo di risposta, dopo che avevo deciso di fiondarmi fra le pagine di uno dei tanti romanzi di Margherita Oggero, sebbene le premesse della trama erano poco allettanti. Non avrei dovuto aspettarmi strette di mano, abbracci teneramente che circondano la vita, coperta da una folta sfilza di eventi.
Se io mi fossi rifiutata di leggere Non fa niente non penso avrei avuto l’opportunità di ascoltare la storia di due donne, apparentemente forti ma fragili, in cui è evidentissima l’intenzione della sua autrice di farcele conoscere esattamente così come sono. Ma quel reciso rifiuto del cuore scrupoloso mi scoraggió. La loro condizione di coinquiline e amiche pose a questo romanzo, un aura intimistica, sentimentale, quasi seducente, che mi sembrava ingiusto non poter esercitare con qualunque pressione di qualunque natura che la Oggero adopera con maestria e leggiadra, specie nella maggior condizione d’evitarle. Liberarsi da questa stretta è stato dunque così difficile, sebbene sia durata solo per qualche giorno, e così mi trattenni lasciandomi libera di sorvolare i cieli di un luogo famigliare ma lontano. Visibile ma imperscrutabile, come l’anima dei suoi protagonisti che non trovano nemmeno la forza per poterla rifiutare ogniqualvolta si presentava una situazione che in qualche minuto avrebbe potuto essere superata.
Titolo: Non fa niente
Autore: Margherita Oggero
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 244
Trama: Nel 1933, in uno dei momenti più cupi per l’Europa, Esther ha dovuto lasciare Berlino, il suo innamorato, ogni promessa di futuro. Ora è una giovane donna colta, la cui eleganza sconcerta l’ arcigna suocera piemontese. Rosanna invece è cresciuta in mezzo alle risaie, non ha potuto studiare e la sua bellezza le ha giocato un brutto tiro trasformandola in fretta in una creatura ansiosa di cambiare la sua esistenza. Cos’abbiano in comune due donne così, non ci vorrà molto a scoprirlo. Sono vive nonostante tutto, profondamente capaci di amare e d’insegnarsi qualcosa l’un l’altra. Un giorno Ester domanda a Rosanna di aiutarla ad avere un figlio, << come nella Bibbia fece Agar per Abramo e Sara >>. Intanto il mondo va avanti e le interroga senza risparmiarle; dalla guerra alla Torino postbellica che si avvia alla ricostruzione, passando per Bartali e Togliatti, gli anni passeranno veloci, fino alla caduta del muro di Berlino. È la vita che corre, la vita di due amiche che non saranno mai più sole.

martedì, giugno 18, 2019

Gocce d'inchiostro: Le piccole donne crescono - Louisa May Alcott

Perché ho tirato questo secondo volume, fuori dalle mensole della mia strapiena libreria, proprio adesso? Perché tutt’a un tratto ho immaginato di voler tornare nella campagna londinese del 1800 pur essendo la prima che aveva relegato le Piccole donne in un cassetto della memoria sigillato dal lontano dicembre del 2017? Qualche giorno dopo l’avvento del mese di giugno le Piccole donne crescono erano sul mio comodino.
Può darsi che l’arco di tempo che mi ha indotta a separarmici per qualche tempo, fosse dovuto dal fatto che i miei interessi vertevano su altro. Un Regno personale e confortante. Per questo motivo, forse, Meg, Amy, Beth e Jo sono comparse dinanzi a me con una certa naturalezza. Ed io cosa avrei dovuto fare, se non credere in questa coincidenza? Quale altra occasione ci sarebbe stata dopo questa bella folgorazione?
Alla fine la Alcott ha lanciato la sua fattura. Mi ha indotto ad amare questa storia, strangolata dalla stretta solida delle convenzioni sociali, l’affaticamento economico la povertà e il desiderio di sentirsi integri consapevoli di ottenere da questi idiomi comprensione, redenzione, l’illuminazione a precetti più ambiziosi. 

Titolo: Le piccole donne crescono
Autore: Louisa May Alcott
Casa editrice: Giunti
Prezzo: 9,90€
N°di pagine:224
Trama: Quella mattina, sul portico, le rose di giugno sbocciarono di buon’ora e più belle del solito, liete anch’esse del cielo sereno senza nuvola. Sembravano piccoli vicini di casa con quelle loro facce risplendenti; dondolate e piegate dal vento, parevano commentare tra di loro gli avvenimenti cui stavano assistendo.

domenica, giugno 16, 2019

Gocce d'inchiostro: Favola di New York - Victor Lavalle

Il viottolo tortuoso che mi ha condotta nel cuore di questo bel romanzo si snoda per lungo tratto attraverso zone depresse, ricche di ostacoli e strade sterrate. Quando poi giunsi nel punto più cruciale, constatai come calde lacrime avrebbero ben presto inzuppato l’anima del povero Apollo il cui compito è quello di svelare le sue origini. Tutto ciò non avrebbe rappresentato nulla di nuovo o di mai letto in un panorama moderno come questo; sarebbe passato indifferente in mezzo a questa fanghiglia e non letteraria con bloc notes pieni di scarabocchi e annotazioni a penna, ma nel panorama letterario Favola di New York spicca per lo stile, il forte senso di empatia che suscitano le vicende del povero disgraziato Apollo, fingendo solennità, magnificenza, di dedicarsi allo spirito anziché al simbolismo che attribuiamo spesso alle cose, quando sarebbe stato più prudente non fare nulla e farsi travolgere dagli eventi. La bellissima copertina ha costituito un ‘ostacolo’ alla mia volontà di non sentire come mie le vicende del giovane Apollo. Ma udire il suo richiamo è stato davvero inevitabile, a più di un miglio di distanza.

Titolo: Favola di New York
Autore: Victor Lavalle
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 20€
N°di pagine: 510
Trama: Il piccolo Apollo, figlio della New York di oggi, cresce con la madre, giovane single di origini ugandesi. Il padre, che è sparito nel nulla, gli ha lasciato solo una scatola di libri e uno strano incubo ricorrente. Da grande, Apollo diventa un commerciante di libri antichi e si innamora della bibliotecaria Emma, insieme alla quale ha presto un figlio. Ma il nuovo arrivato incrina l'idillio della coppia: lui rivive l’abbandono del padre e, alle prese con i propri fantasmi, fatica a comprendere che in lei qualcosa è cambiato. Emma si comporta in modo strano, è sempre più distante e insofferente fino a quando, un giorno, compie un gesto indicibile. Quanto possono essere oscuri o segreti delle persone che più amiamo? Inizia così l’avventura di Apollo alla ricerca della verità su quell’atto terribile: un viaggio che lo porterà su un’isola misteriosa nel cuore della metropoli dove accadono cose al d là di ogni immaginazione e dove la vita quotidiana in una modernissima New York si sospende per lasciare spazio al mito e alla leggenda.

venerdì, giugno 14, 2019

Gocce d'inchiostro: L'invenzione delle ali - Sue Monk Kidd

La lettura di un certo tipo di romanzi può sortire qualche effetto. Che sia positivo o negativo, alla fine, non ha strettamente importanza. Innanzitutto dovrebbe generare una certa necessità, come l’atto del bere e del mangiare. A seguire, ricambiare quel qualcosa che si instaura fra te e l’autore. Basta. Nient’altro! Non c’è bisogno di paroloni o frasi lunghe e prolisse. Si è già fortunati quando si ha l’opportunità di leggerli.
Intrappolando il romanzo della Monk Kidd in una finestra virtuale dall’aria luminosa e vaporosa, mi rendo conto che fra me e la sua storia non si è disgraziatamente instaurato alcun legame. La costruzione temporale che avvolge il tutto come un enorme coperta, personaggi intrappolati nel lungo limbo del dramma e dell’insoddisfazione che non li fa scintillare più di tanto, dall’esterno, mi hanno conferito solo un immagine insulsa, distaccata. Ho visto solo un angolo della tela di questo mondo che la Monk Kidd dipinge, che avrebbe potuto essere meraviglioso e indimenticabile, dove spuntava appena una specie di magia. Ma qual è stato l’elemento scatenante che mi ha indotta a bocciare questa lettura? Semplice, la piattezza della storia, la prolissità di certi eventi o situazioni narrati, la parvenza di un legame che avrebbe potuto prosperare nel tempo ma che invece svanisce non appena gli si volge le spalle.
Certamente non mi sarei aspettata che una storia come questa, che ha vasti echi a quella della Stockeet e al suo bel The help potesse sorprendermi insoddisfatta, quasi sconsolata. Perché da certe letture io pretendo il meglio. L’irraggiungibile. Non l’ingresso nascosto di un edificio così insignificante.
Titolo: L’invenzione delle ali
Autore: Sue Mod Kidd
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 20€
N° di pagine: 393
Trama: Charleston, South Carolina, 1803. Quando per il suo undicesimo compleanno Sarah Grimké riceve in regalo dalla madre una schiava della sua stessa età di nome Hetty, cerca inutilmente di rifiutare quello che le regole vigenti impongono. Hetty anela alla libertà, soffoca tra le mura domestiche della ricca e privilegiata famiglia Grimké, vorrebbe fuggire lontano e Sarah promette di aiutarla. Come Hetty, anche lei è in qualche modo prigioniera di convenzioni e pregiudizi; in quanto donna non le viene permesso di realizzare il suo più grande desiderio, quello di diventare una giurista come il padre e i fratelli. Sarah sogna un mondo migliore, libero dalla schiavitù, che lei considera come un terribile abominio, e instaura con Hetty un rapporto speciale, insegnandole di nascosto a leggere e a scrivere nell’intento di aiutarla a emanciparsi. Seguiamo così il rapporto difficile ma speciale tra una ricca ragazza bianca e la sua schiava nera e le loro vicende umane nel corso di trentacinque anni, cui si aggiungono quelle della giovane sorella di Sarah, Nina, con la quale si batterà a favore dei diritti civili delle donne, dei più deboli e degli emarginati e contro la discriminazione razziale.

mercoledì, giugno 12, 2019

Gocce d'inchiostro: La porta di Tolomeo - Jonathan Stroud

Ora come da qualche settimana a questa parte, le mie spericolate avventure nel mondo di Jonathan Stroud mi sorpresero fiduciosa come una fanciulla, e sebbene questa saga non sia perfetta né indimenticabile, provo rispetto per la sua  anima e il suo creatore riconoscendo l’originalità di certi temi trattati. Forse, ora più di prima, un rispetto reverenziale mi induce a proseguire le vicende con l’ultimo episodio della saga, avendo notato che si tratta di un volume conclusivo e pensando che forse impiegare il mio tempo con qualcosa avvenuto prima fosse una perdita di tempo. Eppure questo stesso distacco da un mondo che mi ha accolto, nel miglior modo possibile, mi ha posto dinanzi alla necessità di vivere anche l’ultimo capitolo, apprezzando nuovamente questo aspetto di questa bella saga.





Titolo: La porta di Tolomeo
Autore: Jonathan Stroud
Casa editrice: Tea
Prezzo: 13€
N°di pagine: 504
Trama: Il potere dei maghi di Londra vacilla; John Mandrake, divenuto ministro dell’informazione, è al culmine della notorietà e del potere e tiene prigioniero il jinn Bartimaeus, ormai troppo indebolito per nuocere. Ma qualcuno, nell’ombra, evoca Bartimaeus per coinvolgerlo in un pericoloso piano che vedrà spiriti e umani uniti contro i maghi. È la resa dei conti e finalmente si conosceranno i segreti del passato di Bartimaeus, si potrà guardare oltre la Porta di Tolomeo, nel mondo dei demoni, e ci sarà una battaglia senza esclusione di colpi che deciderà il destino dell’umanità in una spettacolare notte dei morti viventi”…


La recensione: 
La saga di Bartimeus, ideata dallo straordinario autore londinese Jonathan Straud, si adagió ampiamente ma lentamente nei meandri del mio cuore, quasi interamente dedica ad un forte e intenso amore per la letteratura rothiana, austeriana o murakamiana.
È una saga che ho letto e scoperto tardi, e che ha come innovazione il suo protagonista: un gobbo goffo e maleducato, vittima sopprusa alla mercé di maghi e streghe. Il suo autore mi diede la possibilità di farne la conoscenza osservandolo dalla dimora della mia splendida libreria, in un vagabondaggio continuo nei recessi più reconditi dell’animo umano.
La saga di Bartimeus testimonia come, dove c’è magia, un cattivo di turno, una presa di potere o supremazia è circoscritto un disegno in cui il Bene trionfa quasi sempre sul Male. La porta di Tolomeo non è un eccezione, poiché ha raggiunto l’orlo di scarpate altissime e zuppe di magia, sorpresa e felice di contemplare questo magico paesaggio, disteso come una carta geografica ai miei piedi, una narrazione molto simile da quella vissuta sino a questo momento.
Il ciclo di Bartimeus è certamente un ciclo di romanzi che non lascia entusiasti o emozionati nel proseguire le vicende. Eppure, per un forte impulso di curiosità, terreno di caccia dove un osservatrice attenta come me ha trovato tante testimonianze di un passato che non si riesce a soffocare completamente, fra gruppi di maghi, mostri, golem, spiriti che ancora sopravvivono sulle alture erbose di questo strambo paesaggio che ombreggiano su di me con fare minaccioso.
Valutazione d’inchiostro: 4

lunedì, giugno 10, 2019

Gocce d'inchiostro: Unexpected - Allyson Taylor

Il mio incontro con Allison è ancora impresso nella mia memoria. Come un ricordo vivido abbastanza caldo da giustificare entusiastiche e coinvolgenti recensioni ai suoi splendidi romanzi. Unexpected rientra in questa categoria e, dopo qualche mese di assenza, la voce di questa giovane autrice rimbomba forte e nitida nella mia testa. Il suo è un processo di scrittura che la caratterizzano per come ella si approccia al mondo e agli altri e, coauditata da una forte passione per la parola scritta mi ha permesso di leggere ogni sua opera ogniqualvolta mi sono sentita disposta a farlo. Entusiasta ad accoglierla nel mio salotto virtuale.







Titolo: Unexpected
Autore: Allyson Taylor
Casa editrice: Selph publishing
Prezzo ebook: 1,99 €
N° di pagine: 223
Trama: A volte bisogna avere coraggio e compiere scelte difficili. E questo è ciò che fa Fanny Reyes quando decide di lasciare Miami e tutte le sue certezze per trasferirsi a Sacramento. Cominciare una nuova vita non è semplice, ma lei ci riesce: vive in un piccolo e vecchio appartamento e lavora in una pasticceria. Tutto sembra perfetto, almeno fino al momento in cui incontra Zach in drammatiche circostanze. Da quel giorno, la vita di Fanny cambia completamente per la seconda volta e l’unica persona che la può aiutare è proprio Zach.

sabato, giugno 08, 2019

Gocce d'inchiostro: I segreti di Heap house - Edward Carey

Mi rendo conto di quanto sia stata ingiusta e incoerente nei riguardi di questa saga. Nel trattare i particolari accidentati della vita che imperversa su Heap House, come se fossero attributi essenziali. Ho amato questa storia così com’è, per la sua anima semplice ma bizzarra, il suo sentirsi inadatta e inadeguata, la sua esistenza soffocata da un aria continuamente inzuppata di marciume, putrescenza, e meno che mai per i suoi semplici atti di fede.
Il risultato è stato davvero bellissimo, entusiasmante. Influenzata dai lievi palpiti dell’emozione e dall’impulso da cui è dipeso la mia felicità.

Titolo: I segreti di Heap House
Autore: Edward Carey
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 352
Trama: Clod è un Iremonger. Vive tra un mare di oggetti gettati via o smarriti che provengono da tutti gli angoli di Londra. E al centro di questo mare c’è una casa. Heap House, un insieme di tetti, torrette, comignoli, parti di case smantellate con i loro misteri, raccolti per tutta la città e fusi in un labirinto vivo di scale, saloni e angoli nascosti. Gli Iremonger hanno una caratteristica: ciascun Iremonger è legato, sin dalla nascita, a un oggetto. Ma Clod Iremonger ha una caratteristica ulteriore: lui può udire i sussurri degli oggetti. Il primo di cui ha avvertito la voce è stato il suo oggetto natale: il tappo da bagno universale James Henry che diceva proprio questo “James Hayward Henry”. Ma un giorno su Heap House iniziano a radunarsi nubi di tempesta: gli Iremonger sono sempre più irrequieti e le voci degli oggetti si fanno più forti; Clod incontra Lucy Pennant, una ragazza appena arrivata a Heap House, e la sua vita cambia. I segreti che tengono insieme la casa iniziano a dipanarsi rivelando un’oscura verità, che minaccia di distruggere il mondo di Clod. 

giovedì, giugno 06, 2019

Gocce d'inchiostro: Ogni cosa è illuminata - Jonathan Safran Foer

Ho scivolato fra le acque torbide di questa storia come una gigantesca balena. Eppure Ogni cosa è illuminata non mi ha entusiasmato come speravo. Mi ha messo in testa idee che ho condiviso ma non ampiamente, non andandosene via nemmeno quando tutto si era svolto al termine. Poiché la parola scritta è qualcosa che strega, ammalia gli occhi, indice a realizzare ed estrapolare dal nulla trame e prose che forse non dimenticheremo mai.










Titolo: Ogni cosa è illuminata
Autore: Jonathan Safran Foer
Casa editrice: Guanda
Prezzo: 15, 50 €
N° di pagine: 335
Trama: Con una vecchia fotografia in mano, un giovane studente, che si chiama Jonathan Safran Foer, visita l’Ucraina per trovare Augustine, la donna che può aver salvato suo nonno dai nazisti. Jonathan è accompagnato nella sua ricerca da un coetaneo ucraino, Alexander Perchov, detto Alex. Alex lavora per l’agenzia dei viaggi di famiglia, insieme a suo nonno che, a dispetto di una cecità psicosomatica fa l’autista, e in compagnia di una cagnetta maleodorante, chiamata Sammy Davis Jr Jr in onore del cantante preferito del nonno.

lunedì, giugno 03, 2019

Romanzi su misura: Maggio

I mesi si avvicendano l'uno con l'altro quando su Sogni d'inchiostro, come di consueto, compare l'ennesimo riepilogo delle letture mensili. Le relative letture, i loro autori, voci che per tutto il tempo si levano più alti del normale o più bassi del previsto, a seconda dei casi, subiscono trasformazioni a mano a mano che ci si invischia in una fitta rete di frasi, lettere e parole che non prevedono disattenzioni ma mostrano uguale interesse.
La luce riflessa in questo riepilogo è quello delle storie intrappolate nelle anime di alcuni romanzi che ho piacevolmente letto, in questo quinto mese dell'anno, esprimendo con incredibile semplicità la loro essenza. Se bella o brutta, alla fine, questo delinea una certa distinzione fra ciò che vorrò leggere in futuro e ciò da cui mi ci allontanerò senza pensarci più di tanto. Cambiando completamente le mie prospettive, i miei progetti, o piuttosto la sostanza delle cose. Qualcosa che in un certo senso ha mutato me stessa.

Sfide letterarie:
Un romanzo che è un altalena di sensazioni, emozioni discostanti e scostanti che avrebbero potuto tormentare il mio animo con momenti di tensione crescente. Il risultato, invece, è una lettura semplicissima, noiosetta in cui l'amore è somministrato in una dose eccessiva, come una malattia per lo spirito.

Valutazione d'inchiostro: 3

sabato, giugno 01, 2019

Gocce d'inchiostro: The help - Kathryn Stockett

Ogni lettore, quando legge, sprofonda completamente nel grembo di una storia e osserva la sua inutilissima vita da qualche parte di un luogo nascosto. Ma pochi ( soprattutto certe pietre militari ) appoggiano la tua posizione o i gusti dell'autore si sposano completamente a te. Spesso e volentieri accadono certe situazioni, gli occhi completamente magnetici alle pagine di una storia che non possiede nulla di speciale ma immersa in una pace dell'animo, in una bolla di tranquillità di chi è perso in profonde meditazioni. Ora questo discorso si allaccia ai pensieri riguardanti la mia ultima lettura, di cui la sua autrice ha tessuto una storia che su carta non mi ha entusiasmato completamente ma che, divenendo un film, ha messo in luce quella forma nascosta di affetto e complicità cesellata come un cammeo sullo sfondo scuro di un paesaggio immerso completamente nel passato.
In The help non ci si accorge, nell'immediato, che la sua storia mi aveva seguita  e che, nella sua più totale immobilità, mi aveva osservato. L'immobilità è una delle caratteristiche primordiali di questa storia, difetto a mio parere che mi ha condotta anziché nell'onda dell'estasi in un brusco stato di torpore: gli occhi erano spalancati, ma non hanno visto più al di là delle sue stesse parole. Nulla che abbia conferito una parvenza di complicità, a eccezione di drastici e improvvisi moti di tenerezza da sembrare solo una pulsazione ritmica, come se non rispondessero a uno stimolo riflesso come quello di un battito cardiaco.

Titolo: The help
Autore: Kathryn Stockett
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 524
Trama: E' l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi, il profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa opera prima che ruota intorno a sentimenti, all'amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno reciproco.

You can replace this text by going to "Layout" and then "Page Elements" section. Edit " About "
 

Sogni d'inchiostro Template by Ipietoon Cute Blog Design and Bukit Gambang