Buon pomeriggio, amici! Come state? Come
procedono le vostre letture? Il 2017 ha già lasciato un segno sulla sabbia del
tempo, oppure ancora no? ;)
Come di consueto, quest'oggi, in una giornata particolarmente
calma, due chiacchiere con un'autrice emergente davvero molto brava che, come
uno spiraglio di luce, ha illuminato un intero mondo di tenebre e ombre; il
contrasto perfetto fra bellezza e semplicità. Ritraendo un quadro semplice, ma
raffinato che ho letto con passione, assieme alla mia anima romantica.
Augurandovi tante ed appassionanti letture, con la speranza che le
emozioni scaturite dalle sue pagine possano toccare le corde più sensibili del
vostro animo, la parola a Barbara che, mediante la mia voce e quella sua, vi
trascinerà in un intero gioco di luci e ombre. In un'accozzaglia di immagini
nitide e talvolta profonde che folgorano, con la prosa semplice, e fantastica
dell'autrice.
1) Ciao, Barbara! E' davvero un onore
averti qui, ancora una volta. Raccontaci un po' di te! Chi è Barbara, nella
vita di tutti i giorni?
Ciao Gresi, è un piacere essere di nuovo
qui. La domanda “chi sei” è sempre la più complicata e, come se non bastasse,
viene sempre per prima! Cercherò di renderla facile. Nella vita di tutti i
giorni è facile vedermi con la penna in mano: molto spesso la uso per lavoro e
altrettanto spesso per piacere, ma non è difficile distinguere i due momenti,
visto che nel primo caso ho un camicie addosso e sto scrivendo su una cartella
clinica. Sono infatti una dottoressa, nello specifico un medico dello sport. Ma
non pensare subito a ossa rotte o programmi di allenamento come quelli che hai
letto in Crash! Io mi occupo di cuori: in poche parole, cerco di assicurarmi
che quelli degli atleti siano sani e non corrano rischi a fare sport. In tutti
gli altri casi, la penna mi serve per svago: scrivo romanzi, racconti, appunti,
e diari di viaggio quando me ne vado in vacanza. Sì, viaggiare è l’altra mia
grande passione, assieme alla lettura, alla scritture e, come avrete capito,
allo sport.
2) Da dove nasce l'ispirazione? Qual è
stato l'elemento scatenante che ti ha indotto a scrivere questa storia?
Se devo ricondurre tutto a un singolo
evento non posso non scegliere l’incidente di Alex Zanardi del 2001, quello in
cui il pilota italiano ha rischiato di morire e ha perso entrambe le gambe.
Quell’episodio ha scosso un po’ tutti, appassionati di automobilismo e non, sia
per la tragicità dell’evento in sé sia per come Zanardi ha reagito ad esso,
tornando di nuovo in pista, continuando con la sua vita e la sua carriera,
costruendosene addirittura un’altra nell’handbike. Un campione. Un esempio di
forza e di coraggio. Impossibile non scriverne.
3) Ad esperienze di vita realmente
accadute, ci sono alcuni episodi del romanzo la cui ispirazione sono state
tratte da un classico?
No, nonostante mi piacciano molto i classici, non mi sono rifatta
ad essi per trarre spunto per qualche scena. In generale, in questo libro mi
sono affidata molto alla fantasia sia per quanto riguarda la trama sia per il
contesto a partire dal campionato automobilistico del Grand Race, che ho
totalmente inventato. Nonostante questo, alcuni elementi di realtà ci sono.
Oltre all'incidente di Alessandro molto simile per dinamica e conseguenze a
quello di Alex Zanardi, sono reali le ambientazioni: Roma, Londra, Parigi e
anche il piccolo paesino di Trevignano Romano. Ecco per scrivere quella parte
ho attinto molto più alla realtà: alcuni degli amici di Alessandro nascono
direttamente da quel piccolo mondo di paese che conosco e che amo, e lo stesso
vale per alcuni luoghi, come il ristorante, la piazza e il lungolago. In fondo
è un mainstream, un po di realtà ci vuole.
4) Crash è anche un bell'affresco che parla di amicizie,
amori, legami o affetti in cui la morale di ogni racconto è quello di guardarsi
dentro per affrontare i colpi del destino. Quanto sono importanti per te questi
sentimenti?
Sono fondamentali. Alessandro riesce ad
affrontare la situazione proprio perché ha attorno una rete di affetti che lo
sostiene e che gli dà la forza di andare avanti. Al contempo, lui ne dà a loro,
un flusso costante di dare e ricevere che, a ben vedere, è quello che ci
riempie la vita.
5) Come nasce Alessandro e come si è
sviluppato nel corso del tempo?
Alessandro nasce in fretta. Prende la sua
forma iniziale in un paio di settimane, ma non supera la ventina di pagine.
Nasce come protagonista di un racconto, non di un romanzo, un personaggio tutto
d’un pezzo, con una forza di volontà invidiabile e la certezza di riuscire.
Attorno a lui già c’erano la sua ragazza Federica, i genitori, i compagni di
scuderia e gli amici, ma non gli sono serviti a molto in quelle venti pagine di
racconto. È rimasto così, incrollabile, per più di un anno. E per tutto quel
tempo continuavo a dirmi che, no, per quanto sia forte, per quanto desideri
farcela, non può non avere mai un cedimento. E così ho rimesso mano a quel
racconto, complice anche il desiderio di partecipare al concorso Dunwich Life,
con il quale la casa editrice Dunwich (che ho sempre letto e apprezzato)
cercava il romanzo d’apertura per la sua nuova collana di narrativa. Un
romanzo, non un racconto. Pian piano Alessandro è diventato più umano, ha
mostrato anche il suo lato debole e le sue paure, attorno a lui gli altri
personaggi hanno acquisito spessore e anche l’ambientazione è diventata più
definita. Decisamente uno di quei casi in cui il protagonista si sviluppa
assieme al libro, nel significato più stretto del termine.
6) La storia di Crash è arrivata come una
folgorazione oppure è stata frutto di un lungo lavoro?
Come si può capire da quanto ho scritto
finora, Crash è stato un percorso a tappe. Probabilmente il primo germoglio di
idea è nato, se non proprio quando Zanardi ha avuto l’incidente, di certo
quando è tornato in pista. Poi è rimasto lì, incolto e forse anche inconscio
per anni, finché non è arrivato Alessandro Alari a prendersi il “ruolo” di
Zanardi, della cui storia (reale e non certo di fantasia come in Crash) non mi
sarei mai permessa di scrivere. Alla fine, grazie al concorso Dunwich Life, c’è
stata l’occasione di ampliare quella storia che aveva ancora tanto altro da
dire.
7) Se potessi scegliere un personaggio del
romanzo su cui scrivere una storia a parte, su quale cadrebbe la tua scelta e
perché?
Senza dubbio il piccolo Mattia! Lo vediamo
in Crash appassionato di automobilismo e tifosissimo di Alessandro Alari, ma
esiste un racconto spin-off intitolato “La strada del campione” in cui
scopriamo che, ormai grande, ha trovato un’altra passione a cui dedicarsi.
Curiosi? Il racconto è un regalo che la casa editrice e io abbiamo pensato di
fare ai lettori: lo trovate come “bonus” nell’edizione cartacea di Crash oppure
potete leggerlo in digitale iscrivendovi alla newsletter di Dunwich
(http://dunwichedizioni.gr8.com) o ancora partecipando ad alcune delle
iniziative di giugno sulla mia pagina autore su Facebook
(https://www.facebook.com/barbaracantastorie).
8) Hai riscontrato qualche difficoltà a
scrivere alcune scene? Se si, quali sono state?
Forse le parti più difficili da scrivere
sono state quelle che riguardavano le visite mediche e la riabilitazione di
Alessandro, soprattutto per gli aspetti più tecnici. Il rischio di scivolare
nel “medichese” era alto e devo ringraziare la lettura preliminare dei miei
betareaders e l’editing di Mauro Saracino che mi hanno impedito di trasformare
interi capitoli di un romanzo in noiosissime relazioni mediche.
9) C'è un episodio che ti ha
particolarmente colpito?
Più che un episodio un rapporto: quello
tra Alessandro e Pablo, suo amico e compagno di scuderia ma anche colui che ha
involontariamente causato l’incidente. L’affetto che c’è tra i due è evidente e
di vecchia data (ed è un altro dei rapporti che vengono approfonditi ne “La
strada del campione”) e forse proprio per questo Pablo non riesce a superare il
senso di colpa. Ovviamente non è responsabile di quanto accaduto e Alessandro
cerca di farglielo capire, eppure l’incidente mette a dura prova la loro
amicizia, allontanandoli per buona parte del romanzo. È sempre una mezza
tragedia quando una bella amicizia rischia di rompersi.
10) L'illustrazione della copertina ha un
significato particolare?
L’illustrazione della copertina è opera
della bravissima Carolina Fiandri, che, come giustamente ha fatto notare la
casa editrice stessa, per una volta non ha avuto a che fare con scene cupe o
terrificanti. Per me è stata una sorpresa che ho visto solo una volta ultimata
e devo dire che è stata una sorpresa più che gradita: mi piace moltissimo!
Sembra la locandina di un film! Non posso che ringraziare.
11) Quali sono i tuoi autori preferiti?
Adoro questa domanda! Ho cominciato a
leggere con il fantasy e il primissimo autore a cui mi sono affezionata è stato
Terry Brooks. Ancora oggi, pur non leggendo più i suoi libri con la voracità e
l’esclusività di un tempo, continuo a collezionarli e ogni volta che mi
reimmergo nelle sue avventure è un tuffo nel passato. Sempre in ambito fantasy
non posso non nominare JRR Tolkien. Non c’è neanche bisogno di motivare:
Tolkien è Tolkien. Crescendo ho ampliato i miei gusti letterari e ho incluso
nella rosa dei miei autori preferiti Stephen King, Oriana Fallaci e Carmine
Abate. Sì, lo so, sono tre nomi che fanno a cazzotti l’uno con l’altro, ma…
cavolo, come scrivono!
12 ) C'è qualcosa che cerchi di ottenere
dalla scrittura? E, se si, perché scrivi?
Non mi sono mai chiesta se cerco di
ottenere qualcosa dalla scrittura. Scrivere è qualcosa che fa talmente parte di
me che non so nemmeno come sarei se non lo facessi, è un’azione quotidiana e
spontanea, come farsi il caffè al mattino. E non credo di voler ottenere qualcosa
dal caffè, a parte il gusto di berlo.
13) Come ti senti quando scrivi?
Dipende da cosa scrivo, ma il più delle
volte è solo piacere. Leggo spesso di persone che affrontano i propri demoni
scrivendo e non posso certo negare di averlo fatto anch’io un tempo, ma quel
tempo è passato: per la mia esperienza, inizi davvero a divertirti quando la
smetti di scrivere di te e pensi solo raccontare una storia.
14) Della pila di libri che hai sul
comodino, ce n'è uno che stai apprezzando particolarmente?
Cronache marziane di Bradbury. L’ho
iniziato da poco, ma mi ha presa subito, forse anche più di Fahrenheit 451.
Adesso non vedo l’ora di finirlo e non vorrei che finisse nello stesso momento!
15) C'è un romanzo che ti sarebbe piaciuto
scrivere e che invece è stato qualcun altro a scrivere?
22/11/63 di Stephen King. Ho adorato tutto
di quel libro: l’idea, la trama, i personaggi, l’ambientazione, la resa, il
finale. È sicuramente tra i migliori libri del Re e mi è molto affine come
genere: inutile dire che non avrei mai saputo neanche solo avvicinarmi a quella
perfezione.
16) Quali sono i tuoi progetti per il
futuro? Scriverai ancora?
Sì, certo. Al momento ho vari progetti in
ballo: il prossimo romanzo in uscita sarà ancora un mainstream e si baserà
ancora sulle tematiche del riscatto e della forza di volontà, ma stavolta
avremo una protagonista femminile che si dovrà risollevare da una situazione di
tutt’altro tipo rispetto a quella di Alessandro Alari in Crash. Inoltre,
tornerò al mio primo amore: il genere fantastico. Entro questa estate dovrei
finire di revisionare un romanzo fantasy scritto a due mani e nel frattempo ne
sto scrivendo un altro a metà tra la fantascienza e l’ucronia per un progetto
sui viaggi nel tempo promosso da Escrivere.com (se qualcuno fosse interessato,
cercano autori:
http://escrivere.com/90524/fantasy/annuncio-cerchiamo-autori-per-nuovo-progetto-editoriale).
Le altre idee sono in fasi meno avanzate, ma ce ne sono almeno un altro paio:
per fortuna non mancano mai!
17) Ad un lettore, ad una lettrice che non
ha ancora letto il tuo romanzo, quale consiglio gli daresti per farlo?
Di non partire col pregiudizio che si
tratti di un romanzo adatto solo agli appassionati di motori. Non è così. La
storia ha come sfondo un campionato automobilistico e il protagonista è un
pilota, certo, ma poi gli eventi narrati sono di vita quotidiana e possono
coinvolgere chiunque. Sarebbe come pensare che Titanic possa piacere solo a chi
ama le crociere!
Grazie, Barbara, per questa bellissima
chiacchierata!
Grazie a te per l’invito!
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