Recensire un romanzo è quasi sempre un
esperienza difficile, ma a maggior ragione lo è se il romanzo in questione è
scritto bene e tratta qualcosa di profondo. Perché nel momento in cui le sue
pagine hanno emesso il primo battito, hanno decretato la sua nascita in un caos
fantasmagorico di suoni e parole.
Mentre io sono dovuta tornare dall'altra
parte, fare nuovamente i conti con la realtà scabrosa che ognuno di noi vive
ogni giorno, secondo dopo secondo, attimo dopo attimo, Il libro perfetto è
planato lentamente nel mio cuore. Come segno del cielo di cui io ho cercato di
interpretarne il linguaggio. Sceso con le sue soffici ali d'angelo, come
fazzoletti di carta.
Titolo: Il libro perfetto
Autore: Massimo Lazzari
Casa editrice: Officina Marziani
Prezzo: 4, 99 €
N° di pagine: 252
Trama: Lorenzo ha quasi quarant'anni, uno
studio di consulenza avviato, un matrimonio appena finito e una storia da
scrivere, di cui conosce la conclusione ma non l'inizio.
Un viaggio nell'India del Nord si
trasformerà per lui in una straordinaria avventura: inseguirà le tracce del
misterioso autore di un altro libro di cui è stato scritto l'inizio, ma non la
fine.
L'autore di questa seconda storia è Leo,
musicista che, come Lorenzo, si è recato in India alla ricerca di ispirazioni
per scrivere la canzone perfetta. La ricerca di Leo porterà Lorenzo dalla
mistica città di Rishikesh, attraverso le ragioni del Punjab, del Kashmir e del
Ladakh, fino a un monastero isolato dalla Valle di Nubra, circondato dalle
vette dell'Himalaya.
Un viaggio nelle affascinanti e selvagge
regioni dell'India del Nord, attraverso il dedalo di religioni, etnie e culture
che le caratterizzano. Ma anche un viaggio alla ricerca del sé perduto.
La recensione:
Gli uomini prendono tutto in modo
estremamente personale, come se ciò che li circonda fosse stato predisposto per
il loro unico piacere, o al contrario per ostacolarlo. Ognuno è convinto di
essere speciale, unico e imputabile. Di essere venuto al mondo per compiere una
missione grandiosa. E che, per questo motivo, sia legittimato a vivere una
vita perfetta.
Il libro perfetto fu splendido soprattutto di notte. I
grattacieli che mi crebbero attorno svettavano come giganti, su uno sfondo
luminoso e quieto; lampade nascoste fra gli alberi o fiaccole attorno a qualche
stagno crescevano di intensità, e tutt'attorno una calda, quieta magia
tropicale che mi aveva fatto venire in India dopo tanti anni di freddi,
deprimenti propositi annuali. Arrivando, io e Lorenzo avevamo viaggiato per
qualche tempo come matti a trovare il suo posto nel mondo. In un momento
imprecisato della sua vita, come un solitario aggregato di metallo nelle vuote
tenebre del cosmo. Io non avevo fatto nulla per aiutarlo, e il mio viaggio
assieme a Lorenzo proseguiva impettito il suo percorso. Fra Lorenzo e me ci
sono state poche cose che ci hanno accomunato: grande divoratore di romanzi,
abile lettore di anime, viaggiatore curioso e attento che getta sempre una
particolare attenzione a ciò che lo circonda. La sua storia dietro a un romanzo
apparentemente semplice e innocuo era quel che mi sarebbe rimasto. Dell'oggetto
in sé mi sentivo come una temporanea custode.
Le vicende del consulente Lorenzo, di
questa sua esperienza di vita che dà un senso a ogni cosa e in cui tutto ciò
che è narrato ha un fondo di verità, e che proviene da un mondo in cui la
ragione spiega il tutto, furono una grande distrazione. Ma anche una continua
constatazione di quanto è importante per l'uomo avere attorno a sé un po' di
natura, osservarla, impararne la logica e goderne. In un momento imprecisato
della sua vita ha avvertito l'esigenza di sentire, accanto al ritmo della
propria vita, quello degli animali e delle piante. E come arrivare in questa
splendida metropoli se non da un portale segreto, se non fra le pagine di un
libro? Da un accozzaglia di frasi e parole che hanno lasciato un segno del loro
passaggio e che, da qui, sin dal primo momento in cui misi piede, mi allontanai
così tanto dal mio habitat naturale. Questo forse il più grande degli errori
per chi non ama leggere. Me ne sono resa conto abbastanza in fretta,
spettatrice di una realtà soffocante e un po' soddisfacente. E quando sprofondo
nello sconforto corro ai ripari; i romanzi, di cui molti ignorano le bellezze e
le possibilità, sono l'unico scoglio a cui ci si può aggrappare dinanzi a un
mare in tempesta. Come faccio sempre, anche l'altro pomeriggio ho lasciato la
mia casa, al terzo piano con un panorama splendido, per trasferirmi in India.
Così repentinamente: da Messina all'India, dal Sud dell'Italia a uno Stato
federale dell'Asia meridionale. Pagina dopo pagina, ora dopo ora nel cuore
dell'ambizioso protagonista.
Se dovessi descrivere il romanzo di
Massimo mediante un immagine, penso la bellezza di un tramonto sarebbe quella
perfetta. Così intima e speciale, in cui l'uomo si scopre a compiere profonde
riflessioni su tutto ciò che riguarda la vita. Innumerevoli contrasti fra ciò
che è giusto o non è giusto, fra ciò che offusca e ciò che rischiara, come
prigionieri ognuno confinati nel proprio spazio, senza la possibilità di andare
da nessun'altra parte.
Nel momento in cui la città sembrò
meditabonda, silenziosa, concentrata su di sé, lessi Il libro perfetto avendo l'impressione di
leggere sprazzi della vita di un giovane disilluso ma pieno di ambizioni, fermi
ai bordi della sua anima, come un brusco scorto di sensibilità che ha messo in
luce una parte di sé. Cose che appartengono a lui e a nessun altro, possiede
sotto la pelle, ma che non sapeva come dire. E, pur di scrollarsi addosso la
tristezza dei suoi giorni, scrisse questo romanzo indirizzando i suoi pensieri
verso un unico e fondamentale argomento: quale significato attribuiamo alle
nostre scelte? Quanto si può apprendere da esse, e quanto si può fantasticare
sulle vite altrui dall'osservazione di un dettaglio o un piccolo gesto? Una
canzone sussurrata nel cuore della notte; frasi messe di traverso nella
corrente di un fiume impetuoso e inarrestabile.
Essere vuoti come un guscio, desiderosi di
essere riempiti da qualcosa, in una realtà che è un grande tuffo, è davvero
logorante. Viaggiare, dunque, identificarsi e stabilire dei rapporti col
prossimo è la linfa vitale dell'anima. E' la rinascita di un nuovo sole, come
quello della Creazione, mentre alcune forme oscure escono da un'oscurità
cosmica per svanire completamente come per dare speranza, sulla soglia della
vita e della morte.
Lorenzo e, successivamente, Leo erano due
corpi: due corpi ammalati da guarire. E in tutto questo c'è stato un bel da
dire. Ma sono stati anche due spiriti, cumuli di una storia che altri non è che
un'esperienza ricca di sentimenti, pensieri ed emozioni che come una malattia
hanno agito improvvisamente. Parte di un tutto dalle mille forme che è la vita,
sentiero spesso accidentato irto di ostacoli e pericoli.
Quella di Il libro perfetto è una
storia ambiziosa, veritiera dove tutto è precario; la certezza e l'incertezza
divengono enormi masse congenite. Suscita nel lettore un empatia naturale,
risvegliando zone assopite nel fondo della sua coscienza. Trascina in un luogo
meraviglioso facile da immaginare, con la tangibilità di alcune immagini:
migliaia di persone rivolte all'acqua, ai piedi delle scalinate, dei templi, in
mezzo a canti, preghiere, suoni di campane. Il tutto e il niente, la luce e l'ombra,
il suono e il silenzio. Con due viandanti che diverranno poi fiori. La loro
anima cresce lentamente, dà frutti e i suoi vizi lavati via dalle innumerevoli
delusioni, che reclama la nostra attenzione. E che Massimo ha descritto
discretamente e che vibrano di potenzialità simbolica.
Nell'ingarbugliata scoperta del piacere
della vita, come i desideri repressi di un'adolescente sopiti dal tempo, li ho
seguiti. In un mondo dove la vita è sempre più naturale, dove l'umanità e
sempre più varia, dove il tempo sembra scorrere ininterrottamente. Il vecchio
che sopraggiunge al nuovo, e la vita e la morte come ingredienti dello stesso
impasto.
Interprete dell'anima, scrittore di parole
di cui è possibile sentirne ancora l'eco, è un racconto veritiero in cui Massimo
ha dipanato silenziosamente la storia della sua vita come una confessione
sussurrata dalla soglia morale della sua insoddisfazione. Un uomo pieno di
desideri, amante dei libri e della buona letteratura, che lentamente è avanzato
verso il lungo abisso della distruzione. Radicato nella vita, ma sognatore, che
pian piano galleggerà nell'aria come una piuma.
Un romanzo realista/filosofico che parla
di speranza e rivela segreti utili per capire il mondo, con protagonisti figure
evanescente che avvertiranno la presenza di una nuova realtà che sarebbe
diventata loro e a cui presto dovranno adattarsi immediatamente. Una realtà che
ha colmato quel senso d'incompletezza della loro esistenza. Uomini deboli ma
forti cui nessuno aveva mai fatto ancora caso. Non aveva mai rivolto uno
sguardo curioso: stranieri, passanti, turisti di passaggio.
Una lettura semplice e molto piacevole che
non la fa sembrare come un romanzo, piuttosto il mondo reale. Pieno di
smagliature, anticlimax e difformità.
Valutazione d'inchiostro: 4
Curioso questo romanzo: nel tuo blog scopro sempre letture molto particolari!
RispondiEliminaSe dovessi leggerlo fammi sapere ☺
EliminaCiao Gresi! Questo libro ha una trama molto particolare, che mi ha colpito fin da subito. La tua recensione mi ha suscitato belle emozioni nei confronti di questa lettura ^_^ Segno subito il titolo e spero di riuscire a leggerlo :)
RispondiEliminaGrazie mille! È davvero un bel romanzo ☺ Penso che se lo leggessi piacerebbe anche a te ☺☺
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