Titolo:
American History 1
Autore:
Jd Hurt
Casa editrice: Selph pubblishing
Prezzo ebook: 2, 99€
N° di pagine: 493
Trama: Sono stato un violento, un
picchiatore, un adolescente perso. Poi lei è entrata nella mia vita come un bel
sogno, come un incanto e mi ha cambiato. Marcia per me è stato questo:
rinascita in un'esistenza sbagliata.
Io sono Ryan Carroll e questa è la mia
storia americana.
Sono un violento, un delinquente, un uomo
perduto. Lei è entrata nella mia vita come un incubo, pronta a riportare a galla
demoni antichi seppelliti sotto strati di fango. Marcia è questo per me: morte,
distruzione, qualcosa che devo estirpare se voglio stare al sicuro.
Io sono Stephan Carroll e questa è la mia
storia americana.
Sono una bugiarda, una vigliacca; un
passato che non ho mai accettato mi ha cambiata per sempre. I fratelli Carroll
mi hanno cambiata per sempre. Seppure uno di loro è affetto, tenerezza, l'altro
è solo morte, disperazione, buio.
Io sono Marcia Horowitz e questa è la mia
storia americana.
Ryan, Stephan, Marcia: quando l'amore
diventa oscurità.
Nota dell'autrice: American History 1 è il
primo capitolo di una duologia dark dedicata alla storia di Marcia. L' American
History fa parte della Dark Necessities Series (per una maggiore comprensione
del testo è necessario aver letto almeno Stolen 1).
La recensione:
In ogni luogo, in ogni tempo sei sempre
nella mente, ho così tante cose da dirti ma sei così lontano. Dormi bene, non
ho paura; quelli che amo sono sempre con me. Tieni un posto per me, perché appena
avrò finito verrò via con te. Per vivere eternamente.
E' davvero impossibile rimanere
indifferenti alla prosa semplice ma intensa di una giovane ma talentuosa
autrice come Jd Hurt, quando la luce che irradia i sentimenti di anime tristi
in cui sono riversati messaggi tristi, invisibili al tatto ma non allo
splendore ardente dell'animo, è troppo intensa persino per il nostro sguardo
debole... E' stato impossibile ignorare l'intensità dei tumultuosi sentimenti
di due giovani, che quasi come un ossessione morbosa, in ogni passo, in ogni
momento della loro vita non hanno smesso di esistere. In un epoca molto simile
alla nostra, aggirandosi in silenzio dentro fittizie fortezze sguarnite e, come
unico segno di vita, in languidi esercizi di chitarra nella penombra del
pomeriggio.
Ricordo il tanfo putrescente della paura,
l'odore del sangue fresco appena rovesciato che rievoca immagini frammentarie
di amori contrastanti, il silenzio che attornia ogni cosa come un brutto
presagio, o, ancora, la fragranza di un amore vissuto che, come un vento
lontano, mi ricorda come in tutto questo ho potuto vivere molto più di quel che
credevo. Amori folli, tormentati, passionali e romantici, spesso turbati da
violenze fisiche e morali, e il corso del tempo che scorre ininterrotto.
Ogni qualvolta leggo qualcosa di
quest'autrice mi rendo conto che mi dilungo troppo. Riempio pagine e pagine di
discorsi, frasi, parole che non hanno un senso, se non per me stessa. A chi mi
legge, mi rendo conto posso apparire prolissa e tediosa. Ma il motivo per cui
scrivo, per cui mi sento così, pur sapendo di arrecare fastidio o strappare
qualche sbadiglio, è perché desidero che i miei lettori sappiano che tutto
quello che scrive Jd Hurt è qualcosa che valica i confini del possibile,
mediante una miscela disomogenea di ricordi nitidi di una sognatrice romantica,
con rivelazioni crude e sconcertarti che potrebbero cambiare la natura del
nostro essere. Come sa anche l'autrice, è passato qualche mese dalla lettura
del suo bellissimo Stolen 2,
ed è naturale che quando l'occasione di conoscere il suo nuovo figlio di carta
bussò alla porta accettai immediatamente. I ricordi così come le emozioni
invecchiano, proprio come le persone. Ma ci sono pensieri che non invecchiano
mai. Ricordi che non sbiadiscono.
Fino a oggi, io non ho mai raccontato
quelle emozioni che mi si agitano dentro a nessun altro che alla mia anima.
Probabilmente agli occhi dei più i romanzi di Jd Hurt saranno visti come
invenzioni di pura fantasia. La maggior parte dei lettori, infatti, non penso
abbiano apprezzato appieno le tematiche che trapelano dalle sue storie;
rifiutando i fatti che non rientrano nella sfera di quelli a loro
comprensibili, passandoli sotto silenzio, giudicandoli assurdi o indegni di
considerazione. Per quanto mi riguarda, la mia è una felicità imprecisata
quando mi imbatto nei suoi romanzi. E sarei tanto felice se un giorno l'autrice
ottenesse quella giusta attenzione che le permettesse di ottenere un discreto
successo.
Sono rimasta in vita fino ad ora
aggrappata a un solo pensiero, alla speranza che la lettura di questo primo
volume di una nuova saga potesse non aver mai fine, semplicemente un sogno
veritiero e benefico da cui non avrei mai voluto svegliarmi. Mi sono sforzata
innumerevoli volte di convincermi che era così. Tutte fantasticherie,
allucinazioni. E ogni volta che cercavo a ogni costo di aggrapparmi a questi
ricordi in qualche recesso oscuro della mia mente, tornavano subito in
superficie ancora più forti, ancora più vivi. Così Marcia, alla pari di Shiloh,
ha finito col mettere radici nella mia coscienza e imprimersi nella carne, come
corpi estranei.
Riesco ancora a vedere ogni singola scena,
a ricordare ogni singolo dettaglio in maniera estremamente vivida, chiara, come
se di Marcia, Rayan, Stephan avevo letto molto tempo fa. Mi sembra di poter
prenderla per mano o sentirla parlare. Ricordo il colore dei suoi capelli
agitarsi in morbide ciocche dorate. Sento sulle mie labbra il sapore di un
bacio non voluto, o il profumo di sudore di un abbraccio carnale irruento e
passionale. Ed è stata piuttosto la mia esistenza dopo aver letto American History che mi è
sembrata sogno e visione irreale.
Le radici della mia vita, tutto ciò si può
dire mi appartiene veramente, perse vigore e importanza nel momento in cui
arrivai a Miami, in una delle più belle e soleggiate città dell'America, dove
lo sguardo spazia a perdita d'occhio senza incontrare ostacoli. In seguito ho
perso l'olfatto, l'udito, inebriata dal profumo fresco di un tulipano giallo
appena colto, in un'accesa e irresistibile battaglia contro due anime dannate e
contrite, che mi prese alla sprovvista invadendo persino il mio piccolo spazio.
Vivendo in loro compagnia come se in balia di un illusione. E' davvero
trascorsa una settimana, e allo stesso tempo io non ci sono stata? La mia
memoria in un istante attraversa il guscio vuoto di questo tempo brevissimo e
torna direttamente nei cuori degli algidi protagonisti.
Ciò che ha distrutto la mia vita, che l'ha
cambiata in un guscio non più vuoto, dal momento in cui ho conosciuto Jd Hurt,
è stato probabilmente dovuta dalla luce ardente che lambì le mie fragili membra
quando mi trovai fra le braccia dei suoi figli di carta. Un raggio di sole
fortissimo che da qualche mese venne a colpirmi direttamente dal fondo di un
buco. Arrivata nel mese di ottobre, di colpo, senza nessun segno premonitore,
andando via in un baleno. Ma in questa brevissima e bellissima inondazione di
luce mi è apparsa come qualcosa che ho vissuto raramente in tutta la mia vita.
Divenendo, in seguito, come una cara amica a cui telefonerei sempre.
L'amicizia è una promessa di luce. Marcia
è luce: brilla come un sole troppo caldo sul mio fianco. Un sole che, sono
certo, mi brucerà.
Non esistono ragioni per cui mi senta
così. Mi sono sempre sentita attratta da quello che trapela dalle storie di Jd
Hurt, così avvolgente, sconvolgente, attraente, seducente, capace di rendermi
felice anche solo per qualche tempo. Allontanandomi dalla vita, dalla
quotidianità, così vera al punto di non riuscire a distinguere la realtà dalla
finzione, e a non impedirmi di ricordare gli episodi più belli.
American History ha allietato pomeriggi estremamente
tediosi. Mi ha trasmesso fascino e curiosità, in un cataclisma amoroso che non
si è concluso nemmeno qualche pagina dopo. Necessario come una questione di
vita e di morte, potente come dominio di supremazia e ribellione.
L'ennesima lettura italiana di cui ho
avuto il piacere di scoprire qualche mese fa, zeppa di distrazioni amorose e
realistiche, che si ammanta di uno stile semplice ma ipnotico che richiama alla
mente le digressioni romantiche di Bukowski, o qualche poeta russo, e che
penetra nel cuore del lettore come un eco perduto nella brezza fresca di un
fiume, nel desiderio irreversibile di possedere l'amata. L'incontro con una
vecchia amica di lunga data. Una storia d'amore che è un valzer che è stato
composto in una moltitudine di sfumature, emblema di seduzione contrastata.
Parole che lacerano il cuore, lacrime appena versate e un'ispirazione così
intensa da risvegliare, col suo brusio, ogni singola parte della mia
anima.
Leggendolo in una manciata di giorni,
nonostante il tempo mi abbia costretto a dimenticare cose che non avrei voluto
dimenticare - immagini, scene di vita che hanno nutrito il mio cuore come
nettare di vita -, muovendomi furtiva in mezzo a innamorati insaziabili che non
finivano mai di baciarsi nelle tenebre, ho trovato tra le sue pagine
quell'amore forte e potente cui mi ero immaginata. Avvertendolo persino quando
giunsi alla conclusione della storia, riscontrandoli esclusivamente in gesti o
azioni quotidiane. In un pomeriggio di metà giugno sono stata catapultata in
America, contro le mie abitudini e i miei desideri, come se non fossi
consapevole di quello che stavo facendo, analizzando con occhio clinico gli
intricati passi azzardati di due amanti impossibili, che non hanno idea di cosa
voglia dire amare. Un tempio segreto in cui, nonostante tutto, ho potuto
contemplarne le meraviglie e di cui mi ero completamente assuefatta, perché
stregata da questa contorta concezione d'amore.
E' una storia intrappolata nella ruggine
dell'abitudine, tanta denigrata quanto temuta, che prevale nel ricordo
dell'amore dei due amanti. Una storia che ha un ché di tragico e solenne, che
ci parla di menzogne, follia, possessioni del cuore. E che ci permette di
seguire attentamente le vicende di Marcia, Ryan e Sebastian e la loro
ingarbugliata storia che, da sempre desiderata, li ha tramutati in anime
erranti. Ripercorrendo il tempo del ricordo ed evocando scene di vita legati
alla donna amata: innumerevoli scogli che sono stati superati; gli incidenti
causati pur di vedersi anche solo per un istante. La consapevolezza che l'amata
debba appartenere a lui e nessun altro.
Semplice e intenso, fa sorgere le
riflessioni più profonde dell'animo umano. E, inno all'amore, alle ossessioni e
alle possessioni dei personaggi, capace di renderci partecipi della loro stessa
vita, è una sorta di omaggio alla bellezza dell'amore. A questo sentimento
protratto nel tempo, capace di renderci vittima di tranelli poco caritatevoli
del cuore umano.
Il dolore quando pulsa si vena di mille
sfumature. Rosso come il sangue versato. Nero come la vergogna di perdere la
libertà. Blu come il cielo oramai perduto. Ma quando il dolore diviene un
abitudine, quando persino l'angoscia si trasforma in rassegnata quiete allora
il grigio prevale. Il nome colore è tutto ciò che resta.
Valutazione d'inchiostro: 4 e mezzo
Sembra molto promettente questo libro *_* Io ho letto solo Stolen 1 e mi piacque tantissimo. Dopo che leggerò il secondo, passerò sicuramente a questo. Bella recensione :-*
RispondiEliminaGrazie, Maria! Ti assicuro che i romanzi della Hurt sono tutti molto belli. Forse sarò di parte, ma spero sarai anche tu contagiata dal tono passionale e seducente delle sue storie ☺
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