martedì, ottobre 24, 2017

Due chiacchiere con l'autore: J D Hurt


 Il tempo a disposizione è stato molto poco, in questi giorni, così poco che le mie letture ne hanno risentito parecchio. Tanto che, quando scrissi a Elena per un'intervista, era già trascorso qualche giorno. Diversi stati d'animo, ottimismo, fatalità, speranza, angoscia, struggimento, erano già passati, ed un'inspiegabile sensazione attanagliò le mie viscere come una tenaglia.
Senza attendere che qualcuno arrivasse ad annunciarne la visita, la mia amica di penna Elena torna nuovamente a trovarci, asciugandosi il sudore freddo che gli imperla la fronte, seguito da un sorriso radioso, che pare ansiosa di scoprire la reazione di chi l'avrebbe letta e i motivi per cui mi hanno indotta a disturbarla nuovamente J Perciò, armata di penna a sfera e di una volontà di ferro, ho rivolto la mia attenzione esclusivamente a lei e qui mi sono persa e allo stesso tempo ritrovata, constatando come ancora una volta sia stata capace di superare se stessa con tanta passione e dedizione.
Ciao, Elena! Bentornata su Sogni d'inchiostro J Io e i miei amati lettori ti accogliamo con tanta felicità; averti qui è sempre un piacere J Ma, dicci, nella vita di tutti i giorni Elena è una mamma? ;) E se si, dove trova il tempo per dedicarsi alle sue creature di carta e inchiostro?
No, non sono una madre. Ed essendo stata a lungo una mancata figlia, in quanto non ho avuto una famiglia forse non mi sentirò mai pronta per un passo del genere. Quanto allo scrivere trovo sempre il tempo: di notte, durante i viaggi di lavoro e la mattina prestissimo; la mia mente è in continua ebollizione. Neppure se volessi riuscirei a fermarla; scrivere è una sorta di nutrimento interiore.

Mi avevi confessato che American History è nato da una conoscenza che poi si è trasformata in amicizia … Si è mostrata entusiasta la tua amica, quando ha scoperto che la tua musa ispiratrice per questa storia è stata proprio lei?
La mia amica, alla quale è dedicato il romanzo, non sa di essere la mia Marcia e non penso che glielo confesserò mai. Non credo che troverò mai il coraggio.

Per ogni romanzo scritto hai già la storia in mente prima di scriverlo, oppure è un percorso continuo sia per te come scrittrice che per noi come lettori?
Ho in mente la storia a grandi linee, ma non traccio schemi precisi come fa la maggior parte degli scrittori. Diciamo che spesso sono i personaggi stessi con le loro fragilità e i punti di forza a suggerirmi la trama. Ma qualche volta può essere anche un luogo; ad esempio American History è nato a South Miami, mentre American History 2 ha avuto origine durante la mia permanenza in Messico.

Qual è secondo te l'aspetto più bello dell'essere una scrittrice?
Essere una scrittrice ti dà la possibilità di essere completamente autentica, senza filtri, sola con te stessa eppure di fronte al mondo intero; ma ti dà anche la possibilità di diventare chi vuoi; magari cattiva, oppure buonissima, forse semplicemente diversa. Scrivere ti rende ubiqua, arricchita e ti permette di uscire in maniera intermittente dalla tua anima per raggiungere una dimensione metafisica e guardarti da lontano. Scrivere è semplicemente catartico.

Il meccanismo del romanzo. Scaturisce da qualcosa in particolare? Un ricordo, un'idea?
Questo romanzo in particolare (American History 2) è scaturito per metà da un viaggio in Messico e per un'altra metà è nato ad un concerto dei Bad Religion. Mentre ascoltavo rapita Sorrow e American Jesus, le idee arrivavano da sole. Stolen invece è nato durante un viaggio a Formentera.

Quanto hanno influenzato le letture, durante la stesura del romanzo?
Più che le letture mi ha influenzato la musica; ascoltavo Heart of the Matter dei Libertines e Stephan Ryan e Marcia mi parlavano tramite l'intensa disperazione di Pete Doherty.


Hai sostenuto che la protagonista, Marcia, è nata mediante la conoscenza di una tua amica americana. Tuttavia, pensi che in lei ci sia anche qualche aspetto del tuo carattere?
Marcia mi somiglia nel suo modo di essere ribelle; nell'amore per il rock, ma per quanto riguarda la forza assomiglia decisamente alla mia amica Hannah. Io ho molte più fragilità e meno certezze.

Uno dei punti di forza del romanzo è l'amore. L'amore visto sotto ogni sfaccettatura e dalle tonalità più sgargianti. Che importanza attribuisci a questo sentimento?
L'amore è tutto, in ogni sua forma: nell'affetto per un amica, per il partner, per la musica, per l'arte. Dante lo sa dire molto meglio di me: ...è l'amor che move il sole e le altre stelle.

 Quanto era già deciso dalla trama e quanto invece è nato mentre scrivevi?
La trama era decisa a grande linee fin dai tempi della stesura di Stolen; ma alcuni episodi, uno in particolare (che non citerò per non fare spoiler) è nato mentre scrivevo.








 Quando hai iniziato a scrivere, da dove sei partita? Dall'amore, dalla protagonista o dalle ansie o paure che la tormentano?
Paradossalmente non sono partita da nessuna delle due cose; ma dalla sua forte appartenenza all'ebraismo. Nonostante Marcia si professi atea é profondamente legata alle sue origini.

Ti è capitato di scrivere più volte un capitolo del romanzo? Ti è capitato di pentirti di aver scritto una certa cosa, supponiamo, perché poi ti ha impedito di far succedere qualcos'altro?
Proprio riscrivere daccapo un capitolo no, però fare un forte lavoro di limatura sì , in quasi tutto il libro. No, non mi sono mai pentita di avere scritto qualcosa; in questo mi ritengo piuttosto salda sulle mie posizioni. Magari sono semplicemente incosciente...

Che cosa ti affascina nello scrivere questo tipo di romanzi?
Mi affascina il buio, il lato oscuro delle persone, quella zona nascosta che non è bene, ma neppure completamente male. Amo scoprire la zona grigia.


L'illustrazione della copertina ha un significato particolare?
L' illustrazione della cover rappresenta un uomo profondamente tormentato che cammina assorto in un paesaggio oscuro; quel paesaggio è la New York di American History e il ragazzo è Stephan.



Con American History 2 si concludono le vicende di Marcia e della sua ingarbugliata storia. Ma adesso? Cosa dovremo aspettarci? Scriverai ancora? ;)
Sì, scriverò ancora; ma sono indecisa: ho tante idee che frullano nella testa. Non so se iniziare la storia di Ethan, oppure un mafia romance intitolato Tijuana Affair. Ma ti darò notizie; spero prestissimo. 

Ti ringrazio ancora una volta, Elena, per il tempo a me dedicato. Ti abbraccio forte e ti auguro un gradissimo in bocca al lupo per il tuo avvenire <3
 Come sempre grazie Gresi per avere letto le mie storie, diffuso il verbo come un sancta sanctorum e avermi supportata in ogni modo. 

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