Titolo: Il giglio d'oro
Autore: Laura Facchi
Casa editrice: DeAgostini
Prezzo: 14, 90 €
N° di pagine: 330
Trama: Occhi viola come uno smalto Chanel, capelli
bianchi come il ghiaccio e una strana macchia dorata a forma di giglio sulla
spalla. Astrid è diversa da tutte le ragazze che conosce e l'ha sempre saputo.
Per lei quel fiore che brucia sulla pelle è solo una delle tante stranezze che
la rendono un tipo da cui è meglio stare alla larga. Nasconderlo è l'unico modo
per sentirsi normale. Anche Kami, a miliardi di chilometri di distanza,
vorrebbe sentirsi normale. E' il figlio del tiranno di Lundrea, che ha messo in
ginocchio il pianeta, e cerca un modo per riscattare se stesso e il suo popolo.
Kami e Astrid non si conoscono, ma sono più simili di quanto potrebbero mai
immaginare. Perché Lundea e la Terra sono pianeti gemelli, uniti da un legame
indissolubile di energia. Ogni volta che sulla Terra nasce una persona, ne
nasce una anche su Lundea, e quando muore, anche il suo doppio subisce la
stessa sorte. Nessuno è immune a questo meccanismo, tranne i Gigli d'Oro.
Esseri unici e straordinari che ormai stanno diventando sempre più rari. E
mentre Kami cerca il Giglio d'Oro che possa salvare la sua gente, Astrid, sulla
Terra, scopre l'amore, proprio quando una verità eccezionale e spaventosa la
scaraventa sull'orlo di un baratro in fondo al quale la attende una scelta
dolorosa. La più dolorosa di tutta la sua vita.
La
recensione:
Cambiare
qualcosa significa distruggere quel che c'era prima: a volte basta un leggero
colpo di spugna, altre volte è necessaria la morte.
Non
era un semplice young adult, ma qualcosa di più, ho constatato mentre fui
condotta all'interno delle sue viscere a spintoni, come un gregge di pecore
irrequiete. E disgraziatamente per me la sua anima risultò molto più famigliare
di quanto avevo desiderato. La storia che la Facchi si porta dentro, che mi
aveva reso prigioniera in un luogo in cui ho fatto perdere completamente le mie
tracce, mi parve così famigliare, che immediatamente pensai di trovarmi dinanzi
a un film che profumasse di "già visto", che mi spinse di qua e di là
in più e diverse dimensioni, in un modo che mi ha consentito di osservarlo con
i miei occhi. Eppure la protagonista era del tutto diversa a quella che
ricordavo: aveva due occhi viola come lo smalto Chanel, una chioma bianca come
il ghiaccio e una strana macchia a forma di giglio sulla spalla. Ma ciò che
alla fine mi permise di riconoscerla come originale nella sua stranezza fu
l'improvvisa svolta che avvolse il tutto, come un bendaggio avvolto saldamente,
un sudario non ancora completo con l'impronta di macchie dorate non ancora
distinte.
La
strada che mi si era snodata dinanzi mostrava una tranquillità inquietante. Non
si avvertiva il minimo segno di distruzione, desolazione da nessuna parte, per
cui supposi che la storia de Il giglio d'oro non fosse ancora completa per
avanzare completamente verso il traguardo. Probabilmente l'autrice non tarderà
a farlo, ma al momento non è stato difficile volgere la mia più completa
attenzione a Astrid, Kami e Adam, perché non solo mi avevano incuriosita, ma
nell'aria fluttuava il sapore famigliare delle cose dette e non dette. Solo
così ho potuto viaggiare su una navicella, su uno sfondo cangiante di puntini
luminosi, stelle e galassie lontane.
Nel
titolo, estremamente evocativo, e nella trama - che unisce dispotia e
fantascienza -, ho scorto una storia che sfida qualunque legge metafisica dalle
tonalità neutre, grigie, asettiche come una spoglia stanza. Diversa, originale nella sua eccentricità, scintillante e
fulgida come stelle danzanti l'una accanto all'altra nel buio.
Un affresco della narrativa dello young adult realizzato discretamente, composto mediante una sceneggiatura già vista prima: una nave modellata come una contea in miniatura, intrappolata in una palla di vetro. Una città ammonticchiata da un lato, con strade nette, ordinate, che formano una rete di isolati al cui centro sono impilati container che fungono da case e locali.
Una storia di forte impatto, abbinata a un titolo perfetto, in un viaggio sfavillante che galleggia entro i limiti della nostra immaginazione, trapuntato da pianeti e stelle, posto giusto per gente che ha bisogno di trovare la propria identità. Adolescenti che desiderano ritagliarsi un posto nel mondo, bramosi, irrequieti, giovani e inesperti, circondati da tecnologie avanzate, popolati da figure bizzarre che hanno dei sogni, speranze che si incontrano e si separano, corrono e oziano, deteriorati da entità oscure.
Un affresco della narrativa dello young adult realizzato discretamente, composto mediante una sceneggiatura già vista prima: una nave modellata come una contea in miniatura, intrappolata in una palla di vetro. Una città ammonticchiata da un lato, con strade nette, ordinate, che formano una rete di isolati al cui centro sono impilati container che fungono da case e locali.
Una storia di forte impatto, abbinata a un titolo perfetto, in un viaggio sfavillante che galleggia entro i limiti della nostra immaginazione, trapuntato da pianeti e stelle, posto giusto per gente che ha bisogno di trovare la propria identità. Adolescenti che desiderano ritagliarsi un posto nel mondo, bramosi, irrequieti, giovani e inesperti, circondati da tecnologie avanzate, popolati da figure bizzarre che hanno dei sogni, speranze che si incontrano e si separano, corrono e oziano, deteriorati da entità oscure.
E' un romanzo che ha piena consapevolezza degli eventi, maturo,
equilibrato, con uno stile giovane e fresco, che procede in maniera analitica e
precisa.
Primo volume di una saga, Il
giglio d'oro è un'accozzaglia di rivelazioni che per molto tempo erano
rimasti nascosti e che una volta manifestati sarà impossibile tornare indietro.
Leggendolo si ha la sensazione che un pezzo del nostro essere, prima vuoto e
triste, durante il corso della lettura fosse stato riempito dalla luce
brillante di questa storia. Lucente come splendidi gigli, infinito come
l'avverso universo. Le emozioni vengono spente, il caos così come la guerra
vengono gestiti da un leardship, e una crescente curiosità ci accompagna nella
lettura, con le voci melodiche di Astrid, Kami. Lei, con i detriti trascurati
dei ricordi del passato, combatte sperando di poter riabbracciare un giorno la
sua cara e amata mamma e di scovare la propria identità. Lui, un ragazzino a
cui sono state addossate importanti responsabilità, convive perennemente col
disagio di sentirsi quasi sempre fuori posto.
Impregnato da una sottilissima vena di drammaticità, è un romanzo semplice ma ipnotico che soddisfa già dalla copertina: uno splendido fiore che deve trovare ancora una collocazione giusta per fiorire. Avvincente. Intrigante che, per qualche giorno, mi ha reso passeggera di questa navicella letteraria.
Impregnato da una sottilissima vena di drammaticità, è un romanzo semplice ma ipnotico che soddisfa già dalla copertina: uno splendido fiore che deve trovare ancora una collocazione giusta per fiorire. Avvincente. Intrigante che, per qualche giorno, mi ha reso passeggera di questa navicella letteraria.
Valutazione
d'inchiostro: 3 e mezzo
Me l'ero già segnato questo titolo, ora sono proprio curiosa di leggerlo
RispondiEliminaSi, Susy, te lo consiglio davvero! E' molto carino :)
Eliminaottima recensione, mi hai incuriosito con questo titolo =)
RispondiEliminaGrazie mille! Spero allora lo leggerai ☺☺
EliminaA me la storia è piaciuta un pelino di più :) sono rimasta molto colpita dal mondo gemello la terra
RispondiEliminaSi, anche a me. Ma gli ho assegnato una stellina in meno, in quanto a tratti fa parte di quella categoria di romanzi che un tempo leggevo con avidità ☺☺
EliminaCiao Gresi =); sarà sicuramente una delle mie prossime letture =)
RispondiEliminaCiao, Ella!! Attenderó allora il tuo parere ☺☺
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