sabato, settembre 01, 2018

Gocce d'inchiostro: Sostiene Pereira - Antonio Tabucchi

Non riesco mai a trovare le parole giuste quando si tratta di recensire un romanzo come quello di Sostiene Pereira che ha ispirato l'autore a redigere una vivida testimonianza come questa. Mi è parso uno scrittore sin da subito bravissimo e abilissimo con le parole, per niente pieno di sé, ma piuttosto umile e dall'anima semplice e un po' solitaria.
Ed è stato così, per caso - per caso?!? - che conobbi Antonio Tabucchi e il suo lirismo verista, seguendo l'istinto e i miei impulsi, affascinata dai suoi titoli poetici e malinconici, posato sul tavolo di vetro di una libreria. Sarebbe stata la mia prima opera tabucchiana.
Quest'oggi però, a distanza da un anno dal fatto in cui ciò accadde, vi parlo di un opera che mischia piacere e inquietudine, come sempre dinanzi a una nuova opera, una nuova lettura. Ripercorrendo forse esattamente lo stesso viaggio in cui mi imbarcai l'anno scorso, fatto dall'autore come una lunga meditazione dell'anima, nel silenzio e nel caos.
Titolo: Sostiene Pereira
Autore: Antonio Tabucchi
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 220
Trama: Agosto 1938. Un momento tragico della storia d'Europa, sullo sfondo del salazarismo portoghese, dal fascino italiano e della guerra civile spagnola, nel racconto di Pereira, un testimone preciso che rievoca il mese cruciale della sua vita. Chi raccoglie la testimonianza di Pereira, redatta con la logica stringente dei capitoli del romanzo, impeccabilmente aperti e chiusi dalla formula da verbale che ne costituisce il titolo: Sostiene Pereira? Questo non è detto, ma Perereira, un vecchio giornalista responsabile della pagina culturale del "Lisboa" (mediocre giornale del pomeriggio ) affascina il lettore per le sue contraddizioni e per il suo modo di "non" essere un eroe.

La recensione:

E' difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore.

Tra le pagine di Sostiene Pereira mi ricordai di un Antonio Tabucchi dall'anima tormentata, ma profonda, quella che avevo scorto già in due dei suoi innumerevoli romanzi, a volte come un vecchio, di cui sentii spesso parlare, a volte come un poeta solitario e malinconico. Pensai che, con i due viaggi intrapresi, non sarebbe stato male caricarsi un fardello così grave come Sostiene Pereira.
Di primo acchito non ero sicura che avrei trovato lo stesso Tabucchi che avevo piacevolmente conosciuto in Requiem. La mia anima aveva avvertito qualcosa di diverso, che il suo stile terribilmente poetico questa volta avrebbe interferito con i miei gusti personali e che questa lettura non mi avrebbe appassionato del tutto. Decisi così di provare comunque: quest'oggi, dopo qualche ora trascorsa a Lisbona, mi ero già fatta un'idea di chi fosse questo Pereira.
Le vivide testimonianze dell'anima, o le confessioni del cuore sono sempre quelle che lasciano un'inspiegabile rammarico: le nobili gesta di un giornalista ambizioso e curioso in un epoca prostrata dal fuoco e dalla fame, gruppi di artisti che si interessano di parlarci del concetto di anima o a comprendere la vita nelle sue frivolezze. Viaggiai a bordo di un battello in cui la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva e scintillava su una lastra azzurrognola, in uno scenario aperto ma invalicabile per tutti in cui la morte o lo scorrere del tempo sono elementi a cui non bisogna dare una certa importanza, piuttosto non pensarci e andare avanti.
Pereira è stato un giornalista che francamente non ho idea se ancora vive o è tragicamente morto, perlomeno l'autore estrapola la sua incarnazione matura: più che un mago o un santo, mi parve un abile lettore di anime. Perlomeno di Pereira, oppositore di una dittatura e eroe di un importante momento di riscatto.
Per un lavoro ben fatto come questo, avrei dovuto tessere elogi che avrebbero confermato il mio amore per la prosa tabucchiana. Sostiene Pereira non è che non mi abbia offerto niente, ne mi ha lasciata indifferente o parziale. Legggendolo ho pensato a come questo romanzo abbia avuto un enorme successo, ed io mi ritrovo solo in parte in questo coro di vocazioni.
Ci ho riflettuto, ho persino scritto una scaletta riguardante i motivi per cui Sostiene Pereira non ha fatto vibrare le corde del mio cuore. Tanti altri lettori, proprio come, forse concorderanno con l'idea che Sostiene Pereira è un romanzo piuttosto freddo, distaccato, ma che in un modo o nell'altro si stanzia in un piccolo posticino del nostro cuore. Bisogna compiere anche esperienze di questo tipo, al fine di renderci più maturi e impavidi. E nel frattempo questo romanzo è stato un grande esempio.
Le incredibili gesta di Antonio Tabucchi finirono nel  2012, quando il mondo possedeva già un'idea di questo abilissimo cantastorie. Lettori di ogni sesso, età furono a loro volta padroni di un tesoro di inestimabile bellezza, scovato tempestivamente in un epoca che sta avanzando in un lento declino, abili profanatori di teorie e critiche, desiderosi di un'indipendenza fisica e morale che non tutti possiedono. Tanti, come me in questi ultimi giorni di Agosto, sono partiti lasciandosi alle spalle una realtà che non soddisfa nella sua massima integrità. Tanti si sono lasciati alle spalle interviste, letture spassionate e ferventi, ricordi belli e brutti, fantasmi racchiusi in meno di duecento pagine che oggi altro non sono che una testimonianza sulla vita di un uomo. Esperienze di vita nelle quali molti vi hanno voluto abitare e posti in cui non si è mai soli.
Ogni sera tra le rovine di un cuore giovane racchiuso nella gabbia toracica di una massa di carne instabile e alquanto malconcia ho visto la sagoma di un maestro, un uomo la cui anima ha aderito perfettamente alla mia. Lui era un giornalista, un poeta. Io una comunissima ragazza messinese, amante dei libri e della buona letteratura. Fummo scoperti amanti dell'arte del leggere e dello scrivere e da allora il nostro incontro fu come una condanna. Amore, vita, speranza e abbandono in una passione continua.
Qualche tempo fa un rispettosissimo Tabucchi concordava con me sul fatto che la bellezza di un tramonto cela talvolta qualcosa di speciale. Il momento in cui l'aria si fa più pura, limpida, permettendo così all'individuo di guardare, in quel momento, dentro di se, alla ricerca di una qualche spiegazione che possa appagarlo del tutto. Questa situazione è stata per un certo lasso di tempo un ospizio per il mio povero cuore ed era comprensibile che, fra le tante esperienze di vita del signor Tabucchi, qualcosa avesse fatto breccia in me.
E' in questi momenti, dove il mio spirito sembra splendere di una luce tutta sua, che mi piace pensare che questo tipo di letture altro non sono che lettere indirizzate a nessuno in particolare. Fermi ai bordi dell'anima, come un brusco scorto di sensibilità che spiega qualcosa sull'autore. Cose che possedeva già sotto la pelle, ma che non sapeva dire. E, pur di scrollarsi addosso la tristezza, la curiosità, o l'inappagamento dei sensi, indirizzava i suoi pensieri verso un unico e fondamentale argomento: qual è il vero significato della letteratura? Quanto si può apprendere da ciò, e quanto si può fantasticare sulle vite altrui dall'osservazione di un dettaglio o un gesto?
Quello di Sostiene Pereira, è quel genere di storia ambiziosa, un esperienza sulla vita di un giovane, che dà un senso a tutto ciò che fu importante per il signor Pereira, proveniente da un mondo in cui le frazioni politiche sono alla base di tutto. Dove ogni cosa è precaria, la certezza e l'incertezza divengono enormi masse congenite. In compagnia di un viandante che diviene poi fiore. La sua anima cresce e dà frutti e i suoi vizi lavati via dalla fatica del viaggiare, dell'osservare reclamano la nostra attenzione. E che Tabucchi riesce magistralmente a descrivere e che vibra di potenzialità simbolica.
In un mondo dove la vita è sempre più naturale, dove l'umanità è ancora più varia, dove il tempo sembra scorrere ininterrottamente, da un ingombrante scrivania Tabucchi osserva le nobili gesta di un uomo. Interprete di anime, scrittore di parole e di storie di cui è possibile sentirne ancora l'eco, libero dai sensi di colpa, quasi felice, dipana la storia ddel viaggio spirituale di un individuo come una miriade di spiriti radunati che raccontano bisbigliando la loro storia, invocando l'arrivo di molti altri spiriti, molte altre storie.
Una storia che ci parla di speranza, di quanto sia cattivo e ingiusto il destino, o, peggio, la vita, e che rivela segreti utili per capire il mondo. Strutturato alla maniera delle testate giornalistiche, fa sorgere le riflessioni più profonde dell'animo umano. Non bisogna più guardare il mondo circostante da un caleidoscopio - un piccolo gesto, affinché ogni cosa possa apparire bianco e luminoso -, ma mettere fine agli alti e bassi affinché ogni cosa torni alla normalità o abbia un suo equilibrio. Leggere l'anima di chiunque diviene così qualcosa di fondamentale. Qualcosa che esalta, rinvigorisce, dà da pensare, e, soprattutto, vivere. Un' iniezione di adrenalina, un innamoramento che riempie di emozioni. Un mezzo di crescita spirituale, come un compagno di avventure fa le avverse stelle, in cui ogni parte di vita è parte di un tutto dalle mille forme che è la vita.
Valutazione d'inchiostro: 3+

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