sabato, aprile 06, 2019

Gocce d'inchiostro: La camera azzurra - Georges Simenon

Per quale motivo ho sobbarcato un romanzo di Georges Simenon?
Per curare le ferite della mia incredibile vergogna, tutto ciò che posso dire è che questo romanzo mi ha aiutato nel momento del bisogno. Il signor Norel e Johnatan Strange si stanno rivelando una compagnia piuttosto piacevole, ma lenta e talvolta ripetitiva. Un nuovo romanzo, un nuovo amico avrebbe potuto aiutarmi a vivere meglio questi giorni.. Quale? Rammento ancora le mie perplessità, i miei dubbi su La camera azzurra e sul suo autore. Ma senza risultato. Georges Simenon è un autore che non credo rinuncerò a leggere tanto facilmente. Ad un certo punto sarò consapevole di un interesse che forse, col tempo, potrebbe trasformarsi in ossessione.
Eppure, alla fine, ciò che conta è quello che un romanzo, o per meglio dire, il romanzo trasmetta. E proponendolo come se posto dinanzi a una folla, o davanti a uno specchio, le cronache di vita di due giovani amanti e le loro ridicole illusioni, che alla fine dovranno pagare il prezzo dei loro errori.



Titolo: La camera azzurra
Autore: Georges Simenon
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 153
Trama: "Sei così bello" gli aveva detto un giorno Andrèe "che mi piacerebbe fare l'amore con te davanti a tutti …". Quella volta Tony aveva avuto un sorriso da maschio soddisfatto: perché era ancora soltanto un gioco, perché mai nessuna donna gli aveva dato più piacere di lei. Solo quando il marito di Andrèe era morto in circostanze non del tutto chiare, e Tony aveva ricevuto da lei il primo di quei brevi, sinistri biglietti anonimi, solo allora aveva capito, e aveva cominciato ad avere paura.

La recensione:
Più che annoiarmi, la lettura di questo romanzo mi ha fatta sentire inerme. Inchiodata, ma inesistente, quasi inutile. Poiché di Andrew e di Tony non avevo compreso perfettamente ciò che il suo creatore aveva descritto, ora che ogni cosa è giunta al termine. Forse una spiegazione valida per tutto ciò dipende da me, penso, che realizzo idee o drammi romantici che quasi sempre non si sposano con la natura artificiosa, semplice o ambiziosa della storia. Forse questa mia "diffidenza" dipende da qualcosa che ha a che fare con l'istinto. Ma subito penso che pur quanto questa sia una motivazione ridicola, è sempre prematuro tirare una conclusione, se di un romanzo non si conosce ne autore ne la sua bibliografia. Tuttavia, con il romanzo di Simenon ho deciso di sospendere questo pregiudizio.
La mia mente vaga da una cosa a un'altra. Le parole scivolano sulla mia pelle come morbide piume, approdando infine sulla splendida storia d'amore fra Tony e Andrew. Per un istante mi è venuta in mente un'immagine straordinariamente perfetta, sensuale ma colma di drammaticità di altri innamorati, altri amanti condannati ad una vita triste e desolata, e capisco che preferirei di gran lunga leggere questo tipo di storie piuttosto che romanzi che so potrebbero generare del tedio, qualche sbadiglio, seduta sulla mia poltrona preferita per Dio sa per quanto tempo. In questi casi mi viene quasi sempre voglia di conoscerli di persona; telefonargli per fare due chiacchiere, o scoprire se quello che ho letto esiste effettivamente. Il mio cuore da lettrice non può farci niente: sono consapevole di come certe storie sono indispensabili per il mio animo, e La camera azzurra acquisisce una certa importanza.
Finora non avevo avuto molte occasioni di trascorrere pomeriggi miti, indisturbata, serena, e questo romanzo fu il movente per cui vivo addosso una situazione di smarrimento. Dopo qualche tempo mi sono ritrovata sola con me stessa, senza nulla di concreto fra le mani, nulla che mi dasse la certezza della veridicità di certe situazioni, occupandomi del mio mondo interiore e di quello dei personaggi, della loro esistenza e della loro coscienza, come se fosse un'entità conosciuta, esplorata, aperta completamente a me. Non ho dunque esitato nel muovermi velocemente sulla superficie delle cose, studiandone ogni dettaglio fino a percepire il minimo cambiamento, considerando e valutando se il proseguire la lettura fosse un processo istintivo e naturale o dettato dalla mia coscienza. Ed è stato così che, alienandomi dal mondo circostante, senza nient'altro da vedere che due figure nette e distinte, mi sono concentrata su ciò che li circondava, e di per se questo conferii una certa gioia. Perché leggere di Andrew e Tony mi ha dato come l'impressione di guardarmi allo specchio, e comprendere che invece di osservare due persone ho osservato un'unica entità amalgamata perfettamente, scrutando ciò che ai miei occhi era sfuggito. Perché ogni cosa, persino la più insignificante, in La camera azzurra ha un suo significato. Ha un peso specifico, una voce tutta sua di cui la camera a cui si riferisce il titolo è qualcosa che ha a che fare con la realtà, una realtà diversa, distorta ma possibile da capire o comprendere.
Il mio crescente interesse, alimentato da una felicità imprecisata, tangibile o meno, mi ha condotta fra le braccia di un amore trascendentale, che riesce a far vibrare il vuoto. Vero come due satelliti nelle vuote tenebre del cosmo, intenso al punto di non riuscire a distinguere la realtà dalla finzione. Abbandonandosi con un certo slancio, un certo calore, il tutto avvolto da una spessa patina di diffidenza e perplessità. La stessa esistenza umana si riduce a niente. L'uomo esiste ma brancola nel buio come un animale in gabbia. Misera marionetta in un caos fantasmagorico di voci e volti, di creature le cui voci si intrecciano e si sovrappongono in un'unica personale catena.
Non ricordo nessun giorno delle mie spericolate avventure letterarie che mi abbia visto così presa a leggere una storia dal tratto indistinguibile, e constatare come con La camera azzurra sia stato così mi ha fatto sentire ancor più strana di prima. Georges Simenon scrive un opera zeppa di distrazioni amorose e realistiche il cui tratto è originale, richiama alla mente le appassionanti vicissitudini di Arianne e Solal, e che penetra nel lettore al punto tale d'immergerlo in uno stato fra il fascino e l'oblio. Il suo tocco spiccatamente maschile riesuma una storia che scruta la psicologia maschile e quella femminile, ma l'individuo è definito in senso universale. Il mondo che lo circonda è zeppo di meschinità, di crudeltà, ipocrisia, cattiveria, che rivelano l'intento dell'autore di esaminare un tema piuttosto trattato: il senso della vita. Il meccanismo artificioso del tempo spesso ci induce a dimenticare eventi o situazioni che non vorremmo mai dimenticare, ma che in un modo o nell'altro ci avvolgono come una seconda pelle.
Quella di La camera azzurra è un trattato terribilmente realistico, sentimentale e seducente, persino tragico, che fa sorgere le riflessioni più profonde dell'animo umano. E che, camuffandosi fra le mura di un mondo ombroso e sentimentali, descrive situazioni crudelmente veritiere, quasi ingiuste e crudeli, che inevitabilmente inducono a immergersi in profondità nell'inconscio dei personaggi. Tony, così come credo gran parte dei protagonisti della narrativa simeonana, è una figura contrita e appassionata che ha avvertito la presenza di una nuova realtà, che ha colmato quel senso di incompletezza e inadeguamento delle sua esistenza, ma ha frantumato la bellezza di un sogno che avrebbe potuto essere tranquillo. Emozionante, intrigante, appassionante, giunto dopo una sfilza di letture di vario genere dove l'amore funge da bisogno primordiale di appartenenza in cui non si riesce a vivere l'uno senza l'altro.
Questa recensione ha come protagonista un romanzo che ai miei occhi è stato un inno all'amore, alle ossessioni e alle possessioni di due amanti, violenti come scariche elettriche. E, prigioniera dei loro stessi peccati, ho letto questa storia come se fossi stata condannata dalla commedia umana per il pietoso bisogno di essere amati, confortati. Realizzando così alla fine un quadro raffinato, semplice ma estremamente solenne e drammatico, che non lo fa sembrare un romanzo piuttosto una proiezione in cui si provano gioie e sofferenze.
Valutazione d'inchiostro: 4 e mezzo

6 commenti:

  1. Di Simenon ho letto solo qualcosa sul commissario Maigret, ma i suoi romanzi che non fanno parte della serie sembrano comunque molto affascinanti come questo. Avrei bisogno anche io di un nuovo amico di carta perché le letture che sto facendo attualmente mi stanno piuttosto deludendo!

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    1. Mi dispiace, Beth! Spero ti rifarai presto con qualche altra lettura ♥

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  2. Bu kitabı bilmiyordum 😊 kitap yorumlamalarını seviyorum 😊 Türkiye'den selamlar 😊

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  3. Ne ho sentito parlare, ma non l'ho ancora letto. Ma leggendo la tua recensione, sono tentata di inserirlo nella mia lunghissima wishlist.

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    1. Fammi sapere se lo leggerai, mi piacerebbe conoscere il tuo parere :)

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