giovedì, febbraio 20, 2020

Gocce d'inchiostro: Via col vento - Margaret Mitchell

Da qualche parte ho letto che, nella letteratura, vi sono romanzi, opere, capisaldi, che almeno una volta nella vita dovremmo vivere. In termini personali, le probabilità che ciò non accadrà sono alquanto scarse, perciò pian pianino mi premurerò di accaparrarmi di qualunque opera funga da capolavoro letterario. In questi primi giorni di febbraio, mi sono così intestardita nel voler conoscere Rossella O’Hara non pensandoci più di tanto a rimandare il momento in cui si sarebbe presentata alla mia porta. Dunque non ci sarebbe stato alcun pericolo. La sua visita mi accolse impreparata quando meno me lo sarei aspettata, aumentando il mio interesse, alimentando la mia sete letteraria, soddisfarmi più del necessario. La Mitchell esercitava su di me un controllo rigoroso e costante, pian piano mi sarei infiltrata nei suoi più completi meccanismi.
Pertanto ho accolto questa bella storia come un ideale romantico da seguire, uno stato di perfezione che ho desiderato aspirare ma che Rossella O’Hara non esprime con risolutezza. Piuttosto indotta a lasciarsi andare a temibili concessioni del cuore umano, che come divari intellettuali le permetteranno di comprendere come sopravvivere o meno dinanzi a qualcosa di completamente diverso da ciò cui era abituata.
Titolo: Via col vento
Autore: Margaret Mitchell
Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: 25 €
N° di pagine: 1194
Trama: Opera pressochè unica di Margaret Mitchell, nata ad Atlanta nel 1900 e cresciuta ascoltando i racconti dei veterani della guerra di Secessione, << Via col vento >>  conquista i lettori di tutto il mondo grazie a una trama avvincente caratterizzata da colpi di scena, rovesci di fortuna e da un’appassionata storia d’amore; trama che portò i critici a parlare di Grande Romanzo Americano e a osare il paragone con Tolstoj. Ma a rendere straordinarie queste pagine è soprattutto l’anticonvenzionale protagonista: Scarlett O’Hara, la viziata e volubile ereditiera della grande piantagione di Tara, la quale, contando sulle sue forze, dovrà cavarsela mentre l’esercito nordista avanza in Georgia.




La recensione:





La terra è la sola cosa al mondo che valga qualche cosa… perché la sola cosa al mondo che rimane, e non dimenticarlo? La sola cosa per cui vale la pena di lottare, lavorare, morire.


Malgrado tutto, le due settimane che trascorsi in compagnia di Rossella mi sorpresero alquanto speranzosa e infervorata. Avevo letto moltissime recensioni, e per qualche tempo mi sono aggrappata all’indescrivibile desiderio di accapparrarmi di una copia: il pensiero disperato che la storia che racchiudono queste pagine fosse conosciutissima ma anonima per me, che si aggirava incerta chissà dove, ignara della sua natura, depredata dalla vita ma pulsante di vita, mi indusse a divorare queste pagine come se animate di vita propria. Qualche settimana, e giunse il momento in cui dovetti accomiatarmi definitivamente. L’idea generata dalla sua autrice cominciò prima lentamente ad assorbire i miei pensieri, come se dentro di me non ci fosse più posto per nient’altro che di Rossella e Tara. Tali furono i sentimenti, l’emozioni che imperversarono il mio animo che persino questa recensione sembra riduttiva, blanda nel descrivere quello che ho provato e che tutt’ora preme nella cassa toracica, e proseguo imperterrita nel mio viaggio spiegando come la storia che la Mitchell si portò dentro mi invase completamente, e malgrado tutto, procurato un certo astio nei confronti della sua eroina di carta: astio perché Rossella O’hara è stata insopportabile, lontana dal mio essere semplice, conflittuale, che non avevo mai definito nella letteratura. Questa ammissione, confesso, mi sembra brutalmente onesta. Non avevo mai sentito l’impulso irrefrenabile di giudicare così malamente un personaggio letterario, ne dover ricorrere così crudemente a convenzionali eufemismi per definirla << antipatica >>, << viziata >>. Ora comprendo i motivi per cui molti lettori, nel sentir pronunciare il suo nome, tendono spesso ad alzare gli occhi al cielo!
Dopo due settimane a Tara, comprendo perfettamente come ogni cosa fosse come immersa in una sorta di opacità che mi è scivolata addosso, nel cuore e nella mente, acquistando una certa magia, diventando più memorabile. La Guerra di Ssecessione aveva posto la sua voce persino ad Atlanta, e ora che il tutto ebbe inizio bisognava pensare a diversi modi per sopravvivere. A Rossella era la sola cosa che le importasse veramente. O, per meglio dire, combattere, pur di serbare intatto il patrimonio di famiglia, che apparentemente sembrano parole retoriche, ma in realtà pervaderanno l’intero romanzo inducendo i personaggi a vivere costantemente su falserighe, aspetto che conferì a queste pagine maggior spessore, maggior ampiezza visiva.
Le domande che mi sono posta, durante il processo di lettura, e le risposte che mi sono poi state date hanno evitato come tali risposte influenzassero i miei sentimenti. Per esempio, come Melania aveva concesso le sue amorevoli cure, persino nei momenti di puro e toccante delirio, ad una cinica ed egocentrica Rossella, e cosa ciò implicò nel momento in cui lei scomparirà definitivamente dalla scena. Cosa succederanno in queste pagine, nell’arco decennale che proclama la Guerra di Secessione furono eventi che mi scossero, mi indussero ad agitarmi sul divano, a non poter nutrire fiotti sentimenti di astio, negatività, man mano sempre più forti nei riguardi di questa ragazza, non sbottonandomi però più di tanto.
Spiegare cosa pervederanno queste pagine sugli anni precedenti al mio primo incontro con i personaggi della Mitchell risultò che avessi abbandonato la mia casa natia, ottenendo un rinvio a letture che languiscono sullo scaffale da troppo tempo e finendo per girare l’ultima pagina col sole oramai del tutto scomparso dietro le nubi, non sapendo esattamente come schiarirmi le idee. Essere più naturali, aspirare a certi dogmi moderni ma all’epoca ampiamente sconosciuti, scovare un posto tutto nostro che ci faccia rinascere sentendoci più forti, più maturi, Via col vento è un capolavoro della letteratura americana che parla costantemente del passato e che a me piace defirlo romanzo storico. Ho letteralmente sbattuto la testa contro quella di questa ragazzina, osservandola malamente in attesa che la sua anima si redimesse. Questo è stato il principio, quello che prevederanno le innumerevoli lotte emotive e razionali che Rossella dovrà affrontare e contrastare ma che mi indusse a trascorrere ogni singolo minuto assieme a lei.
Sorrido nel mentre ripongo queste poche righe, ma mai avrei creduto di detestare così copiosamente un personaggio letterario prima di adesso. Credo che mi aspettassi, soprattuto alla fine, di trovare un centro riscontro, e credo che il mio atteggiamento abbia confermato le mie predisposizioni, cancellando eventuali dubbi sull’opportunità di un certo << raddrizzamento >>. Io ero la lettrice, la spettatrice, e così come tanti altri avevo il diritto di trovarmi lì, ascoltare quello che la sua creatrice aveva da dirmi.
Mi stupì però di cogliere, assieme al temperamento contraddittorrio e pessimo della giovane Rossella, quello di certe importanti tematiche: il colonialismo, la tratta degli schiavi, il sopraggiungere di entità maligne che rovesceranno completamente gli animi. Se Margaret Mitchell e questo romanzo sono ampiamente ricordati certamente il motivo non implica esclusivamente nell’idiomi romantici cui aspira il romanzo ma anche a certi concetti, certi aspetti che lentamente stanno perdendo la loro importanza, il loro vigore. Leggere certe cose ha reso il tutto molto più complicato e serio di quel che credevo, che stona con la natura semplice e schietta del suo linguaggio troppo timido per divulgare certe oscenità, temendo forse che non fossero abbastanza buoni. E anche in seguito, dopo aver compreso i meccanismi narrativi, preferirà restare nell’ombra. Indifferenza che a mio avviso ha reso ancor più vero il tutto, mi ha spronato nel proseguire imperterrita in una lotta da cui conoscevo già l’esito: non ci sarebbe stata alcuna fretta. Presto o tardi Rossella avrebbe espiato le sue colpe. Promettendo solennemente che si sarebbe data da fare, e aggiungendo come prova di sincerità a tutto questo atti d’impulsività e irrazionalità.
Tanta gravità che equilibria perfettamente un romanzo solenne, perfettamente in relazione con alcuni aspetti della letteratura americana, che lo rese celeberrimo e indimenticabile al pubblico. Forse l’idea di combattere pur di garantirsi un certo benessere economico anziché morale ed affettivo era una responsabilità che Rossella non poteva assolutamente accettare. Eppure, la vita stessa, che si erge a giudice di uomini che decidono se la vita è stata degna di essere vissuta le sbatterà in faccia quegli unici veri espedienti che la faranno maturare. Dentro di me c’è una piccola voce che mi consiglia di concludere qui, terminare con queste ultime frasi questa ennesima recensione. Ma scrivere è il miglior rimedio, e oramai sono lanciata oltre qualunque argomento.Il mondo aveva desiderato che anche io vedessi ed assistessi alla nascita, e alla decadenza poi, di una giovane ma coraggiosa donna che in quasi milleducento pagine mi aveva ridotta a una ridicola frazione di nulla. Nient’altro che polvere, che il primo alito di vento avrebbe disperso.

Valutazione d’inchiostro: 4

8 commenti:

  1. In effetti Rossella é un pelino insopportabile e piantagrane

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  2. Rossella...si una figura antipatica, ma forte. Con i suoi ideali, la sua fermezza nel volere spiccare e aver soldi. Una donna con una forza da ammirare... non certo da ammirare la sua frivolezza... comunque io ho visto solo il film che conosco a memoria, complimenti per la recensione ;)

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  3. Cara Gresi, anche a me non è simpatica Rossella, però devo dirti che nonostante tutto mi manca tantissimo, perché ho capito che in fondo lei non si ama. Ha fatto tutto in maniera egoista, ma proprio per LEI, per se stessa, poco. Ha amato un uomo che era una chimera, ha cercato di salvare Tara, non si è concessa l'amore vero. Certo che ha prestato i piedi a tutti, ma mi ha fatto anche pena, non è mai riuscita ad accorgersi di chi veramente nutriva dei sentimenti sinceri nei suoi confronti. Questo è uno di quei libri della vita (per me)
    Baciotti

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    1. Indubbiamente una lettura difficile da dimenticare. Sicuramente lo rileggerò in futuro ☺️☺️☺️☺️

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