Leggendo un romanzo dopo l’altro, non
potendo saziare la mia sete di conoscenza e curiosità, leggendo di uomini o
donne che parlano di sé come se confidandosi con un caro amico, mi ritrovai a
vagare incerta in una landa desolata in compagnia di figure che in una manciata
di minuti sarebbero divenute persone. Si perché quella di questo romanzo,
seppur una storia molto semplice, quasi banale, mi ha coinvolta molto proprio
per il suo modo di porsi, stanziarsi in un mondo ricco di maldicenze e cattiverie,
non instaurando quel legame intimo che confidavo potesse nascere, facendomi
sentire lontana, distaccata, ma mostratosi con ogni viscera di questo mondo,
più freddo e inavvicinabile perché dominato da figure che avrebbero prostrato
chiunque ai loro piedi. Più freddo perché frutto del retelling de La bella e la
bestia, l’autrice non si pone a proiettarci nelle viscere dei suoi personaggi
come se appartenessero a chiunque, e non saprei dire se questo fattore fu una
delle tante conseguenze che non mi fece amare completamente questa storia. Sapevo
solo, una volta terminato, che di certi romanzi ogni tanto bisognerebbe cibarsene
non tanto quanto per decantarne il modo per cui sono stati << preparati>>,
quanto per pregustarne il sapore. Piuttosto godibile ma non indimenticabile.
Insomma, una piacevolissima distrazione, e adesso che la mia curiosità è stata
saziata non credo proseguirò con la lettura dei volumi successivi, di colpo consapevole
che ciò che desideravo ottenere l’ho ottenuto.
Autore: Bridigid Kemmerer
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 504
Trama: Le cose sono sempre state facili per il Principe Rhen, erede al trono del regno di Emberfall. O almeno, lo sono state finché una potente incantatrice non ha lanciato una spietata maledizione su di lui. Ora Rhen è condannato a rivivere all'infinito l'autunno dei suoi diciott'anni e a trasformarsi in una creatura mostruosa portando dovunque morte e distruzione – e lo sarà finché una ragazza non si innamorerà di lui. Per la giovane Harper, invece, le cose non sono mai state facili. Il padre se ne è andato da tempo lasciandosi dietro una montagna di debiti, la madre è in fin di vita, e il fratello, che riesce a malapena a tenere unita la famiglia, l'ha sempre sottovalutata a causa della paralisi cerebrale che l'affligge: Harper ha dovuto imparare in fretta a fare affidamento solo su se stessa per sopravvivere. Ma un giorno, viene rapita e portata nel magico e terribile mondo di Emberfall – perché Rhen possa conquistare il suo cuore e spezzare finalmente il maleficio. Un principe? Un mostro? Una maledizione? Harper è sconvolta e disorientata, ma anche determinata a fare di tutto pur di ritornare nel proprio mondo e dalla famiglia che ha bisogno di lei. Tuttavia col passare dei giorni, man mano che la diffidenza nei confronti di Rhen si trasforma in amicizia (e forse in qualcosa di più) la ragazza si rende conto che anche Emberfall ha bisogno di lei. Perché forze potenti e oscure minacciano il regno e la vita di tutti, e non basterà spezzare la maledizione per salvare Harper, Rhen e il futuro di entrambi dalla rovina totale.
La recensione:
Non mi reputo all’altezza di giudicare questo romanzo per il suo contenuto né per lo stile, piuttosto semplice e facilmente immersivo, un giardino pieno di viole e rose o un vagone di letame. Ma quando il Destino si pone dinanzi come scelta migliore di staccare dalla lettura di un classico a un altro, sapevo di contare su una lettura carina ma imparziale perché lo si nota sin dall’inizio, sempre diligentemente pronta ad accogliere chiunque, ad ascoltare cosa avrebbero voluto dirmi. Con i tantissimi romanzi che popolano il mondo degli young adult, queste letture sono un buon espediente per divertirsi, esaminare la sua anima romantica e appassionata non quanto per essere giudicata quanto per essere compresa. Ed io fui colpita dalla situazione in se, che mi diede la prova di come nel loro piccolo non dovremmo giudicare ma riflettere sul mondo circostante, rendendosi conto che il tempo utilizzato non è stato perso, sorridendo divertita di ciò che il Fato ci aveva riservato.
Dalla mia scrivania, davanti al pc, posso spaziare con lo sguardo sui campi spogli di una terra sconosciuta, investita dal vento afoso di fine maggio. Il cielo è terso e splendido. Si dice che una giovane donna sia scappata e abbia lasciato sola la sua famiglia, ma chissà se è vero. Qui dalla mia postazione non posso dirlo con certezza, né cosa mi riserverà la sorte. Il richiamo di una nuova storia suonava nitido e forte nell'aria, e la voce dell'autrice mi avvolse nel suo caldo abbraccio invitandomi ad imboccare questa nuova strada, cullata da uno squarcio di sole e dal caldo come se fosse un tesoro prezioso.
Questa storia ha avuto un certo effetto su di me. Le favole hanno da sempre avuto per me un grande significato, rappresentando per sempre un punto luminoso in un periodo pieno di ombre. Sin da bambina ho sempre amato questo genere di racconti, ricordi che risalgono a parecchio tempo fa in cui la mia anima si beava di storie di questo tipo, castelli incantati, streghe malvagie ma avvenenti, matrigne arcigne e severe. Allora immaginavo anch'io di trovare un giovane principe, innamorarmi perdutamente di lui … e vivere per sempre felice e contenta. Niente mi impediva a pensare a tutto ciò, penso che il mio amore per le favole sia stata anche la motivazione per cui mi piace così tanto leggere.
In una perpetua collisione fra generazioni e specie diverse, segni che rimangono impressi involontariamente, l’autrice ha dipanato il tutto in una storia che è un ode all'amore e ai sentimenti. Una canzone amorosa composta mediante una miscela disomogenea. In un mondo che è stato modificato per sempre. Popolato da sventurati che stanno sopravvivendo ad atrocità viventi, diversi da sembrare irriconoscibili, versione modificata delle rispettive forme vitali.
Il romanzo della Kemmerer fa parte di quella cerchia di romanzi che, nel panorama della narrativa per ragazzi, sono stati denominati e classificati come "per ragazzi". Inflessibile, ma quieto e tranquillo come un mare in bonaccia. Globi instabili di soggetti indotti al dramma, costretti a respirare grumi di polvere condensati in varie forme, che se ne stanno sospesi nel cielo.
Ho girato l'ultima pagina del romanzo in balia di una vastità di sentimenti contrastanti. Variazioni dell'aria. Un condensarsi della luce. Particolarità che fanno vibrare il vuoto, che hanno illuminato persino i corridoi più bui della mia anima. Questa storia molto carina, stramba e originale al tempo stesso, che ha avuto un certo fascino su di me, ha avuto la forma di una matassa che si forma nello stomaco e procura fastidio. Il sapore amarostico di un frutto non ancora del tutto maturo propinatoci dalla destrezza di un’autrice che gioca con i sentimenti delle persone.
Scorrevole, romantico, avvincente, corrode e annienta lo spirito senza che io me ne accorgessi. Seduce, incanta, inducendo a divorare le pagine tutte d'un fiato. Ritmo serrato e asciutto, descrizioni semplici e modeste, l'intimità che scongiura a una lenta eccitazione.
Colorato da particolari sfumature, un gioco romantico e macchinoso che non impedisce di divorarti da dentro. Una corsa inarrestabile per la sopravvivenza, un eco che si diffonde fra le pareti. Accompagnato a volte da un grido acuto.
Valutazione d’inchiostro: 3 e mezzo
Mi sembra evidente che la lettura non sia andata come speravi; peccato! Grazie per la recensione
RispondiEliminaA te 🤗
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