venerdì, agosto 19, 2022

Slanci del cuore: romanzi dalle brutte cover che ho amato

Per più di una volta, nella mia carriera di lettrice, certi romanzi hanno stravolto il mio universo personale, cambiando addirittura non la persona che sono ma la mia visione del mondo circostante. Avevano fatto saltare in aria le mie ipotesi sul mondo, proiettandomi così su uno spazio vuoto in cui ogni cosa sembrava diversa, e sarebbe rimasta diversa fino alla fine dei tempi, fino a quando non sarebbe subentrato qualche altro fattore e ridimensionato il tutto, vivendo nel tempo e occupando un esiguo spazio. Ci sono state letture che seppur esteticamente brutte hanno parlato così bene alla mia anima semplice ma appassionata, spazzando così la ruggine del tempo, della monotonia, felice specialmente nel momento in cui ho potuto constatarne la bellezza. Tesserne le lodi. Ed ecco che, desiderando migrare presto o tardi in questi splendidi luoghi, ci sono stati quei romanzi che si sono aggirati silenziosi tra una lettura e un’altra, una recensione e un’altra, destando l’indifferenza di chi si lascia tentare dalla bellezza anziché dalla sostanza, facendo davvero poco per porvi rimedio non avendo un progetto specifico se non condividere la mia gioia in loro compagnia.

Il libro della vita di un uomo le cui gesta hanno fatto storia, e che poi giunge irrimediabilmente alla fine, alla pagina più preziosa d'ogni cosa sacra. Ove ogni cosa si compirà e che io ho lasciati si compisse.

 

 Titolo: Limonov
Autore: Emmanuel Carrère
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 13 
N° di pagine: 356
Trama: Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: " è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio" si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato " che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale". La vita di Eduard Limonov, però, è inanzittutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. Perché Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante - a volte perfino accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. Che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di New York dopo essere stato piantato dall'amatissima moglie o si lasci invischiare nei più grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il "duro metallo di cui è fatta la sua anima", Limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo … 

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Un surreale viaggio onirico che oscilla fra il possibile e il necessario, in cui i sogni e le fantasie oscillano come un pendolo in equilibrio precario. Non il più emozionante dei romanzi, ma zeppo di una catena di eventi che tracciano il personale destino di un uomo che si riversa continuamente su stesso, impedendoci di soffermarci, anche solo per un istante, per capirne il significato. Affiorato dalle tenebre e in poco tempo riassorbito dalle stesse.

Titolo: Epepe
Autore: Ferenc Karinthy
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 217
Trama: Ci sono libri che hanno la prodigiosa, temibile capacità di dare, semplicemente, corpo agli incubi. “Epepe” è uno di questi. Inutile, dopo averlo letto, tentare di scacciarlo dalla mente: vi resterà annidato, che lo vogliate o no. Immaginate di finire, per un beffardo disguido, in una labirintica città di cui ignorate nome e posizione geografica, dove si agita giorno e notte una folla oceanica, aninima e minacciosa. Immaginate di ritrovarvi senza documenti, senza denaro e punti di riferimento. Immaginate che gli abitanti di questa sterminata metropoli parlino una lingua impenetrabile, con un alfabeto vagamente simile alle rune gotiche e ai caratteri cuneiformi dei Sumeri – e immaginate che nessuno comprenda né la vostra né le lingue più diffuse. Se anche riuscite a immaginare tutto questo, non avrete che una pallida idea dell’angoscia e della rabbiosa frustazione di Budai, il protagonista di “Epepe”. Perché Budai, eminente linguista specializzato in ricerche etimologiche, ha famigliarità con decine di idiomi diversi, doti logiche affinate da anni di lavoro scientifico e una caparbietà senza uguali. Eppure, il solo essere umano disposto a confrontarlo, benchè non lo capisca, pare sia la bionda ragazza che manovra l’ascensore di un hotel: una ragazza che si chiama Epepe, ma forse anche – chi può dirlo? – Bebe o Tetete.

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Un complesso, immane lavoro di riferimenti incrociati su un tema particolarmente noto nella produzione murakamiana. Leggendolo con passione, facendosi avvolgere dalla storia, si ha la sensazione che non si tratti più di un semplice libro, ma che si espanda oltre le pagine verso la realtà, trasformandola, come se una seconda luna comparisse in cielo. Una trama calcolata a tavolino e dipanata con meticolosità nell'alternarsi dei capitoli, che svolgono il racconto seguendo alternativamente i due protagonisti e facendo vedere poco per volta le ragioni del loro accostamento. Più precisa e penetrante, più accurata nei dettagli che ricca nella sostanza, e una fantasia costruttrice che vince sulla profondità del tema trattato.

Titolo: 1Q84. Libro 1, 2, 3.
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 26 €
N° di pagine: 1100
Trama: Tokyo, 1984. Aomame è un'assassina spietata e fragile. In minigonna e tacchi a spillo, vendita tutte le donne che subiscono violenza, con una tecnica micidiale e invisibile. Tengo è un ghost writer che deve riscrivere un libro inquietante, pericoloso come una profezia. Entrambi si giocano la vita in una storia che sembra destinata a farli incontrare. Ma quando Aomame vede sorgere in cielo una seconda luna, capisce che, forse, non potranno condividere neppure la stessa realtà.

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Un inno all'amore, alle ossessioni e alle possessioni dei due amanti, violenti come scariche elettrice. Capaci di renderci prigionieri dei loro stessi peccati, costantemente punteggiato da riferimenti scespiriani che ne accentuano il tono elegiaco. Il titolo è una sorta di omaggio alla bella Ariane che, fiera di essere l'amata del suo Solal, come una tragica eroina, si sente condannata dalla commedia della nobiltà, per il suo pietoso bisogno di essere distinta. Un quadro raffinato che non lo fa sembrare un romanzo, piuttosto una proiezione in cui si provano gioie e sofferenze.


 Titolo: Bella del signore
Autore: Albert Cohen
Casa editrice: Bur
Prezzo: 11, 50 €
N° di pagine:
Trama: Ariane e Solal, lei nobile di nascita, lui altissimo dirigente della Società delle Nazioni, entrambi alteri ma irrequieti, si incontrano, si amano e fuggono via alla ricerca di una passione assoluta ed esteticamente perfetta. La perfezione formale, però, non esiste, l’amore a poco a poco si illanguidisce e viene sostituito dalla noia, fino alle estreme conseguenze.





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Tratta una tematica piuttosto peccaminosa, moderna, incurabile, in una struttura a specchio è la testimonianza diretta delle problematiche che attanagliano l’individuo in relazione con altri individui. Il tutto in un capolavoro assolutamente indimenticabile, nonché frammento etico e biblico in cui ognuno di noi può rispecchiarsi, in cui l’individuo è quella massa informe, compatta, solidificato in un unico recipiente. A suo << agio >> nel farsi sopraffare dagli istinti, con l’idea di possedere tutto e tutti facendolo sentire più grande di quel che è. Poiché l’uomo è dominato e dominatore. Può fare quel che vuole, ma tenere poi conto delle conseguenze. Qualunque esse siano. Combattendo affinchè esse svaniscano, sebbene gli svariati tentativi di trincerarsi dietro solide barriere che avrebbero abbattuto la forza devastante del peccato.


Titolo: Anima
Autore: Wajdi Mouawad
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18, 50 €
N° di pagine: 505
Trama: Una donna assassinata in una casa vuota, distesa in una pozza di sangue nel buio del salotto. Unico testimone, il gatto. È questa la scena agghiacciante che Wahhch Debch si trova davanti una sera, tornando dal lavoro. Quella casa è la sua, quella donna è sua moglie. Accecato dal dolore, assetato di vendetta ma soprattutto in cerca di risposte, l’uomo parte alla caccia dei killer. Nel disperato tentativo di trovare una spiegazione al male, sprofonda nelle viscere di un mondo a sé stante, che vive appena sotto la pelle del mondo civile, abbandonato a mafie e traffici di ogni sorta, governato da leggi proprie. È un’esplorazione della natura umana nei suoi lati più oscuri, quella compiuta da Wahhch, un viaggio che lo porterà dalle gelide riserve indigene del Quebec, dove le più orribili bassezze si mescolano alla bellezza della cosmologia indiana, fino al Libano, dov’è sepolto il suo tragico segreto, un episodio brutale dell’infanzia che gli ha cambiato per sempre la vita.


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Una storia che a mio avviso la si può definire "pericolosa", che devasta mentre la si legge, inietta nel sangue il veleno di un interesse feroce e delirante, la sete di sapere tanto ardente quanto smorzabile che ai miei occhi ha acquisito una certa particolare consistenza. Onnipresente, come solo poche storie riescono a mantenersi in vita e perpetuare nella memoria di chi le ha lette.

Titolo: 22/11/63
Autore: Stephen King
Casa editrice: Sperling & Kupfker
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 767
Trama: Jake Epping ha trentacinque anni, è professore di inglese al liceo di Lisbord Falls, nel Maine, e arrotondando lo stipendio insegnando anche alla scuola serale. Vive solo, ma ha parecchi amici sui quali contare, e il migliore è Al, che gestisce la tavola calda. E' proprio lui a rivelare a Jake il segreto che cambierà il suo destino: il negozio in realtà è un passaggio spaziotemporale che conduce al 1958. Al coinvolge Jake in una missione folle - e follemente possibile: impedire l'assassinio di Kennedy. Comincia così la nuova esistenza di Jake nel mondo di Elvis, James  Dean e JKF delle automobili interminabili e del twist, dove convivoo un'anima inquieta di nome Lee Harvey Oswald e la bella bibliotecaria Sadie Dunhill. Che diventa per Jake l'amore della vita. Una vita che sovverte tutte le regole del tempo conosciute. E forse anche quelle della Storia.

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Un viaggio che continua oltre la carta, e a cui non ho assegnato il massimo dei voti semplicemente per la visione pessimistica che l’autrice riserva ai suoi personaggi. La vita sa essere crudele ed egoista, talvolta, ma sotto sotto ogni tanto può anche riservarci sensazioni positive da lasciarci senza parole. Conflitti interiori che potrebbero donarci una visione più ampia di noi stessi. 

Titolo: Bohémien minori
Autore: Eimear McBride
Casa editrice: La nave di Teseo
Prezzo: 22€
N°di pagine: 388
Trama: Eily ha diciotto anni, si è appena trasferita a Londra dall'Irlanda: vuole studiare recitazione, cominciare a lavorare, diventare famosa, un pó come tutte le aspiranti attrici che arrivano dalla provincia. Se all'inizio la città la stordisce - è dopotutto una ragazza semplice e un pó ingenua - piano piano inizia a trovare il suo posto nel mondo e a farsi delle amicizie. Non sa ancora però quanto tutto è in procinto di cambiarla di nuovo e per sempre, fino a quando non incontra Stephen, un attore di vent'anni più grande di lei, e non se ne innamora follemente. I due iniziano una relazione che li appassiona e li consuma, sfociando spesso in una violenta inquietudine: se Eily è elettrizzata dal loro amore e dalle luci della grande città, Stephen è perseguitato dai demoni del suo passato e dalla paura dei rovinosi rischi del loro rapporto. 


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Una tela straordinaria e stupefacente che ritrae situazioni del tutto realistiche, e che prende vita in un soffio. Un vertiginoso labirinto in cui mi è stato impossibile contenere l'eccitazione per la lettura e per le opere austeriane. Un gioco continuo di rivelazioni, confessioni e segreti dell'animo che il narratore, inconsapevolmente e senza sosta, si è iniettato nelle vene.


Titolo: Leviatano
Autore: Paul Auster
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 285
Trama: Ritratto di un'America disorientata, che nega, senza neanche rendersene conto, i valori che l'hanno fondata, il settimo romanzo di Paul Auster si mantiene in bilico fra letteratura e politica, fra menzogne della realtà e verità della finzione. Tutto comincia quando uno sconosciuto salta in aria in una strada del Wisconsin. Peter Aron si rende immediatamente conto che si tratta del suo amico Benjamin Sach e decide di raccontare la sua versione dei fatti, per dare un senso ad una vita, prima che versioni ufficiali stabiliscono per sempre la loro falsità o mezze verità.





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Intriso di una sottilissima vena di drammaticità, un romanzo di un intensità disarmante: un manipolo di pensieri, acute riflessioni che provengono dai posti più sperduti del mondo. Splendido, particolare. Una lettura che resta bloccata nell'eternità del tempo, ma resiste a qualunque idea di modernità.

Titolo: Un giorno questo dolore ti sarà utile
Autore: Peter Cameron
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 206
Trama: James ha 18 anni e vive a New York. Finita la scuola, lavoricchia nella galleria d'arte della madre, dove non entra mai nessuno; sarebbe arduo, d'altra parte, suscitare clamore intorno a opere di tendenza come le pattumiere dell'artista giapponese che vuole restare Senza Nome. Per ingannare il tempo,  e nella speranza di trovare un'alternativa all'università, James cerca in rete una casa nel Midwest dove coltivare in pace le sue attività preferite - la lettura e la solitudine -, ma per sua fortuna gli incauti agenti immobiliare gli riveleranno alcuni allarmanti inconvenienti della vita di provincia. Finchè un giorno James entra in una chat di cuori solitari e, sotto falso nome, propone a John, il gestore della galleria che ne è un utente compulsivo, un appuntamento al buio ..

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Romanzo che ha solleticato la mia curiosità, il mio essere lettrice e, un giorno, scrittrice, in cui inesorabilmente si assiste allo spettacolo ripugnante di lotte morali e sociali, ma che grazie alla scrittura conferisce innumerevoli opportunità di sperimentare qualcosa di estroso. Poiché oppressi dai paradigmi, dalle etichette, da moti di freddezza e distacco.

Titolo: New Grub Street
Autore: George Gissing
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 574
Trama: Grub Street è la via di Londra in cui furono aperte le prime stamperie e dove nacque il mestiere di scrittore in senso moderno. Resa celebre da Alexander Pope nella sua satira del mondo letterario, da allora definì l’ambiente in cui si svolgeva l’oscuro e ingrato lavoro di un esercito di scribacchini costretti a sbarcare il lunario. Nella Londra di fine Ottocento, Edwin Reardon è uno scrittore di grande talento ma dallo scarso successo commerciale. Sebbene la continua incertezza economica e la povertà incipiente minaccioso il suo matrimonio con Amy è incapace di piegare la sua arte alle logiche del mercato e porterà avanti la sua coerenza fino alle estreme conseguenze. Al contrario, jasper Milvain, giornalista rampante e giovane sfrontato, in cambio di ricchezza e affermazione sociale è disposto a tutto: curerà sempre e solo le relazioni conveniente, scriverà ponendosi come obiettivo primario di ottenere fama e denaro, romperà la promessa di matrimonio fatta a Marian Yule, figlia dello scrittore Alfred Yule e scrittrice a sua volta, preferendole un’altra donna che può portargli maggiore vantaggio.

4 commenti:

  1. Hai ragione sono veramente terribili le copertine di questi libri.
    Di tutti quelli che citi ho letto quello di Stephen King, assolutamente fantastico e la mia copertina è completamente diversa 😀

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  2. Libri interessanti, anche se non li ho mai letti; grazie del post

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