martedì, agosto 23, 2022

Una porta tra le parole: Heartstopper

Dopo una serie di settimane all’insegna del relax, del sole e delle letture, particolarmente quiete e serene, desiderai abbracciare una storia, in chiave cinematografica, di cui l’anno scorso tessi le lodi. Mi siedo alla scrivania, apro un documento Word e riverso in questa recensione particolarmente sentita, una sequela di sensazioni ed emozioni che descrivono ciò che io ho provato nel vedere il romanzo di Alice Oseman sul grande schermo. Charlie e Nick mi avevano conquistato in disegni in bianco e nero, passando gran tempo del loro tempo fra le mura scolastiche. Sarebbe stato così anche dinanzi al film? Assolutamente si. Cionostante il tempo in loro compagnia è stato parecchio breve, incuriosita e avida di sapere quale piega avrebbero preso gli eventi con una bramosia che presto divenne quasi un ossessione. Ogni sera, qualche ora prima di andare a dormire, aprivo il computer e osservavo prendere vita Charlie e Nick, assistevo alla nascita del loro splendido e dolce amore, li guardavo estasiata e intenerita di essere stata spettatrice di qualcosa di assolutamente meraviglioso. Del resto, cosa mi aspettavo? 

Alice Oseman non formula neppure l’interrogativo, ma di certo è qualcosa che è insito in lei, questo continuo parlare di adolescenti problematici e incompresi, proiettarsi in luoghi famigliari in cui le parole – apparentemente semplici ma luminose e straordinarie – riporteranno nel mondo dei vivi. E man mano ci si immerge in questo marasma straordinario di sensazioni ed effetti, il cuore prese una strada tutta sua. Straziato, irrimediabilmente intenerito. Ma questo non è nulla in confronto di ciò che avranno provato Charlie e Nick quando finalmente la risposta fu ovvia. Trattasi di una semplice cotta? Perché la Osman non fa nemmeno cenno a quanto avremmo potuto vedere. Che piacere scoprirli in tutta la loro magnifica essenza! E anche sapere che niente e nessuno avrebbe contrastato questo loro forte e irrimediabile amore. Era davvero bellissimo tutto questo. Così interessante, ammaliante, di cui ne sento ancora la mancanza ora che è tutto finito. Perché in loro compagnia sono stata bene: ho aperto una finestra virtuale dall’aria luminosa e vaporosa, e senza pensarci mi sono fiondata nell’immediato.

Seguirono così momenti in cui lo sconforto cozzò con l’anima completamente dilaniata, attimi di autocommiserazione, in cui un paio di volte ho desiderato vivere fra le sue pagine. Ma alla fine, come tante altre volte, sono riemersa dalle tenebre: perché sebbene indirizzato a un pubblico di adolescenti le storie della Osman hanno un carattere solido, forte, stabile, meno irruento di altre storie d’amore che popolano il mercato italiano e straniero, ma chi sono io per giudicare? Si osserva il tutto con gli occhi dell’amore scandagliando ogni assetto di vicende che hanno del moderno, attuale, il cui corollario di immagini si mantiene nella medesima brevità di immagini che hanno preso vita nel momento in cui i protagonisti cominciarono a parlare. Era un amore proprio che è stato condiviso con estrema dolcezza. Chi avrebbe potuto dimenticare tutto questo?

Ispirata e contagiata da questo amore così semplice ma seducente e dolce, nel riportare queste poche righe, scopro di aver trovato ciò che cercavo: uno squarcio di felicità condensato in soli otto episodi. Così brevi ma intensi. Così armonici allo stato attuale delle cose, in cui ci si accorge nell’immediato del paradosso della situazione: perché più vicina è la nostra anima allo stesso sesso, meno sembra necessario << giustificarsi >>. In altri termini, quanto più la situazione mi assorbì, tanto maggiore fu la libertà di muovermi. Invischiata in un certo coinvolgimento emotivo, in un continuo ripetersi di avvicinamento e distaccamento, per poi tacere nell’appagamento. Dapprima forse troppo audace, poi trionfante come atti di puro erotismo. Dotato di una libertà che mi ha riempito di gioia, contentezza, a un capo della vita che ho vissuto qualche tempo fa, cui mi sono concessa di osservare su una panchina bianca che odora ancora di vernice.

4 commenti:

  1. Concordo su tutto, pur non avendo ancora letto la graphic novel, ottima recensione

    RispondiElimina
  2. Mi sono persa molti post nell'ultimo ma ora recupero tutto molto volentieri❤️.
    Non ho letto la graphic novel ed ero un po' indecisa sulla trasposizione. Ammetto che non mi ispirava molto, ma dopo la tua recensione penso proprio che tenterò.

    RispondiElimina

You can replace this text by going to "Layout" and then "Page Elements" section. Edit " About "
 

Sogni d'inchiostro Template by Ipietoon Cute Blog Design and Bukit Gambang