sabato, ottobre 08, 2022

Gocce d'inchiostro: Scholomance. Lezioni pericolose - Naomi Novik

Per curare certe << malattie >> non credo ci sia rimedio. Pur quanto sia consapevole di essere affetta da qualcosa di estremamente potente, mi rendo conto non c’è rimedio. Desidero leggere, cibarmi di ogni frase o parola, immergermi in una realtà che ha la parvenza di quella in cui vivo e che brucia qualunque negatività. Nei libri scovo sempre la vita, la felicità e anche quando mi imbatto in letture che non mi soddisfano completamente, come questa ad esempio, non rinuncio alla mia ossessione. Poi, ad un certo punto, un romanzo in particolare si fa sempre più pressante ed ecco che si va alla folle ricerca sotto le mentite spoglie di vivere questa storia sulla pelle. Alla fine succede che i miei progetti si realizzano: leggo ciò che prefisso o desidero. E ponendosi dinanzi all’incontrollabile strisciare del mondo come se guardassi a uno specchio, nei libri scorgo la cronaca di quelle assurde e ridicole illusioni, cosicchè la realtà immaginaria che avevo abbracciato si cristallizzi o si frantumi, a seconda dei casi. Questo romanzo mi aveva incuriosita per il suo essere atipico nel genere dei romanzi dark academy. Ma il cui risvolto oscuro, misterioso, l’impressione di essere risucchiata in un regime totalitario che non lascia via di scampo, mi sono disgraziatamente sentita estranea, come quando giungi in un luogo che non avevi mai scoperto. Ben orchestrata, ma scevro di dettagli e ricco di squarci di vita passata che si pose come un esame attento sulla condizione umana, specialmente della protagonista, considerata come un mostro.

Titolo: Scholomance. Lezioni pericolose
Autore: Naomi Novik
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 19 €
N° di pagine: 264
Trama: La Scholomance è una scuola di magia diversa da tutte le altre. Qui non esistono insegnanti né vacanze, e non è possibile riuscire a stringere amicizie disinteressate perché gli unici legami che si possono costruire sono strategici. Soprattutto, è una scuola dove il fallimento è sinonimo di morte certa (sul serio!). Le regole, alla Scholomance, sono drammaticamente semplici: non devi mai aggirarti da solo per i corridoi della scuola. E devi prestare continua attenzione ai mangia-anime, pericolose creature mostruose che si annidano ovunque. Sopravvivere è più importante di qualsiasi voto. Una volta entrato nella scuola, infatti, hai solo due modi per uscirne: diplomarti... o morire! Ma l'ingresso alla Scholomance di una nuova studentessa, El, è destinato a cambiare le carte in tavola e a portare alla luce alcuni segreti dell'istituto. Galadriel "El" Higgins, infatti, è straordinariamente dotata. Forse, tra tutti gli studenti, è l'unica preparata a una scuola tanto pericolosa. Pur non avendo dalla sua un gran numero di alleati – la maggior parte degli studenti la tiene a distanza perché di lei ha molta paura... e perché non è quel che si dice una ragazza amabile – e non incarnando esattamente l'idea di eroina senza macchia, potrebbe senza troppi sforzi evocare un potere oscuro così forte da radere al suolo intere montagne e annientare milioni di persone ignare e innocenti. Per lei, infatti, sarebbe un gioco da ragazzi usare la sua magia per sbarazzarsi una volta per tutte dei mostri che infestano la scuola e che attendono la notte per aggredire e uccidere i suoi compagni. Il problema non proprio trascurabile è che farvi ricorso potrebbe portare alla morte di tutti gli altri studenti...

La recensione:

Come non mi feci istigare dai pareri poco entusiastici dei lettori nostrani, proprio non so dirlo. Ma pare che nessuno fosse così orripilato, disgustato di ciò che vi ha scovato fra le pagine di Scholomance, né io che ho letto e vissuto questa storia soltanto adesso. Senza dubbio da certe letture impari rapidamente come ogni romanzo, se ci chiama o ci attira col suo forte magnetismo, merita di essere letto prima di essere giudicato. Lo stesso con ogni romanzo che recensisco, ripongo sulla mensola della mia libreria, sebbene il processo primordiale di ognuno è sempre lo stesso: la diffidenza, mista a una certa dose di curiosità, che si deposita nella mia coscienza come un tarlo fastidiosissimo. E, per fastidiosa possa sembrare, riesco poi a vincerla perché soppiantata dalla curiosità. È un circolo vizioso, me ne rendo conto. Ma talvolta la diffidenza mi ha << protetta >> da gigantesche cantonate.
I problemi in questo romanzo, se così vogliamo definirli, anche se ciò che a me non è piaciuto non può essere classificato come problema generalizzato, occupa gran parte della storia. Anima di questo testo una scuola di magia, la Scholomange per l’appunto, che vegliò su di me come una figura solenne e algida da cui è impossibile dibattersi e che ogni tentativo di comprensione suscita forme di avversione, immersa in un silenzio che assorda le orecchie, come una visione illogica, benedetta e profusa da cui si avverte un forte istinto di sopravvivenza.
Ho sfilato dalla libreria virtuale del mio Kobo il romanzo della Novik che molto probabilmente non avrei mai letto questo romanzo, se non fosse che la sua trama strizza l'occhio alla bellissima opera della Rowling, esaltando il tema dell'assenza e dei mancati affetti. Con l'aiuto di una fidata compagna, ho portato a termine meno di trecento pagine in due pomeriggi, e poi non mi sono data per vinta e mi sono fatta contagiare dal tono allegorico ma sofisticato. Non doveva essere il genere di libro che mi avrebbe deluso. Non è stato propriamente così, ma che non boccerei spudoratamente. Né tutto il resto della situazione, sebbene elegiaco, quasi profetico.
Pozioni, ombre, il profumo della magia e dell'assenza fra le mani; niente che non avevo mai letto. Come aveva fatto questa stramba forma di letteratura, ad insinuarsi in me? Di certo Naomi Novik sa parecchio al riguardo di questa tipologia di romanzo che esplica perfettamente un forte senso di estraneità, incompiutezza, dove la supremazia di uno stato totalitario predomina e subentra contro ogni cosa, come un effetto scatenante che innesca una sorta di avversione. Sembra quasi di leggere e scrutare attentamente quella che non è nient'altro che una visione quasi illogica, benedetta e profusa dalla gente nel forte desiderio di restare uniti.
Scholomance è un romanzo che non dimenticherò tanto facilmente non per il suo essere solenne e realistico, bensì perché acquisisce una certa capacità di riversare, mediante parole che hanno gironzolato fra le stanze buie della sua anima, acquisendo una certa capacità di condividere i sentimenti umani. Perché, sebbene si desideri allontanarsi dal proprio guscio, non si può fare niente se non condividere questa triste condizione con gli altri. Dalla stessa anima del romanzo è scaturito qualcosa di estremamente potente. Di preciso non so se sia dovuto dalla condizione umana che l’autrice delimita così bene, o dal significato nascosto di queste pagine che, nonostante la mole, colgono un dolore così forte, sensazioni irreprensibili che hanno un che di fatale, moralista e che gravano nel cuore nel momento in cui le paure escono da crepitanti mura e l'infelicità si fa sempre più dolce. L'anima che batte orgogliosa le ali sopra l'umanità addormentata, a cui ci si aggrappa costatando come ciò che sembrava ridicolo, assurdo o superstizioso ha ora acquisito un certo valore. Pensando, crescendo, respirando trasformandosi in una storia in cui le parole hanno una certa importanza. 
È una storia che inevitabilmente sottrae la felicità, e che ti costringe a compiere profonde riflessioni, limitandosi ad essere una semplice via di transito per se stessi. Una storia che trasmette estraneità, vulnerabile, introspettivo e attento intrappolato nel buio in cui la nozione del tempo traballa come un vagone su un asse in equilibrio precario. Una piccola fortezza riassorbita dalle stesse parole con cui è stata raccontata.
Pozioni, ombre, il profumo della magia e dell'assenza fra le mani; niente che non avevo mai letto. Come aveva fatto questa stramba forma di letteratura, ad insinuarsi in me? Di certo Naomi Novik sa parecchio al riguardo di questa tipologia di romanzo che esplica perfettamente un forte senso di estraneità, incompiutezza, dove la supremazia di uno stato totalitario predomina e subentra contro ogni cosa, come un effetto scatenante che innesca una sorta di avversione. Sembra quasi di leggere e scrutare attentamente quella che non è nient'altro che una visione quasi illogica, benedetta e profusa dalla gente nel forte desiderio di restare uniti.
Scholomance è un romanzo che non dimenticherò tanto facilmente non per il suo essere solenne e realistico, bensì perché acquisisce una certa capacità di riversare, mediante parole che hanno gironzolato fra le stanze buie della sua anima, acquisendo una certa capacità di condividere i sentimenti umani. Perché, sebbene si desideri allontanarsi dal proprio guscio, non si può fare niente se non condividere questa triste condizione con gli altri. Dalla stessa anima del romanzo è scaturito qualcosa di estremamente potente. Di preciso non so se sia dovuto dalla condizione umana che l’autrice delimita così bene, o dal significato nascosto di queste pagine che, nonostante la mole, colgono un dolore così forte, sensazioni irreprensibili che hanno un che di fatale, moralista e che gravano nel cuore nel momento in cui le paure escono da crepitanti mura e l'infelicità si fa sempre più dolce. L'anima che batte orgogliosa le ali sopra l'umanità addormentata, a cui ci si aggrappa costatando come ciò che sembrava ridicolo, assurdo o superstizioso ha ora acquisito un certo valore. Pensando, crescendo, respirando trasformandosi in una storia in cui le parole hanno una certa importanza. 
È una storia che inevitabilmente sottrae la felicità, e che ti costringe a compiere profonde riflessioni, limitandosi ad essere una semplice via di transito per se stessi. Una storia che trasmette estraneità, vulnerabile, introspettivo e attento intrappolato nel buio in cui la nozione del tempo traballa come un vagone su un asse in equilibrio precario. Una piccola fortezza riassorbita dalle stesse parole con cui è stata raccontata.

Valutazione d’inchiostro: 3

6 commenti:

  1. Mi pare di capire che la lettura sia andata male, mi spiace; grazie comunque della recensione

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  2. Insomma, la lettura non ti ha entusiasta da quanto ho capito c'è stato anche qualche e lato positivo. Comunque mi sono rivista molto nelle prime frasi che hai scritto. Anche io sono sempre un po' diffidente quando devo iniziare un nuovo libro ma alla fine la curiosità ha la meglio ❤️. Bellissima recensione ❤️

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    1. Grazie! No non mi è piaciuto molto, ma tutto sommato sono contenta di averlo letto 🤗🤗

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