Titolo: Il
vecchio che leggeva romanzi d'amore
Autore: Luis
Sepùlveda
Casa
editrice: Edizioni Tea
Prezzo: 9,50
N° di
pagine: 140
Trama: Il vecchio Antonio José Bolivar vive ai
margini della foresta amazzonica equadoriana. Antonio vi è approdato dopo molte
disavventure che non gli hanno lasciato molto: i suoi tanti anni, la fotografia
sbiadita di una donna che fu sua moglie, i ricordi di un'esperienza - finita
male - di colono bianco e alcuni romanzi d'amore che legge e rilegge nella
solitudine della sua capanna sulla riva del grande fiume. Ma nella sua mente,
nel suo corpo e nel suo cuore è custodito un tesoro inesauribile, che gli viene
dall'aver vissuto "dentro" la grande foresta, insieme agli indios
shuar: una sapienza particolare, un accordo intimo con i ritmi e i segreti
della natura che nessuno dei famelici gringos saprà mai capire.
La recensione:
Sapeva leggere. Fu la cosa più importante di tutta la sua
vita. Sapeva leggere. Possedeva l'antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia.
<< Il poeta del
cuore umano che potrebbe fare per te a cui hai dato un arrivederci molti anni
fa >>, mi dissi quando arrivai fra le pagine di Il vecchio che leggeva romanzi d'amore. Favola che esalta l'amore,
la vita, la rinascita i cui i libri sono un bellissimo surrogato alla
sopravvivenza umana: alleviano i dolori alla temibile bestia della solitudine. Amici
di lunga data che tramandano miriade di storie e avventure, destinati a nessuno
in particolare, fermi al fermo posta di una libreria forse troppo luminosa per
i nostri occhi stanchi.
Non potevo più
aspettare e i libri, la lettura, i romanzi che esaltano il piacere della
lettura, dopotutto, sono quasi sempre un buon antidoto contro la tristezza. I
mali dai quali è quasi sempre affetta la mia povera anima. Un documento
intrappolato in una finestra virtuale dalla luce vaporosa, uno scambio di
letture, la scoperta di una realtà non proprio simile alla nostra ma che ci fa
acquisire energia, forza, un appuntamento alla fine della mia prima tappa fra
le vecchie mura di una solida cella che ha le fattezze di un istituto
correzionale, posti e soprattutto esperienze di un uomo solo, ignaro del mondo
e della realtà circostante, mi hanno condotta piuttosto lontana dall'obbiettivo
iniziale, il piacere della lettura, ma che senza questo imprevedibile viaggio
non mi sarebbero mai capitate.
E' bastato un semplice
invito, un passo per poter arrivare nel posto giusto - quello concepito nella
mente dell'autore - e il resto venne da sé. O quasi. Il vecchio e simpatico Antonio
José Bolívar Proaño non è diventato parte della mia vita ma,
in pochissimi giorni, è stato il protagonista di una serie di eventi che si
sono succeduti a quel presentarmi una sera alle dieci e mezzo nel piccolo
studio di un dottore dalla calvizie incipiente, un quartiere non proprio pulito
dell'America dal quale la gente sembrava
essere stata risucchiata via e la cui quasi assenza, dipinta in diverse
sfumature, mi fece venire l'angoscia al solo pensiero che uno potesse essere
condannato a vivere in solitudine.
Guardandomi attorno,
vedendo il mondo così come lo ha descritto Sepúlveda, e facendo alcune
considerazioni ho letto Il vecchio che
leggeva romanzi d'amore con la sensazione che questa storia, questo mondo
parallelo di cui non ne conoscevo nemmeno l'esistenza, mi avesse risucchiato
senza che nemmeno io me ne accorgessi. Il mondo esterno, così indistinto,
lontano da sé, nel romanzo di Sepúlveda mi è apparso come qualcosa a cui
qualcuno è stato costretto a separarsene. Infinitamente più grande di lui,
vulnerabile come un onda che, intimorito dalle barbarie degli uomini, sogna
soltanto di essere più grosso, maestoso per non essere schiacciato dal peso
crudele della realtà.
Queste sono alcune
delle considerazioni che mi hanno accompagnato durante la lettura, e con le
quali è stata concepita la storia di Antonio José Bolívar
Proaño che, come un viaggiatore proveniente da una dimensione lontana anni
luce, mi ha raccontato la sua storia quasi come se stesse confidandosi con una
vecchia amica. Una filosofia di vita non fondata da nessuno, se non dallo
stesso autore, dalla sua saggezza, dall'esperienze che sedimentano nel suo
animo, come uno strumento in cui si cerca la conoscenza di sé; la conoscenza
della propria identità, e la felicità che procura una semplice pagina stampata.
Estranea al passato disordinato di cui Antonio non ha voluto
confidarmi, lasciando tuttavia aperti i pozzi della memoria per riempirli con
gioie e tormenti di amori fuori dal tempo, nel romanzo di Sepúlveda ho finito
involontariamente per restare con una limitata visione di ciò che riguarda il
protagonista e tutto ciò che lo circonda, in quanto tutto ciò che la sua
coscienza ha percepito è rimasta fuori dal suo Io. Esattamente come avviene al
protagonista di Siddhartha, che vede
se stesso come qualcosa di lontano e diverso da sé. Piccolo grande uomo cresciuto con un bagaglio di saggezza che
lo guida nella direzione giusta dei ricordi, pur di non cadere nelle trappole che
questi spesso gli tendono.
Quella di Il vecchio che leggeva romanzi d'amore
avrebbe dovuto essere un tentativo di evasione. Una sorta di allontanamento
dalla routine, che avrebbe dovuto spezzare in due il filo del presente, che
fuggendo in una realtà completamente diversa da quella che mi ero immaginata,
avrebbe potuto essere una breve pausa nel tormentare senza posa il mio spirito.
Un romanzo che non spicca per bellezza, ne per ricchezze conoscitive ma che ha
oltrepassato quella barriera invalicabile della soddisfazione umana in cui ho
potuto appropriarmi del cielo di un altro nel momento dell'abbandono.
Con una serie di riflessioni che nascono dall'esperienza,
dalla conoscenza del mondo, accompagnata dalla voce bassa quasi melodica di un
uomo, sono stata catapultata fuori dal tempo e dallo spazio, con la conoscenza
di un uomo solo e distrutto che imbocca la strada della conoscenza. Una storia
che ho accolto con una sferzata di parole che sono appartenute a tutti,
dopotutto, e che alla fine mi hanno dimostrato come sono appartenute anche alla
sottoscritta che custodisce nel proprio cuore un amore indissolubile per i
libri e la buona letteratura, dotato di una forza che spesso non immagino
neppure. Basterebbe chiudere gli occhi per invertire il corso di una esistenza.
Valutazione
d'inchiostro: 3
Ciao Gresi, questo è un altro dei romanzi che vorrei leggere!
RispondiEliminaCiao, Ariel! Ho avuto la fortuna di trovarlo in pdf :) Se vuoi, posso mandartelo :)
EliminaCiao, aggiungo il libro alla mia infinita WL xd, bella recensione!
RispondiEliminaA presto,
Ella
Ciao Ella! Ma grazie 😊 quando arriverà il suo momento mi farai sapere 😊
EliminaCiao! Anche io l'ho trovato in pdf e avevo iniziato a leggerlo qualche mese fa, ma poi ho abbandonato e non ricordo neanche perché..prima o poi lo riprenderò e anzi, ho intenzione di leggerli tutti i libri di Sepùlveda :)
RispondiEliminaCiao Maria! Diciamo che ogni romanzo è in attesa del suo momento, e come Sepúlveda mi ha chiamata in questi giorni sono certa presto chiamerà anche a te 😊
EliminaSai che di Sepulveda ho letto proprio poco? Mi pare solo un romanzo breve e non dei più famosi, ma vorrei recuperare qualcos'altro.
RispondiEliminaCiao, Beth! Anch'io ho letto molto poco. Per la precisione, questo è il suo secondo romanzo che leggo, ma confesso non mi ha entusiasmato molto. E penso che, se leggerò qualcos'altro di suo, lo farò in futuro 😊
EliminaCiao! Bellissima recensione :)
RispondiEliminaHo letto questo romanzo anni fa e mi era piaciuto molto al tempo, aveva un'aurea tutta sua e particolare, ma non penso che lo rileggerò da qui a breve (inoltre non è che Sepulveda abbia scritto pochi libri xD)
A presto!
-G
Ciao, G! Grazie 😊 La mia è stata la prima esperienza con Sepúlveda. Non che sia stata brutta, ma penso che per qualche tempo mi dedicherò ad altro 😉
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