Soddisfatta
ho chiuso le pagine de I segreti della casa sul lago, quinto figlio
di carta della pluriacclamata Kate Morton, che annovera la sua creatrice come
una delle autrici vittoriane maggiormente apprezzate dalla sottoscritta.
Ho
seguito un sentiero insidioso, intrigante e misterioso in appena qualche
giorno. Certissima di riabbracciare un'amica di lunga data, convinta di scovare
qualche delitto, in uno scontro di poteri che hanno il sapore dell'inchiostro e
che si trascineranno sino all'ultima sillaba.
Titolo:
I segreti della casa sul lago
Autore:
Kate Morton
Casa
editrice: Sperling & Kupfer
Prezzo:
19,90€
Trama: Giugno 1933. La casa di campagna della famiglia Edevane è
pronta per la festa del Solstizio e Alice, sedicenne brillante, curiosa,
ingenua e precoce scrittrice in erba, è particolarmente emozionata. Sarà una
festa bellissima e lei è innamorata, anche se nessuno lo deve sapere. Ma quando
arriva mezzanotte, mentre i fuochi d'artificio illuminano il cielo scuro, il
piccolo Theo Edevane, che non ha ancora un anno, scompare. E la tragedia spinge
la famiglia a lasciare per sempre la casa tanto amata. Settant'anni più tardi,
dopo essere stata sospesa dalla polizia per non aver rispettato le regole,
Sadie Sparrow decide di prendersi una pausa di riflessione e raggiunge
l'amatissimo nonno in Cornovaglia. Quando è già sul punto di lasciarlo per
tornare ad affrontare i propri demoni, Sadie scopre una casa abbandonata,
circondata da giardini incolti e da una fitta boscaglia. Dove un bambino era
scomparso senza lasciare traccia. Per risolvere il mistero, Sadie incontrerà
l'unica testimone rimasta, una delle più famose autrici inglesi, Alice Edevane.
Che le rivelerà un segreto del passato … più presente che mai.
La
recensione:
"Per
me conta solo la gente e l'esperienza. La connessione: è questa la chiave. Quel
fremito di elettricità tra le persone, quel legame invisibile."
<<
Sembra che qui la mia anima non abbia ancora avuto il tempo di arrivare
>>, mi dissi, contemplando ammaliata la copertina di colui che avrebbe
scandito attimi di vita, in questi ultimi giorni di luglio. Molto meglio, così
mi sarei dovuta preoccupare soltanto di realizzare il mio piano; portare a
termine questa lettura prima dell'inizio di agosto.
Aggrappata
morbosamente a un taccuino sgualcito e un po' logoro, ma in modo simbolico pur
di dare nell'occhio, sono stata condotta lungo le strade di una Londra che ha
avuto l'aria di essere un fiume di rumori liquidi, che lentamente si sono
riversati nella mia città. In maniera del tutto repentina, furiosa, in cui ho
potuto sentire fisicamente quello che avrei provato se non ne fossi stata
investita. Lì mi si presentò un paesaggio bellissimo; la casa e i giardini di
questa tenuta, la tenuta di Loeanneth aveva vissuto e respirato per me. Le
lanterne scintillavano come frutti maturati nella notte; falò divampanti
galleggiavano sull'acqua tinta d'argento dalla luna, il mondo incartato in cui
avevo fatto perdere volontariamente le mie tracce assomigliava tanto a quello
di altri che avevo visitato in passato.
Dovetti
fermarmi un momento prima che l'ispirazione entrasse nell'aula del mio
inconscio. C'era talmente tanta roba nella mia testa che il mondo di fuori lo
sentivo appena, passava come un improvviso acquazzone, l'anima del romanzo era
tutta nei miei pensieri. Non doveva essere nemmeno il crepuscolo, quando le
parole trascinarono la mia mano sulla carta. Con la destra stringevo la penna
come sorreggendomi a un bastone. Diapositive, ricordi o nozioni si accumularono
con ordine in stanze polverose della mia coscienza, tenendosi per mani, appollaiandosi
sulla mia pelle, alla luce morente di un astro che osserva con intensità e
passione ogni mia mossa.
Nei
giorni trascorsi, non ho potuto fare a meno di perdermi nella ragnatela del
tempo e dei ricordi di una famiglia comune, con avidità e un certo interesse,
perché nella tenuta degli Edevane c'era molto più di quel che credevo. Fra rose
rosa e color crema, pesche preziose che pendevano dal muro di un giardino, nel
cuore di una tenuta pulita e agghindata fino a rasentare la perfezione.
Non ho
potuto fare a meno di nutrire un certo fascino, ammaliata da questo bellissimo
giardino che mi aveva obbligata a rimanere saldamente attaccata all'anima di
questa storia, nei confronti del quale non ho fatto altro che accumulare
interesse sin dal momento in cui conobbi Alice. All'inizio, per molti versi,
avevo sognato la storia di questa piccola scrittrice in erba come la mia,
confidando che la vita possa offrirmi la possibilità di scovare qualcosa che mi
appartenesse, e dovetti riconoscere che in questo splendido scenario
generazioni di lettori avranno percorso questi boschi, dove sono seppelliti
ricordi e misteri più reconditi. Ci si inoltra fra le sue pagine, e
nell'immediato si trova conforto nella continuità della natura. Convinta che la
stabilità del passato possa avere il potere di alleviare le tribolazioni del
presente. E forse in alcuni casi è davvero così.
La
sensazione di vecchio e nuovo; un passato che non sbiadisce mai e che costringe
a voltarsi indietro ogni tanto; le pennellate troppo spesse; la ricchezza di
immagini fini; la moralità semplice e scarna. Una miscela disomogenea di colori
che convergono in un unico bellissimo quadro. Amante sin da sempre del rigore
letterario, ho sempre ritenuto i romanzi d'epoca come quelli della Morton
trarre giovamento dalla tenacia, da anni e anni di letture nel cuore della
notte, mentre un drammaturgo invisibile componeva con il sorriso stampato sul
volto.
Sarà
stata solo la sensazione di essermi sentita viva, ancora una volta. Non mi ero
accorta che lentamente stavo appassendo come un fiore. Sapevo che qualche
cambiamento inaspettato avesse frantumato quella pace interiore che avevo
costruito come una corazza, trascorsi in un momento di perpetua follia, eppure
non mi ero resa conto dell'immediato toccasana che quest'oggi mi induce a
tessere le lodi di questa nuova straordinaria storia. Idolatrandola e
proteggendola così bene, impedendo che qualunque forza maligna o qualche fato
crudele cambiasse il corso del tempo. Mi sono sentita così libera, leggera,
allegra. Questa lettura mi aveva offerto una via di fuga, mi aveva donato
intimità e piacere egoistico, ed è stato alquanto facile convincermi si
trattasse di una passione alimentata da anni, come un balsamo ideato da tempo.
Tutti
questi sintomi - una lettura avida e smaniosa, fiumi di parole che si
riversavano come un mare in tempesta, il piacere squisito di scrivere e di
rendere questa passione come un mestiere di vita, rimirare il nome di battesimo
in caratteri dorati sulla copertina di un romanzo - sono parecchio simili a
quelli che riscontro ogniqualvolta decido di leggere un romanzo della Morton.
Del resto, è oramai cosa nota che si possono amare i romanzi di quest'autrice
prima ancora di averli letti. Si resta scioccati, colpiti dalla copertina,
dalla trama dettagliata ma moderata con cui è imbastita la storia, dallo stile
curato, lento e sincopato dell'autrice, e solo alla fine si comprende che
leggere questo tipo di romanzi è davvero utile. Leniscono qualunque ferita
nascosta, come se il mondo fosse diventato improvvisamente e sorprendentemente
più vivido e luminoso.
In
poche parole, me ne sono innamorata.
Sento
ancora l'eco di parole che credevo perdute risuonare nella mia testa, che pure
dicevano la verità. Una casa illuminata dal sole, su un lago scintillante, adornata
da rose gialle abbarbicate al cancello di ferro, mi hanno fatto dimenticare
come talvolta la bellezza di una storia può entrarti dentro letteralmente. Così
semplice, facile, gioiosa. Più profondo col tempo, adattato in ogni situazione.
Inconsapevolmente
ho scoperchiato un vaso di Pandora, racchiuso in un giardino invaso dalla
vegetazione, che mi ha condotta fra i parchi magnifici della tenuta di
Loeanneth. Qui mi sono unita a una generazione di donne che hanno fatto la
storia, tormentate e sole, che hanno dovuto affrontare diverse avventure e
battaglie interiori per riportare la pace e la felicità. Fra le sue pagine, ho
avvertito un legame così profondo, forte, dovuto da qualcosa che cercavo
inconsapevolmente. Attraverso dei semplici fogli di carta stampata sono entrata
in questa bellissima tenuta, ricoperta da una coltre di polvere e sporcizia e
dall'umidità degli anni.
La
favola di un bimbo perduto e di una casa condannata a un sonno eterno, che
tratteneva il respiro mentre il giardino intorno continuava a crescere, ha
avuto un certo effetto su di me. E quando dovetti andarmene, la mia coscienza è
stata nuovamente affollata da ricordi ostinati. Ho avuto come una sensazione
simile a un deja - vu ma molto più potente. L'impressione, forse inspiegabile, incoraggiata
dalle mie innumerevoli letture, dalla bellezza di questa storia, come un eco
lontano.
Sotto
il tremito furente della guerra, fra polvere da sparo e un delitto ideato con
l'inchiostro, Kate Morton ha realizzato un meraviglioso e romantico scenario in
cui non ho potuto non avere la sensazione che un filo invisibile ci tenesse
legati.
Una
lettura che fa trattenere il fiato, appassionante, un po' tesa e romantica che
ha vasti richiami ai romanzi vittoriani. Un dramma inglese che arriva in
sordina e poi colpisce, ci rende protagonisti di una vicenda sconvolgente che
trascende ogni cosa e che offre allo sguardo lo sfavillante spettacolo di una
tenuta della Cornovaglia la cui bellezza confonde il cuore. Lusinga per la sua
contemplazione.
Valutazione
d'inchiostro: 5
Ciao Gresi, la cover è bellissima, la trama, dalle tue parole, lo sembra altrettanto! Bellissima recensione :-)
RispondiEliminaGrazie mille, Ariel!! Te lo consiglio caldamente, se dovesse interessarti ☺
Eliminasembra carino... certo è che i colori della copertina sono spettacolari...
RispondiEliminaBuona giornata, Luisa
Grazie! Buona giornata anche a te ☺
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