Non ho potuto fare a meno di conservare il sorriso.
Ricordi belli, che dilaniano l'anima, li ho serbati con molta cura, e a fine
lettura non ho potuto fare a meno di rammaricarmi come fosse terminato tutto
ciò.
Perché ho avuto l'opportunità di vivere un'autentica
avventura da brivido J
Un'occasione grandiosa, clamorosa che mi è stata concessa in un pomeriggio di
fine ottobre, mediante una sfida di lettura indetta su Facebook. Sarebbe stato
stupido sprecarla, e mi ci sono avventurata tra queste pagine con un certo
ammaliamento. Con una certa dose di curiosità e fascino, spettatrice nell'aver
visto il meglio e il peggio degli esseri umani.
Titolo: Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde
Autore: Robert L. Stevenson
Casa editrice: Newton Narrativa
Prezzo: 8€
N° di pagine: 134
Trama: Le ricerche del dottor Jekyll, misterioso
scienziato, hanno dato un esito mostruoso: grazie a una pozione, l'uomo si
trasforma in un mostro, che incarna la parte peggiore della sua personalità e
si macchia di orrendi delitti, seminando il panico in tutta Londra..
La
recensione:
Ciascuno
di noi è condannato a caricarsi sulle spalle il fardello della propria vita, e
qualsiasi tentativo di scrollarselo di dosso non serve altro che ad aumentarne
il peso, più oppressivo e inquietante di prima.
La
debolezza e lo sfinimento, l'angoscia davanti alla temibile prossimità della
morte, la tensione della fuga, la preoccupazione per un amico trovato e poi
perduto, lo stordimento … Fosse o non fosse un romanzo, nell'immergermi per
l'ennesima volta in questa meravigliosa opera avevo provato esattamente la
stessa sensazione del protagonista di questo romanzo. E quindi, mentre
osservavo imperturbabile sbrigliarsi la matassa di questo racconto - come una
sequenza di immagini proiettate da una lanterna magica -, anche la mia
immaginazione rimase coinvolta, o meglio catturata. Ecco la distesa infinita di
lampioni in una città notturna; ecco la
figura di un uomo che avanza precipitoso; una bambina che corre di ritorno
dalla casa del dottore. Figure che mi hanno ossessionato per qualche tempo. Le
ho viste insinuarsi furtive dentro case addormentate, o sgusciare via a passi
rapidi, sempre più rapidi, in un crescendo vertiginoso, attraverso i più vasti
labirinti di una città illuminata a stento, travolgendo chiunque. Striata da
innumerevoli e mutabili riflessi, sede principale di questa storia, sobborgo di
una città da incubo.
Adesso
che è tutto finito, e sono nuovamente sprofondata nella mia poltrona preferita,
mentre osservo l'anima di questa storia posarsi come ali sul mio cuore,
assumere una posizione senza alcuna fretta in uno dei miei pomeriggi tranquilli
e solitari, attraversata da una brezza e da una brama di sapere che ancora si
intrattiene come a scompigliarmi i capelli, e nella quale non c'è la minima
traccia di paura, ho avuto come la sensazione che quello che avevo visto
accadere si trattasse solamente di un sogno. Un'impressione che non si sposa
completamente all'idea di romanzo horror, ma era esattamente ciò che cercavo.
Leggere consiste anche nel fare esperienza di un vasto bagaglio di conoscenze.
Anche se a questa sensazione di completa pienezza, che mi avvolge sin da quando
ero bambina, dovevo aggiungerne un'altra, questa assai più famigliare: una
specie di allontanamento dal mio corpo che mi induce ogni volta a contemplare
me stessa e quello che mi circonda dal di fuori, da una morbidissima poltrona
in pelle al confine fra spazio e tempo, dall'altro lato della realtà. Una
realtà che improvvisamente perde tutta la sua veridicità e la sua drammaticità
e nella quale mi affanno a reintegrarmi sempre più, anche solo concentrandomi.
Questo
distacco brutale dalla mia stessa vita a quelle di qualche altro lo sperimento
sempre con una certa regolarità e in diversi momenti della giornata; per
tornare a far parte di ciò che avevo visto e che era accaduto e percepirlo come
qualcosa che era davvero accaduto.
Non
ero ancora del tutto consapevole di quello che stava accadendo intorno a me. La
luce che filtrava dalle tende della mia camera era sparita; sparita, anche
negli angoli più bui e affiorata una certa mestizia. E un attimo dopo, prima
ancora che aprissi gli occhi, capii di cosa si trattava. Non ero più a casa
mia! Stavo sognando ad occhi aperti, tornando nella bellissima Londra
vittoriana e catapultata davanti alla cancellata di un impotente dimora. Non
era giorno. Non era il sole ma la luna a splendere fra i vasti campi, a orlare
le foglie d'argento, a sfiorare i contorni delle figure statuarie, a
trasmettere questo senso di malinconia. Era un perfetto disegno creato su tela.
Avrei potuto restare a guardarlo ammaliata fino a quando le palpebre si
sarebbero fatte pesanti, gli occhi che ne seguivano febbrilmente i contorni,
non fosse che voci concitate di ogni singola stanza, di tutta questa storia, mi
si attorcigliarono addosso per richiamare la mia attenzione e io non feci nulla
per oppormi. Nulla per non respirare il tanfo putrescente di una vecchia
dimora, - in cui è possibile trovare un'enormità di cose provenienti da luoghi
lontani o appartenenti ad altre vite - che dà l'impressione che soffochi,
s'insinua nelle nostre radici. Un odore così intenso e pazzesco che sembra
qualcosa di solido, che si può toccare, stringere.
Dapprima
mi condusse lungo il vialetto erboso che separava lunghe aiuole. Poi, tutto
quello che all'inizio vedevo o sentivo distorto, assunse una forma. C'era molta
nebbia e tanta malinconia. Tanta sporcizia, oggetti animati e non, con un
numero spropositato di misteri e segreti da sembrare, più che una storia di
famiglia, un'indagine accurata sul principio d'identità. Un viaggio che non ha
mai fine, perché va oltre l'infinito, entro i limiti del possibile e del
necessario. Qui dentro c'era qualcuno che parlava. Protestava. Brontolava.
Bisbigliava. Cantava. Gridava. Scalciava, impaziente ed ossessivo. Ed io sapevo
che avrei dovuto cogliere già prima tutti questi atti.
Una storia riesumata dalla risacca lenta e
disomogenea del tempo, spingendomi e mollandomi pur di trovare qualcosa.
All'infinito. Che cosa sarebbe successo, mi chiedevo, se il muro invalicabile
di segreti, che avvolgono le vecchie mura del signor Hyde come un cappotto un
po' troppo ingombrante, fosse crollato? Sarebbe venuta giù una verità
sconvolgente e inaccettabile? L'anima di ogni personaggio sarebbe svanita con
essi? Sarebbe finito tutto lì o sarebbe cambiato qualcosa?
La
bellissima Londra vittoriana del diciannovesimo secolo, che si ergeva maestosa
come una figura solenne, era la linfa vitale di questa storia. L'appendice di
un esistenza reale che non è mia. Un insieme di fatti, eventi, circostanze che
hanno un ché di soprannaturale che stentano a riconoscere persino i personaggi
che, tuttavia, senza nemmeno accorgersene, sono divenuti parte di un disegno
divino meraviglioso.
Figure
evanescenti, ma bizzarre hanno accompagnato la mia avanzata lenta. Ma nel
complesso sono state solo figure di contorno che, col finire del capitolo, sono
svanite come invisibili volute di fumo. Si sono mosse furtivamente in mezzo ad
entità estranee e malvagie, dove gli oggetti si muovevano nell'ombra,
strisciando come rettili e insetti.
Un
surreale dramma in cui perversa la malinconia. L'insoddisfazione. La
solitudine. Una prova letteraria dinanzi alle soglie morali del tempo, zeppo di
immagini impressionistiche e suggestive, semplice, raffinata che sembra non
avere un inizio ne una fine. Mi sono rincantucciata buona buona dentro le sue
viscere mentre il notaio assennato e il suo amico cospiravano alle mie spalle
e, solo quando tutto finì, quando fu pronto, lo bevvi come tè dolce e bollente.
Arrivando nel mio stomaco, acquietando il mio spirito.
Valutazione
d'inchiostro: 4
Ciao Gresi.
RispondiEliminaHo letto questo libro tempo e non mi è rimasto impresso del tutto anche se la storia insomma la conosciamo tutti e me la ricordo. La narrazione l'ho trovata lenta a tratti e incalzanti in altri insomma per me è un così e così come valutazione finale ma sicuramente sono quel tipo di libri che almeno vanno letti per essere conosciuti
Sono d'accordo; certi romanzi dovrebbero essere letti almeno una volta nella vita ☺☺
EliminaHo letto questo classico qualche anno fa e la cosa che più mi aveva colpita era l'atmosfera della Londra vittoriana che amo sempre ricercare nei romanzi ambientati in quel periodo. Se non avessi una montagna di libri ancora da leggere che mi aspettano mi piacerebbe fare una rilettura per reimmergermi in questa storia.
RispondiEliminaTi capisco 😌... Io infatti ne ho approfittato proprio grazie a una sfida indetta su Facebook, altrimenti penso avrebbe atteso un pó ☺☺
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