Se alla lettura de Il
cannocchiale d'ambra avessi voluto alternare un altro romanzo, non avrei
trovato un modo migliore per farlo. Il repentino tuffo in Irlanda con il
simpatico bibliotecario Israel, il curioso caso dei libri scomparsi e di una
biblioteca abbandonata, avevano realizzato bruscamente la seria convinzione che
resero speciale l'aura di questo carinissimo romanzo, istaurando immediata
famigliarità e complicità.
Dal fondo della mia stanza, dove sono stata insidiata
per tutta la durata della lettura, vi racconto quindi di come questa
piacevolissima lettura abbia allentato il nodo delle tensioni, avventurandomi
in qualcosa di particolare che di speciale tuttavia possiede ben poco.
Titolo: Il caso dei libri scomparsi
Autore: Ian Sansom
Casa editrice: Tea
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 311
Trama: Appena arrivato da Londra nella piccola
cittadina di Tundrum, Irlanda del Nord, per ricoprire il suo primo incarico
come bibliotecario, il giovane Israel Amstrong scopre che in effetti il suo
posto non c'è, né la biblioteca né i libri … E questo non è che l'inizio dei
suoi guai. Nel giro di poche ore infatti perde vestiti, soldi, carte di
credito, e forse anche fidanzata, s'imbatte in una serie di personaggi con i
quali immancabilmente entra in conflitto, viene alloggiato niente meno che
nella stia dei polli di una fattoria, e si ritrova incastrato al volante di un
vecchio furgone arrugginito che funge da biblioteca semovente, ma senza scaffali.
Peccato però che i libri continuano a mancare: 15 000 volumi, per l'esattezza,
scomparsi. Chi mai li avrà rubati? E perché? Ma soprattutto, ci sarà in
quell'angolo di mondo dimenticato da Dio un posto decente dove poter bere un
cappuccino decente e leggersi il giornale? Israel vuole delle risposte ….
La
recensione:
Neanche
questa volta ho potuto fare domande. Senza bisogno che qualcuno me lo dicesse,
feci rotta verso una piccola e scalcinata libreria del nord d'Irlanda. Una
volta qui, notai immediatamente che attorno a ogni cosa pervadeva una certa
tristezza, una particolare malinconia, e senza farmi vedere, mi sono
intrufolata assieme a un uomo come tanti, fra le sue vecchie mura. Quindi
contemplai ciò che mi si era posto davanti: polvere, sporcizia e, soprattutto,
file e file di scaffali completamente vuoti. Dove erano andati a finire i
libri? Qualcuno li aveva sicuramente rubati, pensai!
Contemplando
per un istante questo paesaggio, sentii come questo era il luogo da dove fosse
iniziato tutto. Questa piccola biblioteca era quella costante in cui, sia io
sia Israel avevamo trovato una certa calma e serenità. Scenario di felicità,
assieme a quei campi silenziosi che verdeggiavano rabbiosi alla luce del
mattino, alle distese di nuvole bianche che potei scorgere nel cielo
sovrastante, sottolineando l'orizzonte con un tratto dorato. Contemplavo questa
biblioteca, e mi chiedevo quale fosse il segreto che la circondava, se
effettivamente ci fosse un ladro di libri e se questo presunto ladro cosa ne
avesse fatto.
Se
aspiravo una boccata d'aria mi sembrava di percepirne l'odore dei miei amati
libri nell'aria, come se le loro ripetute e osannate apparizioni nel romanzo
avessero finito per lasciare un impronta con la quale consacrare la mia
presenza in questo ennesimo viaggio. Poteva essere, mi dissi; dopottutto era
stato il mio incommensurabile amore per la carta stampata a condurmi qui,
provocato dal mio disperato desiderio di leggere qualcosa di originale. E
invece ero stata trascinata nel bel mezzo del nulla, in un luogo in cui
finzione e realtà si erano mescolati. Ritrovare i libri scomparsi è una sfida
che oramai bisognava affrontare, e, in buona compagnia, con serenità e una
certa forza d'animo.
Questa
settimana, una mano fantasma mi aveva fatto partecipe di qualcosa che non
immaginavo nemmeno, la cui occasione non ce ne sarebbe stata per una seconda
volta, in cui soltanto la solitudine si sarebbe srotolata ai miei piedi come un
tappeto infinito.
Dirigendomi
al bus del capriccioso Tom, e salendo a bordo senza discutere, ho visto la
storia di questo eccentrico bibliotecario districarsi come i fili di una
matassa. E, con parole che sono state utili nel momento del bisogno, talvolta
ironiche, talvolta crudeli, Sansom ha dato vita a un racconto fresco,
spumeggiante, ma anche ripetitivo e un po' monotono in cui ogni sera mi
sorprese recarmi stupita in un certo posto.
La
storia di Il caso dei libri scomparsi,
che altri non è che un concentrato di ironia, simpatia, vivacità e un inno
all'amore per i libri e la buona letteratura, mi ha portato lontano. In una
regione molto simile a quella in cui hanno vita le indagini del puntiglioso
Padre Brawn, nella profondità di un essere umano che, nonostante le nostre
anime non fossero completamene simili, è divenuto ai miei occhi un caro amico
di letture. Estimatore di racconti emotivi e indelebili, indolente e talvolta
irritante che avrebbe voluto staccarsi di dosso quello spettacolo terrificante
e tornarsene a casa. Ma nel momento in cui ha realizzato che non era possibile
abbandonare alla sorte questi figli di carta, ha acquietato quella bestia che
ringhiava e agonizzava la via di fuga, nutrendo un certo fascino e un forte
senso di responsabilità nello scoprire come talvolta l'amore per la lettura ci
porta in ogni dove, costringendoci a compiere le azioni persino più disperate.
Il
caso dei libri scomparsi è un inno all'affetto che nasce fra lettore e romanzo,
carino ma mai banale, un po' monotono e ripetitivo che, in ogni pagina, in ogni
nuova indagine, si trovano titoli di romanzi che disgraziatamente non ho ancora
letto. Romanzi famosi, opere di grande intensità da cui Israel ha svelato il
mistero di questo inspiegabile furto.
L'autore,
accanito lettore e profilico scrittore, dipana una storia che non possiede
niente di speciale ma che mi ha condotta verso un mondo di incredibile tenore.
Semplice, pulito, veritiero. Ironico, frizzante, a tratti venato da un
sottilissimo filo di drammaticità che, sebbene non memorabile, la sua lettura
sedimenta nell'anima di chiunque.
Un
viaggio che non si conclude con quella degna conclusione che mi ero immaginata,
ma che, alla fine, si è rivelata quella storia giusta al momento giusto.
Intrigante, ammaliante, un caldo invito che ci accoglie nel suo strano
abbraccio.
Valutazione
d'inchiostro: 3 +
Ciao Gresi, che storia particolare, non la conoscevo! Peccato che il finale non sia stato all'altezza delle tue aspettative...
RispondiEliminaGia, ma resta comunque una bella lettura ;)
EliminaGrazie per la tua recensione! Era da un po' che ho questo libro in wl e adesso sono riuscita a farmi un idea chiara su cosa aspettarmi, dalle tue parole mi ricorda un po' il protagonista di La misura della felicità.
RispondiEliminaGrazie a te! :)
EliminaChe carino questo libro, il titolo poi è anche accattivante peccato per il finale
RispondiEliminaSono d'accordo. Anche se alla fine si rivela esattamente quello che speravo fosse: una lettura semplice, ma tanto carina ☺☺
Eliminami hai proprio incuriosita, devo smetterla di passare di qui, la lista si allunga troppo!
RispondiEliminaAhahah ti capisco😊😊
EliminaIl titolo di questo libro me ne ricorda un altro, che, ahimè, ho scordato, ma la premessa era molto simile a questa. Capisco il tuo rammarico, anche a me è capitato tante volte di leggere nei libri di altri che purtroppo non avevo ancora letto e/o studiato a scuola... è un po’ come sentire di “rimanere indietro” rispetto all’autore!
RispondiEliminaÈ proprio vero che a volte nonostante un libro non ci prenda, ci sentiamo quasi costretti a finirlo! Io lascio a metà soltanto i libri davvero noiosi o che non mi piacciono per niente, per il resto, faccio qualche sacrificio pur di finire un libro che ho iniziato!!
Alla prossima!!
Sono pienamente d'accordo con te, Sabri! Alla prossima :)
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