Leggo molto, me ne rendo conto, e la mia anima risponde con eguale circostanza. Sono moti perpetui mediante cui la mia anima si bea di cose o persone cui presto o tardi farà adempiamento. Come? Avvicinandosi, con l’irruenza di un corpo violento e irresistibile. Il 2023 è stato pregno di tante cose, tante sorprese, tante letture che mi hanno regalato sensazioni bellissime, indimenticabili e altre un pò meno.
E fra le innumerevoli, alcune biografie che altri non sono stati che squarci sull’anima di autori che, in poche e semplici pagine, hanno equilibrato il mio spirito … o viceversa? Piccole vibrazioni del mio cuore, che sotto la morsa ferrea della vita in generale battono su ogni cosa, attimi della mia vita, che mostrano tuttavia una certa profondità. Esattamente ciò che cerco da certe letture.
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Daniela Ranieri è entrata nella mia vita. Inconsapevolmente e non ha imboccato una certa strada ed entrando nel reggimento della mia quotidianità come compagna di avventure e sventure, in alcuni momenti condivisibili, che a livello recondito pendette sulla mia coscienza con una certa forza, una certa importanza, disponibile a combattere una battaglia di cui si sa essere persa sin dal principio, ma straordinaria e indimenticabile per tutto il tempo che ne è durato.
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Il suo bisogno di essere compresa attirò la mia attenzione proprio perché sollecita, e la sua operosità procedette con lo scandirsi dell’orologio della vita: pagine macchiate di polvere, sangue, pianti, con protagonisti anime vagabonde che assistono allo spettacolo ripugnante della guerra. Così triste da non poter provare compassione o tenerezza, lettura logorante ed estremamente coinvolgente la cui melodia mi ha permesso di assistere alla << nascita >> di questa piccola grande donna, che lentamente avanzò verso l’oscuro baratro del nulla, e da lì non tornò mai più indietro.
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Questa bella biografia, in poche ma essenziali pagine, parla di vita, di letteratura, dell’arte, di tutto questo e il suo autore, facendo di questi concetti elementi essenziali che spiccarono in un momento particolare della sua vita, naturalmente fece ammenda e… mutò. Cambiò il suo modo di vivere, vedere il mondo circostante, a tal punto di paragonare le opere degli Dei a quelle della sorte che non sono provviste di un ordine naturale o intrecciate alla provvidenza. Da qui influisce e fluisce ogni cosa e l’ineluttabile è ciò che proviene dal cosmo, hanno un chè di sereno e profondo del cuore grato degli Dei. Ed ecco che la filosofia serba indenne ogni offesa, qualunque demone interiore incapace di dare o agire su qualcosa, con falsità e ipocrisia in grado di assegnare dalla sorte come provenienti da dove è venuto.
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Piccole perle di narrativa odierna che annebbiano i sensi, costringono chiunque ad essere intrappolati in un pozzo oscuro da cui si attinge il suo genio innovativo, creativo, e di cui la scrittura a questo proposito è un ottimo surrogato. Riconoscere se stessi in pezzi, in luoghi in cui ci si scopre ossessionati dalla supremazia altrui, ci si auto psicanalizza, quasi un invito a guardarci dentro. a riconoscere cosa è giusto e cosa no, osservando il mondo con gli occhi dell’innocenza o della crudeltà.
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Quella della solitudine può apparire come un sentiero lungo e monotono che a causa del rapido susseguirsi di eventi, del magnetismo di una società, di forme politiche che annichiliscono ogni intento di positività o purezza, raggiunge la sommità di una collina giù per il quale il sentiero della vita si snoda tortuoso e irto di ostacoli, scomparendo e riapparendo a tratti.
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Una storia semplice ma amara e forte che, accumulata in qualche zona segreta del nostro cuore, in una specie di limbo della memoria, è un urgenza imprescindibile della sete di coinvolgere ogni centimetro del nostro corpo. Un fiume che va nel mare, un satellite lungo la sua orbita che ci catapulta in un viaggio straordinario e indimenticabile.
Ascesa nel futuro, nell’esultanza, nella brillantezza poetica, così rumorosa e frastornata, questi diari sono un invito a guardarsi dentro e da cui la stessa autrice potrà abdicare. Come? Interagendo col prossimo. Mutando da piccola e gentile donnina francese, rimpicciolita in un fascino intelligente e peccaminoso, in qualcosa di grande e potente che presto o tardi scoverà un mondo nuovo, dai valori vividi, vasti e giganteschi.
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Aver fatto parte di una storia in cui l’amore che esplicano queste pagine, quello per la patria, sia stato confinato in situazioni quotidiane in cui è possibile ritrovarsi mi ha concesso l’opportunità di far parte di qualcosa che si è rivelato essenzialmente drammatico sin dal principio. La vicinanza come negazione alla solitudine e la vittoria a una brama elementare, dionisiaca, che ha mutato il mio animo durante il corso della sua lettura. Ho visto districarsi i nodi di una matassa ancora ingarbugliata, profonda e intima che è stato davvero impossibile non fare a meno di osservare. Rimasugli di pensieri connessi e disconnessi che tuttavia cozzano con la sua anima.
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È stato davvero impossibile non accogliere questa lettura, questa fantastica, vivace, stimolante e divertente declinante forma d'amore per la letteratura inglese e per Dickens. Come una formale distinzione. Che idea! Il lettore moderno brama nel poter leggere qualcosa di diverso, nuovo. E Il canto di Mr Dickens ne è stato un chiaro esempio. Una lettura ideale che è già di per sé innocua, ma indispensabile per la sua bellezza, il suo stare silenziosamente nel mondo.
Valutazione d’inchiostro: 4 +
Di queste ho letto e conosco solo Anna Frank; ottimo post, grazie
RispondiEliminaA te 🤗🤗
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