giovedì, settembre 04, 2025

Gocce d'inchiostro: Lair of dreams - Libba Bray

E così la Bray è stata in mia compagnia negli ultimi giorni di luglio, la soddisfazione di essere affiancata da una donna che non troppo tempo fa mi aveva regalato il primo volume di una trilogia che nel tempo ho letto e riletto un mucchio di volte, una lettura intensa e il duro lavoro su un libro che non è perfetto ma è una costante, un esempio per quegli autori emergenti che abbracciano la scrittura come semplice valvola di sfogo. La storia di Lair of dreams, le situazioni narrate, l’avvento di una nuova minaccia che induce a riflettere, dalle parvenze alquanto anomale a dispetto di tanti altri romanzi del genere, e che invitano a vivere il presente affinchè gli errori commessi fossero estirpati, tolti pur di comprendere le conseguenze di un umanità recisa da qualcosa di più grande di quel che immaginano. Perché aspirare all’avvento o alla venuta di un profeta scelto da Dio, che gli ha assegnato un certo ruolo, genera fascino ma anche inquietudine, così attaccato alla vita e alla morte e al futuro dell’universo. Idioma particolarmente elegante, arguto e sofisticato di letteratura odierna in cui il presente induce a riflettere affinchè il futuro sia migliore, diverso, conferendo dalla stessa autrice un bagaglio culturale vasto che non si afrotizza nemmeno quando una strana malattia, quella del sonno, condanna chiunque. Persino me, che da questo tipo di letture è timorata dall’idea possano presto o tardi deludermi.


Titolo: Lair of dreams

Autore: Libba Bray

Casa editrice: Oscar Vault

Prezzo: 24 €

N° di pagine: 768

Trama: Ci sono sogni per cui vivi. E sogni per cui muori. Dopo aver lottato con un serial killer soprannaturale, Evie O'Neill ha svelato la propria natura di Divinatrice. Ora che il mondo sa della sua capacità di "leggere" gli oggetti, e quindi di conoscere il passato, è diventata una beniamina dei media, l'"Adorabile Veggente" d'America. Sono tutti innamorati di lei… tutti tranne gli altri Divinatori. Henry DuBois, pianista, e Ling Chan, di Chinatown, fanno di tutto per tenere nascosta la loro facoltà di camminatori nei sogni. E mentre Evie si gode la bella vita, per New York si diffonde una strana malattia del sonno. E così, un potere malefico sembra infestare persino i sogni di Henry in cerca del suo amore perduto e di Ling che tenta di farsi accettare da un mondo che la rifiuta. In tutto ciò, nascosto nell'ombra, un uomo misterioso che indossa un cappello a cilindro tesse le sue trame oscure, molto più vaste di quanto chiunque possa sospettare, mentre l'inspiegabile morbo dilaga. Riusciranno i Divinatori a discendere nel mondo dei sogni e salvare la città?

martedì, settembre 02, 2025

Le TBR: richiami dell'anima 53°

Dal principio, la fine di un mese sortisce quasi sempre un certo fascinoa. Inconsapevolmente, gli autori che hanno affiancato la mia avanzata lenta in trenta e intensissimi giorni avevano varcato la soglia del mio piccolo angolo di Paradiso senza chiedere nulla in particolare. Ed io, cercando di dare un senso alle parole di un libro aperto sfogliato dal tempo davanti agli occhi del mondo, ho fatto un bellissimo viaggio in luoghi che disgraziatamente conosco solo per sentito dire, ma che serberò e custodirò gelosamente. Ho passeggiato così in compagnia di uomini soli e contriti alla ricerca della propria identità e dei ricordi di un amore non ancora sopiti dal tempo, mi sono sforzata di concentrare l'attenzione su quello che ho effettivamente provato, sentito, finchè ogni cosa si conclude e ciò che ne resta sono i ricordi. Le emozioni o sensazioni che una determinata lettura mi ha trasmesso, così bene. Con quelle ottenebrante desiderio di comprendere il mondo, osservarlo con altri occhi, riporre i miei pensieri su carta come quel battesimo magico che mette in relazione due mondi, quello intimo o personale e quello della realtà, riponendo queste poche righe penso che quella delle TBR è una dottrina filosofica che non tutti abbracciano, ma che a me sortisce sempre effetti benefici. Perchè, in linea col mio temperamento, col mio essere precisa, disciplinata, equilibrata, programmare una bella piletta di libri che in un mese mi impegnerò a leggere, è una forma d’abbandono da cui difficilmente potrò mai sfuggire. Non ne conosco le ragioni, nè voglio conoscerle e anche questo settembre, questo nono mese dell’anno, mi vede pronta a guardarmi dentro con gli occhi di altri, voci sconosciute e non che in un modo o nell’altro vivo quasi sempre sulla mia pelle come una bellissima esperienza.

🌺🌺🌺🌺🌺

Questa Donna Eterna aveva stabilito delle regole e i cui << spettatori >> non avrebbero dovuto fare nient’altro che adattarsi. Quel poco che ricordo mi ha donato un'immagine splendida, ma dimenticabile. E presto o tardi questo testo sarà nuovamente vissuto..

Titolo: Lei, la donna eterna

Autore: Rider H Haggard

         Casa editrice: RBA

Prezzo: 9, 90 €

N° di pagine: 322

Trama: Che Lei non muoia mai è testimoniato non solo da questo omonimo romanzo di uno dei capostipiti del genere fantasy, scritto nel 1887, e che ha venduto ottantatré milioni di copie, tradotto in quarantaquattro lingue, e in italiano apparso per la prima volta nel 1928 con il significativo titolo La donna eterna. Lei non muore mai perché ha certamente ispirato tanti autori che si sono cimentati in opere di narrativa con caratteristiche analoghe e che godono di grandissimo successo ai giorni nostri; pensiamo per esempio alla saga di Harry Potter di J. K. Rowling. Lei non muore mai perché "ce n'è sempre una sola ed è sempre la stessa, fuori dal tempo": da qui la sua contemporaneità, in culture e tempi radicalmente diversi. E non sorprende dunque che, come riferisce l'autore della postfazione, Freud ne parli raccontando un suo sogno, Henry Miller ne faccia il suo "monumento", e Carl Gustav Jung prenda la Regina Ayesha - Lei - come esempio della forma archetipica di anima: guida e mediatrice verso il mondo interiore. Ieri come oggi.

domenica, agosto 31, 2025

Gocce d'inchiostro: Slow reading. Leggere con lentezza nell'epoca della fretta - David Mikics

Quel che è innegabile è che io, la concentrazione che proietto a semplici fogli bianchi macchiati d’inchiostro, è che accresce il volume del mio stato mentale, il mio modo di approcciarmi alla letteratura, all’arte delle parole, arricchendo il mio bagaglio culturale, donando la vita, facendo della lettura molto più di quel che è un semplice oggetto, il libro, così insignificante per molti. Ma non è così che molti autori arrivano all’anima di chi legge? Non è questo il senso della famosa storia della vita che ogni tanto ci sussurrano persone che ai nostri occhi posseggono come una certa luce, un certo magnetismo? Un bagaglio di emozioni altalenanti aveva distorto la mia anima, ma ricordo con nitidezza quegli strani e forse per molti irrilevanti “dettagli” che a me hanno dato molto più di quel che credevo. Per esempio che dietro a una prosa asciutta e semplice si nascondono abili lettori di anime. Attori, sceneggiatori, cantautori che mediante versi si sono avvicinati alle cose, sottolineandole nel modo più accurato possibile.


Titolo: Slow reading. Leggere con lentezza nell’epoca della fretta

Autore: David Mikics

Casa editrice: Garzanti

Prezzo: 19 €

N° di pagine: 340

Trama: Non si è mai letto tanto come in questi anni di rivoluzioni tecnologiche: email, siti web, sms, tweet. Siamo costantemente circondati da testi scritti, eppure mai prima d'ora la lettura è stata così rapida, superficiale, affrettata. Scorriamo sempre più velocemente le parole sui nostri schermi, saltando da una pagina all'altra al ritmo incessante della modernità, continuamente distratti da nuovi stimoli digitali. Slow Reading ci riporta invece a un modo diverso di leggere, capace di far comprendere la profondità della parola scritta e di apprezzarne la sua bellezza. Grazie ai quattordici semplici consigli dell'autore, la lettura paziente e appassionata di un libro può così diventare l'opportunità per reimpossessarsi del proprio tempo, per conoscersi e migliorarsi. Slow Reading è un viaggio tra le pagine più belle della letteratura del mondo; una mappa per potersi orientare, senza fretta, tra grandi classici e romanzi contemporanei, nei versi di una poesia e nell'intreccio di un racconto; un invito a trasformare ogni libro che si incontra in un'occasione per liberare la nostra intelligenza e la nostra fantasia.

venerdì, agosto 29, 2025

Romanzi su misura: Agosto

Anche volendo non potrei riuscirci. La vita mi mette sempre dinanzi a sfide che non rifiuto mai di affrontare a testa alta e questa volta il Caso volle che i romanzi letti e vissuti mi condussero in luoghi che da sempre sortiscono il mio fascino in un corredo di immagini e colori che sciorinano elementi e nozioni che, seppur dalle origini fantastiche, mostrano aspetti di letteratura che negli anni ho letto, vissuto e apprezzato. Sapevo che questo sarebbe stato solo un assaggio di ciò che mi avrebbe concesso Luglio. Il mese dei cosiddetti mattonazzi, non così assurdi come un tempo, quando di questa tipologia di testi nutrivo qualche timore. E, adesso, consapevole che l’arricchimento culturale di ogni lettore, perlomeno il mio, in primis sia dovuto da questo genere letterario. L’odore di una storia che profuma di antico, amori sopiti nel tempo, segreti che mescolano la normalità con l’anomalia furono una catena di elementi che solo in età adulta mi fecero abbracciare i romanzi, i classici come parte di sostentamento della mia vita. Ricordo quando, mi imbattei per la prima volta in Cime tempestose.. Era l’epoca dei primi amori, delle prime cotte, dei primi << veri >> pensieri. Era un mondo in cui amavo viverci. Cosa chiedere di più?

Questo settimo mese dell’anno, dunque, non toglie niente che non sia stato detto o fatto nei mesi precedenti. I romanzi sono sempre tanti, il tempo quello che è, ma io in grado di poterlo dominare come più mi piace, affinchè i miei sforzi non si rivelino poveri di contenuto quanto zeppi di una miscela disomogenea di tante cose che arricchiscono non solo il mio corpo, ma anche il mio spirito.

🌺🌺🌺🌺🌺

Romanzi su misura in digitale:

Raggiungendo svariati traguardi, conoscendo a fondo me stessa e ciò che più mi piace e mi fa stare bene, al punto che mi ha arricchito così tanto che lo dimostra questa ennesima recensione. Questo desiderio ardente di parlarne con qualcuno, promulgare il suo pensiero e i suoi piccoli segreti per << sopravvivere >> dinanzi all’inesorabile strisciare del mondo che, a me, non interessa più di tanto.

Valutazione d'inchiostro: 4

mercoledì, agosto 27, 2025

Gocce d'inchiostro: Sanguina ancora - Paolo Nori

Sapevo bene che niente è perenne, ma volevo evitarmi di continuare a divorare pagine su pagine come se non ci fosse più alcuna certezza. Vivendo però un milione di vite, giorno dopo giorno, settimana per settimana, non riesco a fare a meno di prolungare la mia presenza per più di una manciata di giorni, in quanto se la trama realizzata a tavolino, uno stile penetrante e diretto, segreti o misteri che sospendono il tutto in una piscina di dubbi e perplessità non trovano maggiore sfogo nelle mie interpretazioni varie, qualcosa dentro di me non cambia. Nel senso che, quando leggo, una volta che attraverso il confine che suddivide il mondo di qua con quello di là, tornare indietro è davvero difficile, nonostante a volte mi sia sentita a disagio, sulla sponda sbagliata, e il mio essere famosa divoratrice di libri come se fossero Nutella resta ugualmente intatta. Potrei impormi dei limiti, centellinare le pagine affinchè la mia permanenza sia prolungata. Ma che fare quando ci si sente divorati da qualcosa che nemmeno io riesco a tenere a bada?

Infilare il naso tra le pagine di un romanzo sconosciuto, ma che ha come protagonista indiscusso Dostoevskij, i cui romanzi mi hanno catapultata in una realtà che presto sarebbe diventata mia  - dinanzi a una razza umana che selvaggiamente avanza lungo la riva dell’assurdo - nonostante esso possa essere caotico e un po' scomodo, conferisce allo spettatore un immediato senso di familiarità che ne mitiga almeno in parte gli aspetti negativi. A tal proposito Paolo Nori, in questo ennesimo saggio o << studio sul campo >> non dona nè evidenzia niente che non ci sia stato detto, ma mi ha permesso di seguirlo scrupolosamente durante la stesura di questo testo, nel periodo più disastroso degli ultimi tempi, quello del Covid in cui scrivere sconvolgerà del tutto la sua esistenza, i suoi ricordi attaccati bene come alla carta stampata. Fra figure imperscrutabili che vagano lungo la riva dell’insoddisfazione e che, sebbene debbano incutere l’aspetto negativo del romanzo, rivelano solo un piccolo squarcio di quello che la letteratura dostoevskiana ci dona. Un piccolo ma soddisfacente squarcio da cui si tenta di avere possibilità di riscattarsi e redimere la propria anima.

Titolo: Sanguina ancora

Autore: Paolo Nori

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine: 288

Trama: Tutto comincia con "Delitto e castigo", un romanzo che Paolo Nori legge da ragazzo: è una iniziazione e, al contempo, un'avventura. La scoperta è a suo modo violenta: quel romanzo, pubblicato centododici anni prima, a tremila chilometri di distanza, apre una ferita che non smette di sanguinare. "Sanguino ancora. Perché?" si chiede Paolo Nori, e la sua è una risposta altrettanto sanguinosa, anzi è un romanzo che racconta di un uomo che non ha mai smesso di trovarsi tanto spaesato quanto spietatamente esposto al suo tempo. Se da una parte Nori ricostruisce gli eventi capitali della vita di Fëdor M. Dostoevskij, dall'altra lascia emergere ciò che di sé, quasi fraternamente, Dostoevskij gli lascia raccontare. Perché di questa prossimità è fatta la convivenza con lo scrittore che più di ogni altro ci chiede di bruciare la distanza fra la nostra e la sua esperienza di esistere. Ingegnere senza vocazione, genio precoce della letteratura, nuovo Gogol', aspirante rivoluzionario, condannato a morte, confinato in Siberia, cittadino perplesso della "città più astratta e premeditata del globo terracqueo", giocatore incapace e disperato, marito innamorato, padre incredulo ("Abbiate dei figli! Non c'è al mondo felicità più grande", è lui che lo scrive), goffo, calvo, un po' gobbo, vecchio fin da quando è giovane, uomo malato, confuso, contraddittorio, disperato, ridicolo, così simile a noi. Quanto ci chiama, sembra chiedere Paolo Nori, quanto ci chiama a sentire la sua disarmante prossimità, il suo essere ferocemente solo, la sua smagliante unicità? Quanto ci chiama a riconoscere dove la sua ferita continua a sanguinare?

You can replace this text by going to "Layout" and then "Page Elements" section. Edit " About "
 

Sogni d'inchiostro Template by Ipietoon Cute Blog Design and Bukit Gambang