Titolo: Storie di ordinaria follia
Autore: Charles Bukowski
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 341
Trama: La biografia di Bukowski include due tentativi di lavorare
come impiegato, dimissioni dal "posto fisso" a cinquant'anni suonati,
"per non uscire di senno del tutto" e vari divorzi. Questi scarsi
elementi ricorrono con ossessiva insistenza nella narrativa di Bukowski, più un
romanzo a disordinate puntate che non racconti a sé, dove si alternano e si
mischiano a personaggi e eventi di fantasia.
La recensione:
Un antico proverbio cinese dice che le
apparenze hanno sempre il potere di colpire al primo sguardo. Immagini che
galleggiano nella piscina della vita, ingannevoli e illusorie; sfondi sul mondo
che offrono allo sguardo uno sfavillante spettacolo di colori.
In mezzo a una tempesta che in un momento
potrebbe scaldare al sole, in un successivo andare in frantumi contro gli
scogli, bruciano l'anima marcendo invisibilmente. Involontari e taciturni,
attestati alla sensibilità e alla compassione.
Nella mia carriera di lettrice ho letto
tantissimi libri le cui storie, nonostante avessero bisogno di parole che mi si
attorcigliarono intorno come la tela di un ragno, impallidirono, si ammalarono
e poi morirono alle prime luci dell'alba. E Storie di ordinaria follia rientra
nella categoria di quei romanzi che, nonostante operino silenziosamente dentro
di te, non possiedono quella particolare magia di quando si è soggiogati al
punto di non riuscire a distinguere la realtà dalla finzione. Immagini violente
e poco sublimi, incrinature che non riescono a descrivere la qualità della
storia.
Il profumo inebriante di una storia che
può sprigionare solo la parola scritta, rendendoci felici per una manciata di
secondi per poi svanire senza pietà e lasciarci tristi, turbati e malinconici,
se capaci di trasmetterci quella magica sensazione di perdere completamente la
volontà, è una sorpresa serena e rassicurante. Un titolo semplice ma evocativo,
una copertina che non lascia dubbi o perplessità, una trama che altri non è che
lo spaccato di vita di un uomo comune avrebbero potuto trasmettere quei
messaggi straordinari capaci di far vibrare il nostro animo. Privi di
ambiguità, acquazzoni estivi in uggiose giornate d'inverno. Sarebbe bastato
poco affinché potessero trafiggere la nostra pelle: abbracci carnali che ancora
puzzano di odori e sapori vari; gesti poco eclatanti, selvaggi, impetuosi e
irruenti che producono involontariamente disgusto.
Eppure esistono romanzi che fanno viva
testimonianza della moltitudine di sentimenti contenuti nel cuore umano. E
questo romanzo, nonostante sia dotato di una sottile vena poetica, è una storia
cruda e realistica priva di una forza appassionante, fredda e poco emozionante,
che non riesce tuttavia a trascendere nella psiche umana.
Un dramma realistico dalla forme più
svariate in cui Bukowski è un uomo sommerso da un torrente di ricordi ed
emozioni, ignaro di aver imboccato una ripida discesa verso un abisso di
insoddisfazione e sconforto. Un ombra evanescente che cammina nel sentiero
insidioso della vita, cresciuto inseguendo una libertà senza confini.
Storie di ordinaria follia è un inno alla vita che non lascia
un segno indelebile nel cuore. Piuttosto freddi, distaccati a causa dello
stesso Bukowski che non è stato in grado di confidarsi come se stessero
confidandosi con un amico fidato. Un frammento di vita che oscilla
costantemente fra passato e presente, perversioni e ossessioni, che non avrebbe
potuto impedire il trasporto emotivo che l'irruenza della storia non han invece
permesso. La narrazione non è esente da difetti e da numerosi momenti di
lentezza e la storia fra l'autore e le sue innumerevoli donne, nonostante possa
apparire romantica e seducente, non artiglia lo stomaco e il cervello. Non ci
fa giungere lungo le vette dell'estasi, facendoci sentire il cuore più leggero
causando una grande infelicità. La superficialità della storia dà l'impressione
di trovarsi dinanzi a un romanzetto brutto e insulso e, avendo la sensazione di
leggere i frammenti di un cuore freddo ma pulsante, non ha il pathos di un
amore immortale.
Una lettura pesante sotto diversi punti di
vista che, diversamente da ciò che speravo, avrebbe potuto far risuonare echi
impossibili da ignorare. Personaggi che svaniscono come anime perdute nella
lotteria della vita, una storia con del potenziale ma che scade
nell'improduttività. Nella volgarità e nel disgusto. Avrebbe potuto dar vita a
una melodia che avrei potuto ascoltare con l'urgenza imprescindibile del
respiro o la sete di coinvolgere ogni centimetro del mio corpo, così come un
fiume va nel mare o un satellite nella sua orbita. Visitare un angolo di
Paradiso, ricco di struttura, forme e romanticismo.
Slanci del cuore che sprofondano nel
nulla, amanti che si amano come se fossero incatenati, stretti in braccia
protese, ma che non riescono a congiungersi.
Valutazione d'inchiostro: 2
Ciao Gresi,
RispondiEliminaquesto libro l'ho visto un pò in giro ma sinceramente mi ispira pochissimo e dalla tua valutazione credo che ne starò alla larga. Decisamente la mia infintia wish list ringrazia
Direi proprio di si!! ;)
RispondiEliminaCiao Gresi! Non ho mai letto nulla di questo autore ma sarei tanto curiosa di farlo. La tua recensione è come sempre impeccabile e mi spiace che questo libro non ti sia entrato nel cuore. Se mai capiterà sul mio cammino e deciderò di leggerlo, ti farò sapere cosa ne penso :)
RispondiEliminaGrazie, Maria! Sei sempre gentilissima :)) A me purtroppo non é piaciuto, ma potresti dargli un'occasione :)
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