Era il
momento perfetto, era proprio il momento perfetto, del resto non ho avuto altro
da fare se non pensarci. L'angelo nero mi aveva accolta a
braccia aperte. Come una stanza graziosa, ma disadorna, con storie di vita di
svariati personaggi in cui è stato davvero impossibile non manifestare
sentimenti che sono stati di tutto e di nessuno in particolare. Ma almeno mi
hanno fatta sorridere. Hanno allietato un pomeriggio di fine agosto
estremamente noioso.
Si tratta di una signora storia, ho pensato. Per le persone di una certa età bisogna porre un certo rispetto, e, sebbene invisibile al tatto ma non alla vista, anche a L'angelo nero è stato inevitabile.
Si tratta di una signora storia, ho pensato. Per le persone di una certa età bisogna porre un certo rispetto, e, sebbene invisibile al tatto ma non alla vista, anche a L'angelo nero è stato inevitabile.
Titolo: L'angelo nero
Autore:
Antonio Tabucchi
Casa
editrice: Feltrinelli
Prezzo:
9 €
N° di
pagine: 160
Trama:
E' un libro costituito in apparenza da racconti. Questi testi sono però tenuti
insieme da un unico tema, il male. In ogni testo c'è una presenza malefica che
suggerisce il male al protagonista e che lo conduce per le sue strade.
La recensione:
Quello
che è stato torna, bussa alla nostra porta, petulante, questionante,
insinuante. Spesso reca un sorriso sulle labbra, ma non bisogna fidarsi, è un
sorriso ingannatore. E intanto non viviamo, o scriviamo, il che è lo stesso in
questa illusione che ci conduce.
Ed
ecco, è arrivato il suo momento. E' arrivato il momento di narrare questa
storia. Che cosa avrei dovuto scrivere se avessi scritto io questa storia?
Sorrido se immagino un Tabucchi vecchio, malconcio, sedere languidamente su una
panchina di legno, con lo sguardo vacuo e fisso su un punto imprecisato. Non
sono Tabucchi ne mai lo sarò. Anche se non nascondo mi piacerebbe esserlo, un
giorno. Non sono più una ragazzina, non vivo più nel mondo delle favole.
Tabucchi era uno scrittore straordinario, eccezionale. E conoscerlo, leggere i
suoi numerosi figli di carta è stato alquanto tardivo.
Ma
cosa sarebbe successo se non lo avessi conosciuto? Il problema è da dove
cominciare. Da dove si comincia, quando si prende consapevolezza di voler
parlare di qualcuno che non c'è più? Che cosa fare? Penso che ogni storia abbia
bisogno di parole per essere raccontate. Gruppi di racconti avevano chiamato
l'autore da un angolo remoto della sua coscienza al fine di metterlo alla
prova. Forse dovuto da una certa stanchezza. O da un po' di insoddisfazione
morale. Chi lo sa! Tutto quello che so, e che ho potuto constatare con i miei
occhi, è che nulla di ciò che è stato scritto potrà essere distrutto. Niente
che si possa rinchiudere, tantomeno se questo qualcosa è nato ai margini di
parole di circostanza.
Però
da un punto bisogna cominciare, e mi dissi che avrei cominciato con Requiem.
Requiem è stato l'inizio, ma anche la fine di qualcosa, certo. E'
stata la fine della fanciullezza, dell'ingenuità, delle letture adolescenziali
a sfondo fantasy, di un mondo spaventosamente diverso che io avevo avuto di
pormi fino a qualche tempo fa. Requiem, riproduzione che lo
scrittore aveva realizzato del suo fedele Io d'inchiostro, che aveva lasciato
imprigionato nella cella della sua anima, nelle mani di un destino vago e
incerto. Con la spocchia tipica di chi capisce la gente alla prima occhiata,
con la consapevolezza della propria intelligenza, della propria bellezza. Una
banalissima condizione di vita che io ho accettato fare mia.
Come Requiem,
anche L'angelo nero è stata una vera gioia: una grande bella
storia, sentimentale, drammatica, realistica, intensa, fatta qualche anno prima
che io nascessi, come una piccola cittadina da esplorare, in cui camminare da
cima a fondo, stare a guardare come un orizzonte scomparire sul mare.
Una
notte calda, lunga, magnifica per ascoltare storie, con una tenera e piena luna
che ci sorveglia sopra le nostre teste, fanno da cornice a questa magnifica
storia. Nell'immaginazione di chi immagina queste notti, come una
pantomima o una stregoneria, ho visto povere creature stregate e condannate a
una ripetizione insensata, forzati a minare e a ripercorrere il preludio di
un'avventura atroce che mi ha aspettata nel bel mezzo del nulla.
La mia
anima ha avanzato inquieta fra i ricordi tortuosi di una generazione che non è
più la nostra, vivendo sulla pelle storie di vite euforiche quasi febbricitanti
in cui tutto è scoppiato, così come le parole. Un esplosione di viscere aveva
messo tutto in questione: l'ordine, il mondo, i sentimenti. Una marea di
ricordi, arginata dal muro della lettura, traboccò in questa storia. Una strana
vertigine aveva catturato il mio sguardo e si era trasformato in un pizzicore
che è sceso lungo la schiena e ha raggiunto il palmo di due mani che si
aprivano e chiudevano convulsamente.
La mia
passione per la scrittura mi permise di accogliere con facilità quello che
esulano le pagine di L'angelo nero, motivata dall'idea che si
trattasse del fantasma dello stesso Tabucchi. E, come un sonnambulo che
attraversa a braccia tese un paesaggio e tutto quello che tocca, sono entrata a
far parte di un sogno che mi ha costretta a vivere da due parti: dalla parte
della realtà e dalla parte dei ricordi. Si avverte questa sensazione che
qualcosa si dissolvi nell'aria, e improvvisamente si prova un forte desiderio
di toccarla, come se chi legge facesse parte di questa stramba realtà parallela.
Situazioni
che oscillano fra il reale e il possibile e che sono pieni di una libertà e di
una forza vitale che non possono essere racchiusi nei confini del senso comune,
in pagine bianche che evocano qualcosa di speciale. Un altro tempo, un altro
luogo, o una particolare dimensione della mente in cui io mi sono persa
completamente.
Un
abile intreccio di riferimenti incrociati nella produzione tabucchiana. Una
trama quasi inesistente, ma dipanata con meticolosità nell'alternarsi dei
"mondi paralleli". Un'avventura sensazionale che altri non è che un
esame della coscienza dell'autore, dipinti che ritraggono gente comune, dinanzi
a un tempo tiranno che oramai ha ingoiato qualunque cosa. Un viaggio in cui ci
affiancherà una particolare compagnia: la Morte, che ci condurrà in uno stato a
metà tra coscienza e incoscienza in cui si arriverà a un punto in cui non si
saprà più cosa è vero o sbagliato. Un pezzo assurdo ma logico che le voci, le
anime provenienti da chissà quale luogo remoto hanno regolato, qualcosa che mi
ha raccontato una storia del tutto diversa dalle storie a cui sono abituata e
che mi è appartenuta; perché chi non legge non saprebbe di che farsene di
questi racconti. Forniti da un piccolo tassello, una piccola pietruzza che ho
raccolto, e che mi ha scelto, sistemato al suo posto, per formare questo
bellissimo e splendido mosaico che ho visto crearsi dal nulla, come una parola
incastrata nell'altra, un particolare in un'altra faccenda.
Come
quando scrivo, si comincia a vivere in un mondo senza atmosfera, sotto vuoto,
anche quando lo si legge, a voi non fa lo stesso?
Valutazione
d'inchiostro: 4
di Tabucchi ho letto solamente Sostiene Pereira, anni fa. E' interessante la tua recensione
RispondiEliminaGrazie, Chiara! ☺ Per me conta Tabucchi il primo approccio è avvenuto con Requiem ☺ e come con quest'ultimo, anche L'angelo nero mi è piaciuto molto ☺
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