martedì, dicembre 11, 2018

Gocce d'inchiostro: La ragazza del Convenience Store - Murata Sayaka

Esistono romanzi che ti colgono alla sprovvista. Li finisci in mezza giornata, o, addirittura, in qualche oretta, in cui temperare la storia o scrivere una recensione di senso compiuto richiede quasi sempre del tempo. Una a una, districo ogni membrana di un corpo intatto o sospeso nel tempo girando la manovella della mia coscienza in un unico movimento. Capitano tuttavia momenti in cui questo procedimento risulta difficoltoso, incomprensibile, e certe storie a cui si era riservato una certa importanza si frantumano dinanzi al caos del mondo come cocci di vetro.
Scrivere questa breve introduzione mi fa ripensare alla "storia" che ho letto fra le pagine di questo << caso >> letterario dell'anno. La sua autrice e la protagonista, sebbene le medesime persone, mi hanno intenerito. Ma in un romanzo, purchè sia definito tale, penso ci voglia qualcosa di più di un semplice sentimento di tenerezza. Murata Sayaka avrà avuto le sue ragioni, ma il suo intervento nell'editoria in generale penso non ha portato niente di nuovo. Perlomeno per me, che ha colto in questa storia solo e semplice noia. Spinta dai commenti entusiastici di lettori di ogni tipo, sesso o età, pensando che forse l'autrice non si rende conto che ognuno di noi conduce un esistenza propria e che per affrontare la vita bisogna per l'appunto viverla.

Titolo: La ragazza del Convenience Store
Autore: Murata Sayaka
Casa editrice: E/O
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 168
Trama: Keiko sbaglia. O almeno questo è quello che le dicono tutti. E' sempre stata considerata una ragazza strana, sia a scuola che in famiglia. Il suo modo di guardare il mondo in maniera logica, senza ipocrisie o compromessi, crea forte imbarazzo in chi la circonda. In una società formale e conformista come quella giapponese sembra una vera e propria aliena. Ma Keiko non è una ribelle, e non trova altra soluzione se non un progressivo allontanamento da tutto e tutti. Qualcosa inizia a cambiare a diciotto anni, quando risponde all'annuncio di un supermercato che cerca commesse part time. Potrebbe essere una svolta, un modo per cominciare a integrarsi nella realtà che la circonda, ma diciotto anni dopo è ancora lì, etichettata come " quella strana", mentre si trascina stancamente un giorno dopo l'altro. Fino a quando incontra Shiraha, presto licenziato dal supermarket per i suoi comportamenti inopportuni. Per aiutarlo Keiko gli propone di andare a vivere insieme, così da mantenere una facciata di rispettabilità nei confronti degli altri. Ma quella che poteva essere un'improbabile storia d'amore diventa invece uno scavo sempre più profondo nella mediocrità di un'esistenza come tante. Fino a quando Keiko non raggiunge una sorprendente illuminazione e abbraccia finalmente il suo vero io.



La recensione:
Se mi metto in testa una cosa, non c'è niente che possa fermarmi.
E' sempre stato così, sebbene talvolta lo considero come un difetto vero e proprio. Ma, come nella vita in generale, anche con le mie letture sono piuttosto testarda.
Dopo qualche ora, giorno o settimana, ecco però spuntare le prime difficoltà. Le disgressioni stilistiche, il ritmo lento e sincopato, una storia che non ha una vera e propria anima, personaggi piatti e puramente inutili. Lo vedo come va a finire, quando decido di imbarcarmi in avventure letterarie che alla fine si rivelano la qualunque purchè avventure letterarie. E' evidente sin dall'inizio: entro a mio piacimento in luoghi dove non sono nemmeno stata invitata e chi incontro o scontro crea caos dove prima c'era ordine.
La mia coscienza, in questi casi, prende consapevolezza che se non si vivono sulla pelle certe esperienze non ci si può congedare "soddisfatti". Un ora dopo, però, ecco trapelare le prime difficoltà e, accigliata, mi sorprendo a confidare che questa non sia l'ennesima lenta agonia. Questa volta non mi sarei accontentata di accettare un temperamento diverso dal mio: ero decisa di andare fino in fondo, e se io e la protagonista di questo romanzo non trovammo affinità la colpa non era di nessuno delle due.
E' stata l'aria che si è respirato, un atmosfera satura di malinconia, disagio, insoddisfazione morale che, quasi come una ferita inferta spudoratamente al nostro cuore caldo, continua a sanguinare.
Avvalendosi di una prosa raffinata, semplice e asciutta, Murata Sayaka mi tenne una breve lezione sulla vita monotona e tragica del suo alter ego di carta e inchiostro, da cui fui disgraziatamente congedata a malo modo, convinta di essermi imbattuta in un opera introspettiva e profonda che, sebbene le difficoltà o le incongruenze stilistiche, avrebbe lasciato una traccia del suo passaggio.
Nel momento preciso in cui ho concluso il romanzo verteva l'idea che quella de La ragazza del Convenience Store si trattasse di una storia particolare, non adatta ai cuori caldi e focosi. Bensì a quei lettori che vedono in queste letture profonde riflessioni sul senso della vita, dell'esistenza in generale, non come un semplice problema da risolvere a porte chiuse ma servendosi dell'osservazione attenta e curata di una giovane donna che pian piano scoprirà cosa celino dietro queste pagine, per essere lasciate aperte.
Il mio problema nei riguardi di questa storia però riguarda la sua anima, per non parlare della stessa protagonista, che si era accorta benissimo come io la trattassi con indifferenza ma non per questo che mi risultasse antipatica. Fu un estranea, una sconosciuta per tutta la durata della mia permanenza e spettava a lei dimostrare che se io ero giunta qui era perché di lei e della sua storia avevo nutrito un certo interesse, anziché uscirne illesa e priva di qualcosa. So per certo che col tempo diminticherò ogni cosa; ogni frase, gesto o parola evaporeranno nell'atmosfera come fiati di vapore. E nonostate avrei potuto abituarmi alla storia, questo mio atteggiamento di indifferenza pareva accrescere con sospettata velocità. E un bel pomeriggio di metà dicembre, la mia anima di lettrice lo aveva interpretato come una lettura incomprensibile e tediosa. Vi ho visto - almeno questa è la mia personalissima opinione - una ragazzina sola e indifesa che anziché reagire agli incauti assalti esterni si nasconde dietro una corazza di marzapane e di insicurezze. Questo personaggio potrà mai essere ricordato da me a lungo? Non credo proprio!
Un antico proverbio cinese dice che le apparenze hanno sempre il potere di colpire al primo sguardo. Immagini che galleggiano nella piscina della vita, ingannevoli e illusorie; sfondi sul mondo che offrono allo sguardo uno sfavillante spettacolo di luci e colori. La ragazza del Convenience Store rientra nella categoria di quei romanzi che non possiedono quella particolare magia di quando si è soggiogati al punto di non riuscire a distinguere la realtà dalla finzione. Immagini sublimi o incrinature che non riescono a descrivere la qualità della storia.
Dramma esistenziale in cui può rispecchiarsi chiunque, quello della Sayaka è un tentativo di letteratura in cui io ho fatto fatica a riconoscerne la sua importanza o validità. Del resto, romanzi come quelli di Murakami Haruki o di Banana Yashimoto parlano sapientemente dei sentimenti che imperversano l'animo umano e evidenziano con una certa importanza il tema dell'esistenza in ogni sua forma o prospettiva. Si riconosce quell'unico elemento primordiale che ti indirizza a trovare un senso a qualunque cosa, disegna la sua orbita, e lascia un segno nel cuore. Il romanzo di questa esordiente, invece, lascia piuttosto freddi, distaccati, a causa degli stessi personaggi che non sono riusciti a confidarsi come se stessero confidandosi con un amico fidato. Un frammento di vita che cammina perennemente lungo la via dell'insoddisfazione, della tristezza, che non ha potuto non impedire il trasporto emotivo che la frigidezza di questa storia possiede.

Valutazione d'inchiostro: 2

4 commenti:

  1. Peccato non ti sia piaciuto. Io ho spesso problemi con gli scrittori giapponesi proprio perché fatico ad entrare nella loro mentalità, ma questo libro mi incuriosisce parecchio e spero farmene una mia idea!

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    1. Fammi sapere, Beth! Anche a me piacciono molto gli autori giapponesi - vedi Murakami e come ne tesso le lodi -, ma questo purtroppo non mi è piaciuto per niente 😕

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  2. Ho sentito tanto parlare di questo libro e l'ho aggiunto alla WL, grazie per il consiglio ❤️

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