domenica, febbraio 24, 2019

Gocce d'inchiostro: Pastorale americana - Philip Roth

Ripenso ancora alla storia, mentre riporto queste poche righe e rammento le vivide immagini che scorrono ancora come lampi fra i miei occhi. La storia di Pastorale americana non è qualcosa di semplice, qualcosa che tutti potrebbero o non potrebbero capire. Piuttosto è qualcosa che ha a che fare con frammenti di storia in cui si combatte per la giustizia, per le atrocità, le innumerevoli convinzioni o pregiudizi così refrattari alla riflessione da rendere tentativi di evasione più difficile di quel che sembra. Si parla di uomini provvisti di un energia illimitata; uomini pronti ad accoglierti e allo stesso tempo a voltarti le spalle; uomini pronti ad andare avanti, nonostante tutto.
Ed è proprio in questa membrana che mi sono nascosta dietro una cortina di false apprenze, speranze, quando di speranze e realtà ce né ben poco. Non si può essere incrinati nemmeno dal pensiero. Sarebbe come ottenere qualcosa di mistico, e in un certo senso è ciò che accade fra le sue pagine.
Quello di Roth è un romanzo intriso di crudeltà, si spaccia per essere un trattato di vita quando in realtà è esso stesso catturato dal suo passato nel presente, mentre apparentemente si esce dal mondo del tempo, in segreto, puntando però verso il suo nocciolo.

Titolo: Pastorale americana
Autore: Philip Roth
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 425
Trama: Seymour Levov è alto, biondo e atletico. Malgrado sia di origine ebraica al liceo lo chiamano "Lo Svedese". Negli anni '50 sposa miss New Jersey, avviandosi ad una vita di lavoro nella fabbrica del padre. Nella sua splendida villa cresce Merry, la figlia cagionevole e balbuziente. Finchè arriva il giorno in cui le contraddizioni del paese raggiungono la soglia del suo rifugio, devastandola. La guerra del Vietnam è al culmine. Merry sta terminando la scuola e ha l'obiettivo di "portare la guerra in casa". Letteralmente.

La recensione:

Nessuno attraversa la vita senza restare segnato in qualche modo dal rimpianto, dal dolore, dalla confusione e dalla perdita. Anche a quelli che da piccoli hanno avuto tutto toccherà, prima o poi, la loro quota d'infelicità; se non certe una quota maggiore.

A poco a poco i miei pregiudizi nei riguardi di questa lettura si fecero meno evidenti; le mie licenze furono meno timorose e seguendo <<l'ascesa >> di un popolo che si avvia verso lo sfacelo, ricordando il numero di effetti, tormenti, cause o conseguenze avute, sapevo si trattasse molto più di una semplice lettura. China sulla mia poltrona preferita non mi sono sentita preoccupata, intimorita, ne preoccupata da qualcosa che non potesse essere così difficile come in realtà è, certa che al mi ritorno sarei nuovamente sprofondata nel mondo in cui sono costretta a vivere. Leggendo Pastorale americana ho avuto l'impressione di prendere la metropolitana, avvicinarmi a ogni personaggio e figura, sposando la mia anima semplice con quella complessa, assaporando la sensazione di essermi finalmente immersa in un momento storico. Quando ho preso posto nel vagone affollato che mi avrebbe condotto nel mondo dello Svedese mi ha colpito maggiormente la tersa luminosità dei colori che lo circondano; sebbene rievochi un altro tempo, un'altra epoca, ogni cosa è talmente bella e ben definita, che stona tuttavia col disegno geometrico estremamente complesso e impressionante proprio per la sua forza e validità. Seguendo così di pari passo ogni vicissitudine, interpretando uno stile ampolloso, artificioso, ma poetico e essenzialmente tagliente, ogni cosa sembrava accomunata e rivelataci dallo stesso Roth che, come una marionetta che manovra i suoi stessi fili, si mosse fra schiere di gente priva di valori negativi, educata dalla piattezza del conformismo, insoddisfatta in ogni sua forma e espressione, in cui ci si aggrappa a un unico appiglio: interpetare la vita mediante scrittura. Ed è proprio mediante l'arte delle parole che Roth incide un segno nell'anima di chiunque, mediante il suo essere imprevedibile, mettendo ogni cosa a soqquadro, calandosi nei panni di quei poveri disgraziati che giorno dopo giorno si nascondono dietro sorrisi di condiscenza.
Queste potrebbero essere inutili e pompose chiacchiere senza senso, che hanno avuto come unico scopo il poter mettersi in mostra, così intransigenti e rissose da esprimere molto più della vanità intellettuale. Pastorale americana, tuttavia, è più di un semplice saggio; un riassunto di coloro che erano il prototipo di gente felice abbandonata a semplici atti di innocenza, sostenendosi l'uno con l'altro, incarnando così la forza o la speranza del valore baldanzoso che avrebbero avuto le cose. Seguendo le vicende di questo bizzarro protagonista, quasi non sono riuscita a distogliere gli occhi da lui e dalla sua storia, perennemente calamitata dalla sua faccia e dalla sua eroica cocciutagine: penso che ci vuole coraggio per scrivere certe cose, per dichiararsi rivoluzionari verso o presso qualcosa o qualcuno in cui sei solo, di fronte a tutti gli estranei, metà dei quali sicuramente lo vorrebbero morto. Leggere di lui, tuttavia, mi ha indotta ad applaudire inevitabilmente per ogni sua azione o gesto, e nell'ultimo atto, quando la persona a lui più cara al mondo, le volta le spalle scombussolando letteralmente il suo universo personale. La storia si chiude con la consapevolezza che, nonostante tutto, non si sia potuto fare niente se non condannarci nella conoscenza degli intrighi, degli eventi bellicosi che pian piano hanno preso forma. Molto vicina a una forma di perfezione che suscita un certo fastidio, in cui ci costringe a vivere isolati e avvolti esclusivamente da parole che sono sempre più vicine alle persone vere, a quella gente che giorno dopo giorno mutila la nostra ignoranza. Basterebbe un sorriso per mettere a posto ogni cosa? Rettificare l'ignoranza? La paura che qualche figlio di Dio potesse scomparire e perdersi nella miseria, nell'ignoranza, nell'apprensione, nell'intimidazione sociale è qualcosa che ha a che fare con la mediocrità, l'impossibilità di poter forse diventare qualcuno.
Pastorale americana evidenzia una certa fiducia per la vita, per alcuni dogmi relativi alla storia in cui si desidera perennemente un'esistenza migliore. Qualcosa di confortante, per intere comunità che ci ricordano chi siamo, per quale motivo siamo, per quale scopo siamo in vita per sfruttare i vantaggi pur di sopravvivere. Si tratta di dettagli che avrebbero potuto fare la differenza. Innumerevoli esigenze dettate dal bisogno, dalla fantasia, dal desiderio, dalla paura del disonore, e niente si discosta dall'idea che l'uomo è un individuo unito da ogni forma di peccato, speranza o delusione.
Mediante la figura dello Svedese l'autore cede al lato umano, all'universale desiderio di vivere ancora una volta nel passato, di immergersi per qualche innocuo e illusorio istante nell'insana lotta del passato in cui si resiste solo grazie a verità che si pongono esclusivamente per favorire la distruzione, eluderla sopravvivendovi, affinchè possa realizzarsi dal nulla un utopia di un'esistenza razionale.
Ossessioni tiranniche che straziano il cuore, tendenze soffocanti che dilaniano ogni rimasuglio della nostra anima, fantasie spaventose che si attaccano addosso come una malattia, Pastorale americana è solo l'inizio di quel che si potrebbe pensare fra fatti o eventi storici di cui non si avrà scampo. D'altra parte prototipo di peccati dell'anima, sensi di colpa verso un futuro utopico che non ci sarà mai, e che giustifica i rapporti illusori, sereni fra famiglie paragonandoli a gruppi di soldati in guerra contro un paese straniero. Ogni uomo ha bisogno di un po' di conforto, specie se all'indomani potrebbe non esserci più. E poi, gli individui di cui ci parla Roth, mi dico, non sono fatti di legno. Sono masse di carne che vivono, pensano e agiscono. E non vi è praticamente alcuna differenza fra genere, sesso o razza. Si dipana, sotto i nostri occhi attoniti, una storia complicata, che tenta innumerevolmente di liberarci disperatamente dalla morsa del passato. Sebbene è troppo tardi, e chiunque legga o abbia questo romanzo lo sa, Si sale a bordo di un treno, si parte, ma presto si incappa in un posto che ci bloccherà per sempre. Segnerà fatalmente le sorti di chiunque, e l'unica voce realistica è quella del nostro cuore che tutto sommato conosceva sin dall'inizio l'epilogo di questa storia.

Perché le cose sono come appaiono? Una domanda senza risposta, e fino a quel momento era stato così fortunato da ignorare addirittura che esistesse la domanda.

Valutazione d'inchiostro: 4

12 commenti:

  1. Un romanzo che mi fa paura, ma che prima o poi dovrò affrontare. Ho apprezzato molto anche il film, eppure stroncato dai fan di Roth. Dell'autore ho adorato Indignazione.

    Buona domenica!

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    1. Comprendo il tuo timore! Non è una lettura semplice, ma un bellissimo ritratto dell'America che lascia un segno indelebile :)

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  2. Ancora non ho letto nulla di questo autore; devo rimediare al più presto, anche se forse questo libro non è il più indicato per approcciarmi per la prima volta alla sua scrittura ... cosa mi consigli?

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    1. Pastorale americana non è una lettura semplice, a me però è piaciuto e se sei interessata ad approcciarti a questo autore ti consiglio di buttarti con questa lettura :)

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    2. Allora mi fido del tuo consiglio! Ti farò poi sapere com'è andata ;)

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  3. Güzel bir inceleme olmuş 😊 kitabın filminin olduğunu bilmiyordum en kısa zamanda izlemek istedim ...

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    1. Evet, ben de hiç görmedim, fakat romanı okuduktan sonra düşüneceğim :)

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  4. Non ho mai letto Roth e pensavo di iniziare proprio da questo. Ammetto di avere un certo timore reverenziale, ma sono molto curiosa.

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    1. Anche per me é stato così, fin quando mi sono decisa e ho deciso di leggerlo :) Mai decisione fu più adatta ;)

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  5. Ciao Gresi! Vorrei tanto leggere questo libro, ma non trovo mai l'ispirazione giusta!

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    1. Ti capisco, Diletta! Non è una lettura semplice, ma posso assicurarti che resterai anche tu affascinata dalla prosa arcaica ma pressante di Roth :)

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