giovedì, febbraio 28, 2019

Gocce d'inchiostro: Quando cadrà la pioggia tornerò - Takuji Ichikawa

Finora ho avuto molte occasioni di restare sola, in silenzio, in compagnia di amici d'inchiostro di lunga data che tuttavia non avevo mai accolto nel mio cantuccio personale. Questa nuova inazione mi ha procurato un certo entusiasmo; le mie letture procedono piuttosto bene, il numero prefissato a inizio di ogni mese cresce a dismisura, e sebbene non mi trovo con nulla di concreto per le mani, c'è però in tutto questo una sorta di magia che mi fa distinguere una lettura da quella seguente. Tracciare una linea di confine fra ciò che è stato bello o brutto, occupandomi totalmente e unicamente del mio mondo interiore, della cui esistenza sono cosciente, ma come se fosse un'entità ignota, lontana, remota e pertanto inavvicinabile sino a qualche settimana fa.
Dunque, muovendomi spedita verso i miei obiettivi, studiandone ogni minimo particolare, valutando i pro e i contro, ancora una volta ho goduto di questo rapporto col mondo << di là >>, per cui ai miei inutili tormenti non chiedevo nient'altro che di lasciarmi in pace. E, con questa pace interiore, stagliata sin dalle prime ore del mattino, la lettura di questo romanzo ha dichiarato una sua importanza nel cosmo, così perfetto a se stesso, non facendo altro che indugiare al suo cospetto e vivere di lui.
Titolo: Quando cadrà la pioggia tornerò
Autore: Takuji Ichikawa
Casa editrice: Tea
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 265
Trama: Takumi e Yuji, un giovane padre e il suo bambino, sono rimasti soli: la dolce Mio, moglie e madre, è morta a soli ventotto anni per una malattia tanto fulminea quanto inspiegabile. Ma prima di andarsene per sempre Mio ha fatto una promessa: Quando cadrà la pioggia tornerà. E inspiegabilmente, ad appena un anno dalla sua morte, con l'arrivo della stagione delle pioggie, una creatura identica a lei con il suo viso e i suoi occhi, ricompare al loro fianco. Un fantasma, pensa sbalordito Takumi. Ma questa nuova Mio è fatta di carne e sangue, anche se non ha memoria di nulla; così Takumi, pazzo di gioia per quell'assurda, insperata seconda possibilità, decide di raccontarle tutta la loro storia: come si sono incontrati, come è nato il loro amore, come hanno finito per sposarsi… e mentre Takumi racconta, rinnova l'incanto dell'incontro, il magico gemellaggio di due anime, la tragedia della separazione. E il miracolo della ricomparsa di Mio, la sua profezia, un mistero che Mio scioglierà in un finale capace di piegare il nostro cuore e demolire le nostre incertezze.
La recensione:


Dio mi ha fatta perché mi innamorassi una sola volta nella vita. Perciò non mi restava che trascorrere il resto dei miei giorni pensando a te.

Il mio primo incontro con questo autore non era prevvisto, verso la fine del mese, perciò adesso che ne ho concluso la lettura mi siedo alla scrivania per riportare nero su bianco le mie vivide impressioni al riguardo. Nei primi due mesi di questo 2019 le mie letture sono state maggiormente straordinarie, estremamente emozionanti, avvincenti, affascinanti, intriganti persino, non più lunghi di 400 pagine, sebbene qualche piccola eccezione, ma limitati all'essenziale; e anche questa volta ho seguito questo schema. Tuttavia ogni qualvolta si conclude un mese un nuovo post che riepiloghi le mie letture, nella speranza di cogliere in poche parole quello che ha contenuto ventotto giorni di scrittura, musica e parole, sembra una sfida piuttosto ardua. Ma queste sono solo piccole inerzie.
Come dicevo, una mattina soleggiata di fine febbraio mi sono affrettata a sentire come mie la storia di un uomo e del suo piccolino la cui storia, indirizzata alle vie più recondite del cuore umano, passeggiando attorno al concetto di amore, fede e amicizia, mi ha permesso di sbirciare nei loro cuori puri, nelle loro anime lacerate e deteriorate dalle crudeltà del passato, pur di cogliere un barlume di speranza. In un certo senso, di speranza in Quando cadrà la pioggia tornerò ce né, e non poco. E l'autore, Takuji Ichikawa, in un romanzo che altri non è che una confessione sussurrata nel cuore della notte all'anima di chiunque, un urlo lanciato dalla soglia della nostra coscienza, non ebbe motivo di sospettare che questa sua opera ne fosse del tutto esente. L'ho notato sin dal primo momento in cui ho cominciato ad aggirarmi nel suo cerchio, determinata a restare qui finchè non apparvero Takumi e Yuki, con gli occhi ancora colmi di lacrime, il cuore lacerato e frantumato in minuscoli pezzettini, ciascuno con una storia diversa, ciascuno con il suo diverso segreto.
La vita è breve, gli attimi o i momenti di felicità si contano sulla punta delle dita, eppure Ichikawa ci propina una storia che nonostante tutto scalda il cuore, fermandosi ogni tanto in un punto a caso per poi riprendere la marcia. Intorno, ogni cosa appare opaca, sporca, come se il tempo invernale da fuori fosse entrato nella loro casa che odora ancora di strazio e perdita.
Ichikawa inquadra le sue anime dannate in un mirino realistico, coscio che al di là della morte non vi è niente, e che un dolore troppo forte spesso causa conseguenze; un fantasma, uno spirito, una figura fatta di sangue e pelle, ma conseguentemente non bisogna dare nulla di scontato. Nessuna di queste eventualità prende nel romanzo corpo o sostanza, dato che la morte qui affrontata oscilla fra il possibile e l'irreale, la realtà con la fantasia; e malgrado si investi in una storia che ha del surreale e che a tratti richiama alla mente il surrealismo murakamiano, ho tentato in tutti i modi di immaginare in che modo si può credere di affrontare un lutto, una mancanza, quale ruolo o importanza riveste esso in tutto ciò, costrindendoci a rimandare ogni cosa, rivalutare qualunque certezza, mandarli nell'oblio da cui erano venuti.
Il quadro sembra molto più complesso di quel che è, ma in soli due giorni trascorsi in compagnia di Takumi e Yuij, la mia coscienza si è scoperta estremamente irrequieta. Bene o male funzionava come sempre, ma in tutto ciò non ha potuto compiere acute riflessioni su quanto è avvenuto fra le pagine di questo splendido romanzo. Francamente, a fine lettura, non sapevo cosa pensare. Ritengo plausibile l'ipotesi che, quando certe storie ti lasciano a bocca aperta, demoralizzato, col cuore pesante e pulsante, penso che nessuno di noi potrà più essere così libero. Fin dal principio sono stata la donna del mezzo, la lettrice giunta d'improvviso, affiancata da un uomo sensibile ma provato e bloccato dalla vita e dalla morte. Curiosamente questa tipologia di narrazione mi ha ricordato alcuni romanzi, per citarne qualcuno il bellissimo A sud del confine, a ovest del sole del mio amato Murakami. Ma anche Diario d'inverno di Paul Auster, o certe poesie strazzianti che sono rimasugli di anime deboli, quasi certa che dopotutto non ci sia più niente da dire.
L'essere umano è un individuo che non riesce a stare solo. E se siamo quello che siamo è dovuto anche dalle situazioni, dalle persone che ci circondano che, a causa di forze maggiori o eventi sconvolgenti, ci conducono in tempi o spazi in cui uscirne è davvero difficile. Quando cadrà la pioggia tornerò evidenzia questo messaggio, e per quanto la morte lasci destabilizzati penso che non è mai troppo tardi per non recuperare ciò che è recuperabile.
Il romanzo di Ichikawa sotto certi aspetti è un grande romanzo sulla morte, sul conflitto tra il desiderio di unione o congiungimento fra due anime, il bisogno irrinunciabile di amare l'amata che si presenta lontanissimo da ciò che raffigura la copertina. Narrazione di una storia realistica, sentimentale, drammatica, sincera che è una  nostalgica rievocazione del passato, costantemente punteggiato da riferimenti letterari, il cui titolo è un omaggio a eventi fugaci che accadono in Giappone nel periodo primaverile. Un insieme di strani suoni, strani sussulti del cuore che, al suo ascolto, producono effetti devastanti che costringono a compiere profonde riflessioni. Dovuti dalla sensibilità con cui è raccontato o amalgamato alla storia e per il suo modo di tradurla in termini riconoscibili, in cui diviene evidente l'esigenza dell'autore di esplorare la zona dei sentimenti e la capacità ricettiva dei personaggi, con i quali lo stesso Ikawa si rispecchia.
Un toccante e sano lirismo capace di esprimere idee o concetti primordiali; l'insoddisfazione o l'ostilità nei riguardi del prossimo; l'esistenza vuota - tipico canone della letteratura giapponese - che rendono agli occhi dei lettori Takumi e Yuji altereghi dello stesso autore, Quando cadrà la pioggia tornerò è una lettura splendida ma drammatica, tragica, sensibile, romantica e dolce che con semplici e pochi gesti mi ha reso partecipe dei suoi segreti. Mi ha fatto sentire come un uccellino che vola e può sentire la forza del vento. Scorgere in lontananza un paesaggio, ma troppo distante per poterne cogliere i particolari.
Vivida manifestazione di un amore impossibile, candido e semplice fra due giovani dall'animo sensibile e tormentato, un'iniezione di vita dalle tonalità drammatiche e intense che inonderà di luce il fosco e tetro paesaggio della vita di chiunque decida di godersi un piacevole pomeriggio in loro compagnia.
Valutazione d'inchiostro: 4

6 commenti:

  1. Letto anch'io, forse una decina di anni fa, in un'edizione tascabile pagata pochi euro.
    Lo ricordo a tratti, ma era piaciuto molto anche a me. Delicatissimo.

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    1. Anche a me è piaciuto, proprio per questo modo per cui è raccontato. Un pugno nello stomaco per chi è sensibile, proprio come me... nulla toglie che lo consiglierei caldamente :)

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  2. Ciao Gresi, il romanzo non fa parte del mio genere di letture, ma mi sembra una storia davvero delicata ed emozionante!

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  3. Bellissima recensione, lo aggiungo alla mia lista!

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