venerdì, gennaio 10, 2020

Gocce d'inchiostro: Il calore del sangue - Irène Némirovsky

Scorsero rapidamente le pagine di questo piccolo ma bellissimo romanzo, alla luce fioca di un abajour, in un primo momento in cui sembrava non essercene bisogno. Bisogno? Assolutamente si. Fino ad ora sono rimasta sorpresa, colpita, attanagliata dalla potenza di certe emozioni, certe sensazioni difficili da gestire e non prive di conseguenze: innumerevoli sono stati i prezzi da pagare. Ma adesso non è il momento di parlare di questo. Ora è il momento di parlare dell’ennesima straordinaria, emozionante lettura di questo appena iniziato 2020. Leggere, fermarmi anche solo per riflettere, se non per riporre i miei pensieri al riguardo, è stato davvero impossibile. Ma le parole si combinano in forme che acquistano poi un certo significato. Quale? Sono stata meno di ventiquattro ore con la Nèmirovsky, ma molto più vicina di quel che credevo. Della sua tragica e drammatica esperienza, a parte lei stessa, ha avuto un mucchio di tempo per studiare ciò che la circondava. Poiché nel lungo e pallido cammino intrapreso non c’è nulla da criticare che una scrittura intensa e incisiva non potesse non nascondere e che, non ho potuto non ricordare e rievocare con la precisione di un pittore, con l’eccitata e meticolosa esperienza di un amante di figure geometriche, poiché in compagnia di una donna che ha stimolato in me la sua presenza e che io non ho potuto non assorbire.
Nulla di quell’ampia e spessa patina di sentimenti, contraddizioni sulla quale, pagina dopo pagina, si imprimerà il sigillo della sua dirompente forza evolutiva, nulla della sua singolare configurazione come donna, moglie, madre, scrittrice che il mio cuore custodisce da tempo. Ricorda. Pondera.

Titolo: Il calore del sangue
Autore: Irène Nèmirovsky
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 155
Trama: "Ci sono romanzi brevi più densi di emozioni e di vicende di certi romanzoni da ottocento pagine e passa. Ed è esattamente il caso di “Il calore del sangue”. Questa volta Irène Nèmirovsky punta il suo obiettivo non già sul milieu dell’alta borghesia ebraica in cui è cresciuta, né su quello dei ghetti dell’Europa orientale, bensì sul piccolo, angusto, gretto mondo della provincia francese. Il quadro è, in apparenza, di quieta, finanche un po’ scialba agiatezza campagnola: la figlia di due ricchi proprietari terrieri che sta per sposare l’erede di un’altra famiglia in tutto e per tutto simile, un bravo ragazzo, come si dice, innamorato e devoto. Eppure bastano poche note stridenti ( che l’autrice è abilissima a insinuare fin dalle prime pagine ) per farci intuire che dietro la compatta, liscia superficie di perfetta felicità agreste – in cui sembra che ogni sentimento si sia come pietrificato – si spalancano voragini inospettate: nessuno, insomma, è al riparo dalla passione, dalla violenza, persino dal delitto, quando è spinto e travolto dal “calore del sangue”.




La recensione:


Non so se gli esseri umani siano un grado di foggiare la propria vita, ma di certo ciò che un uomo ha vissuto finisce col trasformarlo: una vita colma e bella dà al viso un’aria amabile e composta, un dolce calore che forma una sorta di patina simile a quella di un ritratto.

Dal ritratto di se stessa e delle proprie origini che mi sono già state offerte per la prima volta in sei bellissime ma dense letture, Irène Nèmirovsky sembrava essere stata una donna testarda, intelligente, virtuosa, curiosa, furtivamente coraggiosa e ribelle (non aveva fatto nient’altro che osservare ciò che la circondava di nascosto, e pur di dare sfogo alla sua anima semplice ma appassionata, si affidò a delle semplici pagine di diario pur di sfuggire dall’oppressione dell’ambiente), in seno a una famiglia benestante ma frivola, priva di quei valori che la vita ci regala e che l’individuo dovrebbe imparare a conservare e custodire così bene. Per come la descriveva lei, la vita è una monarchia ma anche un placido fiume dal quale attingere una manciata di emozioni che gratificano il corpo e lo spirito; lei stessa non si era preoccupata, sino a quando non fu come folgorata, dall’importanza che attribuì in seguito né di sottoporsi a un attenta e profonda analisi mentale che concedesse qualche risposta in più. Si considerava una pallida ombra, si proclamava francese, ebrea, fuggiasca, immigrata, che sputò sulla terra in cui camminò quando incontrava o si imbattè in qualcosa di spaventoso o terribile. Ma si trattava del dipinto crudele ma alquanto realistico di una tela i cui colori sono sbiaditi, stinti dal tempo, dal sole o dall’acqua, che, senza chiedere il permesso o l’approvazione di qualcosa o qualcuno, ci pone dinanzi a delle dettagliate descrizioni sdegnose di tutto ciò che era buono o naturale: vale a dire gli effimeri piaceri che la vita ogni tanto ci riserva, proiettati in una terra selvaggia ma ricca i cui abitanti sono figure povere in canna ma ricche di spiriti, che respingono con fermezza il piacere. Incrostrati di sudiciume e prostati dal lavoro e dalle fatiche, spiccano come un ritratto in cornice, fotografati come se strappati da un giornale.
Come in altri suoi romanzi, Il calore del sangue ha giustiziato vittime di giovani donne e uomini che hanno un chè di schivo e selvatico, florido e affidente, e che ricorda epoche remote ma sospesi in una coltre di placidità. Come il cugino Silvio e i suoi amici e parenti impareremo come, per essere felici non basti conservare quella piccola scintilla celata nel nostro animo e che, in un momento imprecisato della nostra vita, divampò come una fiaccola. Bensì quanto importante sia scavare a fondo, trovare l’origine di ogni cosa affinchè essa possa divenire comprensibile. E’ un rituale, uno stile di vita, che nei romanzi dell’autrice è legato a un concetto imprescindibile di sopravvivenza, ideato da esperienze di vita che dilaniano l’animo, modellate a seconda delle sue esperienze. Nessuno della sua famiglia, dei suoi amici, i suoi stessi figli non sapevano veramente quale fosse il significato che si cela dietro a tali concetti: eppure è qualcosa che la animò di una disperata ignoranza che la resero impotente al punto di avvertire l’esigenza di una forma personale di riscatto.
Tutto quello che diceva, tutto quello che ha scritto e che io ho visto così intensamente, mi ha stretto in una morsa, ogniqualvolta decido di cimentarmi in una sua nuova opera, e ogni suo romanzo è un pezzo di noi. Un pezzo della sua anima, che si è riversato perfettamente in me. Protagonisti, anime semplici, umili, presi come da un sogno ad occhi aperti, capaci di imprimere, esprimere, difendere in modo razionale ciò che gli appartiene in maniera quasi ossessiva, ma per il quale sono sempre stati pronti a sacrificare chiunque. Persino il loro personalissimo equilibrio. Sapevano solo con che cosa non avevano da spartire, e che per la Nèmirovsky rappresenta il tutto. La società e i suoi meccanismi, le sue forze continuamente in moto, la fitta rete di eventi drammatici e dilanianti, battaglie innumerevoli in corso pur di assicurarne i vantaggi, sono situazioni estranee che non ho visto di persona che in questo tipo di romanzi vivo imensamente. Questo infatti credo dipenda dal fatto che sono strettamente legati a vincoli più forti, che furono impunemente inseriti in un mondo completamente diverso e che rivelano verità orribili, forti e ridicole.
In un pomeriggio tranquillo ma freddo mi è stata narrata una storia appassionante e folkloristica. La sua autrice, sopravvissuta sufraggetta ad una vita recalcitrante e devastante, ricorda una cupa avventura di cui Il calore del sangue ne è solo un piccolo tassello di una produzione artistica a mio avviso sempre più bella. Ragguardevole e brillante, dilaniante e memorabile che è fuggita dalla monotonia del giorno, senza altra idea di essere libera, forestiera dalla dinamica forza che sguazzò faticosamente nel centro esatto del mio cosmo suscitando un certo scompiglio.

Siamo tutti quanti in una certa misura paragonabili ai rami che bruciano nel mio cammino, torti dalle fiamme a loro piacimento.


Valutazione d’inchiostro: 5

13 commenti:

  1. Autrice straordinaria, che devo leggere più spesso. Ho letto solo Il ballo e Suite francese.

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    1. Ti consiglio di completare la sua produzione letteraria, Mr Ink. Ti assicuro che non te ne pentirai 📖❤️

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  2. Ammetto di non aver mai letto niente di quest'autrice... Mi sembra molto toccante questo romanzo; ottima recensione

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