giovedì, settembre 03, 2020

Gocce d'inchiostro: Il mare senza stelle - Erin Morgenstern

Il quadro è molto più complesso di quanto pensavo. In quasi una settimana trascorsa nel Mare senza Stelle, ripeto fra me e me di essere soddisfatta. Bene o male questa storia mi è piaciuta, scrutandola in ogni forma, sostanza, parvenza di letteratura o storia e studiandone i contorni nell’attesa di una possibile rivelazione, senza demordere; ma in tutto ciò non avevo riflettuto su quanto poteva accadere a mia insaputa. Adesso, dopo che ho riposto il romanzo sullo scaffale, ho le idee un po' confuse. Mi è piaciuto o non mi è piaciuto? Qualunque sia la risposta, provo un forte senso di smarrimento. Fin dal principio, la bellezza di essere stata scaraventata in un santuario magico in cui non vi è alcuna destinazione fra fatto o finzione, reale o immaginazione, precipitata attraverso il tempo, mi ha catapultata in un mondo che inevitabilmente è divenuto anche il mio. Forse avevo smarrito la storia di me stessa, e questo romanzo è stata la culla in cui potermi rifugiare. Ma contornato da una serie di ombre, da personaggi che non hanno una vera e propria distinzione sennonché collegati dalla bellezza delle storie, separate a sua volte da altre storie in cui si anela a raggiungere svariati obiettivi, qualcosa però di irraggiungibile che solo nei romanzi è possibile raggiungere. Curiosamente tutto ciò non mi ha fatto vedere questa ennesima opera dell’autrice come una ciofeca, poiché immersa in argomenti che sono particolarmente cari ai bibliofili, agli amanti della lettura, alla natura cooperativa delle storie che coinvolgono diversi lettori fino a narrazioni che prevedono svariate realtà. Al fine di rendere ll mare senza stelle quel poema romantico, che se giudicato sentimentalmente e non razionalmente, è una metaforica canzone surreale il cui significato è racchiuso nel ritmo, nel suono, negli spazi fra versi, fra svariati mondi, fra svariati cosmi, così confortevoli da cui potersi rifugiare.




Titolo: Il mare senza stelle
Autore: Erin Morgenstern
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18, 50 €
N° di pagine: 600
Trama: Zachary Ezra Rawlins è uno studente del Vermont che un giorno trova un libro misterioso nascosto fra gli scaffali della biblioteca universitaria. Mentre lo sfoglia, affascinato da racconti di prigionieri disperati, collezionisti di chiavi e adepti senza nome, legge qualcosa di strano: fra quelle pagine è custodito un episodio della sua infanzia. È soltanto il primo di una lunga catena di enigmi. Una serie di indizi disseminati lungo il suo cammino – un’ape, una chiave, una spada – lo conduce a una festa in maschera a New York, poi in un club segreto e infine in un’antica libreria sotterranea. Là sotto trova ben più di un nascondiglio per i libri; ci sono città disperse e mari sterminati, amanti che fanno scivolare messaggi sotto le porte e attraverso il tempo, storie bisbigliate da ombre. C’è chi ha sacrificato tutto per proteggere questo regno ormai dimenticato, trattenendo sguardi e parole per preservare questo prezioso archivio, e chi invece mira alla sua distruzione. Insieme a Mirabel, un’impetuosa pittrice dai capelli rosa, e Dorian, un ragazzo attraente e raffinato, Zachary compie un viaggio in questo mondo magico, attraverso miti, favole e leggende, alla ricerca della verità sul misterioso libro. Ma scoprirà molto di più.


La recensione:


<< Tutti desiderano afferrare quello che è fuori portata. Stringere fra le mani lo straordinario e mettersi in tasca l’eccezionale. >>

Il vero problema si riassume nell’identificare la natura di questa storia. Prima di tutto: qual è il vero messaggio che trasmettono le sue pagine? L’amore per i libri, la bellezza delle storie? La Morgenstern tiene però fede al suo obiettivo: sfornare una storia che colpisce sentimentalmente e non razionalmente, spedendo così le relative perplessità che sono sorte durante il corso della lettura nel dimenticatoio. O, meglio, per amare Il mare senza stelle bisogna giudicarlo << di pancia >>, e sono perfettamente consapevole che giudicare un romanzo così per me è una vera e propria concessione benefica. Perché, io sono quella che ama la letteratura con la l maiuscola, che ascolta quelle voci che non hanno mai avuto voce, spingendo praticamente la mia coscienza ad essere relegata in uno spazio di cosmo che la maggior parte delle volte sposa il mio pensiero con quello dell’autore. Da qui il mio amore per i libri, quelli veri, che nel corso della mia carriera di lettrice non ha fatto altro che brancolare nel buio annaspando da un genere ad un altro alla ricerca di qualcosa che potesse appagarmi completamente ….la mia vita ha avuto così uno scopo. Quando la mia coscienza si scontra contro questa consapevolezza non riesco a riflettere. L’istinto prende il sopravvento. Giudico malamente qualcosa che possiede una parvenza sufficientemente modesta. Sebbene la mia è e sarà sempre e comunque un opinione personale.
Prendiamo Il mare senza stelle di Erin Morgenstern, allora. Il suo romanzo d’esordio, Il circo della notte, si era identificato come quel mondo distorto in cui avevo relegato i miei primi giorni di quarantena fra i tendoni di un circo. In questa sua nuova fatica letteraria il vero bersaglio sono le storie, quelle vere, quelle che fuoriescono dalle pagine, in cui il lettore è un innocente telespettatore ed occuperà nient’altro che la posizione che la Morgenstern ha ritenuto propria, ed in effetti così è stato. Questo lungo preambolo per dire, che da questo romanzo bisogna spendere qualche parola in più. Mi è piaciuto, ma con riserva. D’altro canto è possibile che le mie aspettative non convergessero con quelle ritratte, e che abbiano cospirato ad allontanarmi momentaneamente dal prototipo dell’indimenticabile e bellissimo.
In tal caso, cosa non mi ha pienamente soddisfatta de Il mare senza stelle? Niente di così terrificante, in definitiva … almeno in senso assoluto. Solo che sono stata intrappolata in questa Baia stellare nell’iniziazione alla maturità del protagonista e al suo avvicendarsi nel mondo, in un’accidia tale da annichilire qualunque sensazione. Si, perché per la prima volta da chè sono lettrice, è così che mi sento: come un niente. Come una donna condannata a sedere in una stanza e continuare a leggere un libro per il resto della sua vita. È bizzarro questo: essere tutt’al più semiviva, vedere il mondo solo attraverso le parole, vivere sola per mezzo delle vite altrui. Ma forse se al libro fosse stata dotata un anima non sarebbe nemmeno una tragedia. Avrei potuto amare intensamente tutto ciò ma coinvolta da una trama, che di base è inesistente, e a poco a poco scordarmi chi ero. Ma questo romanzo, sebbene non sia brutto, non mi ha donato ciò che cercavo. Solo fascino, talvolta interesse, ma nulla di più… poiché assente di intreccio, azione… nient’altro che un ragazzo alla ricerca di una verità nascosta prodotta dalla ricerca di un libro segreto e misterioso. Tutto qui. Sebbene non nascondo come uscirne sia stato davvero difficile. Un’impresa piuttosto ardua perché una volta entrata sono stata come percossa da un balsamo che ha risollevato la mia anima, anche se per poco tempo, donato una libertà interiore in cui mi sono inconsapevolmente rifugiata.
A fine lettura, non credevo possibile che un romanzo apparentemente indimenticabile potesse sortire effetti così devastanti. Possibile che questa Baia del Mare Senza Stelle nascondesse un particolare tipo di magia che non ho compreso completamente. Sebbene ho seguito ogni mossa del protagonista, visto e ascoltato ogni cosa, anche quando non succedeva niente di particolare. Ed in generale, ho passeggiato senza meta, contemplando scorci legati ad una matassa che presto avrebbe raggiunto la sua fine, non particolarmente memorabile ma curiosa. E credo che quando una lettura diviene poi curiosa, grumi di elementi fortuiti, questo rapsodicamente accorciano le perplessità, ispezionano nuove prospettive, nuove realtà, carezzando lentamente l’idea di aver toccato qualcosa che mi ha incuriosita. Quasi inorgoglita di averci messo piede, trasportata da una corrente ad un'altra, senza mai raggiungere un vero obiettivo, senza incontrare un ostacolo effettivo che rivelasse tutto ciò di cui c’era bisogno di sapere. Perché Zachary, quali furono i  motivi per cui fu predestinato a tale scoperta. Chi era in realtà? Ho appreso milioni di particolari, letto un’infinità di storie, ma disgraziatamente alla fine condensati in niente. Per questo giudico, anzi necessito di giudicare, Il mare senza stelle con gli occhi del cuore, squarciando il velo dell’impossibile. Storie di questo tipo, la maggior parte delle volte, sono tanto fumo e niente arrosto. Ma a questo romanzo ho deciso di concedere un parere totalmente parziale.
Perciò, senza rivelare più di tanto, razionalmente scrivo che Il mare senza stelle è un buon specchietto per le allodole. Sentimentalmente, un altro viaggiatore d’inchiostro che mi ha concesso di valicare cancelli inimmaginabili. Perché non si è trattato nient’altro che di un gioco, quasi decente, fiabesco, epico e rocambolesco che non resta fermo a un solo genere percorso ma si trasforma in storie diverse che però fanno parte di un insieme… un insieme distorto, confusionario, che alla fine avrà un suo perché. O forse non sarà collocato in una vera e propria concretizzazione, ma di scarabocchi senza senso, tratti casuali di penna, in un cumulo crescente di sensatezza e confusione. Ciò rende bizzarra, atipica questa lettura, piccola marionetta priva di vita propria. Non si arriva a nessun risultato, eppure il tutto ha avuto un chè di ipnotico. Catapultata in un luogo che altro non è che un posto innaturale, una culla per noi lettori, in cui ogni cosa è completamente incomprensibile. Ma è nell’essere innaturale e intrigante che è divenuta ai miei occhi “accessibile”. Tutta una questione relativa alla bellezza delle parole che sono stati estrapolati magistralmente.
La fantasia che supera di gran lunga la realtà, frantumarono le barriere della mia coscienza. Un oscuro pozzo da cui inconsapevolmente si anela a toccare la luce, scenari onirici, suggestivi e sconcertanti, ideati con raffinatezza e sontuosità, storie che seppur potrebbero risultare tutte uguali sono un richiamo costante ai classici, alla narrativa per ragazzi, ai romanzi veri e propri, che non possiedono nulla di non visto ma che sono il vero ritratto della realtà, specchio in cui si riflettono paure o incertezze. Mentre il mondo si tinge lentamente di oro, e sulla terra giungerà presto l’autunno.
Un viaggio infinito, ipnotico e surreale, di straordinaria immaginazione in cui nulla ha senso e dove realtà e finzione si mescolano. In una città luminosa, splendente, in cui ci si muove simultaneamente, parallelamente, fra diversi mondi, che sono uno il riflesso dell’altro, Il mare senza stelle è una metafora di chi ama rifugiarsi nei sogni. Quel cantuccio personale in cui l’uomo calpesta il suolo della certezza, della ragione risuonando con una cadenza strana fra due pareti incartate. Un fantasy epico, dotato di senso teorico, senza particolari ambizioni ne avidità.

<< Che alcuni ne godessero altri no, ma questa è la natura di una storia. Non tutte le storie parlano a tutti gli ascoltatori, ma ogni ascoltatore può trovare, da qualche parte, in un momento qualsiasi, una storia che gli parli. In una forma o nell’altra. >>

Valutazione d’inchiostro: 3 e mezzo

8 commenti:

  1. Ciao Gresi! A me ispira molto questo libro e spero prossimamente di riuscire a recuperarlo! :)

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  2. A me è piaciuto molto. La tua recensione è interessante. Ma ti posso dare un consiglio?
    Cambia font, lascia degli spazi stile paragrafo, evidenzia i concetti fondamentali in grassetto, così è faticosissimo da leggere, soprattutto vista la lunghezza.

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  3. non ho amato Il circo della notte (per usare un eufemismo) e non leggerò questo. Sono contenta però che ti sia piaciuto tutto sommato

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    1. Grazie! Maggiormente mi è piaciuto Il circo della notte ☺️☺️

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