venerdì, settembre 10, 2021

Gocce d'inchiostro: Il fantasma dell'opera - Gaston Leroux

Ero curiosissima di leggere un opera famosa come quella de Il fantasma dell’opera, che cosa vi avrei trovato tra le sue pagine era un mistero che avrei scandagliato pian piano, negli antri segreti della mia coscienza e specie in un luogo in cu vi abito magnificamente: nello splendido mondo dei classici. E già l’idea di abbracciare un’opera come questo mi infuse un piacere intenso e particolare.
Nelle stanze remote della propria coscienza, specie quella dei lettori accaniti come la sottoscritta, ci sono posti che ancora non ho conosciuto e non ho valicato, e non ci vogliono  grandi poteri di veggenza per immaginarlo. È come dire un buon predicatore che segue la sua religione e certo non seguo alcun regola rigida o mi prefisso obiettivi irraggiungibili ma seguo un percorso che con grandi sforzi sto portando a termine. Piacere e dedizione si miscelano in un'unica bellissima entità.
Fra queste pagine ho potuto ritagliarmi un posto tutto mio, anche se non il mio preferito a cui vi ho fatto sede con grande piacere. Questo fantasma dell’opera suscitava in me una certa curiosità, e quale occasione se non questa per valicarne i suoi confini? Immagini che mi hanno dato l’impressione << soffrissero >>, avessero perso senso, e avanzare a tentoni fra le sedie lussuose di una sala francese di teatro. Di questo fantasma si dice ci siano fonti realmente accadute. Certezze non ne abbiamo ma che se certi romanzi si incrociano nel tuo cammino indicano occasioni che bisognerebbe essere colto. Ed io sono felice di averlo fatto.
Titolo: Il fantasma dell’opera
Autore: Gaston Laroux
Casa editrice: Newton & Compton
Prezzo: 4, 90 €
N° di pagine: 322
Trama: La storia dell’amore di Erik – costretto a nascondere le sue orrende fattenze dietro una maschera – per Christine, la giovane soprano tanto graziosa quanto inesperta, si svolge tutta nell’ambiente del teatro dell’Opera, che diviene alter ego del Fantasma, luogo che crea l’azione. Campione di tutti gli eccessi, “mostro” al pari di Frankenstein e del Conte Dracula, la educherà, s’impossesserà di lei, riuscirà a far sgorgare dal petto della sua schiava d’amore una voce sublime …

La recensione:

Ho trascorso una manciata di giorni immersa in un luogo di cui avevo solo sentito dire e cercai di analizzare le ragioni per cui non c’ero ancora arrivata. Certo che c’è sempre stata in me la voglia di leggere un romanzo come questo, qualcosa di diverso, o che ricordasse ampiamente il bellissimo Il maestro e Margherita, avere una scusa per mutare la routine delle mie giornate, ma non avevo considerato che, evitandolo, presto mi avrebbe garantito un posto sicuro anche per me. Annunciandomi allo stesso fantasma, ma con un certo fascino anzichè timore.
Nonostante i tanti anni trascorsi in un posto ad un altro, la Londra vittoriana continua a sortire un certo fascino in me. Mi sono resa conto di essere rimasta intellettualmente con le radici nell’epoca ottocentesca e di non aver eliminato dalla mia testa quell’istintivo pregio che io considero come una sorta di ammirazione nei riguardi della letteratura classica. Ogni volta che mi immergo in questo tipo di letture mi rendo conto di esserne rimasta << vittima >>, coinvolta, devo ricordarmi di come in letteratura questo giudizio ha un certo spessore parte essenziale della mia vita. E così con questo romanzo: partita non proprio col piede giusto ma poi sfolgorante e ricco di vita come non credevo possibile. Con un’apparente forma mistica, arte fondata su un’accurata osservazione della coscienza umana; la natura che al giorno d’oggi è ampiamente ricordata.
Nel santuario magico in cui amo rifugiarmi, dopo qualche pagina che trasudava vero smarrimento e turbamento, giunsi a bordo di una carrozza nelle strade polverose di una Londra grigia e fumosa. Mi sono trovata risucchiata in un gioco formidabile fisico e morale di cui non se ne possiede la chiave ma che avrebbe finito per stritolarci. Quasi i principi basilari di una fiaba preda di fenomeni magici che hanno dello sconsiderato e scatenato per amore. Superate le prime pagine, avevo cominciato ad imbattermi in gruppi di figure curiose, particolari, ed eccentriche che arrivavano da qualche girone sconosciuto dell’Inferno, tutti per vedere la stessa cosa. Un cadavere avvolto in un sudario di bruma che solleticherà una marea di conseguenze, avvenimenti, specialmente quando giunse nel luogo dove sono atterrata con un certo stupore.
L’opera, così come il teatro, è quel manifesto letterario, visivo, onnisciente e surreale che è una forma perpetua d’estasi, in cui il tempo e lo spazio sembrano fondersi in un'unica materia. Incendia tutt’intorno frasi e parole che ancora esalano sottili fili di fumo verso un cielo di pomeriggio tardivo. Ho nuotato in mezzo a un mare di curiosi fino a piazzarmi in prima fila, catapultata nelle viscere di una storia che sembrava mancassero persino le forze per respirare, con una bruma appiccicosa che si annida nel nostro animo come una patina eccessiva e pesante.
Nonostante non possa considerarlo come fra le mie letture preferite, non ho potuto fare a meno di perdermi nell’intreccio di suoni e parole che l’autore ha costruito così bene. In un silenzio che ossessiona lo spirito, la mente, nei pressi di qualche villa londinese, consumandosi in queste pagine, realizzando come adesso non è più possibile tornare indietro. Bastava guardarsi attorno per scovare la realtà, per comprendere che la sua anima, il suo segreto sta nella perpetua apparizione di luci così incerte che tuttavia a molti hanno fondato timore. Giacendo in un dolce languore, con la lampada che diffondeva dal soffitto una luce attenuata.
Con parole che sono state scritte col peccato, bellissime, sconcertanti, talvolta intricate talvolta ostiche, che profumano ancora di un impareggiabile fascino, Il fantasma dell’opera  è una storia che al principio annoia, ma poi stupisce, lambisce le nostre fragili membra senza nemmeno accorgercene. Eppure, dopo qualche pagina, la pioggia di fantascienza, crudeltà si abbattono su di noi, andando sempre più a infittirsi e riportandoci così nella vecchia e polverosa Londra che ha segnato me sia lo stesso autore - estraneo ad avere commesso crimini che si possono ancora fiutare nelle mani e condannato a vagare per il mondo in fiamme che lo hanno segnato, in cambio di qualche moneta o di una promessa che adesso sembra la più dolce delle ricompense. Un racconto che altri non è che un oscuro labirinto in cui non tutti amano perdersi e che, per opera di un magistrale disegno, appassiona e sconcerta.
Una storia che gioca tra il reale e l'assurdo, sentimentale e drammatica che è una nostalgica rievocazione del passato, nonché rivisitazione di un epoca irrecuperabile fatta di strani e oscuri personaggi, rivelazioni sconcertanti e patti stretti col diavolo. Trascina in un intero mondo di tenebre e ombre, in sintonia con l'autore, la propria ispirazione e la capacità ricettiva dei personaggi, che si rispecchiano perfettamente nei personaggi. Figure evanescenti intrappolate in un terribile pozzo oscuro. Un manipolo di ombre accomunati dall'insaziabile sete di potere che hanno forme diverse, ma che con la loro originalità, la loro vita, la loro oscurità interiore riescono a catturare tutto ciò che li circonda.

Valutazione d’inchiostro: 4

2 commenti:

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