Come di consueto, non appena concludo di leggere un romanzo, svuoto
metà del mio cervello, lasciandolo al riposo, e con l'altra pronta a compiere
profonde e importanti riflessioni. La storia narrata da Karina Sainz Borgo,
nell'esecuzione di proiettarci tra le pagine di una storia famigliare,
struggente e di forte impatto, attraversò la parte vuota del mio spirito come
una brezza leggera che entra ed esce da due porte spalancate. Forse non è stato
questo il miglior modo per ascoltare la bellissima melodia che hanno
sprigionato le sue pagine. Ma ora che tutto si è concluso, e che mi è davvero
impossibile tornare indietro, sono costretta a dover lasciare che la musica che
queste pagine hanno sprigionato entrasse da una parte ma uscisse da un'altra,
mentre il mio cuore colmo di dolcezza e dramma si abbandona a pensieri che
nemmeno il tempo potrà scalfire completamente.
Titolo: Notte a Caracas
Autore: Karina Sainz Borgo
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 208
Trama: In una terra meravigliosa, che prima della crisi era la più
ricca del subcontinente americano e ora è dilaniata dalla corruzione, dalla
criminalità e dalla repressione politica, Adelaida cerca solo di sopravvivere.
Ma un giorno, tornando a casa, scopre che la chiave nella serratura non gira
più: il suo appartamento è stato sequestrato e devastato da una banda di donne
legate al regime. Senza un posto in cui andare, cerca rifugio dalla vicina, la
cui porta è stranamente aperta, ma la trova stesa a terra, morta. Ogni speranza
sembrerebbe svanita, invece quell'ennesimo evento tragico potrebbe rivelarsi la
sua unica occasione di salvezza.
La recensione:
La prima morte
avviene nel linguaggio, nell'atto di strappare i soggetti dal presente per
trapiantarli nel passato. Per trasformarli in azioni finite.
Mi
rendo conto, che calamito decisamente quelle storie dannatamente profonde e
struggenti su di mè. Non mi considero la persona più adatta per sprecare il mio
tempo con inutili regressioni letterarie, ma pur quanto io decida di <<
evitare >> romanzi di questo tipo, storie come quella che si porta dentro
la Borgo spiccano come un raggio di sole in un banco di nuvole e pioggia.
In
ambito letterario, come da ogni punto di vista, e soprattutto per quanto
riguarda quei romanzi che decido appartengono al mio bagaglio culturale, Notte a Caracas è quella perla lucente
in un mare di detriti e rifiuti. Piuttosto semplice, ma introspettivo,
drammatico, dilaniante, tragico in cui, sebbene nemmeno il tempo riesca ad
abbattere e annientare la colla degli anni che ha saldato ogni parte di un
tutto come qualcosa di irrimediabilmente immutato, la storia della coraggiosa
Adelaida è un corpo estraneo. La stonatura che ha riempito un mondo colmo di
disordini e sfaceli, sia morali sia fisici. Bastava guardare la stessa
protagonista, il suo sentirsi << guasta >> per capire quanto in
realtà fosse lei quella giusta e sbagliato il mondo in cui è costretta a
vivere: un intrusa che si è infilata inconsapevolmente tra di noi e che in un
certo senso crea un contrasto.
Fra
le pagine di Notte a Caracas non ci
si spiega da dove fossero piovuti tutti questi aspetti negativi tanto
incorreggibili da non poter essere diversi nell'aspetto. La gente che usciva
dalle proprie case per farsi ammazzare volontariamente; minacce che sono
invisibili per alcuni ma vulnerabili per altri; la compassione, una forma di
crudeltà inammissibile continuamente bersagliata da attacchi rivoluzionari.
Eppure non ho avuto alcun dubbio che Adelaide fosse una figlia di Dio che da
adulta ricorda ancora i dolori atroci della paura e della speranza. Di sicuro,
niente che nessuno si augura o non vuole combattere.
Se
non fosse stato per la sua forza, il suo coraggio, Aelaide non avrebbe vestito
i panni di quell'eroina coraggiosa che, in un mare di sopprusi e violenze,
avrei potuto invidiare. E non a caso la sua presenza è stato il contraccolpo a
gesti di sconsiderabile sconcerto e perplessità. Il lettore si domanda se, per
una ragazza così sfortunata, il Fato non fosse inciampato, magari per uno
sgambetto, e che in questa ragazza e in tutto ciò che la riguarda si fossero
insinuati piccoli << difetti >>. O meglio, i suoi famigliari o gli
amici convivevano con l'idea che la speranza non esistesse. Non se ne conosce
nemmeno il significato, poiché non c'è posto per la comprensione, per la bontà
d'animo. Ma l'autrice tenta con tutti i mezzi di mostrarlo, e di poter fare la
qualunque purchè si notasse, ma era una partita persa in partenza.
Assieme
a Adelaide, il lettore soffrirà per lei questa situazione. Si sente triste,
solo. Sebbene lei era la prima a non volersi esporre, saranno gli eventi a non
poterla tenere lontana dai guai. A quel crudele ed egoista del Fato non gli dispiacerà
nemmeno che fra fratelli e sorelle, o madre e figli si tendesse a ignorare
l'esistenza. Tutto sommato anche l'affetto, in un qualunque forma o simbolo, è
piuttosto minimo. Si è bravi a tenere a bada l'emozioni, a sopravvivere nel
combattere qualcosa che non si potrà mai abbattere completamente, brillanti nel
linguaggio e nelle arti manuali. Ma agli occhi della Patria erano nient'altro
che individui privi di spessore, insignificanti. Con pensieri piatti, dalle
vedute ristrette, privi di ogni immaginazione e si preoccupano soltanto delle opinioni
altrui. Soprattutto non dotati di quella sana capacità di dubitare, necessità
per sviluppare una vera saggezza.
Notte a Caracas rietra nella
categoria di quei romanzi che mutano e crescono in tutta la loro meravigliosa
essenza, trasformando in insulsi granelli di sabbia ogni cosa di cui la sua
autrice ci parla. Con poche parole, anche se forse in maniera del tutto
inconsapevole, la Borgo nasconde quanto fra le sue pagine ci sia del vacuo e
del tedioso. E per queste ragioni le mie licenze furono meno timorose nel
seguire << l'ascesa >> di un leader sconosciuto che ha avviato un
disegno di distruzione, sfacelo, non mancando mai di ricordarci il numero di
effetti, tormenti, cause o conseguenze avute.
Sposando
la mia anima semplice con quella complessa del romanzo, assaporando la
sensazione di essermi finalmente immersa in un momento storico, quando ho messo
piede in questa terra magnificamente splendida ma desolata mi ha colpito maggiormente
la tersa luminosità dei colori, che sembrava rievocassero un altro tempo, un'altra
epoca. Ogni cosa talmente avvolta nel buio, nel grigiore della distruzione, nel
tanfo putrescente dei gas e degli spari, che stona tuttavia col disegno estremamente
complesso e impressionante della sua autrice di voler scovare una strada anche
quando non se ne aveva la certezza di averne una.
La sopravvivenza
fa parte dell'orrore che si porta dietro chi scappa. Un predatore deciso a
distruggerci se siamo sani, per farci sapere che qualcuno meritava di restare
in vita più di noi.
L'arte
delle parole incide un segno nella nostra anima, mediante le gesta di una donna
che sa essere imprevedibile, che mette ogni cosa a soqquadro, che si cala nei panni
di questi poveri disgraziati che giorno dopo giorno si nascondono dietro
sorrisi di condiscenza.
Notte a Caracas è più di un
semplice racconto; è il riassunto di coloro che sono il prototipo di gente
costretta a vivere nell'abbandono, con semplici atti di innocenza, sostenendosi
l'uno con l'altro, incarnando così la forza e la speranza del valore baldanzoso
che avrebbero avuto le cose.
Penso
ci voglia coraggio per dichiararsi rivoluzionari verso o presso qualcosa o qualcuno
in cui sei solo, di fronte, metà dei quali sicuramente ti vorrebbero morta. Adelaide,
a questo proposito, ha scombussolato letteralmente il mio universo, con la sua
triste storia di un abbandono involuto, repentino, consapevole che nonostante
tutto non si sia potuto fare niente se non condannarsi nella conoscenza degli
intrighi, degli eventi bellichosi che pian piano hanno preso forma. Molto vicina
a una forma di predominio e violenza che suscitano fastidio, in cui costringono
a vivere isolati e avvolti esclusivamente da parole che sono sempre più vicine alle
persone vere, a quella gente che giorno dopo giorno mutila la nostra ignoranza.
Notte a Caracas evidenzia una certa
fiducia per la vita, per alcuni dogmi relativi alla storia in cui si desidera perennemente
un'esistenza migliore. Qualcosa di sconfortante, per intere comunità che ci
ricordano come siamo e chi siamo, per quale motivo siamo, per quale scopo siamo
in vita per sfruttare i vantaggi pur di sopravvivere.
Mediante
la figura di Adelaide, la Borgo cede al lato umano, all'universale desiderio di
combattere fra i sopprusi di una guerra infinita, eleudendola sopravvivendovi, affinchè
possa realizzarsi dal nulla un utopia di un'esistenza razionale. Prototipo di
peccati dell'anima, sensi di colpa verso un passato che non si può annullare,
sensi di colpa verso un futuro utopico che non ci sarà mai, e che giustifica i
rapporti illusori, sereni fra famiglie paragonandoli a gruppi di soldati in
guerra contro un paese straniero. Ogni uomo ha bisogno di un po’ di conforto,
specie se all'indomani potrebbe non esserci più. Si dipana, sotto i nostri
occhi attoniti, una storia complicata, che tenta innumerevolmente di liberarci
disperatamente dalla morsa della Patria. Sebbene è troppo tardi, e chiunque
legga o decida di abbracciare questa storia lo sa.
La morte passa
in fretta quando il mondo è impegnato a girare. E il nostro non ha girato su sé
stesso per farci incontrare, come la terra nella poesia di Montejo. Il nostro
si è rovesciato ed è caduto addosso agli altri. Ha schiacciato i vivi e i morti
unendoli in uno stesso gesto.
Valutazione
d'inchiostro: 5
Un'altra bellissima recensione, complimenti!
RispondiEliminaGrazie, come sempre :)
EliminaSono felice che hai parlato di questo libro, era un'uscita che mi era sfuggita invece adesso mi incuriosisce molto. Lo segnerò in wishlist ;)
RispondiEliminaGrazie a te :)
Eliminache bella recensione, libro dal forte impatto
RispondiEliminaMolto. Una lettura che non si dimentica facilmente ☺️
EliminaQuesta lettura mi attira molto! Probabilmente visto in libreria non lo avrei considerato, né la copertina né il titolo suscitano il mio interesse, ma leggendo la tua recensione, scopro che invece la trama è molto interessante
RispondiEliminaAbbastanza, Claudia. Come hai potuto vedere, a me è piaciuto davvero molto ☺️
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