Che cosa spregevole aver procrastinato per così tanto tempo il secondo volume di una saga che, qualche mese fa, avevo amato profondamente. L'attesa della sua pubblicazione è stata alquanto brutta, ma capita che talvolta non si può proprio fare nulla. Pur crudele e dolorosa che possa essere un simile avvento, il segreto è che talvolta pazientare non è sempre brutto.
Ecco perché La musa degli incubi giunse tardi, ed ecco perché non mi ci tuffai nell'immediato. La mia copia fluorescente languiva sullo scaffale dal mese di giugno, ma il mio animo non era predisposto ad accoglierlo... Non ho potuto farci niente! Che questo lo dovevo interpretare come il segno nefasto di un rinvio, a data da destinarsi?
Ecco però che la mia risposta è giunta quando meno me lo aspettavo. Ed ecco come ho scoperto il suo epilogo come nascosta sotto una carcassa informe di pelle e ossa. Angeli e demoni, che nell'insieme sono la linfa vitale di queste pagine.
Titolo: La musa degli incubi
Autore: Lainy Taylor
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 15 €
N°di pagine: 523
Trama: La peggiore paura degli abitanti di Pianto si è concretizzata: nella minacciosa fortezza di mesarzio i figli degli dei sono ancora vivi. Sarai è diventata un fantasma, mentre il Sognatore ha appena scoperto di essere lui stesso un dio dalla pelle blu, l'unico capace di fronteggiare l'oscura Minya, animata dall'implacabile desiderio di vendetta nei confronti degli umani che massacrano la sua gente. Lazlo si troverà di fronte alla più impensabile delle scelte: salvare la donna che ama oppure tutti gli altri. Ma inquietanti misteri dimenticati chiedono di essere risolti: da dove sono arrivati, veramente, i Mesarthim, e cosa ne è stato di tutti i bambini nati nella fortezza durante il dominio di Skathis? Quando i portali dimenticati si apriranno di nuovo, mondi lontani diventeranno pericolosamente vicini e un inatteso, potente nemico arriverà deciso a spazzare via le fragili speranze di tutti, dei e umani. Sarai, la Musa degli Incubi, conoscitrice di ogni genere di paura fin da quando aveva sei anni, sarà costretta ad affrontare orrori che neanche immaginava e ad andare oltre i suoi stessi limiti: l'esperienza le ha insegnato che l'odio e il terrore sono sentimenti facili da provocare. Ma come si fa a rovesciare l'odio, a disinnescare la vendetta? È possibile salvare i mostri, piuttosto che annientarli?
La recensione:
Una novantina di giorni dopo, mentre sistemavo gli scaffali delle mie librerie, assediata dal costante pensiero di leggere e completare la lettura di opere incomplete o che, pazientemente, hanno languito sullo scaffale per troppo tempo, ricordai uno dei momenti più belli trascorsi con Lainy Taylor ( la nascita del suo Sognatore, di Pianto, la fin troppa innocente eccitazione per la realizzazione di un sentimento amoroso puro e casto). Ricordai anche che il suo seguito, il volume che avrebbe dovuto concludere ogni cosa, lo avevo impunemente tenuto fuori dal mio cerchio. << Io sono una lettrice, no? >>, e tre secondi dopo aver preso questa consapevolezza mi precipitai a tuffarmi nuovamente fra le pagine de La musa degli incubi. Il posto che da qualche tempo non fa più parte di me, ma in cui amo tornarci e lasciare un segno del mio passaggio.
Ricordavo ogni cosa come l'avevo lasciata, e come se avessi cercato inutilmente di fermare il corso degli eventi il flusso narrativo della sua linfa continuò a scorrere. Accolsi per l'ennesima volta la storia di Lazlo e della sua dolce amata, distante dai relitti umani che circondavano tutt'intorno.
So sempre, quando proseguo la lettura di una saga, di trovarmi dove non dovrei trovarmi. Qualche personaggio o fattore non è in grado di soddisfarmi completamente ed ciò influisce con il mio giudizio: proprio come in questo secondo volume, che non ha niente di orribilante o mostruoso ma che non ha viaggiato sullo stesso binario del precedente.
Ma che dispiacere!
Una corte marziale armata per la supremazia e la lotta, una sentenza, una lunga condanna ad una vita infelice, triste, solitaria, insoddisfacente, il tutto protratto per le lunghe, in un centinaio di pagine aggiuntive che hanno spazzato la magia che avevo respirato nel precedente romanzo.
Ecco quanto. Il mio viaggio nel mondo di Lainy Taylor avrebbe dovuto concludersi col ricongiungimento dei due innamorati, come in Sogni e mostri e divinità. Ma, qui, non è stato proprio così ed io, prima di adesso, non ero mai caduta così tanto nello sconforto. Perché avevo confidato in un certo potenziale, in un abbraccio stretto e forte che mi avrebbe tenuta salda per qualche tempo.
Ecco che cosa mi è capitato fra le pagine de La musa degli incubi, per aver ascoltato i pareri di altri lettori, esultato prima del dovuto, averlo proclamato alla pari de Il sognatore. Eppure la Taylor era tornata a chiamarmi: alle mie orecchie era giunto il suono dolce ma attutito della sua voce, resa poi tonante nel momento in cui prese vita. La grande eroica lotta contro la libertà, la concezione della donna come essere estremamente appassionata, debole ma lottatrice di una dinastia che deve sorgere. È forse questo il vero significato dell'esistenza per la Taylor? Un mondo in cui l'amore ha una sua importanza, pulsa come un cuore che batte ma che non brilla più di tanto, ed io non ho potuto cogliere la medesima bellezza di qualche mese fa. L'inerstirpabile possibilità di scegliere, l'anima saldamente legata e stretta ad ognuno di noi, un colore di pelle che differenzia dalla massa, sono tutti emblemi che i romanzi dell'autrice non rimuovono. Sono pilastri a cui saldamente si affida, e che non crolleranno mai. L'impresa gigantesca e titanica dell'inaspettato, pericoli di smascheramento e tutti i rischi della dissimulazione.. L'insensatezza di una vita che fra queste pagine ha una sua importanza, prende forma e respiro.
La città di Pianto, con le sue croste rocciose e dorate, brilla dalle pareti di uno strapiombo, alta e maestosa con le sue guglie e arcate naturali; un quadro meraviglioso che ha abbracciato un mondo intero.
Modo d'espressione in cui si è aggirata l'impossibilità, La musa degli incubi non ha il medesimo fascino del suo predecessore. Inconsapevole dei danni collaterali che vi sono tutt'attorno, come la distruzione di massa di una popolazione o il frantumarsi di sogni e speranze, non mi ha deluso al punto di bocciarlo impunemente ma nemmeno esaltato come credevo. Ero sempre a Pianto, in un altro mondo, in una nuova dimensione. Ma le sensazioni riscontrate sono state improvvise, smorzando il mio entusiasmo, concentrandomi maggiormente su ciò che avrei voluto vedere.
Così concludo questa recensione, con una tristezza indicibile nel petto, che ha raggiunto il mio cuore frantumandolo in minuscoli pezzettini. Impassibile a quel genere di seduzione che ha lacerato il mio animo, trascinata dall'incontrollabile strisciare del mondo.
Valutazione d’inchiostro: 4 -
Ahí ahí, mi dispiace! Ma mi sa che sto libro non fa per me..
RispondiEliminaLa saga non è tendenzialmente brutta, ma questo volume non lo si può di certo paragonare al primo che si è invece rivelata una bellissima lettura 🤗🤗
Eliminalooks good!!
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Thank you! 🤗
EliminaA me era piaciuto tantissimo e aveva calmato il nervoso per come si era concluso il primo. Capisco però le tue emozioni, molto bene
RispondiElimina🤗🤗
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