Buon
venerdì, amici! Dopo una settimana dall'ultima recensione, la vostra sognatrice
d'inchiostro torna a farvi nuovamente compagnia con la recensione di un romanzo
la cui lettura è stata davvero una grande tentazione. Un desiderio incrollabile
come può essere quello di una lettrice avida di storie che, negli occhi di
questa storia, ha visto l'anima di un uomo un po' solo e non pienamente
soddisfatto. Dick Diver, incarnazione d'inchiostro dello stesso Fitzgerald,
algido e potente, tentatore e dannato, a cui non ho saputo resistere non appena
l'ho conosciuto.
Titolo:Tenera è la notte
Autore:
Francis Scott Fitzgerald
Casa
editrice: Feltrinelli
Prezzo:
13 €
N°
di pagine: 384
Trama:
Dick Diver, un giovane psichiatra, ha sposato Nicole, che in un incestuoso
rapporto col padre ha reso schizofrenica. Dick lavora a un libro, vivendo delle
ricchezze di Nicole tra la Costa Azzurra e Parigi, con un piccolo gruppo di
amici. Tra questi Abe North, un compositore alcolizzato e Tommy Barban, un
mercenario francese innamorato di Nicole. Il gruppo si unisce Rosemary, una
bella attrice americana di cui Dick si innamora. L'unione con Nicole si
sgretola e la donna inizia una relazione con Tommy. Il finale conclude
amaramente la vicenda.
La recensione:
...lui la baciò di nuovo e fu
gelato dall'innocenza di quel bacio, dallo sguardo che nell'istante che del
contatto lo oltrepassa per contemplare l'oscurità della notte, l'oscurità del
mondo. Lei ancora non sapeva che lo splendore è nel cuore, non appena l'avesse
compreso e si fosse fusa con la passione dell'universo, lui avrebbe potuto
prenderla senza dubbi ne rimpianti.
Dick Diver
emerse dal passato come un immagine ben definita, con una voce apprezzabile,
uno sguardo profondo di occhi intensi, accesi e astratti, e una bocca sensuale
che avrebbe fatto innamorare qualsiasi donna avrebbe incontrato sul suo
cammino. Dai contorni marcati, nel suo temperamento forte e un po' distaccato
c'è stato tuttavia qualcosa di nebuloso, preoccupato, di vago persino nello
sguardo, che involontariamente me lo aveva fatto designare come qualcuno a cui
è stata strappata la felicità. Ogni rimasuglio di speranza, addirittura di
vita, che vaga lungo la riva dell'assurdo; eppure Dick Diver era conosciuto,
come avrebbero detto di lui la confraternita dei suoi amici, come uno che
poteva fare qualsiasi cosa gli capitasse fra le mani. Un uomo potente e ricco,
che avanzava verso nuvole evanescenti, che poi fluttuavano verso il cielo. Un
uomo piuttosto avvenente; possessore di un garbo speciale che era parte
integrante della sua vita, passata e futura, non dettata dalle circostanze.
Quando,
dopo la conoscenza di certi personaggi, si incomincia a riprendere conoscenza
di sé, della realtà che ci circonda, una delle prime constatazioni che si
fanno, uno dei primi, inevitabili segni che si hanno quando si termina di
leggere certi romanzi, sono le sensazioni. Io ne ho sempre una gran quantità,
quando mi capita di trovarmi in certe situazioni, e tuttora non riesco ancora a
tenerle a bada. Che cosa dovrei fare? Spegnere l'interruttore del cervello, e
lasciarmi andare alle sorti di un fato crudele ed egoista? Trasferirmi in un
nuovo corpo? Assolutamente no: aprendo una porta su un mondo che mi si spalanca
dinanzi e che invita a entrare, fra le mie innumerevoli avventure letterarie,
una scarica di qualcosa di meraviglioso entra automaticamente nelle mie vene
attraverso un mucchio di parole pescate da qualche parte. La luce che mi sembrava
di scorgere diviene più forte e io mi sento tranquilla.
Il
congegno artificioso delle emozioni, dei ricordi, esposti quasi sempre ai venti
della vita, è un meccanismo di cui io non ne sono completamente responsabile.
Non so dire da cosa scaturiscano certe cose, eppure mi aiutano a sentirmi
meglio. Forse il motivo è dovuto dal fatto che derivano dalla stessa roba che
il cervello produce automaticamente, per conto suo, quando è assolutamente
indispensabile. La mente sa quel che fa, nonostante talvolta sia ingannevole.
Nell'attimo stesso in cui veniamo travolti dalla risacca disomogenea del tempo,
la mente mette in circolo un meccanismo che gli rende possibile evocare
qualcosa. Un sentimento. Un emozione. Qualcosa che si è saldamente tenuto
nascosto e che adesso necessita di uscire. E' così che un uomo adulto, a cui la
vita ha riservato alti e bassi, dalla soffitta impolverata della sua anima,
solleva una quantità di domande e li riversa in quel contenitore imperfetto che
è la scrittura.
Ed è forse
così che si spiega la bella storia di Fitzgerald...o meglio dire di Dick Diver.
Complesso e un po' algido che, nel grande bazar della vita, in cui si
preferisce la qualità alla quantità, era diventato famoso per la sua
somiglianza con lo scrittore americano. Il suo temperamento semplice, la pace e
la buona volontà, l'enfasi sulla sua figura più evanescente, che derivavano da
un disperato patto con gli dei e da lotte inimmaginabili.
Immobile
nel mio letto, non avevo che da far passare il tempo e il ricordo di questa
storia mi ha tenuto compagnia in questi primi giorni d'aprile. Cercando di
tenere a bada la curiosità, i pregiudizi, mettendo a tacere la vocina interiore
della mia coscienza, meditandoci sopra, in attesa, distraendo la mia mente
costringendola a immaginare qualcosa che non avevo ancora visto. Mi dicevo che questa gioia covata segretamente per una
manciata di ore sarebbe presto volta al termine, e che c'è stato qualcosa anche
di mio fra quelle pagine. Una selvaggia immersione dell'anima, un tuffo di
tutti i colori in un'unica tinta scura.
Mi sono
chiesta come sia stato possibile che l'eco lontano di una voce venata da una
debole cantilena americana, che ha e che continua a corteggiare il mondo,
trascese con una certa durezza, con autocontrollo e disciplina del secolo. Non
ero pienamente consapevole di quello che avrei visto, ma sono stata in grado di
sentire ogni cosa. L'intensità, se non la natura, di tutto ciò che mi ha
circondato. Sullo sfondo di un crepuscolo verde, in una Parigi un po' vuota e
un po' stantia, fra la gente che mangiava all'aperto e che ascoltava i fieri
pianoforti meccanici dietro le viti dei piccoli estaminets di campagna.
Mi sono
chiesta perché la storia sembrava fluttuare leggermente verso il cielo come una
pista da ballo sui piani, dando al lettore la sensazione di essere solo
nell'universo, sfamato da una miriade di parole, scaldato da un unica luce al
mondo. I personaggi brillavano, si espandevano, lusingati dalla mia presenza,
rimpiangendo nel silenzio delle loro riflessioni il mondo che si sono lasciati
alle spalle. Affacciandosi indirettamente sull'oceano, pronti per un cambio di
rotta, un rimescolamento di atomi che avrebbero formato la molecola essenziale
di un nuovo popolo.
Sentirai il tuo riflesso scivolare
negli occhi di chi ti guarda. Non sei più isolato, ma immagino che per spiccare
il volo devi toccare con mano la vita.
Non mi trovavo più fra le vecchie mura della mia
camera. Non era il sole ma la potenza di un amore - capace di riannodare, con
infinita sagacia e pazienza, due sottilissimi fili che si erano persi nella
confusione della vita, da un capo all'altro del mondo, a splendere fra
anfratti, paradossi del cuore umano. Ad addolcire la compagnia di una giovane
donna trasumanata in atti semplici e ingenui, a sfiorare i contorni della sua
figura piccola ed esile, a trasmettere un forte senso di benessere. Una magia
straordinaria, tutt'altro che normale, lirica e piena di turpitudini oscure
dove ho offerto completamente me stessa, anima e corpo, con abbandono e
rigurgito di struggenti energie. Avrebbe potuto essere una perfetta esaltazione
di un amore creato su carta. Un groviglio di sentimenti, un impasto di nervi e
sangue. Salvezza e dannazione. Principio e fine. Tuttavia non ho potuto
contemplarne ammaliata la sua bellezza, in quanto la mente era troppo impegnata
per decifrarne il suo linguaggio, raccogliendo nella sua essenza tutto quello
che c'era al suo esterno per accaparrarmene. In cambio, io gli promisi me
stessa con tutto il cuore, e in cambio di poco il battito di una risposta. La
certezza di una vibrazione non completamente mia. Attimo dopo attimo, fluendo
nella dolcezza dei baci, dalle lande deserte del mio animo.
A differenza degli amanti, non avevano un
passato; a differenza di un uomo e di una donna, non avevano un futuro.
Tenera è la notte è la biografia di un
uomo che, entrando nella lotteria della vita, vedrà il suo mondo capovolgersi.
Entrare a contatto con mondi altrettanto diversi, incompleti e inconsistenti,
in cui lottano le emozioni e gli istinti. Una storia modernissima che è tuttavia
l'eco di un epoca che non è più nostra, che darà inizio a una danza di parole
che ha una cadenza tutta sua.
Un quadro prettamente realistico in cui la supremazia,
la bellezza etica, si fonderanno con quella visiva - con l'esaltazione di
paesaggi meravigliosi e struggenti. La malinconia dell'anima, la solitudine del
cuore che segnarono la vita di Fitzgerald in cui l'opera ne è una sana
testimonianza. Intraprendente, ossessiva, naturale, come la vita di ognuno.
- Come possiamo fare se
non amarci e amarci? Ah, ma io ti amo di più e me ne accorgo quando sei
lontano, anche per poco. E' meraviglioso essere come tutti gli altri, allungare
un braccio e trovarti lì accanto a me, bella calda nel letto.
Valutazione d'inchiostro: 4
Sembra una storia molto affascinante e voglio assolutamente recuperarla, visto che di Fitzgerald ho letto solo Il grande Gatsby.
RispondiEliminaLo é, Beth. Te lo assicuro! Per me Tenera é la notte é stato il primo romanzo che ho letto di quest'autore, e al prossimo giro in libreria recupererò anche Il grande Gatsby :)
RispondiEliminaEhi! Mi dispiace commentare così in un post ma non sapevo dove altro farlo, perdonami.
RispondiEliminaOggi il mio blog compie un anno e, come spesso accade, è stato aperto un giveaway.
Spero ti possa interessare, ti lascio il link.^^
A presto!
http://ventodilibri.blogspot.it/2016/04/un-anno-del-blog-giveaway-di.html
Grazie, Valeria!! Passo subito ;)
EliminaBella recensione, Gresi, devo ammettere che il romanzo mi incuriosisce!
RispondiEliminaGrazie! Se ti capita di leggerlo ti consiglio di buttarti ;) Io ero un pochino titubante, all'inizio. E infatti ha dovuto attendere un pò, prima che lo leggessi. Ma dopo che l'ho letto me ne sono pentita: avrei dovuto leggerlo prima ;)
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