sabato, luglio 13, 2019

Gocce d'inchiostro: Cani neri - Ian McEwan

Malgrado tutto, ho preferito di gran lunga il McEwan di Espiazione. Questo piccolo ma non semplice libriccino, aveva attirato la mia attenzione ma non mi aveva dato alcuna certezza che ciò che contiene il suo contenuto potesse costruire un ponte di lancio per ordine di un mistico profanatore di miti o leggende, o che l'autore stesso fosse stato coinvolto in una 'missione' che consisteva nell'infiltrarsi nel passato per favorire e rispondere a qualche domanda individuale. Sebbene le intenzioni onorevoli, lo stile impeccabile, un intreccio solido e avvolgente, Cani neri si è discostato di gran lunga dalla mia comfort zone, ma ciò non ha infranto la ferrea convinzione di proseguire questo mio percorso con la lettura di qualche altro suo volume. Magari in questo modo potrò finalmente entrare a far parte di quei lettori che osannano l'autore, e riconoscere il medesimo talento riscontrato in Espiazione in altre sue fatiche letterarie.



Titolo: Cani neri
Autore: Ian McEwan
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12€
N°di pagine: 212
Trama: Jeremy ha perso I genitori a otto anni in un incidente stradale: da allora va cercando dei sostituti, finchè li trova definitivamente nelle figure di Bernard e June Tremaine, adottati per così dire attraverso il matrimonio con Jenny. Bernard e June si incontrano nella Londra degli anni Quaranta; a unirli è l'amore reciproco e la fede nell'ideale comunista. Ma per paradosso saranno proprio il loro amore testardo e la cocente disillusione del comunismo ad allontanarli nel corso degli anni. Il romanzo è appunto un tributo a questi due vecchi, rappresentanti della generazione che ha vissuto la propria giovinezza durante il secondo conflitto mondiale, e il tentativo di Jeremy di ricucire nel ricordo il loro amore.


La recensione:




Ho imparato il resto della vita per scoprire che nel momento in cui si entra completamente nel proprio presente, vi si scoprono spazi infiniti, tempo indefinito...


Senza alcun dubbio è una storia profonda e introspettiva che descrive e scruta attentamente una parte fondamentale del nostro essere. L'individuo è scisso dalla straordinaria suddivisione del concetto di 'buono' e 'cattivo' e, come il lato positivo regna sovrano in noi una parte negativa talvolta prepotentemente si impadronisce della nostra coscienza impedendo così qualunque parvenza di sopravvivenza o ribellione.
A giudicare dal tono, dalla stato di abbandono che inevitabilmente trascina in uno stato quasi catatonico, Cani neri ci porta dinanzi a un unico banalissimo concetto: la vita non vale niente, è solo ciarpame da ammassare a mucchi. Nonostante questo, il suo creatore si è mosso con grazia, persino con una delicatezza tipica del sesso femminile.
Se avesse voluto attirare l'attenzione, McEwan avrebbe dovuto trovare un modo migliore per farlo. Avrebbe dovuto scrivere un romanzo diverso, o perlomeno non avrebbe dovuto presentarmi Cani neri. Il repentino slancio temporale, il perenne desiderio di aggrapparsi alle bellezze della vita pur di renderci migliori combattendo qualunque avversità è qualcosa che si muove mediante delle semplici osservazioni in cui ogni cosa si immobilizza, si ferma poiché corrotti dal futuro. L'autore così rovina un pó bruscamente quel magico legame che si era instaurato fra noi, qualche tempo fa, instaurando però un silenzio carico di significato. Dal pozzo oscuro della mia coscienza, dove questa storia ha risieduto per qualche ora, ho contemplato la figura del protagonista come una creatura che si agita in superficie, blatera tutto il giorno, non imparando granché. Come un gruppo di uomini di salvataggio che si è imbattuto casualmente in lui, tutto nell'insieme mi ha presa alla sprovvista, mi ha fatto vedere Cani neri sotto una nuova luce che mi ha colpito più alla testa che al cuore e che mediante le testimonianze dell'autore è una percezione distorta ma approfondita della realtà che ci circonda. Ne vidi l'anima mediante la risacca disomogenea dei ricordi. L'abbandono, la famiglia, il distacco, l'allontanamento dal mondo pur di ritrovare sé stessi, senza alcuna spiegazione di ciò che stiamo facendo, sono alcuni squarci di un anima dal cuore fragile che rappresenta la porzione di una catastrofe dolorosamente sentita.
Riemergere infatti non è stato facile. Incuriosita come un bambino che si affaccia per la prima volta al mondo, trascinante come un anima in pena. Perlomeno l'ho identificato come la persona con la quale non ho instaurato alcun legame ma con cui ho preso coscienza di molte cose.
Certi sentimenti che non si possono estinguere né estirpare poiché saldamente nascosti sono alcuni dei temi che caratterizzano la prosa mcewana. Banalmente, non mi sono soffermata più di tanto nel momento in cui Cani neri entrò a casa mia. Mi sono lasciata sedurre dalla prosa seducente dell'autore quasi con un certo disagio, una dipendenza trapiantata ai confini di una piccola bolla in cui si pensa, si vive, si scrive.
Mentre venivo sballottolata da un posto a un altro, da un epoca a un altra le parole cominciarono a prendere vita. Cosa fare se non interpretare questo trattato antropologico che l'autore ci sbatte in faccia? La scrittura si fonde alla realtà, mediante un semplice essere umano, che si avvale dei ricordi, prendendosi la briga di creare un mondo a parte che ha avuto il potere di frantumare qualcosa da dentro. E con un discreto successo! Ne sono derivati rumori forti, grida, suoni che montavano e smontavano qualcosa da dentro. 
A dispetto di Espiazione, Cani neri non trasporta in un idea bellissima e attraente. Con Ian McEwan non si spreca il proprio tempo, specie se limitato, ma frantuma una piccola parte della tua anima per poi rimetterla al proprio posto. Mediante parole che tuttavia non si sono mescolate a grandi emozioni in quanto oscurate da qualcosa che nemmeno io riesco a spiegare. Romanticamente parlando, mi piace definirlo come un qualcosa di sepolto nel passato che ha un certo potenziale. 
Cani neri è senza alcun dubbio una lettura che fa riflettere, conduce lungo la corrente di un fiume di parole incastrate alla perfezione. Tanti sogni infranti, speranze, illusioni a cui resistere è stato davvero difficile. In una trama non propriamente perfetta, in un avvincente e sfrontato ardore incarnati nell'esaltazione del ricordo, del tempo, dell'amore e dell'amicizia. 



La natura umana, lo spirito, il cuore, l'anima dell'uomo, la sua stessa coscienza alla fine sono le sole realtà sulle quali ci è dato di lavorare. Devono crescere, espandersi, altrimenti la nostra felicità non diminuirà mai. 


Valutazione d’inchiostro: 4 - 

8 commenti:

  1. Mi interessa pure questo, ma di McEwan devo leggere quasi tutto...
    Do la precedenza ad altro. :)

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    1. Ho apprezzato maggiormente Espiazione, ma anche questo romanzo non è brutto. Eppure, mi ha emozionato un pó meno di quel che pensavo 😊

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    2. Espiazione ce l'ho, ma ho amato troppo il film per passare al romanzo.
      Lo conosco troppo a memoria. Prima o poi, però... :)

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    3. Ti capisco! L'ho amato anche io, ma un tantino di più il romanzo 😊 fammi sapere, se dovessi cambiare idea ☺️

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  2. "Alla fine, ognuno ritorna al proprio percorso, ma nessun viaggio finisce"
    un estratto dal libro che ho letto ora😊

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  3. Non ho letto nulla di suo, ma mi ispira più "Espiazione".

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    1. Espiazione è secondo me il romanzo migliore, sino a oggi, ma Cani neri è per me il secondo approccio con questo autore. Dunque ancora non so... Leggerò certamente qualche altra opera per farmi un'idea più precisa ☺️

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