martedì, giugno 23, 2020

Gocce d'inchiostro: Cercando Virginia - Elisabetta Bricca


Dopo il primo approccio con Virginia Woolf, mi promisi che nel tempo avrei letto e divorato ogni romanzo scritto dalla stessa o con protagonista questa scrittrice inglese. La prima volta accadde in un periodo non dissimile a questo, in un pomeriggio estremamente afoso e tedioso, in cui ricordo ancora come sgranai gli occhi, il cuore sussultò nella mia gabbia toracica come un tamburo, nel mentre si dipanavano le vicende biografiche di una donna affetta da solitudine e incomprensione. Naturalmente, da qui si susseguì la lettura di Mrs Dalloway, che ho adorato … e poi più nulla. Non perché persi interesse, ma semplicemente perché la donna che avevo deciso di avere al mio fianco per qualche tempo smise di chiamarmi. Ogni tanto mi sorprendo a fissare ammaliata gli unici due romanzi che possiedo di questa autrice, ma fu solo l’altra sera che mi avvicinai nuovamente. O, per meglio dire, mi avvicinai a qualcosa di simile. Allo scatto di una fotografia puramente personale di una giovane scrittrice italiana, meno solenne e lirico della musicalità woolfiana, ma ricco di sguardi indiscreti e atti di mancata libertà e indipendenza con la quale ci si muove sgomitando. Mi ci sono mossa io, e la protagonista, Emma, che, per qualche strana ragione, fu intrappolata nelle maglie di mariti troppo ossessivi, uomini bruschi e violenti, genitori anticonvenzionali bigotti e creduloni. E tutto questo è stato così armoniosamente legato alla letteratura, che non appena ne ho avuto la prova mi ci sono fiondata. Ciò avrebbe estrapolato la bellezza, mi avrebbe fatto sfuggire dal piattume del giorno, ottenendo così un certo gusto per la vita e la buona letteratura.
Titolo: Cercando Virginia
Autore: Elisabetta Bricca
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 240
Trama: Cortona, 1976. la luce è flebile, ma a Emma, rannicchiata nel fienile, basta per immergersi nelle pagine dei libri che è costretta a leggere di nascosto. Lontano dagli occhi del padre che la vorrebbe impegnata nelle faccende domestiche. Finora è riuscita a proteggere il suo segreto. Ma, quando si rende conto di non poter più continuare, preferisce andarsene e accettare un posto da cameriera offertole da una ricca aristocratica di origini inglesi che si fa chiamare “signora Dalloway”. Per Emma quel lavoro rappresenta l’occasione unica di conquistare l’indipendenza. Ciò che non si aspetta è di trovare nella signora Dalloway un mentore, oltre che un’amica fidata. Fin dai primi giorni di servizio, la donna si accorge della curiosità che accende l’animo di Emma. È per questo che decide di proporle delle ore di lettura condivisa alla scoperta di una delle prime scrittrici femministe della storia: Virginia Woolf. Così, sfogliando << Una stanza tutta per sé >>, << Le tre ghignee >>, << Diario di una scrittrice >>, Emma si nutre delle parole illuminate di Virginia e inizia a coltivare il sogno di una vita in cui è lei a scegliere il proprio destino. Ma per realizzarlo deve prima combattere contro chi tenta in ogni modo di ostacolarla e tenerla lontano dai libri. Solo così potrà davvero trovare la sua personale Virginia e, in lei, la voce per esprimere ciò che sente dentro.


La recensione:

 Dobbiamo imparare ad avere fiducia in noi stesse e nelle nostre capacità. Una donna non è un oggetto. È, prima di tutto, una persona e in quanto tale ha il diritto di essere ciò che vuole.

Quanto amo la letteratura inglese, classica, vittoriana, medievale, moderna, assistere a parole che mi si sono attaccate addosso, alle mie braccia, alla mia testa, l’una che sembrava interagire con l’altra! Su una poltrona o su un morbido letto, quando apro un romanzo mi imbatto quasi sempre in vicende o situazioni che il più delle volte non mi aspetto: la vita – già nel suo momento più rigoglioso – e innumerevoli personaggi che avanzano titubanti in questo impervio cammino. Indicazioni della natura ciclica della vita che nella maggior parte dei casi mi lasciano con la sensazione di aver acquisito una profonda comprensione dell’intero universo dipinto dal suo autore o dalla sua autrice. Io, da sempre alimentata da una fervida curiosità che negli anni è sfociata in una passione ardente, armata di taccuino e penna a sfera, davanti a questi personaggi, comprendo il mondo circostante. Quasi sempre confido che il loro sia un messaggio che io possa vedere, e, forse, vedere il mondo circostante con altri occhi sarebbe utile: chi è un non lettore ignora certi segnali, ma chi si ciba di letteratura – quella vera –, certe cose sono gesti spontanei. In questi momenti l’anima confluisce esattamente con quella del suo creatore, appare sempre e più che mai luminosa ed evanescente, e non una copia sbiadita bensì originale. Piccola creatura indipendente per la quale sento e sentirò finchè sarò in vita la più profonda affinità.
Cercando Virginia, dell’italianissima Elisabetta Bricca, esplica come la vita stessa – spesso ingiusta e disdicevole – è odiata dalla sua figlia di carta, Emma, inevitabilmente, poiché i suoi idiomi di libertà furono distrutti da chiunque la circondava. La tangibile pienezza quotidiana, la fluida regolarità che un tempo oramai estinto funge da fondamento di una vita che sgomita per la sopravvivenza, la libertà, l’unanimità, come una sorta di illusione, paradiso mancato, fantasie sproporzionate e beffardamente inaccessibili – per molti – vere per tutti quelli che amano i libri e la letteratura. Questo disgraziatamente lo so già, e non soltanto perché quella delle parole riverse su carta è anche una delle mie più grandi passioni, ma anche perché nella vita di tutti i giorni – se non fosse per questo piccolo blog – sono tenuta a portata di mano di pregiudizi, disprezzi altisonanti specie da persone a cui sono legata, che rivelano quasi sempre parti del mio essere che sono diatribalmente opposti. La vita, l’esperienza mi ha concesso una certa buona dose di forza, una certa forma di autoconversazione che mi garantisce di vivere questo interesse come mi pare e piace, senza dover dare conto a nessuno, divorando pagine, autori che più mi aggravano. Questa è un tipo di filosofia di cui ho fatto ammenda molto tempo fa, ma nella sua vulnerabilità mi riempie di orgoglio ogni volta che mi imbatto in storie che sono molto simile alla mia. L’uomo è pienamente libero se può fare quello che ama e farlo bene.
Quella di Elisabetta Bricca è una di quelle testimonianze d’amore per la letteratura, e, soprattutto per Virginia Woolf, il cui interesse ho nutrito dal primo momento in cui seppi della sua pubblicazione. Sotto una veste bellissima e raffinata di una ragazza dai capelli color fuoco seduta con le spalle rivolte a uno scaffale capiente di libri, la didascalia sembrava riportare la dicitura di una storia adatta a me. Quando si amano così intensamente i libri, incappare in letture che hanno come protagonisti i romanzi è fonte di grande sostentamento.
Ed ecco che ho apprezzato parecchio questa storia, si davvero: e comunque, che importanza avrebbe potuto avere le mie parole per la sua autrice, che probabilmente non saprà nemmeno della mia esistenza? L’unica cosa che ha più contato è che quella di Cercando Virginia ha stabilito forme contorte del mio animo che non credevo di possedere: la banalità di certe situazioni che potrebbero tediare o estirpare l’originalità del romanzo non ebbero alcuna importanza nel momento in cui conversero in un unico fronte. Quello di aver potuto risiedere nel cuore stesso della Woolf. E questa mia recensione entusiasta deriva esattamente dai cosidetti aggiustamenti che la Brecca ha tentato di attuare nel fondare una storia in cui Emma combatterà fino alla fine pur di stabilire la sua identità, la sua forza, ottenere ciò che per molti furono motivi di rimpianto o di riprovevolezza.
Cercando Virginia è stato quel recipiente in cui ha fluito e brillato in eterno lo spirito e la forza di una delle scrittrici più omaggiate della letteratura inglese: Virginia Woolf. Nel romanzo di Elisabetta Bricca, non ho scoperto nulla di originale o che già non sapevo, ma ho dialogato con figure evanescenti di cui sapevo ben poco. Combinando le sue esperienze e l’improvvisa conglomerazione di un’idea alla fine del suo percorso, la sua tesi esplica come i romanzi, chi li scrive, è superiore di qualunque forma di ostruzione, ossessione, che sebbene ci lasci incrinati e imperfetti ci dona poesia e magnificenza. Una gemma di verità pura che mi ha avvolto fra le sue pagine. Un ronzio dell’anima che sembra quasi impossibile tradurre in parole.
Quel che è assolutamente sorprendente è che, percorrendo a ritroso la storia della Woolf, sebbene imperfetta e non indimenticabile, è stata un’esperienza letteraria davvero entusiasmante che in qualche modo l’autrice ha trasmesso anche a me. Il suo è infatti un tentativo di decantare la purezza dell’animo, l’intensità delle storie alzandosi sul reale e possibile, e pur di farlo, ribellarsi mediante diversi modelli artistici.
Il racconto di una storia autobiografica che è un prodotto finito in un universo infinito. Un processo. Un divenire del pensiero in tutte le sue tortuosità, che vieta la compiacenza, la sicurezza, la chiusura mentale, avvolti in una patina di sofferenze e dispiaceri, stanziato in un periodo particolare del secolo.

Il dolore ci costringe  a costruire muri, l’amore ci aiuta a costruire punti. Il matrimonio non è necessariamente una negazione della libertà.

Valutazione d’inchiostro: 4

16 commenti:

  1. Ciao Gresi, ho già addocchiato questo libro e non vedo l'ora di leggerlo anch'io :-)

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  2. Molto interessante, grazie della recensione <3

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  3. Ciao buona notte, come stai? Accetti uno seguendo il blog dell'altro? Possiamo essere amici (non c'è distanza per l'amicizia) e collaborare con i nostri blog. https://viagenspelobrasilerio.blogspot.com/?m=1

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  4. Buon pomeriggio, sono un seguace del tuo blog Gresi. Grazie per il commento sul mio blog e mi chiedo se puoi seguirmi anche io?

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    1. Io già ti seguo. Se vuoi seguirmi anche tu, devi cliccare alla voce 'Viaggiatori d'inchiostro' ☺️☺️

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  5. Trama coinvolgente e intrigante,adoro leggere di personaggi femminili che lottano per affermare la propria identità e conquistare la libertà che dovrebbe essere un diritto di tutti. La tua bella recensione trasmette mille emozioni e mi incuriosisce tanto. Prendo nota :)

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  6. Ciao Gresi,
    finalmente anch'io giungo a te.
    Libro che devo acquistare sin da quando è uscito, ma che ancora non ho.
    VW è la mia autrice del cuore, non posso non leggere questo libro, come qlsiasi altra cosa che la riguardi.
    La tua recensione mi ha tolto le parole di bocca.
    Ora ho nuovamente urgenza leggerlo.
    Grazie, Marina

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