Quasi subito dopo il ritorno
alla vita attuale, da incursioni o spedizioni rocambolesche che sorprendono più
del dovuto, decido di costruire una piccola casa su fogli bianchi dipinti di
nero il cui intento è quello di catturare il pensiero astratto affinchè esso
possa promulgare nel tempo. Qualche lettore di passaggio potrebbe incaponirsi
in qualcosa di banalmente insulso, ma un post o una recensione su un
determinato romanzo è sempre fonte di interesse o curiosità. È così da qualche
anno che proseguo imperterrita il mio percorso di riporre nero su bianco le mie
vivide impressioni sui romanzi che leggo, e trasmettere qualcosa che possa
allietare la mia e l’anima di chi legge.
Quando ho accettato di leggere
questi due romanzi, dovetti fare ammenda di ciò che mi circondò. Il sentimento
era il fulcro fondamentale su cui ruotano le vicende, l’unico e solo, e il
posto in cui vi ho risieduto si è ammalgamato perfettamente al mio animo, fra
le morbide crepe del mio cuore, viaggiando in luoghi diversi, fra diverse
alture. Su un altalena di quotidiane facezie, ho osservato la vita da una
piccola fenditura – così sgangherata, traballante, consunta – in cui i ricordi,
l’emozioni, i sentimenti prevalgono. Divenendo così ai miei occhi, non soltanto
forme letterarie espressive, ma irregolari regolarità della vita in cui l’amore,
l’atto di congiunzione ad una persona amata è un gioco di pazienza messo
meticolosamente insieme fino a fare un bel rifugio di masse solide e
imperfette.
Titolo: Risposta a una lettera
di Helga
Autore: Bergsveinn Bbirgisson
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 144
Trama: Bjarni ha novant’anni e
vive da solo nella sua fattoria in Islanda quando decide di rispondere in un
fiato all’unica lettera ricevuta da Helga, il suo grandissimo amore perduto. La
sua risposta è questo romanzo. Helga e Bjarni si sono amati di una passione
torrida, travolgente, e hanno tradito i rispettivi consorti senza rimorsi; poi
si sono separati e a lui sono rimasti i rimpianti, le vampe di desiderio e un
binocolo con il qaule spiarla, perché lui e Helga sono sempre stati vicini di
casa.
La recensione:
Esiste qualcosa di più orribile che aspettare che la vita
trascorra?
Spesso mi sorprendo a pensare a
quanto forte ed intrinseco sia il sentimento dell’amore. Si vivono viaggi
incredibili, indelebili, memorabili, che si tratti di finzione o realtà,
immaginando mentre torno dal lavoro di assistere a ciò che precedentemente
avevo visto nelle pagine dei libri. Pur non essendo ingenua e sognatrice come
un tempo, emozionarsi dinanzi ad una storia drammatica, intensa, sentita e coinvolgente
come quella descritta in questo romanzo è stato davvero inevitabile. Tutto finisce
come inizia, all’improvviso, e quando io stessa mi sorprendo a tirare le somme,
sento di dare come risultato esattamente un unità.
Poi mi imbatto in romanzi come
quello di Risposta a una lettera di Helga,
che attraversando le crepe del mio animo ha colpito dritto dritto al mio cuore,
con semplici parole che hanno parlato molto più di quel che sembra, taciuto nel
momento del bisogno, trascinata sull’onda del necessario tramutatosi talvolta
in vette di estrema follia o necessità. Il suo autore, in pratica, mi abbordò
immediatamente, poiché mai avrei pensato che protagonista di tali vicende fosse
esattamente lui, soggiogato e in balia di eventi in cui il rimorso, il
pentimento, l’abbandono, l’adulterio coincise con la depravazione. In ognuno di
noi è riposta una parte silente che prevale nell’uomo, quando meno se lo
aspetta. Il romanzo esplica esattamente questo: un breve lapsus di <<
malvagità >> che ha corroso l’amore, quel forte legame che unì l’autore
alla sua focosa consorte. E mettendo tutta la forza e le ambizioni necessarie
per realizzare dal nulla una storia che non ha nulla di speciale ma di
estremamente intimo, sulla soglia dell’età adulta, tornò col desiderio di voler
fare un tuffo nel passato. Se al presente è così è solo perché nella misura in
cui si fu trovato, dovette prendersi le sue responsabilità con l’intenso
desiderio di un bambino che contempla la vetrina di una pasticceria.
In una manciata di ore, tali
lettere che non hanno un destinatario in particolare- se non la sua stessa
anima, affinchè qualcosa potesse andare al suo posto -, le sorti della sua
storia d’amore con Unni, giunto intatto grazie alla clemenza del tempo, mi
indussero a vedere con i miei occhi quanta bellezza si celasse fra le sue
parole. Così forti e inarrestabili, semplicemente toccandole con la punta di
una mano, cogliendo la loro magia in ogni forma e sfaccettatura. Conservate come
il più prezioso dei ricordi, snodate come un invisibile filo bianco, tra stalle
putrescenti, campagne soleggiati, paesaggi miti e tranquilli, senza tuttavia
sapere con esattezza ciò che accadde.
Una raccolta epistolare
estrapolata dalle sabbie del tempo, che mi ha reso fortunata e contenta di aver
letto. Un piccolo sogno, delicato, intenso, confortante e confortevole che il
tempo ha restituito al suo autore, che ha percorso mediante la sua passione per
la letteratura. Forma distorta di amore, che si crogiola nel silenzio, non
parla mai direttamente del passato, ne delle cose su cui si ha riposto
malinconia, sofferenza, sacrificio.
Valutazione d’inchiostro: 4
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NB: Di tale raccolta, ho letto
solo i due racconti dell’autrice Ilaria Vecchietti. Ringrazio cordialmente per
avermi concesso l’opportunità di leggerli.
Titolo: Le più belle frasi d’amore
Autore: AA VV
Casa editrice: M%L
N° di pagine: 79
Trama: Le più belle frasi d’amore raccoglie le poesie e
le opere vincitrici dell’omonimo concorso organizzato dal 2012 con cadenza
anniale da “Il mondo di Mauro e Lisi”, la saga d’amore e d’avventura di Diletta
Nicastro incentrata sul Patrimonio Unesco.
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Titolo: Cinquantatré vedute del Giappone
Autori: AAVV
Casa editrice: Selphpubblishing
N°di pagine: 300
Trama: Una raccolta di racconti accomunati dal magico mondo del Sol Levante come ambientazione reale o fantasiosa. Cinquantatré vedute strettamente personali frutto del rapporto di ognuno degli autori col Giappone, la sua storia, le sue bellezze, la sua cultura.
La recensione:
Di Ilaria, adesso, ho letto un
discreto numero di opere, romanzi, persino poesie, o racconti che, nel corso
degli anni, mi hanno concesso l’opportunità di conoscerla come scrittrice, e
questa piccola raccolta ne è un chiaro esempio. Beh, una preziosa raccolta di
pensieri, frasi sparse in mezzo a spiriti che si tengono per mano, in cui l’amore,
quel sentimento forte, indomabile e intenso che lega due anime affini, si
abbattè sul mio spirito con la prepotenza di un uragano. Perché, con tutte le
batoste che stiamo subendo, ai quali sembra ci sia stata riservata una sorte
che non avrà mai fine se non scientificamente, è stata quella boccata d’aria
fresca di cui avevo bisogno. Non ho aspettato poi così tanto tempo per
leggerla, e nella manciata di qualche minuto avevo compreso gli intenti di
Ilaria. Ho visto e ricevuto diverse e sofisticate forme d’amore, interpretando
l’anima semplice ma quasi drammatica dei due racconti come atti di prorogazione
alla vita. Sono forme distorte di vivere meglio. Perlomeno io l’ho visto così.
Ciononostante la sua brevità,
questi due racconti hanno girato attorno al mio cerchio personale con un
bagaglio di speranze, semplicità e una buona dose di romanticismo, che sebbene
certe recensioni io le consideri inutili – non quanto per il tema trattato,
quanto per la brevità delle sue pagine – non sono niente di speciale, riempiono
però uno squarcio di tenebra con parole che confido possano suscitare per la
sua autrice un certo effetto. Baluginii che risorsero dal tempo, e che sono
entrate e uscite dal mio animo.
Piccolissimo ma romantico
affresco i cui personaggi sono figure che non hanno avuto una vera e propria
forma, poiché in un paesaggio comune ricco di diverse voci sono solo delle
parti di un insieme, ma che scorre davvero molto velocemente e che esplora un
pezzo dell’anima in cui chiunque può riconoscersi.
Valutazione d’inchiostro: 4
Güzel bir inceleme olmuş Gresi 😊 harika bir pazar günü dilerim 😊
RispondiElimina❤️☺️
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