lunedì, agosto 10, 2020

Gocce d'inchiostro: Il mio tutto - Chiara Zaccardi

Mi immersi nel presente, nella modernità. Una manciata di giorni, e a poco a poco la sopravvivenza che Chiara esplicò in queste pagine mi parve possibile. Era come acquattarsi in una tana, ma ero in compagnia di Davide e Christian che nel momento in cui cominciarono a parlare mi sussurrarono una storia dolce, tenera, romantica e seducente che mi incuriosì sin dalla prima all’ultima pagina.
Christian e Davide erano due banalissimi adolescenti di soli diciassette anni il cui ricordò però custodirò con estrema cura, poiché consapevole di ciò che mi hanno confidato le loro pagine, per definizione un << pensiero >> che ai giorni nostri è definito quasi come un tabù. E dunque, la consapevolezza di essermi imbattuta in qualcosa di estremamente intima, prepotente, mi scoprii coinvolta, completamente assuefatta da una storia che non possiede nulla di originale ma che, per qualche tempo, ha abitato in me facendomi divenire parte intregrante di questo tutto che Chiara ha esplicato così bene.




Titolo: Il mio tutto
Autore: Chiara Zaccardi
Casa editrice: Bibliotekha Edizioni
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 540
Trama: Un romanzo sull’accettazione della propria e dell’altrui diversità e sul difficile percorso che una simile scelta comporta. “Come si fa quando non riesci a stare insieme a una persona ma non riesci nemmeno a stare senza?”, Davide se lo chiede dal momento in cui ha conosciuto Christian. A sedici anni arriva in una nuova scuola, a Parma, e si fa subito notare: ama disegnare e non nasconde di essere gay. Per questo viene preso di mira da alcuni compagni. Il leader dei bulli, Cristian, è il campione di nuoto della scuola: fisico atletico, occhi azzurri e un sorriso spietato. Cristian detesta Davide. Almeno finchè non lo bacia. Il loro è il primo grande amore, giovane, intenso, tanto inaspettato quanto assoluto. Cristian si scopre indifeso davanti a un desiderio inarrestabile, senza mezza misure, e non sa come affrontarlo. Abbandonarsi a un sentimento che lo rende diverso o respingerlo? Ammettere che le fragilità di Davide sono un po' anche le sue o usarle per allontanarlo?


La recensione:


Era quello e molto di più. Era oltre tra uno squarcio, una caduta nel vuoto, un grido liberatorio, un tumulto in divenire.

L’amore. Una lingua che non tutti parlano ma che, contorta e travolgente, dice molto di più di quel che vorrebbe dire. Le parole non corrispondono mai al modo, ai gesti. E quando i sentimenti che legano due persone sono integri, solidificati in una patina di intensità e interezza, crediamo sempre che le parole in questo caso non lo sanno esprimere. Mano a mano si sono ficcate nella nostra testa come schegge roventi, ma medesime. Non si sono adattate ad alcun tipo di realtà. Pertanto, ogni volta che mi imbatto in romanzi che esplicano l’amore romantico, travolgente, quasi illusorio fra due amanti – checchè essi siano di sesso opposto o simile -, tento di parlare di ciò che ho visto o assistito, parlo falsamente, distorcendo l’oggetto che vorrei rappresentare. Tutto avviene quasi meccanicamente. Quando mi imbatto in situazioni del genere, non è mai facile inerpicarsi in un altura di parole che se pescate a caso potrebbero trasmettere poco o niente. Ma le parole, come si può evincere dalle recensioni che scrivo, i romanzi che leggo, mi hanno sempre donato la capacità di cambiare. Parlare quando non sarebbe stato necessario, enunciare con difficoltà sillaba in più o in meno. Ecco perché io ritengo che non è salutare tenersele dentro … talmente nascoste che anche un bambino potrebbe capire quel che penso. Considero l’amore come una forza destabilizzante, potente che distrugge, sorprende e incanta, a seconda dei casi, esprimendo volontà individuali di cui spesso non ne siamo consapevoli. Ma cosa succede quando l’amore ardente, semplice e volontario fra due ragazzi non può svolgere il suo naturale processo? Se lacera, se intercorre fra due spiriti affini, solitari, incompresi, è possibile persistere affinchè esso non sia più che una semplice cotta? Generalmente fra adolescenti accade questo. Tutt’al più, si arriva a credere che le attenzioni, i modi di corteggiamento che si pone ad una persona – che per qualche tempo diventa il principale oggetto dei nostri desideri più reconditi – sono fonti di esperienza da cui attingere nel raggiungimento di relazioni mature. Può assomigliare al vero amore, ma nella maggior parte dei casi non lo è, sebbene la mia è una semplice riflessione personale. Tuttavia in Il mio tutto, Chiara Zaccardi ha avuto il potere di farmi vedere questo aspetto sotto una nuova luce: nonostante le gestualità, le modalità di innamoramento sono sempre le stesse. Perciò non l’ennesima storia fra ragazzi che nasce e cresce dal nulla, bensì una dichiarazione d’amore alla vita, alla diversità, a ciò che si vorrebbe ma non si può svelare. E se non si può svelare ciò cui teniamo, che stringiamo nel nostro fragile cuore con estrema cura, come potremo sperare di essere compresi dalle persone che ci circondano? Da amici, famigliari, che non comincino ad assillarci con concetti inutili di cambiamento, fasi di crescita incompresa, continuando però ad essere e sentirsi perduti?
E’ stata questa la << condanna >> di Cristian e Davide che, fra i banchi di scuola, amici in comune e non, sono stati soggetti a forze superiori che hanno indotto allo stupore, alla disarmonia universale. Eppure, è bastato un piccolo gesto per accorgersene. Ragazzi infranti, soli, incompresi. L’assetto sociale ricoperto di adattabilità. Come sopravvivere? Scovando quella che è la vera e propria essenza della loro unione. Trovo che l’amore adolescenziale sia una fonte infinita di materiale, un inesauribile emporio di cose frantumate. Chiara ha raccolto oggetti che mi sono sembrati degni d’attenzione … oggetti scheggiati, fracassati, ammaccati o sfaciati che hanno solleticato la mia attenzione.
Il nostro fu un incontro che si svolse poco prima delle ferie estive. E che in una manciata di pagine ho constatato quanto si sia rivelato interessante. Fondamentale ascoltare una giovane così giovane, dallo stile semplice, ma intriso di lirismo e sentimentalismo, da cui a mio avviso ognuno di noi dovrebbe imparare qualcosa. Una profezia che ha proferito verità il cui mondo tuttavia è ancora disgraziatamente impreparato.
Non per me, che rinsavita da certi concetti o preconcetti, ha scartato ciò che è superfluo e ciò che invece è a dir poco rilevante. Ed è così che, seduta dinanzi al computer, ho scritto tutto questo di getto. Ho colto sul palmo delle mie mani parole che non credevo di possedere, e che confido possano essere bastate ad esplicare il mio riconoscimento nei riguardi della sua lettura. Di storie di amori travagliati, ingenui, ne ho lette a bizzeffe, eppure quella de Il mio tutto ha soffocato tutto ciò che spinse la sua autrice a scrivere. Se fosse stato detto troppo poco o troppo, il tono è stato particolarmenre coinvolgente, intimistico, introspettivo, quasi confidenziale. Certo, due fidanzati che incorrono a raggiungere ed ottenere un sogno romantico come questo è inaccettabile, troppo inusuale, quasi disgustoso per essere definito voluto. Eppure tale fu il sogno d’amore di Davide e Cristian, che subirono le implicazioni, le dispute di cari o amici che fra incontri, scontri, eventi, baci rubati nel cuore della notte, hanno intimidito i lati opposti di queste figure potendo così fare ciò che più gli pare. Essere finalmente liberi. In battaglie che hanno risposto a tante cose, e che alla fine gli sarà riconosciuto un certo prestigio. Imparando ad appellarsi alla logica, alla fiducia in se stessi, alla calma necessaria per continuare a discutere e coronare il loro sogno d’amore. Indipendentemente da ciò che avrebbero voluto o desiderato le loro famiglie.
Come un dramma tragico, Il mio tutto è stata una lettura davvero bella, sentimentale, particolare  da cui ne sono uscita inevitabilmente sedotta. Non più il ritratto di quelle entità divisibili, ma masse compatte e indistruttibili che non hanno desiderato nient’altro che conforto, consolazione, accettazione. Poiché considerati come uomini << deboli >>, inferiori, timorosi della vita, di chi li ha sovrastati, spiriti dipendenti di situazioni caduti in trappole o giochi di vita strategici e insidiosi.
Valutazione d’inchiostro: 4

2 commenti:

  1. Grazie per questa bella recensione, il libro raccontato con gli occhi di 2 adolescenti deve essere molto bello e coinvolgente.

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