giovedì, marzo 25, 2021

Gocce d'inchiostro: Shiver, Deeper, Forever e Sinner - Maggie Stiefvater

Talvolta mi lascio travolgere dal bisogno irrefrenabile di leggere qualcosa che mi faccia sentire fuori dall’ordinario, mi distragga, mi allontani dalla routine e dalla generale malinconia che imperversano in giornate quasi tutte uguali a se stesse, perfino a costo di sembrare oramai troppo << matura >>, un anima testarda che ancora si strugge per questa tipologia di romanzi. L’adolescente che riposa silenziosamente in me, ogni tanto si sveglia, soprattutto nel momento in cui mi vede recarmi in posti in cui non vi metto piede da anni e anni, non abbandonando affatto quei principi intellettuali con cui sono cresciuta e per cui amo la letteratura classica, ne trasformandomi in quell’adulta pusillanime ed egoista che alla prima occasione volge le spalle a tutto e tutti. Mi definisco piuttosto come quel genere di lettrice coraggiosa che non si lascia intaccare da alcunchè, e che al di là dell’imperativo che mi impartisce la mia coscienza di cibarmi di qualcosa che accresca il mio rendimento culturale, dentro di me si annidano forme di sentimentalismo che talvolta mi trasformano in un essere mansueto. Ambiziosa e testarda, sempre, ma con la confutazione principale secondo cui talvolta nella vita a comandare è il Destino. Mi piace credere che il Fato ha su di me un certo effetto, e romanzi che un tempo non avrei concesso nemmeno un attimo del mio tempo in una manciata di minuti disintegrano quella facciata di perbenismo e buonismo che mi inducono a sorvolare cieli di inestimabile bellezza. Tutto questo per dire che la mia condotta ad approcciarmi ad un fantasy come quello ritratto nei romanzi di Maggie Stiefvater hanno cambiato il mio modo di osservare le cose, specie quelle più insignificanti, contribuendo così a rendere quei romanzi di young fantasy o per ragazzi, come qual si voglia, quella piccola isoletta in cui rifugiarmi nel momento più adatto. Quel porto sicuro in cui rifugiarmi, nel momento in cui meno me lo aspetto.

 Titolo: Shiver
Autore: Maggie Stiefvater
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 400
Trama: Grace e Sam non si sono mai parlati, ma da sempre si prendono cura l’una dell’altro. Non si conoscono, eppure lei rischierebbe la vita per lui, e lui per lei. Perché Grace, fin da piccola, sorveglia i lupi che vivono nel bosco dietro casa sua, e in particolare uno dotato di magnetici occhi gialli, che negli anni è diventato il suo lupo. E perché Sam da quando era un bambino vive una doppia vita: lupo d’inverno, umano d’estate. Il caldo gli regala pochi preziosissimi mesi da essere umano prima che il freddo lo trasformi di nuovo. Grace e Sam non si conoscono, ma tutto è destinato a cambiare: un ragazzo è stato ucciso, proprio dai lupi, e nella piccola città in cui vive Grace monta il panico, e si scatena la caccia al branco. Grace corre nel bosco per salvare il suo lupo e trova un ragazzo solo, ferito, smarrito, con due magnetici occhi gialli. Non ha dubbi su chi sia, né su ciò che deve fare. Perché Grace e Sam da sempre si prendono cura l’una dell’altro, e adesso hanno una sola breve stagione per stare insieme prima che il gelo torni e si porti via Sam un’altra volta. Forse per sempre.


Le recensioni:

Questa lettura, così come i suoi seguiti, mi piacque moltissimo e in un modo che francamente non credevo possibile. Perfino la mia coscienza, che solitamente non vuole saperne di incappare in forme di letteratura che alla fine si rivelano nient’altro che una perdita di tempo, non ci pensò due volte a credere come si trattasse in realtà di uno spiraglio di salvezza, uno sprazzo di luce in un banco di nuvoloni grigi e ingombranti, riconoscendo come abbracciare questo tipo di letture talvolta sia un’ottima scelta e che la storia di Grace e Sam è quel tipo di storia che se fossi stata un’adolescente sarebbe stata il posto migliore per stanziare per una manciata di giorni in confronto alle gelida mura di un Castello fuori città in cui mi piace rifugiarmi assiduamente. Magari una bella sferzata di semplicità e leggerezza, ogni tanto, non guasta, dato che quella destinata in queste pagine è stata adottata dall’autrice con il semplice intento di raccontare una storia d’amore e di lupi, con una vasta gamma di sacrifici, che in questo periodo di vita sono intensificati da situazioni famigliari, sesso e segreti vari, e che in un certo senso hanno conferito un chè di drammatico alle sue pagine. Ma ciò che ha avuto più importanza per me, durante il corso della sua lettura, è che il romanzo avesse egregiamente svolto il suo compito: distrarmi. Nonostante di distrazione Shiver ne conferisce parecchio, ma genera anche una sorta di magnetismo che alla fine ti induce a sorvolare su alcuni aspetti negativi del romanzo ed apprezzare ampiamente quelli positivi, andando ad congiungersi in un guazzabuglio di sorprese e confusione degli eventi narrati, per la natura incresciosa e sovrannaturale che prenderanno le cose.
La Stiefvater  è un’artista, una poetessa, una disegnatrice, una romanticona e ciò che rende questo fantasy diverso dagli altri non fu affatto la questione relativa all’aspetto fantasy, compatibile a quello di altri romanzi, che poggiano su aspetti relativamente semplici ma che se ci si pensa più di qualche minuto non hanno un vero e proprio fondamento logico. I lupi dell’autrice conducono un’esistenza diversa a dispetto degli altri licantropi, mutano forma mediante gli sbalzi repentini della temperatura, rischiando la loro stessa vita. La natura da questo punto di vista ha supplicato più volte gesti di comprensione, di possibilità, che non possa esserci niente di peggiore che restare intrappolati in una ragion di vivere che non lascia alcuna via di fuga. Pian piano si accetta questo destino, trasformandoci in esseri malinconici, maturi sognatori che oramai non desiderano nient’altro che trascorrere l’età adulta chiusi in una stanza a rammaricarsi di quanto la vita sia stata disgraziata e crudele, perdendosi così le gioie turbolente e l’allegro cameratismo vissuto da molti adolescenti della loro età, non risparmiando i conflitti e gli odi che possano trasformare uno stato di adolescenza normale in una lotta infernale e implacabile che sfocia nel rancore e a vita.

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Titolo:Deeper
Autore: Maggie Stiefvater
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 387
Trama: Il sole della primavera illumina e scalda l’amore di Grace e Sam. Dopo tanti anni e guardarsi da lontano, lui nel bosco insieme al branco, lei ossessionata da quel branco, finalmente sono insieme, certi del loro amore e del fatto che niente e nessuno potrà mai separarli. Ma la serenità sembra destinata a durare poco. Mercy Falls è ancora scossa dalla scomparsa di Olivia. L’arrivo di Cole, un nuovo ragazzo – lupo, aggiunge solo altro scompiglio. E qualcosa – o qualcuno – si intromette tra Grace e Sam. Lui è solo, senza guide né amici: saprà lottare per salvare il suo amore?

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L’adolescenza talvolta ci induce a sfuggire ad aspetti belli o brutti che caratterizzano la nostra vita, in cui il desiderio di una rinascita cozza con forme di sopravvivenza che se non appresi nel momento giusto potrebbero divenire peggiori di quella attuale.
Sarebbe stato diverso se Grace e Sam si fossero amati come dei normali adolescenti, se il Caso non li avesse prostrati a vivere una situazione in cui ci si abbandona a forme di sopravvivenza che fungono a licenziose forme di comportamento, estreme situazioni in cui si incorre la lotta per la Vita e la Morte, giochi pericolosi che potrebbero compromettere la nostra stabilità mentale. Grace avrebbe voluto esclusivamente amare il suo ragazzo, come una ragazza normale della sua età, nel sacrificio reciproco di accettare gli assetti impartiti dai suoi genitori, ma che puntava a vivere una vita tranquilla e spensierata. Ma costretta a dover fare buon viso per non esplodere alla quotidianità in continuo fermento di non poter avere ciò che desidera, perché il desiderio frustante di amare una persona ma non poterla avere come si deve è qualcosa che dilania la tua anima, giorno dopo giorno, come una ferita pulsante e sanguinante.
Le prime pagine di un romanzo sono sempre le più difficili. Non solo devo soffocare l’istinto nel temere di incappare nell’ennesima delusione, o sopire le innumerevoli fantasie che potrebbe comportarne la lettura, ma è sempre necessario scovare quelle giuste motivazioni che mi vedono quasi sempre scivolare in uno stato fra l’ammaliamento e l’ammirazione. Nella maggior parte dei casi virano semplicemente al fatto che di questi romanzi, alla sua lettura intendo, non sono più avvezza. Ma questa esperienza mi ha indotta a comprendere come talvolta, nel lungo e impervio cammino della vita, sia necessario farsi carico di << non responsabilità >>. Ogni tanto è bello leggere di storie semplici che non hanno una morale particolare, e non chiedono nient’altro che qualche attimo della loro attenzione. La saga della Stiefvater stabilisce queste particolari soluzioni, che in gran parte ruotano sul rapporto conflittuale che caratterizza la vita della gran parte degli adolescenti, che fino a quando non si stabilisce un equilibrio, momenti imbarazzanti soppiantati da relazioni fiduciose e cieche, che chiudono una porta su un mondo da cui ho desiderato restarci per qualche altro tempo.

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Titolo: Forever
Autore: Maggie Stiefvater
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 447
Trama: E’ arrivata una nuova primavera a Mercy Falls. Grace, che per sopravvivere ha dovuto cedere al suo animo da lupo, continua a mutare forma. Sam, saldo nella sua pelle di umano, la cerca. Perché la ama e conosce il dolore delle metamorfosi. Quanso nel bosco viene ritrovato il cadavere di una ragazza la situazione precipita: il branco è in pericolo, Grace è in pericolo e Sam deve tentare di salvarli, deve salvare Grace, a qualunque costo


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Il terzo e conclusivo capitolo di una saga per ragazzi, quasi mille pagine dopo innumerevoli eventi, mi sorpresero ad indurmi a manifestare per i << diritti>> amorosi di una coppia di adolescenti che si preparavano ad affacciarsi sul palcoscenico della vita dando inizio ad una marcia verso la vita e la morte per protestare contro qualunque forma di ribellione o possessione. Ho divorato queste pagine come se animate da volontà propria, che la sua autrice mi invitò a fiondarmi senza pensarci due volte, e mentre ripongo queste poche righe ripenso a quei lontani anni che mi videro impelagata in vicende che non credevo mi appartenessero più. La stagione in cui amavo arrampicarmi in forme di evasione a sfondo adolescenziale, il cui tocco fantasy non avrebbe guastato a condire una storia semplice, originale e particolare, è finita da un bel pezzo. Ma ogni tanto mi piace imbattermi in questo tipo di letture, e alla fine seguire la voce altisonante della sua autrice avrebbe equivalso porre una sfida con me stessa e carpire ciò che avrebbe descritto così bene tutto questo. Le cronache d’amore di adolescenti la cui sanità mentale sarà intaccata da qualche forma di evoluzione, di cambiamenti sociali che ridussero in polvere qualunque parvenza di normalità, furono quelle che misero fine a questo bellissimo viaggio che mi ha indotta a precipitarmi in un pozzo e non vederne la luce se non quando giunsi al capitolo finale. Mi aveva aspettato l’emozione di una scrittura semplice, di forte impatto ma estremamente romantica, centellinata come boccioli di rosa su un contenitore di cristallo, in cui l’elettricità di possedere qualcosa che non si può avere ristagnava fra le pareti della mia camera, urtando qualunque forma di sicurezza. Non vedevo l’ora di proseguire perché una volta entrataci non volli più uscirne, poiché la storia di Grace e Sam mi mancò tantissimo, perciò senza manifestare gravi mancanze rispettai l’accordo con la mia coscienza di leggere qualcosa che alla fine avrebbe messo a posto qualcosa dentro al mio animo. Come lettura d’evasione, semplice ha rispettato gli accordi prefissati, per scacciare la noia, spezzare la routine di una vita sempre uguale a se stessa, in cui questi giorni in sua compagnia si trasformarono in uno dei tanti in cui un giorno vi farò nuovamente ritorno.

Titolo: Sinner
Autore: Maggie Stiefvater
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 16, 90€
N° di pagine: 410
Trama: Cole St Clair è tornato. Il carismatico cantante dei Narkotica, scomparso dalla scena dopo essere crollato sul palco in overdose, fa la sua ricomparsa a Los Angeles. È stato assoldato dalla regina delle web tv, Baby North, per un reality sulla produzione di un nuovo album, ma in realtà è a Los Angeles perché lì vive isabel, il suo amore di sempre. Cole si è disintossicato, anche se non ha smesso di iniettarsi la sostanza che lo fa diventare lupo. Trasformarsi gli evita di pensare, di dover affrontare la vita, i legami: è una droga anche quella, insomma, Isabel, che a Los Angeles studia per prepararsi alla facoltà di medicina e lavora in una boutique di tendenza, accoglie il ritorno di Cole con sentimenti contrastanti. È l’amore della sua vita, ma le ha spezzato il cuore. Ritrovarsi non è facile. Per Isabel dimenticare il passato e fidarsi di Cole è una sfida: per Cole la sfida è accettare i propri sentimenti, senza droghe e senza trasformazioni.

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Certe letture ti aiutano a comprendere come l’aprire una finestra su un mondo, uno squarcio su una realtà che per qualche tempo hai creduto ti appartenesse, pone le sue radici nell’insana idea che leggere di storie fantasy il più delle volte è un beneficio per la tua anima sognatrice. Le parole in questo caso hanno bisogno di essere efficaci per essere raccontate, e nonostante prediliga aspetti più maturi, più maturi dei miei coetanei che amano e prediligono una lettura contemporanea anziché quella di un classico, di cui ho fatto parte affinchè le cose cambiassero il mio modo di vedere le cose. Ho così imbracciato questa storia facendo parte di un tutto, ed è stato strano entrar a far parte di un luogo in cui non vi facevo ritorno da tantissimo tempo, perché le battute sgangherate, i velati riferimenti di adolescenti che via via perderanno il loro fascino ma non il loro smalto, di colpo mi indussero a gettarmi alle spalle la vita quotidiana, sentendomi così strana e allo stesso tempo rancorosa in un'unica montagna di sentimento, a cui fecero seguito una serie di immagini che sono il paradosso della normalità. Perché, diciamocelo, in un bel fantasy si è stanchi della normalità, della tranquillità, strisciando in mezzo a carcasse di umani che si apprestano a camminare sul sentiero insidioso della vita senza alcunchè, e pur quanto sia stato triste abbandonare tutto questo certo è stato meglio di non averci messo proprio niente.
Inzuppata di amore e di distrazioni magiche, questa saga, di cui questo ultimo volume è uno spin off del mondo creato dall’autrice, punta le basi su un tipo di storia in cui sono evidenziati un guazzabuglio di sensazioni o sentimenti, qualunque cosa sarebbe stata fatta. Sia essa stata positiva o negativa, non minando le mie capacità di non poterla comprenderla appieno.
Ed ecco che a distanza di oltre dieci anni, torno nuovamente qui a riporre nero su bianco quelle che sono le mie vivide impressioni, accettando il tutto come un qualcosa cristallizzato in un effetto evocativo, magico che sembra suggerire ogni sorta di eccitanti attività. E non si compie alcuno sforzo affinchè si comprenda il tutto, tenendo a mente che quella ritratta è una storia di fantasia ma che rispondono a una serie di quesiti che un lettore attento e scrupoloso pone alla sua coscienza: non poter sopportare di vivere una vita infelice e solitaria.
Una saga che mi ha concesso l’opportunità di cogliere una voce intrappolata nella soglia del tempo il cui eco risuona fra le pareti della mia camera. Ritrovatami fra le solide maglie di un mondo bellissimo molto simile al nostro, ma che non credevo di confidare di risentire ancora una volta: quando potrò. Quando mi pare e piace.

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