martedì, marzo 02, 2021

Gocce d'inchiostro: Le gratitudini - Delphine De Vigan

Mi sono recata in un bel posto, nel mese di marzo. Ci sono diversi modi per cui un autore può raggiungere il mio cuore, da dove io mi trovo: una storia che trasuda sentimenti forti e contrastanti, l’anima di un cuore attanagliato dai rimorsi del passato che pulsa di vita. L’autrice di questo romanzo, primo approccio in assoluto, che parte in sordina e arriva dove esattamente crediamo che giunga, fermò al capolinea di una storia in cui la morte, l’essere grati a qualcosa o qualcuno è un buon modo per scavare nell’intimo di ognuno di noi. Preferisco sempre questa tipologia di << strade >>: imboccarle induce a ritrovarmi dinanzi a qualcosa di inaspettato ma bello che è ciò per cui amo immensamente riscontrare nei romanzi, così come un treno bello ma sferragliante, in mezzo a un paesaggio macabro e degradante. Di paesaggi macabri e degradanti, questo romanzo, non ne ritrae assolutamente. Tuttavia fu il posto in cui la sua autrice trovò ispirazione dalle crepe di gesti impulsivi e non ma dettati dal cuore ad essere grata a niente in particolare, e alla Vita che quando non la si osserva con attenzione si rischia di perderne completamente interesse. Il mondo in macerie non appare così più degradato di quel che è, e col vento in faccia e il cuore colmo di sentimenti contrastanti ecco che ho compiuto un viaggio normalissimo, che altri lettori hanno compiuto prima di me, scritto con lirismo e frasi nette che lasciano un segno sull’anima di chiunque.


Titolo: Le gratitudini
Autore: Delphine De Vigan
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 160
Trama: Michka sta perdendo le parole. Ora che le lettere e i suoni si agitano nella sua testa in un turbinio incontrollabile, l’anziana signora deve arrendersi all’evidenza: ha bisogno di un nuovo inizio. Anche se questo significa scendere a patti con un’esistenza a metà. Nella casa di riposo in cui si trasferisce, a Michka rimangono le visite di Marie, un’ex vicina che da bambina passava molto tempo con lei, e le sedute settimanali con Jèrome, un giovane ortofonista che la aiuta a ritrovare le parole. Saranno proprio loro a permetterle di realizzare un ultimo, importante desiderio: dire << grazie >> a chi, tanti anni prima, compì il gesto più coraggioso. Quello che le salvò la vita.


La recensione:

La più bella di tutte le cose che mai potessi aspettarmi, non fu solo il lasciarmi alle spalle la monotonia dei miei giorni, ma andare incontro a qualcosa o qualocuno che avrebbe in un certo senso sconvolto il mio universo personale.
Conoscere Delphine De Vigan, in un certo senso, ha sortito questo effetto, diretta in un luogo imprecisato, a dire il vero in nessun posto in particolare, che mi indusse a guardarmi dentro e a discutere sui destini dell’universo. L’individuo è un essere senziente che talvolta ignora la Bellezza della vita, e come ogni cosa, ignora quanto è necessario essere grati per ciò che essa ci riserva. Ci sarebbe da spendere un mucchio di tempo, riporre un mucchio di parole,ma ciò che amo particolarmente sono i libri ed in un certo senso amo riscontrarne fra le sue pagine effetti sconcertanti. Le gratitudini non conosce il vero significato della parola amare, né cosa voglia dire interloquire con una persona per più di una semplice manciata di minuti, ma con le sue scalmanate ed esuberanti manifestazioni di esuberante disnomia, che la protagonista di questa storia sfogava riversando in ricordi o nozioni che credeva perduti, forse per molti baggianate indotte a provocare o a indurre a moti di affetto o compassione che confermano una bellezza sconcertante ma anche un forte senso di disagio o dolore, che sono il prezzo da pagare se ami incorrere in questa tipologia di romanzi, e poi di colpo la tua anima rivoltata come un guanto e la sua autrice che attacca a parlare delle riflessioni della vita, fiondatasi nel mio cuore con la prepotenza di un abbraccio.
Stando da quanto dicono le recensioni di chi l’autrice la conosce ampiamente, Le gratitudini non è il suo romanzo migliore. Eppure è stato davvero bellissimo, intimo trascorrere un pomeriggio, spaparazzata nella mia poltrona preferita, in sua compagnia, non riuscendo ad avvicinarmi più del dovuto, amando però osservarla nell’aver riposto una piccola opera d’arte che ho custodito gelosamente.
Ed ecco che Le gratitudini furono la molla, l’espediente perfetto per cui la sua autrice entrò nel mio cerchio personale e ci rimase, stanziata in un angolo della mia coscienza come se si trattasse di qualcosa di estramente bello, ma allo stesso tempo, fragile. Un guazzabuglio di sentimenti altisonanti: la molla dovrà essere stata questa. E se per caso non mi fossi imbattuta fra le pagine di Le gratitudini, inconsapevolmente, avrei vissuto la mia vita recitando una parte, la sceneggiatura di un copione che mette a nudo l’anima di chiunque, non avrei mai visto ciò che ho potuto vedere. Perché sono rimasta così affascinata dalla storia che l’autrice si porta dentro, che non ho potuto non immedesimarmi a tal punto di assorbirne l’essenza.
Le parole in questo romanzo hanno avuto una particolare importanza. Se non pronunciate correttamente, avrebbero potuto infrangere qualcosa, minimizzare qualcosa di estremamente importante, così fluidamente, e davvero interessante in cui ho potuto destreggiarmi come mi è parso. In un mondo crudele che non dà alcuna via di scampo e che, nonostante tutto, ti permette di scovare uno spiraglio di felicità, nella bellezza delle cose.
Opera drammatica ed intensa, profonda ed introspettiva, che non ha avuto bisogno di molte parole per raccontarsi, Le gratitudini gettano una particolare importanza su un tipo di amore romantico che non prevede un uomo e una donna, bensì all’affetto che si riserva alla stessa vita. Così sconosciuta e irrazionale, talvolta, che è rimasta impressa nel mio cuore. Sebbene il ritmo lento, pagine bianche, dialoghi netti e concisi, nel quale la protagonista si rifugia celano al suo interno un chè Di tragico, momenti di tensione, ansie e paure. In bilico fra il reale e l’onirico, spontaneo e ricco di sentimento, dipinto come un magnifico quadro, un’esplicita manifestazione di affetto a ciò che ha più significato per noi. La vita sa essere crudele ed egoista, talvolta, ma sotto sotto ogni tanto può riservarci sensazioni positive da lasciarci senza parole. Come in questo caso..

Valutazione d’inchiostro: 4

4 commenti:

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