lunedì, settembre 12, 2022

Nel folto della macchia: romanzi che meritano maggiore visibilità 4°

Dopo una serie di letture in ebook cominciai ad avere nostalgia. Mi mancava presidiare in quei salotti classici, in compagnia di qualche avvenente dama, descrivendo la loro infelice vita, il modo in cui si muovono le cose, rispondere a domande che forse non potremo mai giungere a delle risposte. Come la prima parte, questa seconda mette in mostra autori e opere che francamente non conoscevo nemmeno io, prima di leggerle, ma che dimostrano ed espugnano forme monumentali, bellissime e straordinarie, le cui parole luminose e indimenticabili riporteranno a modo loro nel mondo dei vivi.
La vita semplice e inappagante di una donna comune possa divenire una confessione sussurrataci con una certa forza e insoddisfazione morale, che ha sprigionato una melodia che è arrivata dritto dritto al mio cuore rimpicciolendolo, frantumandolo in minuscoli pezzettini da cui si possono ancora scorgere frammenti di un mondo prismatico.


Titolo: Fantasia
Autore: Matilde Serao
Casa editrice: Otto/Novecento
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 280
Trama: «Quando muore uno scrittore, vorrei che chi gli vuol bene lo commemorasse in silenzio rileggendo di lui il libro più caro, non solo per ravvivare la gratitudine e il rimpianto, ma anche per riconoscere alla prova questo primato dei poeti e degli artisti, anche di quelli più affannati e derelitti, sul resto degli uomini: che il meglio di loro rimane sempre vivo e respira. Per affetto a Matilde Serao, io mi rileggo sotto questa abetina Fantasia, che ha quarantaquattr'anni. Davanti al frontespizio è una litografia col ritratto della scrittrice quando ancora ella aveva un mento solo e un collo fuor dalle spalle rotonde. [...] Se oggi uscisse un romanzo con questa rapida presentazione di dieci, di venti ragazze, chiuse in collegio, allineate sui banchi della classe o della cappella, definite al primo tocco, Caterina, Artemisia, Ginevra, Carolina, e Giovanna che senza leggere, gli occhi socchiusi, mordicchia una rosa, e la pallida Lucia dai lenti capelli, dalle labbra troppo rosse, che si regge la fronte con la mano e guarda il professore attraverso le dita, sarebbero gridi di meraviglia: sia detto senza offesa pei viventi.»

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Il bisogno selvaggio di scovare una propria identità, una libertà intrinseca a qualunque forma di possessione e ossessione, slancio di azioni e pensieri che si tramutano in impulsi emotivi la cui ondata è però talmente travolgente da aprire varchi nel cuore. 


Titolo: L’usanza del paese
Autore: Edith Warthon
Casa editrice: RBA
Prezzo: 10€
N° di pagine: 400
Trama: Bellissima,furba, arrivista, spietata. Così è Undine Spragg, risultato mostruosamente perfetto del sistema, dell’usanza del paese. Il paese sono gli avventurosi e ricchissimi Stati Uniti a cavallo del 1900. L’usanza è che l’uomo persegua con ogni energia e mezzo il successo – ovvero la ricchezza – godendone distrattamente gli splendori e soffrendone impavidamente le miserie, e che la donna sia chiamata a partecipare dei primi e accuratamente tenuta al riparo delle seconde, chiusa in una sua gabbia dorata quanto arida. La vita della provincia americana è in effetti troppo angusta per Undine, ma presto lo divengono anche quella lussuosa dei grandi alberghi newyorkesi e quella raffinata di Washington Sqaure, centro attorno a cui ruota la civile e perdente aristocrazia americana. La giovane donna decide allora di conquistare la mitica Europa, la favolosa Parigi di quegli anni. A nulla valgono i richiami alla ragione, i sentimenti e gli affetti, un bambino: se il marito non può darle ciò a cui aspira, Undine lo abbandona. Sua meta successiva sarà impadronirsi di un grande nome e di un titolo glorioso. Purtroppo, successo significa ricchezza, e la ricchezza non è necessariamente caratteristica dominante delle famiglie di nobili origini. Così Undine finirà per tornare alla calda e rassicurante “usanza”, a un uomo del paese in grado di conquistare enormi quantità di ricchezza e successo, e di lasciarle il suo ruolo di donna capace unicamente di realizzare una serie infinita di dubbie scalate sociali.

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Vite che trascinano nella penosa contemplazione della coscienza umana, dei sentimenti, opera bellissima che arricchisce il nostro bagaglio culturale su cui predominano un'infinità di slanci emotivi, che tracciano un segno del loro passaggio, e lì delicatamente si sono posate.

 

Titolo: I Buddenbrook. Decadenza di una famiglia
Autore: Thomas Mann
Casa editrice: Newton e Compton
Prezzo: 4,90 €
N°di pagine: 692
Trama: Il primo grande romanzo di Thomas Mann racconta la storia di una famiglia tedesca dell'Ottocento che dopo anni di prosperità è esposta a una tragica decadenza: le basi di un patrimonio e di una potenza che sembravano incrollabili sono sgretolate da una forza ostinata e segreta.

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Dramma poliziesco inglese che mi ha reso protagonista di una vicenda che offre allo sguardo lo sfavillante spettacolo di un sentimento che ne il tempo ne l'incuria potranno mai estinguere.


Titolo: Senza nome
Autore: Wilkie Collins
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18, 50 €
N° di pagine: 801
Trama: Quando le due sorelle Magdalen e Norah Vanstone, alla morte improvvisa dei genitori, scoprono che questi non erano sposati, si trovano private di una cospicua eredità e costrette a guadagnarsi da vivere. Ognuna dovrà fare affidamento sulle proprie risorse: mentre Norah, dimessa e ligia al dovere, si rassegnerà a una vita da governante, l'irresistibile Magdalen sfrutterà il suo fascino per farsi strada, determinata a riconquistare l'eredità al punto da prendere in considerazione la mossa più pericolosa di tutte: sposare l'uomo che detesta.

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Un’analisi prettamente realistica sull’ideale romantico della protagonista, il cui ruolo fa da cornice all’intero romanzo. Nanà comunque è uno dei più clamorosi successi letterari francesi che, nella sua abbagliante grandezza, nella sua straordinaria suggestione mitica, non potrà non spostarsi per sempre nei miei ricordi.


 

Titolo: Nanà
Autore: Emile Zola
Casa editrice: Newton Compton
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 465
Trama: “Nanà” ha per protagonista una protagonista e per tema uno dei nuclei attorno a cui ruota l’intero progetto zoliano: la carne, ovvero la pulsione e la ricerca ossessiva del piacere. L’affresco orchestrato da Zola si basa, come sempre nello scrittore francese, su un lungo lavoro preparatorio fatto di interviste a prostitute vere e racconti di amici ben introdotti nell’ambiente galante.

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Incontro obbligato con la letteratura medievale, squarci di vite lontane e passate che altri non sono che un concentrato di efficienza, sporcizia, disordine, il non essere più grande di quel che è già, che evidenziate in un maestoso e contorto insieme, mi hanno concessa l’opportunità di rifugiarmi per quasi due settimane, con vigore, coraggio, agilità e passione. 
Titolo: L’uomo che ride
Autore: Victor Hugo
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 684
Trama: Nell’Inghilterra di inizio Settecento un bizzarro vagabondo, Ursus, poeta e filosofo di strada, raccoglie due orfani e li educa all’avventurosa vita dei girovaghi. Insieme formano una compagnia di mimi e vanno alla scoperta della splendida e miserabile società inglese dell’epoca. Ma il ragazzo, deformato nel volto da un continuo ghigno, nasconde un segreto. E quando scopre per caso la sua vera opinione, vede il proprio destino incrinarsi …


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La ricerca della verità di una coscienza sul senso delle cose, esigeva qualcosa di meno semplice e prosaico, spezzettato ma coinvolgente che mette da parte un certo gusto per l’imperfezione e la non conclusione, nella sua disordinata integrità, non solo perché alla fine si ha il timore di restare soli ma perché senza consapevolezza, senza un vero e proprio fondamento logico, l’uomo non ha libertà e dunque possibilità di tracciare il proprio sentiero.


Titolo: La vita e le opinioni di Tristan Shandy, gentiluomo
Autore: Laurence Sterne
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 832
Trama: Non “Vita e avventure”, come per Robinson Crusoe, ma “Vita e opinioni”: fin dal titolo il romanzo di Sterne sorprende e si rivela innovativo, tanto da segnare l’avvio della letteratura moderna. Mimetizzato dietro il protagonista e narratore, che racconta una vicenda fitta di personaggi e di situazioni bizzarre, Sterne rivolge la sua penna acuminata contro le convenzioni morali e letterarie dell’epoca, contro l’ipocrisia degli ecclesiastici, la vanità dei potenti e il servilismo dei letterati. Ne risulta un’opera umoristica e malinconica, enigmatica, anarchica e irrivelante, originale fin nell’ortografia; un romanzo zigzagante, ricco di divagazioni, di storie parallele, di “opinioni” – appunto -, in cui il protagonista, attraverso l’esercizio del dubbio, giunge alla conoscenza dell’ultima finitezza, e ne esce più forte e libero, invitando il lettore a fare con lui lo stesso percorso.

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Questo è un classico che lessi tantissimi anni fa, ma il cui ricordo è quasi del tutto svanito. Rammento però che mi piacque molto.


Titolo: Oblomov
Autore: Ivan Goncarov
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 10€
N°di pagine: 574
Trama: La vita passa davanti al giovane, icco Ilia Ilvic Oblomov. Gli passa davanti il benessere, garantito dalla tenuta di Oblomovka, gli passa davanti la quotidianità sempre uguale, spesa spostandosi da un comodo divano all'altro in preda a sterili pensieri astratti. Gli passa davanti la possibilità di dar corpo ai sogni idealistici della gioventù, su sollecitazione del vitalissimo amico Stolz. E gli passa davanti l'amore, incarnato dalla bella e sensibile Olga.

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Altro classico che non ho ancora letto, ma incuriosita di leggere qualcosa di Puskin.

Titolo: Evgenij Onegin
Autore: Aleksander Puskin
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 640
Trama: Iniziato dal ribelle enfant prodige della poesia russa nel 1823 e pubblicato in volume da uno scrittore maturo e affermato nel 1833, questo romanzo in versi è assolutamente innovativo e multiforme. Negli otto capitoli di Evgenij Onegin Puškin narra le vicissitudini di un "giovin signore" dell'Impero zarista, un dandy ozioso e disilluso, ma solo apparentemente vanesio: sotto la superficie egli cela infatti un dolore esistenziale profondo, uno spaesamento, un male di vivere insanabile che lo condurrà a rifiutare la felicità che amore e amicizia potrebbero dargli. È un racconto su un amore che ha fatto palpitare generazioni di lettori, e su molto altro: è in questi versi che la lingua letteraria russa, ancora in formazione, assume un volto e mostra le proprie possibilità, non senza misurarsi con i modelli dell'Europa occidentale. Ed è in queste pagine che la sensibilità ancora tipicamente romantica si apre a un più robusto realismo, spalancando davanti al lettore uno straordinario affresco dell'epoca di Puškin, con i suoi ideali, pregiudizi e conflitti. Molteplici sono state le interpretazioni dell'Onegin che, come tutti i veri classici, non finisce mai di dire quello che ha da dire. Questa nuova traduzione – che dell'originale restituisce il ritmo e la ricchezza linguistica – offre ancora una volta al lettore italiano del Ventunesimo secolo il piacere di immergersi nella Russia dell'Ottocento e di seguire il destino dei diversi personaggi fino a trovare il "suo" Onegin e la "sua" Tat'jana.

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Una prosa solenne e arguta, intricate e ostiche, che profumano ancora di fascino, Le anime morte è una storia che al principio stupisce, lambisce le nostre fragili membra senza nemmeno accorgercene, che poggia su aspetti sociali, realistici che si sono abbattuti su di me costringendomi a vagare in mezzo a tutto questo in cambio di qualche moneta o qualche promessa infranta. Un labirinto oscuro di azioni oscure e perverse che ho amato perdermi e che per opera di un magistrale disegno appassiona e sconcerta.


Titolo: Anime morte
Autore: Nikolaj Gogol
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 400
Trama: Affresco grandioso e sconvolgente della Russia di metà Ottocento, “Le anime morte” intreccia passaggi lirici, particolari surreali e romantici, dimensioni metafisiche e macabre, dialoghi comici, iperbolici e funambolici artifici stilistici. Vi sfila una galleria di personaggi appartenenti a tutte le classi sociali, le cui anime sono moralmente morte, ancor più dei servi deceduti e comperati da Cicikov per ottenere le assegnazioni di terre concesse a chi dimostrava di possedere un certo numero di servi della gleba. Solo una commedia grottesco – satirica poteva descrivere questa ottusa società di proprietari terrieri, contadini e funzionari, immersa in una palude di stupidità e pigrizia provinciale, di mediocrità e pochezza morale.

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Capuana ritrae non perfettamente il mondo circostante e l'analisi interiore della protagonista mediante la poetica verghiana. Tuttavia mira a raggiungere un effetto di semplicità e coloritura popolare e ricostruisce la psicologia della protagonista Giacinta con una vasta minuziosità di dettagli. Fuggendo nell'apparente silenzio della natura, nel muto silenzio di una vasta dimora, nell'ineffabilità di un sonno eterno, col cuore colmo di una indicibile tristezza.


Titolo: Giacinta
Autore: Luigi Capuana
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 274
Trama: Non era piú una bambina; aveva già sedici anni. Le confidenze di qualche amica le avevano aperto un po' gli occhi. La sua fanciullezza abbandonata le si aggravava sul cuore terribilmente, coi piú vivi particolari, rimescolandola tutta. E quando le passava dinanzi agli occhi l'immagine di Beppe, con quel testone nero e quelle pupille nere che l'avevano tenuta cosí sottomessa, sentiva vibrare per tutto il corpo una sensazione strana, d'inesplicabile tenerezza verso quell'unico amico della sua infanzia che l'aveva tanto divertita e le aveva voluto un po' di bene! E i baci di quelle labbra carnose le rifiorivano, caldi, per un istante, sulle gote insieme colle carezze delle ruvide mani di lui.

6 commenti:

  1. I Buddenbrook lo voglio leggere da secoli, l'ho scoperto grazie a Ilenia Zodiaco perché ne parla sempre xD So già che diventerà uno dei miei libri preferiti. Hugo è anche uno dei miei scrittori preferiti ma L'uomo che ride non l'ho letto, credo che la sua prossima lettura sarà Notre Dame de Paris...

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    1. Anche io ho conosciuto I Buddenbrook mediante un video di Ilenia :) L'uomo che ride è bellissimo! Non te ne pentirai :)

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  2. Libri interessanti, non ne ho letto neanche uno; grazie per il post

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  3. I Buddenbrook è già in libreria, mia madre lo ha letto tanti anni fa e anche lei concorda sul fatto che sia un bellissimo libro. A me spaventa un po' per la mole delle pagine ma prima o poi lo leggerò. L'uomo che ride, invece, lo desidero da quando ho visto il film muto. Ho messo in wishlist qualche altro libro che non conoscevo. Ogni volta che leggo questa serie di post mi stupisco di quanto sia vasto il panorama letterario e di quanto sia facile farsi sfuggire storie meravigliose. Menomale che ci sei tu che ci parli anche di questi libri meno chiacchierati ma assolutamente meritevoli ❤️

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