mercoledì, settembre 25, 2024

Gocce d'inchiostro: Matilde - Roald Dahl e Il vento fra i salici - Kenneth Grahame

Avessi letto questi due testi quando ero bambina, ragazzina, avrei provato un grande entusiasmo. Sarò onesta: Matilde, a dispetto de Il vento fra i salici, rappresenta la mia infanzia. Il mio prima, il mio adesso. Ed ora, a distanza di così tanto tempo, vecchia e consapevole di essere lontana anni luce dal nostro primo incontro, si è rintanata nuovamente in queste pagine con curiosità. Chissà cosa sarebbe accaduto rileggerla alla mia età, con una consapevolezza maggiore di quel che avevo all’età di dodici anni. Non dello stesso avviso, invece, il romanzo di Graham, di cui ne seppi della sua genesi solo qualche anno fa, e che leggerlo mi ha rubato qualche ora, in piacevole compagnia.. Nell'insieme scovato una specie di cura meravigliosa, appena giunta compresi che questa cura ero io. Io che avevo sperato in un nostro incontro, venuta dalla Sicilia e con un bagaglio di esperienze culturale già sufficienti a poter giudicare cosa fosse giusto o sbagliato. Entrambi i protagonisti si erano affacciati in una finestra, si infilarono in una piccola fessura del mio cuore, e lì ci rimasero.

Titolo: Matilde

Autore: Roald Dahl

Casa editrice: Salani
Prezzo: 7, 90 €
N° di pagine: 224
Trama:  Matilde ha imparato a leggere a tre anni, e a quattro ha già divorato tutti i libri della biblioteca pubblica. Quando perciò comincia a frequentare la prima elementare si annoia talmente che l'intelligenza deve pur uscirle da qualche parte: così le esce dagli occhi. Gli occhi di Matilde diventano incandescenti e da essi si sprigiona un potere magico che l'avrà vinta sulla perfida direttrice Spezzindue, la quale per punire gli alunni si diverte a rinchiuderli in un armadio pieno di chiodi, lo Strozzatoio, o li usa per allenarsi al lancio del martello olimpionico. L'intelligenza e la cultura – sembra dirci l'autore – sono le uniche armi che un debole può usare contro l'ottusità, la prepotenza e la cattiveria.


La recensione:


I libri le aprivano mondi nuovi e le facevano conoscere persone straordinarie che vivevano una vita piena di avventure. Viaggiava su antichi velieri con Joseph Conrad. Andava in Africa con Ernest Hemingway e in India con Kipling. Girava il mondo restando seduta nella sua stanza, in un villaggio inglese.


La lettura ha sempre avuto un effetto benefico. Una cura speciale, una << medicina >>, termine elementare ma corretto per esprimere ciò che penso mediante cui riesco ad essere me stessa. Io e la voce gracchiante di autori o personaggi che esistono solo nella mia testa entrano in coesione, creano un ponte in cui riusciamo ad intenderci, e nel caso così non dovesse essere, anche a questo negli anni ho potuto prepararmi, la soluzione arrivò presto o tardi mediante altre letture, altri sbocchi sul mondo. Una soluzione agli effetti collaterali dell’essere un lettore avido di storie,

A me non è mai capitato di pensare la lettura come una variante. Per me, alla me di tanti anni fa, è una costante, un motivo d’essere, un imperativo cognitivo da cui, come una piccola borsa, tirò fuori lettere plastificate provenienti da altre città, altri  gruppi di anime le cui etnie scalciano con la mia provenienza, e per ricapitolare faccio ammenda di ciò che ho tra le mani: alla fine il risultato è sempre stimolante. Nel bene o nel male mi inducono a pormi delle riflessioni, dei pensieri, alimentate da letture critiche, che trattino poi ogni cosa: l’obesità dall’asma, il disagio e la solitudine, la follia e l’incomprensione. Per ogni tipo di lettura eretto su un muro da cui riesco non a rifugiarmi quanto arrampicarmi e, nel momento in cui raggiungo la vetta, godere del paesaggio circostante. Senza dover ricorrere a qualche scusa banale per congedarmi. Si trattava di capire e se non l'avessi fatto mi sarei portata addosso questo peso come una condanna.

Matilde, una deliziosa e intelligentissima bambina di dodici anni, è consapevole che per raggiungere questa vetta dovette subire i soprusi di una famiglia egoista e ignorante. Una famiglia da cui molti inorridirebbero anche solo a vederli per strada, ma… la sua famiglia. Quella i cui appartenenti, padre e madre, l’hanno generata - chissà mediante quale segno divino - , ma lasciata a se stessa. Una bambina che diventerà donna, nonostante la giovane età, e la cui identità verrà a galla come una forma sofistica ma bella. Matilde rappresentava quella protagonista dickensiana il cui autore era molto affezionato, i cui rapporti filiali erano complicati ed erano imposti da ragioni assurdi e insopportabili, ma alla fine non disprezzando se stessa o la sua famiglia quanto orgogliosa di essere così diversa. Così intelligente, scaltra, saggia, per alcuni una specie di genio, ma che nell’insieme funge da esempio a coloro che pensano che pur di ottenere la felicità non ci sia alcuna speranza. La felicità non esiste ma se si gode di quei piccoli momenti che essa sa regalarci, si instaura nel nostro cuore aiutando molta gente, infondendogli  quel coraggio che ognuno ha insito in sé.

Dinanzi a una bambina  prodigio come Matilde non si può non essere affascinati, a volte persino imbarazzati del sentir parlare di qualcuno che, ad un’età così giovane, aveva già letto molti più autori di quelli che conoscevo alla sua età. E, così piccola, socievole e coinvolgente, sembrava non fosse mai stata concepita come una figura di carta e inchiostro, quanto un essere senziente che respira, parla, vive. Poiché negli anni Matilde era divenuta parte di me. Quel pozzo di ispirazione da cui ogni tanto attingo da bere per il mio spirito. Lenire la mia anima con estrema cura. Anche con lei, apparentemente insulsa, ma inestimabile, con le sue parole, la sua dolcezza che come radici affondano nei cuori di chi legge.

Roal Dahl aveva temuto che queste storie, zeppe di realismo ma anche di magia, sulla medesima scia dei romanzi dickensiani, instigassero nel cuore di piccoli e grandi moti di allegrie, attimi di asma che tolgono il fiato poiché le continue bronchiti cui si contraggono impediscono di scovare una cura, se non leggendo. Divorando storie su storie che hanno la parvenza di essere considerate tali ma che lavorano silenziosamente, dentro di noi, come una magia. Operano curando la nostra anima, il nostro spirito, scovando quella medicina adatta che facesse per noi. Avido lettore che ha scritto libri che si divorano, si vivono come una bella storia può regalarci, le cui trame sono buoni raccolti per qualunque generazione in cui si può riconoscere i vari ingredienti che sono stati usati, adoperati per riconoscere la qualità, le sue reazioni, identificando nella semplicità, nel quotidiano, la cattiveria umana che, se estirpata in tempo, può non infettare il nostro corpo.

Valutazione d'inchiostro: 4 e mezzo

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Titolo: Il vento tra i salici

Autore: Kenneth Grahame

Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 139

Trama:  Provate a immaginare una talpa, un topo, un rospo e un tasso nella campagna inglese all’inizio del secolo scorso. Tra picnic e gite in barca, questo strano quartetto è l’immagine di un’amicizia perfetta. E quando il più anfibio tra loro perde la rotta, l’intero gruppo si imbarca nella difficile impresa di aiutarlo… Thibault Prugne ci invita a scoprire un classico per ragazzi della letteratura inglese attraverso illustrazioni che evocano quiete campestre e atmosfere di fiaba.

La recensione:

Era una storia che la si legge ovunque, soprattutto in un romanzo classico, fra dorsi di romanzi grossi e colorati e polverosi, resa luminosa ed evanescente quest'oggi già dal momento in cui decisi di sedermi dinanzi alla scrivania e porre i miei pensieri al riguardo. Notai subito, mentre mi infilavo tra i meandri sgargianti e sfavillanti di questa storia, ora accanto alla stesso autore ora accanto ad una piccola talpa, un topo o un falco, che lo spirito innovativo, semplice ma appassionato del romanzo favorì il mio stare lì, fra gruppi di lettori che hanno letto e osannato Il vento tra i salici. Anche il lettore più pretenzioso, ostile e presuntuoso avrebbe da che rimanerne stupito: fra le tante motivazioni, la ragione secondo cui questo romanzo è divenuto celebre fra gruppi di bambini, ma anche adulti,e, tutt'ora, una delle icone di maggior riferimento di artisti e illustratori. Sebbene l’autore era uno scrittore per bambini, pur quanto chi decida di approcciarsi a questa lettura potrebbe pensare si tratti di qualcosa che potrebbe non piacergli, la sua è un'anima bellissima, semplice e romantica, che rende dunque questo romanzo completamente diverso da ciò che lo si credeva. E' bastato conoscere piccole creature, seguirli camminare e avanzare lungo il suo percorso spesso accidentato, guidati da una mano invisibile, in pensieri profondi e originali, che si fondevano con la famiglia, la natura circostante in elementi in cui tutte le parti si compenetrano armoniosamente e gaiamente. Così sublimi come la luna e le stelle nel cielo, ardente, appassionandomi e divertendomi..

La scrittura mi permise di gustare questo viaggio, adattandosi alle convenzioni del secolo per le innumerevoli ragioni che spinsero l’autore a comportarsi in un certo modo e a rendere tuttora la sua figura un'icona del secolo. Sull'ampia strada maestra del mio percorso letterario hanno preceduto in ordine sparso un guazzabuglio di letture, ma questi giorni di settembre mi vide passare per un cancello di campagna e, nella maggior parte dei casi, osservare gli abitanti di una tenuta.

Ho così funto da osservatrice attenta, da pragmatica e scrupolosa investigatrice che ho tenuto e raccolto questa storia fra le piccole membrane del mio corpo. Il contenuto era molto più notevole di quel che credevo. Non si trattava di qualcosa che mi è scivolato lungo la mia schiena, qualcosa che ho stretto e poi sarebbe scivolato dal palmo della mia mano. Piuttosto melassa dolce, appiccicosa, debole per storie come queste, che ho vissuto così bene con gradevole sorpresa.

Parole fluttuanti che, sparse in mezzo a ombre che si prendono per mano, talvolta incomprensibili, mi hanno trasmesso una certa malinconia, che inzuppano la mia anima al punto di renderla libera ma allo stesso tempo satura di qualcosa che mi aveva donato splendide sensazioni. Disponibile al mondo e alla natura, conservando la bellezza di queste pagine, di fronte a questa storia, contagiata dall'ilarità generale.

Valutazione d'inchiostro: 4

1 commenti:

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