venerdì, marzo 28, 2025

Gocce d'inchiostro: Nel segno della pecora - Murakami Haruki

Era scoppiata, di nuovo a dire il vero, la febbre murakami, una brutta malattia di cui sono affetta e da cui non c’è cura o rimedio, da molti anni. La temperatura corporea aumenta, le nozioni acquisite accrescono sempre più, il piacere di assaporare e divorare un testo dopo l’altro convergente a quello di scoprire i segreti, la nobile arte del suo mondo, i cui simboli, così folli e poco intelligenti, sono in realtà rappresentazione di una realtà che fa parte di un tutt’uno. Di elementi che tracciano un universo vermicolore, e in cui la mediocrità, l’insoddisfazione, l’insofferenza, la mancata fiducia in se stessi, convergono nell’atto di proprietà di ogni individuo. Ispirato a Karl Marx, e all’idea di proletariato, l’uomo murakamiano è un essere che vaga lungo la riva dell’assurdo, analitico alla lotta fra classi, ai problemi del capitalismo e ad una previsione delle potenziali forme future del comunismo. Romanzo costola di un ciclo di romanzi detti del << Sorcio >>, che a distanza di qualche anno genera ancora un certo ammaliamento, un certo fascino da cui, il surrealismo che lo resero noto, divengono qui una forma già tracciabile di un formidabile disegno di macchinazione e individualità.


Titolo: Nel segno della pecora

Autore: Murakami Haruki

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 12, 50 €

N° di pagine: 315

Trama: "In una semplicissima newsletter, un giovane agente pubblicitario inserisce la fotografia, in apparenza banale, di un gregge: uno degli animali, una pecora bianca con una macchia color caffè sulla schiena, suscita tuttavia l'interesse di un inquietante uomo vestito di nero, stretto collaboratore del Maestro, un politico molto potente i cui esordi si perdono nel torbido passato coloniale giapponese. Al giovanotto viene affidato l'incarico - ma si tratta in sostanza di un ordine - di ritrovare proprio quella pecora: unico indizio, la foto in questione, ricevuta per posta dal Sorcio, un amico scomparso da anni. Accompagnato da una ragazza con le orecchie bellissime e dotata di poteri sovrannaturali, attraverserà tutto il Giappone sino a raggiungere la gelida regione dello Hokkaido, vivendo una vicenda mirabolante e al tempo stesso realistica nella descrizione di luoghi e circostanze. Considerato l'esordio letterario di Murakami, 'Nel segno della pecora' introduce molti dei temi cari all'autore: la solitudine dell'uomo, l'arroganza e lo strapotere della politica, la nostalgia per l'atmosfera esaltante degli anni Sessanta, la passione per il rock e il jazz, l'irrompere del surreale nella prosaicità della vita quotidiana. Un romanzo che ci trasporta in uno di quegli scenari onirici che nelle storie di Murakami fanno da cassa di risonanza ai nostri dubbi e alle nostre ansie più profonde." (Antonietta Pastore)


La recensione:

E' spaventoso come il tempo scorra ininterrotto. Noi abbiamo l'abitudine di dividerlo in fasi per ridurlo alla nostra dimensione, e ci illudiamo che lo sia, ma in realtà è un'unica entità continua.

Uno schermo completamente bianco, il cursore di word che continua fastidiosamente a lampeggiare, parole che non arrivano, una pagina che non vuole sapere di essere riempita. Sono qui da un quarto d'ora buona e, come un autore frustato che non riesce a combattere il tanto temuto blocco dello scrittore, infastidita e insoddisfatta, aspetto in un miracolo.

Rabbrividisco dal freddo, il vento glaciale e pungente penetra fin dentro le ossa costringendomi ad avvolgermi in una massa informe di coperte e piumoni, e dal pensiero di aver appena terminato di leggere una storia d'inaudita originalità che non mi ha lasciata pienamente soddisfatta, ma incuriosita di leggere qualcos'altro di quest'autore.

Nel segno della pecora non è da considerarsi come un romanzo realistico o attuale. Ne quel genere di storia il cui ricordo, si fisserà in modo indelebile nei nostri cuori o nelle nostre menti. E' un romanzo surreale che getta luce su uno scenario onirico, un libro che contiene quegli elementi primordiali che fecero di Murakami uno dei più grandi scrittori di culto nell'intero Giappone. Trascriverne le mie sensazioni, i miei sentimenti, tuttavia, non è per niente facile.

Ne sono consapevole io, che da qualche tempo a questa parte ho abbracciato la scrittura come un piacere personale. E, allo stesso tempo, come capitano dei momenti in cui non si ha niente da dire. Descriverne la meravigliosa e al contempo poetica essenza sarebbe a dir poco riduttivo. Vorrebbe dire andare al di là della trama complessa che ci dipana la storia. O elevarsi sul reale ed infrangere le solide barriere che, in tanti anni di carriera, Murakami, costruì con la sua prosa semplice e scorrevole.

Nel segno della pecora è un romanzo particolare che getta tanto fumo negli occhi, ma che regala qualche piccola sorpresa. E' l'avventura, lungo un Giappone fiabesco, grottesco e surreale, di un giovane ex studente senza nome che, insoddisfatto della vita, imperscrutabile e misterioso, in veste di carta e inchiostro appare come una sorta di alter ego dello stesso Murakami. Che, consapevole di condurre una squallida vita, vorrebbe fare qualunque cosa, pur di cambiarla. Ma, frustato, affranto ed estraniato dalla realtà che lo circonda, preferisce convivere col proprio io o con qualcuno che possa aiutarlo a trarre "conforto", dalla temibile bestia della solitudine.

In questa sua ennesima strabiliante opera l'autore, dunque, continua a far persistere la generale tristezza che solitamente caratterizza i suoi romanzi e, dai risvolti drammatici e un po' romantici tesse una storia non memorabile ma fresca. Una storia che cela il suo potenziale non nella sua trama, ma nella tangibilità di alcune immagini che l'autore riesce magistralmente a evocare. Tra fantascienza e quotidianità, si camuffa tra le mura di un mondo ombroso e privo di sentimentalismo. Un mondo in cui i personaggi non hanno una loro identità e che si districa fra uomini trasformati in pecore e ragazze dalle orecchie sinuose che scompaiono dal giorno alla notte.

Ennesima rappresentazione perfetta di una realtà non molto dissimile dalla nostra il finale - così triste e alquanto inappagante - ci lascia con uno strano senso di vuoto. In uno scenario desolante: sulla foce di un fiume, a cinquanta metri di distanza dalla battigia, con il nostro protagonista solo e afflitto. Inconsapevole di quale strada intraprendere. O di cosa aspettarsi dal nuovo giorno.

Valutazione d'inchiostro: 4

2 commenti:

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