Raramente leggo romanzi spaventosi. E le poche volte che lo faccio preferisco rifugiarmi in storie dalle venature fantasy o dai risvolti romantici.
Questi sporadici momenti, simboleggiano una parte della mia anima coraggiosa e intraprendente. Una parte del mio essere che conferma come, la lettura di un romanzo non particolarmente leggero, non sempre si rivela inappropriato ai miei gusti personali.
Questo è accaduto con Preda, merito innegabile dell’inconsueta e suggestiva copertina e di un titolo, che in poche ma essenziali parole, descrive appieno l'essenza del romanzo. Pozzo senza fondo che cela l'eterna oscurità dello spazio. Un'avventura vivida, vivace ed esplosiva la cui fiamma è un rosso ardente che ustiona.
Questi sporadici momenti, simboleggiano una parte della mia anima coraggiosa e intraprendente. Una parte del mio essere che conferma come, la lettura di un romanzo non particolarmente leggero, non sempre si rivela inappropriato ai miei gusti personali.
Questo è accaduto con Preda, merito innegabile dell’inconsueta e suggestiva copertina e di un titolo, che in poche ma essenziali parole, descrive appieno l'essenza del romanzo. Pozzo senza fondo che cela l'eterna oscurità dello spazio. Un'avventura vivida, vivace ed esplosiva la cui fiamma è un rosso ardente che ustiona.
Titolo: Preda
Autore:
Christopher Pike
Prezzo: 16 €
Casa editrice:
Mondadori
N° di pagine:
406
Trama: Alisa ha
l'aspetto di una diciottenne, ma è un vampiro nato cinquemila anni fa. Da
allora la sua vita è una continua lotta contro l'istinto: nutrirsi ma non
divorare, dissetarsi ma non uccidere. E soprattutto non svelare il proprio
segreto, che non può condividere con nessuno, essendo l'ultimo vampiro sulla
Terra. Almeno così credeva, prima che il capostipite della sua stirpe tornasse
dalla tomba per ucciderla. Se vorrà sopravvivere, Alisa dovrà spezzare il
sottile confine che separa l'umano dalla bestia, e stringersi tra le braccia di
Ray, l'unico ragazzo in grado di aiutarla. Ray ha molte ragioni per temerla, ma
l'attrazione che prova per lei è più forte della paura e lo spingerà oltre il
limite, dove non è più possibile tornare indietro. Perché, come lui, Alisa è
una preda, e se riuscirà a fuggire dal suo cacciatore non potrà farlo dalla
sete che, sempre più fatale, la divora. Una storia terrificante e sensuale, che
raccoglie in un unico volume i primi tre romanzi della serie "L'ultimo
vampiro".
La recensione:
Quando ami non conosci né paura né odio. Quando hai paura, non c'è spazio per l'amore o per l'odio. E quando c'è l'odio, c'è l'odio soltanto.
Come ogni cosa nella vita, alla fine di
una storia, di un racconto, si tirano le somme: le idee, i propositi, quel che
si credeva avevamo saldamente ancorato a noi stessi e tutti i cambiamenti che
sono avvenuti in una manciata di giorni o qualche ora. E il banco di questo
discorso è uno solo: il saper raccontare. A che serve estrapolare un'idea dal
nulla, dopo aver meditato per ore e ore e non si ha con questo maturato un
"processo" purché la si metta in pratica? Ci si distacca dalle cose
del mondo, si mettono a tacere i desideri dei sensi, dei bisogni del corpo, ma
come si vuole argomentare qualcosa che si pensava di aver già visto, quando in
realtà non l'ho mai visto? Le innumerevoli letture compiute negli anni mi hanno
fatto prendere consapevolezza che ognuno di noi ha qualcosa che cela
gelosamente, e che poi una situazione drammatica o un dispiacere ci induce a
fare quel che si era prefissato di fare finendo così di cadere nel nuovo o nel
vecchio, condizionati modi di agire. Finché rimasi rintanata nella mia camera a
chilometri di distanza dal piccolo paesino dell'America in cui stava per
svolgersi la scenografia di un film, avvincente e per molti versi cruente e
crudele, la condizione fra quel che ho letto e quel che pensavo di leggere, fra
ciò che ho visto e ciò che avrei voluto vedere non mi è mai posto. Non ce nè
stata l'occasione. Ho vissuto praticamente, in compagnia di una ragazza che
aspira alla moltiplicazione della sua specie, osservatrice attenta in una landa
spoglia e desolata, avida di un qualcosa che è tuttavia legata alla purezza del
sangue, all'intensità dello spirito, alla lunghezza della vita. E, così come
Alisa Perne, nel momento in cui mi distaccai da questo mondo, il mio corpo si
distaccò da una dimensione da cui spesso desidero evadere, finendo presa alla
sprovvista da un vampiro che si crede spaventoso e crudele, lasciandomi tentare
dal suo desiderio di fuggire. Perdersi nell'oblio, prima di tornare nel
paradiso stellato del suo sogno o nel più gelido inferno.
Se Alisa, invece di apparire "gentile
e disponibile", mi avesse sin dal principio mostrato il suo lato
spaventoso, allora Preda penso mi sarebbe parso davvero terrificante. Tutto
sommato, come credevo. Ma, alla fine? Niente di tutto questo! E' sempre
difficile giudicare un romanzo dalla copertina, nel momento in cui ci capita
fra le mani, dando meno peso a quella distinzione - bello o brutto, buono o
cattivo - visto che il giudizio potrebbe cambiare col tempo e spesso il
giudizio stesso finisce per non avere alcun valore.
Guardando dall'interno e vivendo un realtà
parallela in cui non c'è tempo per l'amore e nemmeno per l'odio, in cui alla
fine resta soltanto una melodia, quella della paura - così gelida e scolpita
nell'anima - mi sarei risparmiata ore e ore di riflessioni profonde e tutto
quel che ne seguì. Forse questo mi avrebbe preparato psicologicamente? Una
fortuna o una sfortuna?
Ma quello che ho visto l'ho vissuto e la
sera dopo, quando mi sedetti alla scrivania, aprì il computer rivivendo ogni
cosa: vampiri assettati di sangue e potere, pieni di energie, soli e smaniosi
di qualcosa che non hanno mai avuto. Ma in cosa è realmente racchiusa l'essenza
del romanzo? Da dove partire per interpretare la sua anima cupa e drammatica,
sadica e allo stesso tempo perversa?
Io e Alisa abbiamo percorso una strada che
una volta imboccata non si potrà più far ritorno, il cui legame è sfociato
nelle punte di gocce di sangue sporco e copioso che macchiarono quasi la mia
anima, incidendo profondamente un segno, là dove il mio sangue puro corre,
simile a un fiume d'acqua limpida, nel presente, come una maledizione divina. E
nel sapore agre di questo liquido, legami poco solidi e sbrigativi. Una cornice
per far risaltare la condizione di "penitente" della protagonista,
che anche se poco accentuata ha attanagliato pure me.Un puntino bianco in un
manto nero come la notte.
Nonostante il tema e il target a cui è
indirizzato, leggere Preda è stato davvero eccitante e avvincente. Ho vissuto
la storia di Alisa come se stessi assistendo a un film proiettato sulle pagine
che, con una cadenza rapida ma armoniosa, mi ha condotto in un luogo sconociuto
da cui non avrei mai voluto separarmi.
Quando decisi di leggere Preda sapevo che,
quando avrei cominciato, questa sarebbe stata l'occasione per scrollarmi di
dosso il peso della curiosità. Una lacuna letteraria che avrei dovuto colmare
da un po'.
Non avevo nulla da perdere. Dovevo solo
raccogliere una certa dose di coraggio, ma, a dire il vero, avevo deciso di
leggerlo senza tenere conto ai macabri episodi a cui avrei dovuto assistere e
questo mi sembrava una cosa positiva. Un buon punto di partenza. Romanzo horror
inglese, uno scrittore di cui avevo sentito parlare molto bene, un disegno
oscuro che non permette di vedere o sentire. Tutto quello cui un tempo avrei
detto "no", non mi sembrava più così. E leggendo il romanzo di Pike,
non mi sono più riconosciuta. Mi sono sentita estranea e, allo stesso tempo,
intrappolata. Come se una magia avesse atrofizzato i miei pensieri, operasse
silenziosa dentro di me. Una parte del mio animo di lettrice che ho scoperto
pian piano, e leggendo di Alisa e della sua triste storia ho potuto conoscere
la vita di una vita di cui non sapevo nemmeno l'esistenza. Una storia cruda,
surreale e allo stesso tempo reale, avvincente e appassionante, che è un
carosello d'immagini, dettagli poco rivelanti, ombre impregnate di malvagità.
Pezzi di vita di anime che vagano in un
deserto di desideri che non sono mai stati soddisfatti, e con prospettive
nebulose per il futuro, che mi hanno incuriosito moltissimo, interessato
inaspettatamente, costringendomi a lasciare tutto alle spalle, abbandonando la
mia inutilissima vita in una landa deserta in cui non avrei mai più voluto far
ritorno.
In attimi di vita che hanno scandito
regolarmente la frenesia di questa settimana, esordito nella notte più
spaventosa dell'anno, nonostante conduca un'esistenza tranquilla, ho vissuto
assieme a Alisa, entro i limiti autoimposti da Pike, tante e altrettante vite.
Ruoli che mi sono divertita a impersonare e con cui ho voluto fuggire dal
baratro dello sconosciuto. Respirando aria che non era più pulita ne lo è mai stata,
satura di crimini orribili e inumani.
Preda è un romanzo il cui sapore è agre
come un limone, un esame attento sulla distinzione fra zona grigia del bene e
del male, un harem segreto in cui trovare la pace con se stessi è davvero una
bazzecola. E lì, fra oscurità e fantasia, l'ho avvertita intensamente. Che ha
afflitto Alisa forse anche per i diversi mali, fisici o morali, inflitti
continuamente alle sue prede in ogni capitolo.
Diventare imperturbabili e proseguire la
lettura dal davanzale del nostro mondo, dunque, è stato estremamente difficile.
Eppure, una volta compiuto questo passo, tornare indietro è risultato più
facile. Superando con un balzo il mondo di là con quello di qua.
Oscuro, insidioso, rischioso come la
notte, Preda è un romanzo che trasmette una certa inquietudine. In 400 pagine
di turbamenti, dove un misero atto di felicità investe inevitabilmente con
qualcosa di spiacevole, c'è stato un universo che non ho mai esplorato. Ma in
cui ho colto una certa bellezza. Con patti di sangue e segreti sussurrati dalla
finestra virtuale del nostro mondo, con regole e nozioni del tutto indifferenti
a quello cui sono abituata.
Un horror che non dà tregua, colpisce
dritto al cuore e ci rende protagonisti di una storia avvincente che permette
di ritagliarci un angolino tutto nostro in una squallida stanza e, pian piano,
nel cuore dell' algida protagonista.
Nella notte di Halloween, con figure
evanescenti che mi si sono aggrappate sulle spalle, povera vittima che,
accidentalmente, ha imboccato la strada sbagliata. Ci si fa prendere dal
panico, la paura attanaglia le nostre fragili membra, e tutto quel che si
desidera è scappare. Invocando aiuto, dubitando di qualunque passante possa
incrociare; pensando di essere caduta nella bocca dell'inferno e non trovare
più alcuna via d'uscita.
Al giorno d'oggi si pensa che la speranza
sia una virtù, ma, secondo me, la speranza porta soltanto dolore. Le persone
più felici sono quelle che non si aspettano nulla, che hanno smesso di sognare.
Valutazione d'inchiostro: 4
Ciao Gresi, non ho letto questo romanzo ma adoro Pike come scrittore di gialli per ragazzi, tra i miei preferiti ci sono La morte arriva per posta, Week-end, Sotto accusa e Amiche per la pelle. Ricordo che era capace di creare una forte suspance!
RispondiEliminaCiao Ariel! Io invece è la prima volta che leggo qualcosa di suo, e dopo questa bella esperienza penso in futuro leggerò qualcos'altro 😊
EliminaCiaooo bellissima recensione, non ho mai letto nulla di suo ma vista la tua recensione mi è venuta voglia di dare una possibilità a questo romanzo che sembra parecchio cupo ma anche molto interessante, non so se potrebe piacermi più avanti potrei provare a leggerlo :*
RispondiEliminaCiao Roberta! Grazie mille 😅 Questo è il primo romanzo che leggo, e devo dire mi è piaciuto davvero molto! Se vuoi buttarti, non te lo sconsiglio 😋
EliminaCiao Gresi! :)
RispondiEliminaDi Pike ho letto proprio questo libro, alcuni anni fa.
Ricordo che mi è piaciuto molto, e mi sono trascritta molte frasi che mi hanno colpito davvero tanto!
Non amo gli horror, ma questo mi ha davvero appassionato! :)
Un abbraccio!
Ciao, Jasmine! Ho conosciuto anch'io Pike così, e devo dire che penso proprio che questa non sarà l'ultima lettura 😅📚
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