Titolo: Kafka sulla spiaggia
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 518
Trama: Un ragazzo di quindici
anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l'ingenuità e il
candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti a
Takamatsu, nel sud del Giappone. Il primo, che ha scelto come pseudonimo Kafka,
è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico. Mentre il secondo,
Nakata, fugge dalla scena di un delitto nel quale è stato coinvolto contro la
sua volontà. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il
vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile, schivando
numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che
rappresenterà il compimento del proprio destino.
La recensione:
Quando cerchi una voce, trovi un silenzio
profondo. Ma quando cerchi silenzio, ecco la voce incessante di una profezia,
una voce che a volte preme quella specie di interruttore segreto nascosto da
qualche parte nella tua mente.
Oggi è giovedì, ed io sono già in ferie.
La mia mente, che in questi giorni è stata tartassata dallo stress, da ansie e
inutili preoccupazioni, in questo periodo galleggia beatamente in una piscina
di pace e tranquillità. Sembra che il tempo e lo spazio si siano fermati. O
meglio, nel luogo in cui sono sprofondata in questi giorni, è stato un luogo in
cui ho dovuto trattenere il fiato, sperando che il tempo non si accorga della
mia esistenza.
Se si attraversa un lungo corridoio dopo
la porta principale, vi è una piccola stanza, un piccolo santuario, dove
riposano quietamente amici silenziosi e di lunga data. Tutto il necessario per
trascorrere comodamente quanto tempo si vuole. Dalla finestra rivolta verso
ovest si vedono piccole montagnette. Si avvicina la sera, e il sole, che ha
cominciato a tramontare, brilla intermittente attraverso le fronde degli
alberi.
A parte qualche piccola eccezione, questa
stanza è priva di decorazioni. Un piccolo quadro a olio attaccato alla parete
cattura la nostra attenzione. Un ragazzo su una spiaggia, vi è raffigurato, in
modo realistico. E' davvero molto bello. Suggestivo. Introspettivo. Sullo
sfondo il mare, e nel cielo nuvole dalla forma di pugni chiusi che fluttuano
leggere sopra le nostre teste.
Il ragazzo nel quadro è lo stesso con il
quale qualche anno fa ebbi una conversazione particolare, atipica, in questa
stanza, amato da una donna la cui identità è incerta e misteriosa, il ragazzo
che col suo amore spassionato per i libri era scappato di casa senza motivo. Il
mio cervello si era trasformato in spugna; la mia mente aveva registrato con
attenzione tutto ciò che era stato detto, e me ne sono riempita la testa. Senza
sprecare tempo, leggendo e metabolizzando.
Se chiudo gli occhi immagino una terribile
tempesta di sabbia. Dimentico completamente chi sono. Divento uno spazio
bianco. Subito alcune visioni mi affiorano alla mente. Anche questa volta, io e
Kafka dividiamo questo tipo di visioni.
E' una tempesta metafisica e simbolica, ma
ha lacerato le mie carni come mille rasoi. Sangue caldo e rosso ha macchiato le
mie mani. Il mio sangue, e quello di altri. Uscita da questa storia non sono
stata più la stessa da che sono entrata. Non si tratta di una specie di fiaba.
Da nessun punto di vista. Tuttavia è piuttosto bella. Si, penso, come le stelle
e gli alberi che hanno seguito ogni mia mossa o movimento, vivendo e
respirando. Consapevoli di ciò che ho visto, assalita da una violenta frenesia.
Se quest'oggi mi trovo nuovamente qui è
perché non riesco in nessun modo a liberarmi dal pensiero di quanto accade
ogniqualvolta decido d'immergermi in uno dei tanto straordinari e stupefacenti
drammi surreali del mio autore preferito. Da quando lo conosco sono passati,
come in un soffio, quattro anni. Ma il ricordo del nostro primo incontro, le
prime sensazioni sono talmente vive dentro di me che mi sembra che tutto sia
successo appena ieri, e non riesco a staccarmene nemmeno per un momento. E'
sempre al mio fianco, come la mia ombra. Quante volte mi ha tenuta sveglia di
notte, o, sotto forma di sogno, si è insinuato nei miei sonni. Ho addirittura
la sensazione che la mia vita sia stata dannata dall'influenza di questo
incontro.
Leggendo Kafka sulla spiaggia per
la quarta volta, a un anno di distanza dalla sua ultima entusiasmante lettura,
ho cominciato a capire, seppur non ancora nello specifico, la ragione per cui
Murakami - già celebrato per la potenza della sua fantasia e, nel corso degli
anni, divenuto modello di candidatura al premio Nobel per la letteratura - ha
conquistato un numero così grande di persone. La combinazione di talento allo
stato puro e di disarmante innocenza è così bella e perfetta che sorge
spontaneo definirla << miracolosa >>. Un timido e riservato
giapponese scrive dei versi ispirandosi alle più grandi opere della
letteratura, componendo la musica mediante parole ermetiche e simboliche che
sfiorano il surrealismo. Assumono poco a poco una risonanza famigliare, in cui
ogni singola parola trova il suo posto dentro di lui. E, solo alla fine, ci
canta le canzoni che ha creato, senza la minima difficoltà. Canzoni che scrive
semplicemente per farle sentire a qualcuno, ma solo per se stesso. Per
riscaldare un po' il suo cuore... e quello mio. Ed è proprio questa semplicità
a colpire dolcemente con forza, chi lo "ascolta".
Aprire i suoi romanzi, inondarsi
dell'odore inebriante delle pagine, sprigionate dalla conoscenza profonda e
dalle intense emozioni che hanno dormite tranquille, al riparo della copertina.
Si fluttua come farfalle, al confine della nostra coscienza, fin quando non si
supera un certo confine, e si sorvola al punto tale di avere le vertigini.
Lo sapevo bene! Nel mondo della scrittura
e della lettura non ci sono giorni della settimana, non esiste l'inesorabile
fragore del tempo. Qui c'è ogni cosa. Però non ci sono singole parti. E non
essendoci singole parti non è necessario sostituire una cosa con un'altra. Non
è necessario togliere dei pezzi e aggiungerne degli altri. Basta abbandonarsi
al tutto, senza dover pensare a cose difficili. E niente più di tutto questo
avrebbe potuto essermi gradito.
Seduta sulla poltrona chiudo gli occhi e
immagino la scena di lui, qualche anno fa, nel suo studio, dinanzi al computer,
che scrive accompagnato dalle soavi note di qualche musicista jazz. Immagino i
suoi pensieri pieni di surrealismo. Così dolci, che una violenza insensata ha
reciso bruscamente, da un momento all'altro. Impetuosamente, torniamo alla
realtà e ci accorgiamo che il romanzo di Haruki è esattamente quello che più
cercavamo. In un periodo non particolarmente brillante, le cui pagine bianche
ci avrebbero catapultati in una specie di nicchia del mondo.
E' una sensazione molto forte, ma il mio
cuore, ad esempio, è stregato da quest'uomo. Non dal Murakami in carne e ossa -
certo -, ma dal Murakami cantastorie che non è qui con me. Impossibile
esprimere a parole, anche se appartiene alla vita reale. Così come sono vivide
le emozioni che riesce a regalarmi, o le immagini che, al di là di ogni
significato, si staccano dallo sfondo come silhouette di carta ritagliata.
Cominciano a camminare da sole come un sogno, possiedono una bellezza
straordinaria e una semplicità assoluta e disarmante. Fondendosi col mondo nel
modo più armonioso possibile, purificando con delicatezza la mente.
Conferiscono un immagine apparentemente reale, nel quale il lettore cerca di
dissipare la nebbia che offusca la sua coscienza e capire qualcosa. Uno spazio
vuoto che s'incastra come una piccola fessura e che solo in seguito diverrà
parte del nostro essere.
In questa sua ennesima storia ci sono
alcune parti uguali a quelle presenti nei suoi romanzi precedenti, che ho letto
avidamente nel giro di qualche anno, con gli stessi numerosi episodi, dettagli
minuziosi e personaggi difficili da dimenticare. Anche questa bellissima opera
rivela il suo fascino. Ci sono scene di sesso che non conoscono volgarità,
poiché descritte con sensualità e raffinatezza, e una serie di situazioni che
oscillano tra il reale e il possibile che sono pieni di una libertà e una forza
vitale che non possono essere racchiusi nei confini del senso comune, afferrano
il mio cuore con una stretta ferrea e nelle quali è possibile scorgere molta
più vitalità delle innumerevoli persone senza volto che girano per le strade
della mia città.
Rappresentazione di due realtà opposte:
luce e ombra, speranza e disperazione, riso e tristezza, fiducia e solitudine,
è un opera che evoca qualcosa di speciale. Un altro tempo, un altro luogo, o
una particolare dimensione della mente in cui io mi sono persa completamente.
Come l'Edipo di Sofocle, ci parla di un tema piuttosto ricorrente nella
tragedia greca: l'uomo che non sceglie il proprio destino, ma che è scelto.
Sembra vanificare i suoi sforzi e a costringere il protagonista, Kafka, a
seguire un percorso che qualcun altro ha tracciato per lui. Poiché si è
impresso nel suo spirito come un marchio ancora più fosco. Sopravvive nel suo
Dna e, esalando dal suo respiro, si confonde col vento spargendosi nel mondo.
Non dissipando l'oscura confusione che è ancora dentro di lui, continuando
ostinatamente ad affliggerlo. Un essere vuoto. Uno spazio bianco che sta
divorando progressivamente ogni sua sostanza. Un congegno a orologeria sepolto
dentro i suoi geni. Una cosa malata, guasta. Convive col dubbio di aver ucciso
suo padre, di avere la certezza di non essersi allontanato da Tokyo ne dalla
sua postazione preferita. Ma come dice l'illustre Yeats, nei sogni cominciano
le responsabilità. E pertanto, in qualche particolare circuito onirico, può
darsi l'abbia ucciso.
Kafka sulla spiaggia è un complesso lavoro di riferimenti
incrociati su un tema particolarmente noto nella produzione murakamiana.
Leggendolo con passione, facendosi avvolgere dalla storia, si ha la sensazione
che non si tratti più di un semplice libro, ma che si espanda oltre le pagine
verso la realtà, trasformandola, come se sogno e realtà si fondessero in un
unica entità. Una trama calcolata a tavolino e dipanata con meticolosità
nell'alternarsi dei capitoli, che svolgono il racconto seguendo
alternativamente i due protagonisti e facendo vedere poco per volta le ragioni
del loro accostamento. Più precisa e penetrante, più accurata nei dettagli che
ricca nella sostanza, e una fantasia costruttrice che vince sulla profondità
del tema trattato.
Mi ha tenuto compagnia per un periodo
lunghissimo, per i miei standard. Ho seguito di pari passo il percorso
evolutivo del giovane Kafka che, imbarcandosi in un avventura sensazionale che
altri non è che un esame della sua coscienza, arriverà a un punto in cui non sa
più cosa sia vero o sbagliato. Si perderà nel labirinto del tempo di cui è
prigioniero e, vagando in una grande casa che è una specie di labirinto,
cercherà quella stanza particolare dove passato e futuro formano una corda
ininterrotta e infinita. Uno spazio in cui è sospeso un codice che nessuno ha
mai saputo decifrare, un accordo che nessuno ha mai ascoltato.
Quel mondo buio di cui non si riusciva a
indovinare il fondo, quel silenzio pesante e quel caos gli erano amici da così
tanto tempo che erano oramai diventati una parte di lui.
Valutazione d'inchiostro: 5
Ciao Gresi. Deve essere un viaggio straordinario cimentarsi con la lettura delle opere di questo autore. Ho sentito tanto parlare di lui, ma non ho mai avuto modo di leggere niente. Mi affascina e mi incuriosisce, sicuramente recupererò qualche suo libro ^_^
RispondiEliminaLa tua recensione è molto bella :)
Grazie mille! Spero possa piacerti ☺☺
EliminaSplendida recensione: mi ha convinto ad affrontare Murakami :D
RispondiEliminaGrazie mille, Fede! Ti assicuro non te ne pentirai 😉
EliminaCome sempre, le tue recensioni sono incantevoli ^_^. Personalmente sono una grande lettrice di Murakami, nel bene o nel male finisce sempre per catturarmi ( a breve posterò la mia ultima lettura, L'incolore Tazaku Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio); Kafka sulla spiagga insieme a Dance Dance Dance è in assoluto uno dei miei preferiti. Adoro le sue ambientazioni così particolari, avvolgenti, sognanti.
RispondiEliminaE, visto che mi trovo qui, ti comunico che ho scelto di menzionare il tuo blog tra quelli da proporre per il Liebster Award ^_^.. non so se vorrai partecipare o meno, in ogni caso qui (https://metedinchiostro.blogspot.it/2017/07/liebster-award_31.html) il post che ho dedicato al premio.
Inutile dire che ho scelto anche te per il tuo blog originale, e le tue recensioni assolutamente fuori dal coro, coinvolgenti, poetiche.
Buona giornata! ^_^
Ma grazie mille, Letizia!!
EliminaVengo a trovarti immediatamente ☺☺
Comunque, anch'io amo Murakami. Questa pensa è la quarta volta che rileggo Kafka sulla spiaggia. E come questo anche 1Q84, After dark, Norwegian Wood e tanti altri occupano un posto speciale nel mio cuore ☺☺