Titolo:
Il libro delle verità nascoste
Autore:
Amy Gail Hansen
Casa
editrice: Garzanti
Prezzo:
16,40€
N° di
pagine: 277
Trama: Ruby vuole solo dimenticare. Vuole solo cancellare l'ultimo anno al Tarble College e nascondere nel profondo quel segreto che non ha confessato a nessuno. Eppure, quando crede che il peggio sia alle spalle si ritrova tra le mani il libro da cui tutto è cominciato. Il libro che custodisce le ombre del suo passato. E' all'interno di una valigia: il bagaglio di Beth, una compagna di college che da pochi giorni è scomparsa. Ruby non poteva immaginare che Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf riuscisse ancora a toccare le note più recondite della sua anima. A riportala faccia a faccia con le sue paure. Ma lei è l'unica a conoscere il suo fascino oscuro. Tra quelle pagine ha visto crescere un'ossessione per le scrittrici suicide, donne fragili che si sono abbandonate al gesto più estremo. Un'ossessione che giorno dopo giorno l'ha avvicinata sempre più a Mark, il suo professore di letteratura. Eppure Ruthy non può lasciare che quest'incubo si impadronisca di nuovo di lei, proprio ora che Beth è sparita. Deve cercarla. La ragazza sa che c'è solo un luogo che racchiude tutte le risposte. L'ultimo posto in cui vorrebbe tornare: Tarble, la sua università. Lì dove ha imparato che ciò che conta è essere migliori, a qualunque prezzo. Lì dove i misteriosi tentativi di suicidio le parlano di un destino a cui è difficile sfuggire. Lì dove nel silenzio degli antichi e bui corridoi, ogni traccia riconduce a quel libro su cui c'è ancora molto da svelare. Perché dietro un animo fragile può celarsi un grande coraggio e dietro un amore innocente qualcuno che colpisce dove fa più male.
Trama: Ruby vuole solo dimenticare. Vuole solo cancellare l'ultimo anno al Tarble College e nascondere nel profondo quel segreto che non ha confessato a nessuno. Eppure, quando crede che il peggio sia alle spalle si ritrova tra le mani il libro da cui tutto è cominciato. Il libro che custodisce le ombre del suo passato. E' all'interno di una valigia: il bagaglio di Beth, una compagna di college che da pochi giorni è scomparsa. Ruby non poteva immaginare che Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf riuscisse ancora a toccare le note più recondite della sua anima. A riportala faccia a faccia con le sue paure. Ma lei è l'unica a conoscere il suo fascino oscuro. Tra quelle pagine ha visto crescere un'ossessione per le scrittrici suicide, donne fragili che si sono abbandonate al gesto più estremo. Un'ossessione che giorno dopo giorno l'ha avvicinata sempre più a Mark, il suo professore di letteratura. Eppure Ruthy non può lasciare che quest'incubo si impadronisca di nuovo di lei, proprio ora che Beth è sparita. Deve cercarla. La ragazza sa che c'è solo un luogo che racchiude tutte le risposte. L'ultimo posto in cui vorrebbe tornare: Tarble, la sua università. Lì dove ha imparato che ciò che conta è essere migliori, a qualunque prezzo. Lì dove i misteriosi tentativi di suicidio le parlano di un destino a cui è difficile sfuggire. Lì dove nel silenzio degli antichi e bui corridoi, ogni traccia riconduce a quel libro su cui c'è ancora molto da svelare. Perché dietro un animo fragile può celarsi un grande coraggio e dietro un amore innocente qualcuno che colpisce dove fa più male.
La
recensione:
《Queste
donne erano complicate e tormentate, persino nei modi ossessivi e raffazzonati
con cui hanno scelto di abbandonare il mondo. E poi si, erano artiste - artiste
pazze, afflitte da malattie mentali e piene di complessi sulle loro capacità
creative -, ma erano anche femmine, donne che cercavano di inserirsi in una
tradizione storicamente patriarcale. E così hanno creato personaggi femminili
letterari non molto diversi da loro stesse - madri, sorelle, mogli -, e
altrettanto angosciati dalla loro creatività e dalla loro intelligenza.》
Ho
conosciuto Virginia Woolf l'anno scorso, in un torrido pomeriggio di fine
luglio, precisamente quando di questa scrittrice sapevo poco e niente. L'anno
scorso ero ancora alle prime armi con i classici e divoravo romanzi come se
fossero Nutella tappando innumerevoli buchi e facendo un po' di tutto affinché
la mia anima sognatrice e romantica non risentisse del tedio o della monotonia
che sopraggiungevano solitamente in questi ultimi mesi d'estate. In quel
periodo Una stanza tutta per sé, mediante una serie di gesti
agitati che vietavano la compiacenza, mi aveva inondato i sensi di una felicità
imprecisata, che aveva avuto fama di farmi vedere la Woolf sotto un'altra
ottica, giovane donna che aveva volto le spalle ai paradigmi del secolo. Anche
Alda Merini, Sylvia Plath e molte altre si erano affacciate nel panorama
letterario mostrando una faccia diversa dalle altre. E quando queste opere
venivano riconosciute per ciò che effettivamente erano, un atto di ribellione
anticonformista in cui ci si lascia completamente andare ad istinti, passioni
che si pensava non potessero avere, si giungeva alla ricerca costante di ogni
forma di verità.
Io ho
creduto a questo e a molto altro fra le pagine di Il libro delle verità
nascoste. Ne ho scorto la faccia, la figura, carpito segreti di una donna
che aveva fatto della letteratura massima di vita. Ma quelli erano altri tempi,
quando le penne che vergavano di rosso pagine e pagine di opere autobiografiche
o nettamente realistiche lo facevano con grazia. Il fatto è che per più di
qualche minuto, durante il corso della lettura, mi è sembrato di toccare questi
testi quando bisognava fare spazio alle brutali vicende che avevano popolato le
notti miti di una giovane studentessa inglese o alla sua innocente e infantile
storia d'amore con il bello di turno; un professore di letteratura inglese. Una
mattina che Ruby era venuta in università a presentare la sua tesi di laurea a
incassare un pessimo voto dopo tanto lavoro, mi si avvicinò. Credevo che fosse
una studentessa come tante altre, ma si limitò a farmi "vedere" il
film nefasto della sua vita, a invitarmi a guardarlo come se io la conoscessi
da tempo e ringraziarmi del fatto che io avessi deciso di condividere questa
storia con lei e non un'altra ad impicciarsi delle sue cose quando non ci
sarebbe stata altra scelta. Ruby era piuttosto ingenua, non c'è che dire, e
dovevo stare molto attenta a dove mi avrebbe condotta.
Il
libro delle verità nascoste ha il dono dell'eleganza. Non mi
riferisco alla copertina con cui sono rivestite quasi 300 pagine di storia,
anche se il suo vestito è piuttosto bello e affascinante, bensì dai suoi modi,
dalla maniera in cui mi si è rivolto, di come mi ha narrato il segreto che
celavano le stanze remote dell'anima di Ruby. Era quello che gli enfatici
studiosi di letteratura inglese chiamano rara avis. E poi era una
storia semplice, venata di romanticismo e mistero, che mi ha regalato delle
piacevolissime ore in sua compagnia senza che io glieli chiedessi e senza
attendermi nulla in cambio. In realtà, fu lei, Ruby, a scegliermi di condurmi
fra le sue pagine e grazie alla sua predilezione per una scrittrice che da
qualche anno a questa parte sortisce un certo fascino anche su di me riuscii a
fuggire dalla monotonia del giorno. A quel punto, quello che sarebbe accaduto
non avrebbe più potuto farmi tornare indietro. Non mi è mai piaciuto farlo e
per me questa era l'unica occasione per esplorare e conoscere nuovi
"posti". Questo libro di cui mi aveva parlato Ruby, era l'elemento primordiale
dell'intera vicenda. Credo che tra Ruby e me mantenesse un certo legame, e il
mio processo di lettura scorreva ininterrottamente.
Via
via che le pagine scivolavano nel palmo delle mie mani, scoprii come la Hansen
sa scrivere. Sul risvolto della copertina avevo letto che sedeva per ore
davanti alla sua macchina da scrivere, in un piccolo appartamento che dava su
una baia, con lo sguardo perso sull'orizzonte oltre i finestroni. In qualche
anno, iniziò a tramutarsi in un abile cantastorie, in cerca di quella storia
che facesse al caso suo o per fuggire da se stessa. Di questi tempi, la maggior
parte dei suoi colleghi scrittori mendicava a chiosa nel torbido mercato
editoriale che si ampliava ogni giorno all'ombra della letteratura. La notizia
del suo figlio di carta era giunta persino fino a me, e quando vidi la
copertina avevo deciso che nel momento perfetto mi sarei immersa anch'io in
questo strano letargo di timori e scaramucce letterarie.
L'anima
del romanzo era una sola: esaltando i romanzi, chi li scrive, è superiore in
ogni imperfezione grazie a un indomito lampo di immaginazione. Una gemma
di verità pura da avvolgere tra le pagine dei nostri appunti e conservare sulla
mensola strapiena di una gigantesca libreria. Non un tipo di comunicazione a me
sconosciuto, in quanto da amante della scrittura e della buona letteratura sono
consapevole che le parole, se adoperate con maestria, hanno un suono diverso
perché accompagnate da una sorta di ronzio musicale - eccitante, avvolgente -
che trasforma il valore delle parole stesse. Un ronzio dell'anima che sembra
quasi impossibile tradurre in parole.
Quel
che mi ha lasciato di sasso è che, seppur non propriamente perfetta ne
originale o così eclatante come speravo, la storia che la Hansen si porta
dentro è stata un'esperienza davvero straordinaria che l'autrice in qualche
modo ha trasmesso anche a me. Forse dovuta dalla sua predilezione per la
letteratura inglese, o, ancor più, per Virginia Woolf?
Un
disegno accostato al fuoco delle passioni, delle arti purché diventi visibile.
Una lettura in cui non ho potuto fare a meno di avvertire il contatto
dell'anima di chi l'ha scritto e di chi me l'ha raccontato, mediante emozioni
che sono suscitate da una penna dalla punta invisibile e che sono passate
attraverso il mio corpo.
Una
follia, si direbbe.
Dicono
che il tempo cura tutte le ferite, ma io la penso diversamente. Sembra soltanto
che renda le cicatrici più profonde.
Valutazione d'inchiostro: 4 -
Ciao Gresi, di solito tengo d'occhio le uscite della Garzanti, perchè mi piacciono molto i titoli che propone... questa però mi era sfuggita!
RispondiEliminaSì anche a me!! E quasi sempre si rivelano delle gran belle letture ☺☺
Eliminami hai proprio incuriosita
RispondiEliminaGrazie! Spero possa piacerti ☺
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